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Giorno: 23 Dicembre 2019

Sala Estense primo appuntamento: in arrivo Michele Cafaggi con le sue magiche bolle di sapone!

Da: Organizzatori

Sabato 28 Dicembre alle ore 16,30 la ventiduesima edizione della rassegna natalizia “Babbo Natale, Gnomi e Folletti” si aprirà, come di consueto, alla Sala Estense (Ferrara, Piazza Municipale), con uno spettacolo sorprendente “Ouverture des saponettes” dell’artista milanese Michele Cafaggi che presenterà uno spettacolo musicale e festoso in cui le sue magnifiche, enormi, coloratissime bolle di sapone danzeranno gioiosamente in un’esibizione magica e poetica.

Un eccentrico direttore d’orchestra condurrà il pubblico nel mondo fragile e rotondo delle bolle di sapone per un “concerto” dove l’imprevisto è sempre in agguato: da strani strumenti musicali nascono bolle giganti, bolle rimbalzine, bolle da passeggio, grappoli di bolle, i più fortunati fra il pubblico dei bambini potranno addirittura entrare in una bolla gigantesca!
Ouverture des Saponettes è un racconto visuale senza parole che trae ispirazione dalle atmosfere circensi e del varietà, un magico spettacolo di clownerie, pantomima e musica che, nato per i più piccoli, finisce per incantare il pubblico di qualsiasi età.
Lo spettacolo attualmente conta più di 1000 repliche, è nato nel 2003 ed è stato presentato per la prima volta al Museo della Scienza e della Tecnica “Leonardo da Vinci” di Milano nell’ambito delle attività organizzate dal laboratorio scientifico di bolle di sapone. È stato rappresentato in teatri e festival nazionali e internazionali (Francia, Irlanda, Belgio, Svizzera, Grecia, Giappone, Cina, Corea del Sud), in scuole materne, musei della scienza, casinò, varietà e gran galà. Ha partecipato alle trasmissioni televisive “I soliti ignoti” su Rai 1 e “Circo Massimo Show” su Rai 3, “Mattina in famiglia”, Rai 1, “Bontà loro” Rai 1, Tg2, GT Ragazzi e Rai International.
Michele Cafaggi è un mimo, clown e giocoliere e da diversi anni sviluppa teatralmente la tecnica delle bolle di sapone giganti.
Ha studiato in Italia e in Francia con Jango Edwards, Quelli di Grock, Philippe Gaulier, Marcel Marceau, Philippe Radice presso l’Ecole Nationale du Cirque Fratellini, la Scuola di Arti Circensi della Sala Fontana e la Lega Italiana di Improvvisazione Teatrale.
Nel 1993 inizia la carriera lavorando come artista di strada e partecipando a numerosi festival in Italia e all’estero. Con il tempo, arriva a collaborare con artisti del calibro dello stilista Moschino e del cantautore Fabrizio De Andrè, in qualità di performer ed è invitato più volte nei programmi di Rai e Mediaset. Nel 2004, il primo premio e il premio del pubblico al Festival Internazionale di Ascona (CH) come miglior artista inaugura una lunga serie di altri importanti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale conseguiti fino a oggi.

Per tutti i bambini dai 3 ai 99 anni.

Inizio spettacoli: ore 16,30 (la biglietteria apre a partire dalle ore 15,30)
Biglietti: adulti € 6,00, bambini € 5,00
Informazioni: Il Baule Volante

Candidatura di Fabio Bergamini alle Elezioni Regionali

Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Fabio Bergamini: “Il mio impegno per portare il territorio ferrarese fuori dall’isolamento e per realizzare in regione il programma sul lavoro”.

«Il mio impegno sarà rivolto a fare uscire il Ferrarese dall’isolamento viario ed economico in cui l’ha portato in tanti decenni la sinistra, ma al tempo stesso l’esperienza in Regione servirà per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati come movimento nell’ambito del lavoro, del commercio e dell’agricoltura». Il sindaco di Bondeno, Fabio Bergamini (40 anni e una laurea in filosofia) annuncia così la presentazione della sua candidatura in Regione, nella lista della Lega di Matteo Salvini. «Il territorio ferrarese attende da ormai troppo tempo le infrastrutture viarie necessarie al suo rilancio – dice Bergamini –. Abbiamo strade provinciali malconce e ponti che necessitano di manutenzioni urgenti, e dobbiamo assolutamente arrivare alla realizzazione della Cispadana e delle vie di collegamento con la viabilità esistente. Ma tutto questo non basta: penso alle reti ferroviarie e ad una infrastruttura mai completamente utilizzata, quale il corso del fiume Po, che attendono di essere potenziate». L’esperienza amministrativa di Bergamini diventa al tempo stesso il vettore con cui portare nella sede della Regione, in viale Aldo Moro, i progetti che hanno qualificato questi anni di impegno amministrativo: «le nostre imprese ricercano personale che non trovano sul mercato, perché esiste un disallineamento evidente fra la formazione dei potenziali candidati e le richieste delle imprese, che necessitano di varie figure per aumentare il loro business. Abbiamo pensato a strumenti che le amministrazioni locali possono mettere in campo per politiche di stabilizzazione del lavoro precario. Il nostro obiettivo – continua il neo-candidato all’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna – è quello di sostenere il commercio “di vicinato”, che ha un ruolo imprescindibile nella prevenzione dei fenomeni di degrado sociale, innanzitutto, ma è anche un fattore di crescita, sviluppo e creazione di posti di lavoro». Inoltre, «in un’epoca storica in cui le imprese agricole vengono indicate come “impattanti” per l’ambiente, dall’ottusità di alcune forze politiche, vorremmo dare un segnale in senso contrario. Sgravandole dai costi di smaltimento corretto dei rifiuti derivanti dalle lavorazioni agricole, e sostenendo una filiera che utilizzi i prodotti agricoli a “chilometro zero”. Perché il ruolo delle aziende agricole è imprescindibile nella conservazione di un territorio nazionale soggetto ad erosione e processi di desertificazione, ma soprattutto è fondamentale nella difesa della qualità del “Made in Italy”, che passa anche dalla difesa e valorizzazione del nostro patrimonio agro-alimentare».

DIARIO IN PUBBLICO
Professore? Titoli e scienza, un conflitto tutto italiano

Da una vita ho anteposto il titolo accademico al meno usato ‘signore’ che nella vita dovrebbe essere – assieme naturalmente a ‘signora’ – il più elegante modo per rivolgersi agli altri, includendo semmai – ma qui è questione di gusti – l’appellativo forse imbarazzante di ‘signorina’ che porta con sé ricordi dolorosi del secolo breve.
Non riesco perciò a capacitarmi della ridicola e sminuente polemica che ha coinvolto i professori Marattin Luigi e Borghi Aquilini Claudio che si sbattono in faccia l’uso legittimo e non del titolo. Che storia! Da sempre nella mia lunga esperienza ricordo l’insistenza con cui nel mio quieto cursus honorum i miei maestri con leggerezza m’interpellavano con il titolo dottore che come si sa nei malinconici festeggiamenti goliardici residui atavici di una goliardia goffa viene evocata per relegarlo in imbarazzanti buchi anatomici. Quindi il dottore che anche a menti poco propense risuona familiare solo per chi si prende cura del nostro corpo fino alle vette di professore che spetta agli dèi della medicina responsabili di reparti e cliniche, viene cancellato nella sottile diatriba per sottolineare la gravissima offesa di appropriarsi indebitamente del titolo aureo. Riportano i giornali che il duellante professor Marattin abbia così rimproverato il dottor (professor?) Borghi Aquilini. Cito dal Resto del carlino del 17.12.2019: «Lui – che per anni ha abusato del termine ‘professore’, essendo stato solo per pochi mesi docente a contratto e poi ovviamente rispedito al mittente – in accademia ci può entrare solo per portare i caffè, con tutto il rispetto ovviamente per chi fa il catering (molti dei quali conoscono l’economia meglio di lui)». A cui l’offeso risponde via twitter: «Informo di avere insegnato per otto anni – scrisse il leghista sul social – di non aver mai abusato di nulla e di non essere stato rispedito da nessuno».
Piccolo esempio di una vuotaggine di pensiero che colpisce anche i nostri più intraprendenti politici.
Si infittiscono poi i ricordi di molti famosi personaggi a cui l’accademia ha negato il titolo bramato e che lo indossano quasi per diritto di chiara fama, ma risulta un lieve peccato se si pensa come molto spesso quel riconoscimento sia frutto di intrighi accademici così comuni nel nostro insopportabile paese.

In un insperato e quasi incredibile incontro che ho avuto con un rappresentante dell’arma dei Carabinieri – che come molti sanno non sono famosi per coltivare l’attività della scienza umanistica ma altri e più fondamentali diritti e doveri – ho ritrovato quella eticità del sapere che molto spesso sfugge ai nostri illustri rappresentanti politici.
Mi reco dunque alla stazione dei Carabinieri per denunciare la perdita del foglio complementare della macchina. Vengo ricevuto da un elegantissimo e altissimo militare che mi ispira subito fiducia essendo io, come ho ribadito tante volte, attento alla fisiognomica. Mi chiede dunque la professione e rivelo dunque la mia. Vedo illuminarsi il suo viso e immediatamente mi chiede se poteva conversare con me, essendo lui un seguace della musa Clio e delle arti apollinee. E mi racconta della sua giovinezza fatta di duro lavoro e della impossibilità di iscriversi a qualche facoltà dopo il diploma di geometra. Del suo impiego nell’Arma. Delle sue due figlie, una amante della letteratura che coltiva con passione. Di avere perseguito il suo dovere ma anche le sue passioni letterarie.
E mi sono commosso. Se dunque il titolo rappresenta una condizione non si potrebbe allora chiamare ‘professore’ chi mi ha impartito una così nobile lezione?
Non facciamoci dunque del male ricordando che ‘A ciascuno il suo’ non è solo il titolo di un libro fondamentale nella cultura novecentesca, ma la speranza di una fondante dirittura di pensiero, al di là dei titoli.
Auguri dunque, signore e signori, sperando in un anno meno triste di quello che sta per concludersi.

Continuano gli eventi di Natale in centro a Ferrara

Da: Organizzatori

A Santo Stefano e nel week-end musica e animazioni per bambini.

Continuano anche durante le feste, e in attesa della grande serata di Capodanno, gli eventi di Natale organizzati da Delphi International, Made Eventi e Sapori da Mare, con il contributo del Comune di Ferrara e della Camera di Commercio di Ferrara.
Un programma pensato per i ferraresi e i turisti che decideranno di visitare la nostra città per le feste di Natale e che saranno in centro, magari dopo un bel pranzo in uno dei tanti ristoranti che la città offre.

Giovedì 26 dicembre alle 16.30 al Fideuram Christmas Village in Piazza Trento e Trieste, il concerto delle Dogato Sisters & Friends, gruppo musicale composto da nove voci femminili coordinato e diretto da Rossano Scanavini. Un repertorio, quello proposto dal gruppo, molto conosciuto e coinvolgente per il pubblico di tutte le età. Un viaggio nella musica italiana e straniera dagli anni Sessanta ad oggi, per cantare tutti insieme e passare momenti di spensieratezza ed allegria nella giornata di Santo Stefano.
Sabato 28 dicembre spazio invece al divertimento per i più piccoli, sulla scia del grande successo del secondo film della saga di Frozen. Al Fideuram Christmas Village, dalle 16 alle 18.30, tanti giochi e laboratori creativi a tema in collaborazione con FEshion Eventi.

Zamorani: settimo sit- in sullo scalone

Da: Mario Zamorani

Oggi dalle 10 alle 11 settimo sit – in sullo scalone del Municipio con il cartello “Fabbri non risponde”. La vergogna di un sindaco che si chiude nel Palazzo e rifiuta di rispondere a un cittadino che denuncia una illegalitá della Lega.

Vigilia in festa al Teatro Barattoni di Ostellato

Da: Organizzatori

Tra burattini e sorprese, un ricco pomeriggio per il pubblico di tutte le età.

Il Teatro Barattoni di Ostellato apre le porte al pubblico per trascorrere insieme il pomeriggio della Vigilia di Natale. Nell’ambito della campagna ‘A Natale regala un posto a Teatro’, dalle 15 alle 19 del 24/12 ci sarà infatti l’apertura straordinaria della biglietteria, con la possibilità di acquistare biglietti ed abbonamenti per la stagione teatrale 2020.

Il programma della giornata entrerà nel vivo alle ore 17, quando il Teatro alla Panna, storica compagnia di Senigallia, presenterà per la prima volta ad Ostellato Tutti vanno alla Capanna. Uno spettacolo per tutta la famiglia: burattini ed attori daranno vita ai personaggi del presepe, che lungo il cammino verso la capanna sveleranno al pubblico retroscena e curiosità inconsuete, vivendo l’evento con curiosità ed eccitazione, in un’atmosfera di movimentata quotidianità.
Vi piacerebbe conoscere il pensiero del Bue e dell’Asinello? Sareste curiosi di ascoltare la viva voce di Melchiorre? I Re magi, due soldati romani, un contadino e sua figlia, un cane e un agnello saranno i protagonisti di storie che si alternano e si intrecciano, in un clima di comicità e divertimento contraddistinto da una venatura poetica, nello stile tipico del Teatro alla Panna.

Dopo lo spettacolo si terrà la piccola Lotteria di Natale: tutti i piccoli spettatori intervenuti riceveranno in regalo il teatrino di cartoncino da colorare e costruire, mentre 3 fortunati vinceranno una marionetta giocattolo realizzata a mano. Sorprese anche per i più grandi: saranno infatti sorteggiati anche 6 biglietti ingresso omaggio per gli eventi della stagione serale SipariOstellato.

I burattini inviteranno poi il pubblico a seguirli a Comacchio, dove nel pomeriggio del 26/12 a partire dalle ore 16:30 nell’Antica Pescheria saranno protagonisti Fagiolino, Sganapino e gli altri eroi del teatrino di Massimiliano Venturi; a seguire in Piazza Folegatti Dario Marodin, in arte El Bechin, presenterà l’originalissimo Horror Puppet Show.

L’ingresso è sempre gratuito, e gli spettacoli sono adatti a tutti a partire dai 3 anni di età. Per restare aggiornati sui prossimi eventi è possibile iscriversi alla newsletter su www.sipariostellato.it.
Infoline: +39 349 0807587. Anteprime ed aggiornamenti in tempo reale sulla pagina facebook ‘SipariOstellato’.

Ferrara Civica: riflessione di Natale per una città al capolinea di una nuova partenza

Da: Organizzatori

Ferrara Civica, in occasione delle festività del Santo Natale e dello spirito che lo caratterizza, desidera porre all’attenzione di tutti due questioni: quali sono i compiti che si prefigge una comunità di persone? E: quali sono gli obiettivi che un’sistema economico e sociale maturo, tramite i suoi rappresentanti, è chiamato a svolgere? Riteniamo che senza una risposta a tali domande sia difficile iniziare ogni riflessione sul senso del nostro essere comunità.Siamo convinti che il sistema economico nato da l’uomo e per l’uomo debba, se correttamente funzionante e gestito nell’interesse dei cittadini, restituire ricchezza e servizi alla comunità, non sottrarre risorse.

Quando si verifica quest’ultima ipotesi, evidentemente, qualcosa è andato storto, e allora sarebbe corretto, individuare le responsabilità che non possono e non debbono ricadere sulla comunità. Il cittadino come contribuente fa la sua parte già nel momento in cui partecipa alla vita economica e sociale della città. Ed è normale, nonché certezza giuridica, aspettarsi il frutto di quanto seminato. Se tale legittima aspettativa viene meno, si corrodono le fondamenta stesse della comunità, del patto sociale locale, perché il cittadino lontano dall’essere soggetto che partecipa attivamente alla società di cui è parte, è solo un limone da spremere in caso di necessità. Di più: si minano le fondamenta stessa della vita. È chiaro che, discorrendo in punta di numeri, i debiti sono debiti. Il più grande inganno, però, che si possa raccontare ai cittadini ferraresi è che il possesso di azioni di aziende private quotate e partecipate dal pubblico -come nel caso Hera S.p.a.- garantisca il controllo dei servizi erogati dall’azienda alla comunità. Il controllo e la puntuale verifica sulla qualità dei servizi forniti da Hera -come da tutte le altre partecipate pubbliche- la si ottiene solo con un governo pubblico di “forte controparte” (non di arrendevole azionista) per buoni contratti di servizio, con vigilanza, sanzioni, garanzie fideiussorie e con una vera competizione delle gare per l’affidamento dei servizi, consapevoli che siamo in mercati fatti di oligopoli, ovvero, poche aziende presenti, sempre a rischio di fare tacito “cartello” per spartirsi rapporti economici appetitosi. Basti pensare alla scarsa gestione della pubblica illuminazione o alle tariffe stellari per rifiuti e acqua. Per non parlare, poi, degli insufficienti investimenti nella vecchia e pericolosa rete acquedottistica dove è necessario sostituire i chilometri di tubi in cemento/amianto della nostra rete acquedottistica; o dei buchi neri della rete del gas metano con le numerose abitazioni non allacciate. La vendita delle azioni Hera può essere cosa buona, posto che si usino i soldi per fare investimenti in infrastrutture pubbliche di servizio e produzione -senza fare debiti- e che restino pubbliche e non devolute al “privato” di turno. Alla soglia del 2020 essere uomo non può e non deve far rima con la parola debitore, in ossequio ad un ordine che vuole così. La domanda che sorge è: se il sistema economico è uno strumento inventato dall’uomo per ottenere un determinato risultato che vada a beneficio della comunità all’interno della quale è sorto, come è possibile che gli si ritorca contro? Non esiste strumento senza uomo che lo utilizzi. E allora: chi ha usato di questo strumento in modo che la comunità ne subisca un danno anche solo come peggioramento della qualità della vita e dei servizi resi? E perché lo stesso danneggiato è chiamato a riparare il danno che ha subito? È una questione che va contro ogni elementare logica del diritto. E ancora, ragionando per complementarità se esiste un negativo (il danno) deve esistere un positivo (un’utile); ma per chi? Riteniamo sia il tempo di avere coraggio e consapevolizzare le persone che non hanno ben chiara la situazione. Se mala gestione c’è stata, occorre chiedersi come e perché, ottimizzando nomine che non difettino delle necessarie competenze per trasformare le aziende nel “cuore propulsore” dell’economia locale pubblica. Se c’è stato accumulo di “sofferenze” occorre capire, l’origine di tale debito, la sua composizione, la gestione e l’individuazione di chi ne ha tratto beneficio e renderne conto ai cittadini per averne consapevolezza. Chi scrive rifiuta la visione meccanicistica della vita, secondo la quale l’uomo è semplice risultanza di un sistema di causa-effetto. L’uomo ha il dono dell’intelletto, in grado di individuare il senso della vita che non può esaurirsi in una sterile ottica di debiti e crediti che si concretizza nel dissipare da parte dei figli, ciò che il Padre ha realizzato. È sufficiente scorgere la linea temporale della storia per verificare che l’esistenza dell’uomo è scandita da questa triste alternanza. È di dominio pubblico che la ricchezza -a qualsiasi latitudine- si concentra sempre più nelle mani di pochi, lasciando al resto della popolazione le briciole. È questo il futuro che desideriamo per le future generazioni? Perché se così non fosse, occorre affrontare questioni che non sono più procrastinabili. I nostri nonni hanno versato fiumi di sacrifici per darci un futuro, ed esso non può essere messo in discussione da chi muove la leva del debito perenne. In epoca passata c’era l’istituto del Giubileo e la remissione totale dei debiti, forse occorrerebbe riscoprire le nostre radici troppo spesso trascurate. Scriviamo queste cose perché chi da poco governa la nostra città è consapevole che su questi temi la città ha grandi aspettative da soddisfare. Ma oggi è la stagione del Santo Natale e quindi ci fermiamo qui con un pensiero che è il nostro dono: la Parabola di Marco 4:26-29, che ci rammenta come ciò che l’uomo semina, ha aspettativa di vedersi tornato moltiplicato all’atto della mietitura. 26 Disse ancora: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme in terra. 27 Ora la notte e il giorno, mentre egli dorme e si alza, il seme germoglia e cresce senza che egli sappia come.
28 Poiché la terra produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29 E, quando il frutto è maturo, il mietitore mette subito mano alla falce perché è venuta la mietitura».

Nominata la nuova segreteria Diccap di Ferrara

Da: Ufficio Stampa SULPL Ferrara

Gli iscritti al Sindacato Diccap hanno eletto i nuovi Dirigenti Sindacali che andranno ad affiancare il Coordinatore Provinciale Luca Falcitano e gli altri Dirigenti già in carica.
I Nuovi componenti della segreteria Sono Antonio Crisci e Davide Zamboni, che coadiuveranno Falcitano nella gestione della Segreteria cittadina.
Primo impegno ufficiale per i nuovi dirigenti sarà il convegno nazionale del Sindacato che si terrà a Riccione il 9-10-11 Gennaio 2020, occasione in cui verranno premiati con onoreficenze nazionali diversi operatori di polizia locale che si sono distinti in servizio, tra questi figurano 2 Agenti di Polizia Locale di Ferrara ed un Commissario della Polizia Locale Valli e Delizie.

Il Gruppo dei 10 e il resoconto di “Premio Tutte le Direzioni” a Piero Angela

Da: Organizzatori

Chiusura di gran classe per Tutte le Direzioni in Falltime 2019. Il premio Tutte le Direzioni 2019 è stato consegnato a Piero Angela attraverso Mauro Tognon, professore ordinario di Biologia applicata alla facoltà di Medicina, Farmacia e Prevenzione dell’Università di Ferrara e tra i migliori scienziati d’Europa nell’ambito della fecondazione assistita. A due, infatti, sono amici dai tempi del Premio Natta Copernico.

Il divulgatore scientifico, giornalista, scrittore e conduttore televisivo tra i più amati e seguiti in Italia, per non dimenticare la sua forte caratura jazzistica (Angela è anche pianista di notevole talento), non è potuto essere in diretta Skype da Roma, come in precedenza anticipato, ma questo è solo un arrivederci, “Quanto a Piero Angela – spiegano infatti Alessandro Mistri (direttore artistico) e Massimo Cavalleretti (presidente) de Il Gruppo dei 10 – riserviamo di averlo nostro ospite in una delle prossime serate musicali, come già avvenuto con Pupi Avati lo scorso aprile. Suo è stato il Premio Tutte le Direzioni 2013, assegnato in occasione della prima edizione.

Il premio ‘Tutte le Direzioni’ viene attribuito annualmente da Il Gruppo dei 10 a prestigiose personalità, appartenenti sia al mondo della cultura che a quello della vita civile, le quali abbiano contribuito, in piena e totale autonomia e indipendenza intellettuale, alla crescita qualitativa del nostro Paese. Il premio, quest’anno, è stato conferito a Piero Angela, “per la sua capacità rivoluzionaria – come si legge nella motivazione – di rendere accessibile al grande pubblico gli aspetti più reconditi e misteriosi della scienza, trattati con la classe e la qualità di chi pone la conoscenza alla base di una personale concezione estetica della vita, perfettamente sintetizzabile nella forza alchemica di una nota blu inserita in un assolo di pianoforte”.

Assente della serata di ieri, sabato 21 dicembre, anche Nico Gori, sax soprano, sax contralto e clarinetto. Un cambio di programma che non ha invariato l’alta qualità della proposta musicale: a sostituirlo, per l’occasione, è stato il musicista Marco Brioschi – alla tromba – nella serata M.E.N, che ha visto sul palco dello Spirito a Vigarano Mainarda (Ferrara) insieme anche Ellade Bandini alla batteria e Massimo Moriconi, al basso elettrico e contrabbasso, accompagnati dalla voce di Emilia Zamuner, talentuosa cantante napoletana, che si sta imponendo sulla scena jazzistica nazionale. Il nome scelto dal gruppo – M.E.N. – gioca sul divertente acronimo che si sono inventati tre dei musicisti più interessanti che l’Italia può vantare. La serata è stata una piacevole anteprima per il gruppo: M.E.N. (insieme a Emilia Zamuner), infati, questa settimana parteciperà a Umbria Jazz Winter.

Dal 23 dicembre i soci del Club Amici dell’Arte augurano Buone Feste con una mostra collettiva

Da: Organizzatori

Saranno ben 40 i soci del Club Amici dell’Arte le cui opere saranno esposte dal 23 dicembre (vernissage lunedì 23 dicembre alle ore 18) al 6 gennaio prossimo presso lo spazio espositivo di Via Cortevecchia, 12 a Ferrara.
Una mostra che vuole assumere una duplice valenza, in un contesto nuovo per il prezioso club artistico cittadino, in Via Cortevecchia, gentilmente offerto dal Comune di Ferrara in occasione delle festività natalizie.
Si diceva duplice valenza. Già, perché la mostra dal titolo Buone Feste vuole innanzitutto essere un buon augurio a tutta la cittadinanza da parte degli artisti e dei poeti del Club Amici dell’Arte, un augurio che arriva attraverso, e sta qui la seconda valenza, una serie di mini opere.
Tutte le opere esposte, infatti, siano esse di pittura, fotografia, poesia o scultura, avranno infatti dimensioni ridotte. Questo non solo per accontentare tutte le richieste dei soci che hanno voluto esporre nello spazio messo a disposizione, ma anche per ragionare sul contenuto più che sulle dimensioni.
La mostra è aperta tutti i giorni feriali dalle 11 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19 e nei giorni festivi dalle 11 alle 12.30.
In parete saranno le opere di Amaroli, Battaglioli, Braglia Scarpa, Busatti, Capozzi, Savonuzzi, Lorenzetti, Menegatti, Silvestrini, Parmeggiani, Zambolin, Pezzini, Furioli, Gentili, Lanzoni, Righetti, Lomghi, Scagnolari, Deserri, Veneziani, Cerutti, Nava, Lodi, Veroni Munerati, Fabbri, Munerati, Reggiani, Regnani, Vitali, Ruggeri, Carrieri, Cavallari, Panitteri, Nalin, Soavi, Feligiotti, Fortini, Filippini, Gulinelli, Rovigatti.

Bondeno: partecipata cerimonia per i 150 anni della Polizia Municipale dell’Alto Ferrarese

Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Fabio Bergamini, Stefano Ansaloni ed il Cavaliere Edmo Mori ripercorrono le tappe che hanno fatto grande il corpo degli Agenti di Polizia Locale.

Correva il 6 novembre 1869. Le cronache non riferiscono se il clima fosse più o meno simile a quello infausto di ieri mattina, ma quello che è certo è il fatto che la storia della polizia locale di Bondeno incominciò lì. Da quel documento approvato dal consiglio comunale, che sancì lo stanziamento di 970 lire per il nascente corpo dei vigili urbani di Bondeno. Sia chiaro, gli agenti preposti alla sicurezza urbana delle varie città esistevano dal 493 a.C., come ha ricordato ai presenti il sindaco Fabio Bergamini. Ovvero, da quando l’antica Roma capì che la materia della prevenzione della criminalità, dell’ordine pubblico, persino della quiete pubblica erano una faccenda seria. Il fatto poi che il compito si sia specializzato sino al punto di occuparsi in seguito di una miriade di temi è stato oggetto di confronto, ieri mattina, durante la cerimonia del 150° anniversario della fondazione del corpo degli agenti. Il tutto dopo un doveroso minuto di raccoglimento dedicato alla memoria dell’ex sindaco Ettore Campi, scomparso nei giorni scorsi. Erano presenti il sindaco di Terre del Reno, Roberto Lodi, l’assessore estense, Cristina Coletti, l’assessore poggese Piergiorgio Brunello, e quello matildeo alla Protezione civile, Francesca Piacentini, oltre al vicesindaco Simone Saletti. Inoltre, c’erano il comandante dei carabinieri di Bondeno, Abramo Longo, i rappresentanti delle forze dell’ordine del territorio, il parroco don Andrea Pesci, il segretario Pd Tommaso Corradi, e gli ex sindaci Davide Verri e Bracciano Lodi. «Il presidio del territorio – ha spiegato ai presenti il sindaco Fabio Bergamini – avviene in maniera trasversale, miscelando competenze di Protezione civile, che sono condivise con le forze volontarie e associative (per esempio, il nostro Radio Club Contea Nord). Una dimostrazione di efficienza la si è avuta durante l’emergenza sisma, ma anche nelle frequenti emergenze provocate dal maltempo e dalla piena dei nostri fiumi. Recentemente, l’apporto dei nostri agenti è stato fondamentale nella gestione del fenomeno e nell’evacuazione di alcune persone in località Gamberone». Edmo Mori, nella duplice veste di ex comandante e storico, illustra con dovizia di particolari tutte le fasi dell’evoluzione del corpo unico. Passando dal ‘900: negli anni Cinquanta, infatti, «il corpo fu ridotto di un’unità che servì a gestire la nettezza urbana», ma gli agenti si occupavano allora anche del monitoraggio dei numerosi caseifici della città e delle frazioni. «Nel 1960 – ha detto Mori – il comando si occupò dell’acquisto e predisposizione della segnaletica, per migliorare la viabilità. Successivamente, quando venne studiata la circonvallazione che aveva il compito di togliere il traffico dal ponte di San Giovanni, ci si incaricò di superare le divergenze per posizionare il semaforo di Ponte Rana». Nel 1992, gli agenti gestirono anche l’allarme “atrazina” nell’acqua pubblica, ma sono numerosi gli interventi nella gestione dell’ordinario e straordinario: per esempio, le recenti emergenze delle piene dei fiumi del territorio, con la Protezione civile. «Sappiamo da dove veniamo – ha aggiunto il comandante Ansaloni – ma non dove ci porterà l’evoluzione dei nostri compiti. Lavoriamo con dotazioni di mezzi e tecnologie diversi e avanzati, con differenze tra piccoli e grandi centri, ma tutti con la stessa dedizione nella prevenzione dei reati comuni. Il 20 maggio del 2012, alle 5,02, eravamo sul territorio in aiuto alla popolazione colpita dal sisma», porta l’esempio Ansaloni. Il quale rivendica il ruolo degli strumenti di rilevazione di velocità nel contrasto delle morti sulle strade. «Non siamo semplicemente agenti che “fanno le multe” – ha concluso – ma persone al servizio dei cittadini».

Ferrara in Jazz 2019 – 2020: Slow Gold

Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

L’ultimo lunedì dell’anno firmato Ferrara In Jazz (23 dicembre, a partire dalle ore 20.00) è con Slow Gold, quartetto capitanato dal pianista Stefano De Bonis completato da Filippo Orefice al sax tenore, Stefano Dallaporta al contrabbasso e Andrea Grillini alla batteria. Anticipa il concerto l’aperitivo a buffet accompagnato dalla selezione musicale di Gil Dj, lo segue l’imprevedibile jam session.
I musicisti di Slow Gold collaborano insieme in svariati gruppi da molto tempo, condividendo esperienze musicali ed extramusicali. Da questi intrecci è la nata voglia di ricercare in musica l’equilibrio, la freschezza e l’energia che la sinergia e l’alchimia tra le quattro personalità in questione sprigionano. Il repertorio è il giusto collante che rende solido il loro “campo da gioco”: si va da Elegant People dei Weather Report a Just The Two Of Us di Bill Withers, passando per Alfonsina y el mar di Ariel Ramirez e Just The Way You Are di Billy Joel…
Intrapresi alcuni cicli di lezioni private, Stefano De Bonis prosegue lo studio del pianoforte da autodidatta dedicandosi esclusivamente al jazz nel 1985. Alla fine degli anni ’80 studia con Enrico Pieranunzi per circa tre anni presso l’Accademia Musicale Pescarese. Nello stesso periodo frequenta alcune edizioni dei seminari senesi.
Vanta collaborazioni con artisti quali Eugenio Colombo, Giancarlo Schiaffini, Mathias Shubert, Daniele Sepe, Tino Tracanna, Bruno Tommaso, Carla Bley, Steve Swallow, Steve Coleman, Ernst Reijseger, Butch Morris, Gianluigi Trovesi, Lester Bowie e Marilyn Mazur. Nel corso della sua carriera, De Bonis ha avuto altresì modo di mettere la propria esperienza musicale al servizio di produzioni multimediali, dando origine a diverse collaborazioni col mondo della danza e del teatrodanza.

Informazioni:
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline 331 4323840 tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00

Dove:
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara

Costi e orari:
Il Jazz Club Ferrara è un’associazione culturale affiliata ad Endas, tesseramento in loco
Ingresso € 5
Ingresso + tessera Endas € 15
Ingresso + tessera Endas studenti Unife € 10

Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo con dj set a partire dalle ore 20.00
Concerto dalle ore 21.30
Jam session dalle ore 23.00

NB: non si accettano pagamenti POS

È tempo di relax, è tempo di Santori

Devo confessare una cosa orribile.
Me la tengo dentro ormai da un po’ e sono sul punto di esplodere.
So che suona male ma ogni volta che vedo/sento parlare Mattia Santori mi viene una cosa strana allo scroto, tipo come se fosse sul punto di staccarsi per poi cadere per terra e diventare una specie di strano fossile.
Lo so, è brutto da dire ma lo dovevo dire.
Anni fa mi capitava di guardare “la Melevisione” al pomeriggio perché mio fratello era piccolo e apprezzava molto Tonio Cartonio e tutti i suoi “amici del Fantabosco” (cit.).
Purtroppo, vedendo e sentendo le cose che dice questo Mattia Santori, devo dire che ho iniziato a capire mio fratello.
Tonio Cartonio, confrontato con questo Mattia Santori, recupera un carisma, una cazzimma e anche una simpatia che boh, raggiunge quasi il buon caro Walter Audisio in una splendida giornata di aprile.
Farsi superare da Tonio Cartonio non è roba da tutti ed è giusto riconoscere i giusti meriti a Mattia Santori.
Espletate queste funzioni, mi sembra giusto ribadire che anche il tanto vituperato “odio” ne espleta altrettante e, a mio modo di vedere, ben più importanti di quei pensierini da prima elementare che Mattia Santori e i suoi amici hanno tentato di spacciare per “manifesto”, “programma” o come han voluto chiamare quei 6 punti di cui sembrano andare così orgogliosi.
L’odio è una cosa seria e fondamentale, anche per capire chi si è e cosa si vuole.
Non ci vuole un genio per capire che fra i Partigiani – citati anche dal candido Mattia Santori – un bel po’ di sacrosanto odio carburasse bello peso.
E per fortuna, dico io.
Detto questo, adesso non so più se andare in bagno a farmi una medicazione in quel posto là che ho detto prima o dedicarmi alla scrittura di un pratico e gioviale pamphlet sulle virtù dell’odio ma – visto che non riesco a decidermi – chiudo con il pezzo della settimana.

Solo Odio (Impact, 1984)

Silenzio assenso

Capita, delle volte, di avere il bisogno di dire qualcosa. Capita, altre volte ancora, che il messaggio da veicolare sia duro. Capita, infine, di dover scegliere due strade: la lussuria della verità, ad ogni costo, o un silenzio mesto, opportunista. Il silenzio, però, costa di troppa fatica, e spesso, chi imbocca la prima strada, decide che la propria opinione deve andare oltre qualsiasi calcolo, persino al costo di perdere la propria libertà…

“È la caratteristica delle censure più rigide quella di dare credibilità alle opinioni che attacca.”
François-Marie Arouet detto Voltaire

Bianco sporco

La neve affascina, con la sua caduta lenta. Crea un silenzio che sigilla tutti i rumori, ovattando la natura. Ferma il tempo. Sembra purificare l’aria e rendere tutto più soffice e delicato. La neve, in realtà, nasconde. Rimanda ciò che è lo scorrere del tempo Ma prima o poi, la neve, si scioglie, e restituisce ciò che era, spesso peggiorato. La neve è brava solo a mentire, nel suo bianco vestito di freddo e gelo.