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Giorno: 29 Dicembre 2020

Rischio di abbandono scolastico, oltre 4 milioni di euro dalla Regione

Formazione. Rischio di abbandono scolastico, oltre 4 milioni di euro dalla Regione per offrire maggiori opportunità agli studenti che frequentano i percorsi per acquisire una qualifica professionale

L’assessore Colla: “Sostenere il successo formativo per contrastare in tutti i modi l’abbandono prematuro della scuola, perché concorre a determinare esclusione sociale”. Dall’anno scolastico 2011/2012 la Regione ha stanziato oltre 31 milioni di euro per queste attività

Bologna – Più opportunità per gli studenti che frequentano gli Istituti professionali per acquisire una qualifica professionale e interventi personalizzati per i ragazzi che seguono un percorso di Istruzione e Formazione Professionale, per aiutare tutti a raggiungere il proprio obiettivo e scongiurare il rischio di abbandono scolastico. La Regione finanzia con 4,15 milioni di euro le azioni finalizzate a sostenere il successo formativo per l’anno scolastico 2020/2021, destinate anche ad accompagnare gli studenti nella progettazione del proprio percorsi formativi e a sostenerli nei vari passaggi tra scuola e formazione.

“Dobbiamo contrastare in tutti i modi l’abbandono scolastico, perché rappresenta un fattore che concorre a determinare esclusione sociale- commenta l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Vincenzo Colla-. Chi lascia prematuramente la scuola e i percorsi di formazione rischia maggiormente l’emarginazione dal mercato del lavoro o di svolgere impieghi poco qualificati. Perciò la Regione, anche con questo intervento, vuole continuare a sostenere le attività che possano dare nuovi strumenti e occasioni di successo a tutti i ragazzi”.

Definiti nell’ambito della programmazione per il triennio 2019-2021, gli interventi danno attuazione a quanto previsto dalla normativa regionale per i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale. In particolare, le risorse a favore degli Istituti Professionali sono destinate ad arricchire l’offerta curriculare, sostenendo tutti gli studenti nella strada verso l’acquisizione di una qualifica professionale, anche aiutandoli negli eventuali passaggi tra i percorsi di istruzione nelle scuole e quelli nella formazione, e viceversa.

I termini per la realizzazione degli interventi già finanziati nello scorso anno scolastico, 2019/2020, sono stati prorogati al 30 marzo 2021.

Il Sistema regionale di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) in Emilia-Romagna

Il sistema regionale dell’istruzione e formazione professionale assicura l’assolvimento dell’obbligo d’istruzione e del diritto-dovere all’istruzione e formazione. A partire dall’anno scolastico 2011/2012 la Regione, attraverso l’integrazione tra il sistema dell’istruzione e quello della formazione professionale, ha offerto agli studenti un’offerta unitaria, coordinata e flessibile nei contenuti e nelle modalità organizzative, in grado di corrispondere alle esigenze e alle aspettative di ognuno, anche in modo personalizzato, garantendo inoltre agli studenti a rischio di abbandono scolastico e formativo di poter fruire di un progetto per l’acquisizione di una qualifica professionale.

Dall’avvio del Sistema di IeFP, la Regione ha supportato le Istituzioni scolastiche che si sono impegnate a sostenere i ragazzi nell’acquisizione di una qualifica professionale con un investimento di oltre 31 milioni di euro.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 29 dicembre

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 19mila tamponi, 894 nuovi positivi, di cui 421 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. In aumento i guariti (+2.288), in calo i casi attivi (-1.484)

Eseguiti anche 352 test sierologici e 8.507 tamponi rapidi. Il 95% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 46 anni. 90 i decessi, alcuni relativi ai giorni scorsi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 167.969 casi di positività, 894 in più rispetto a ieri, su un totale di 19.303 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri cala ancora ed è del 4,6%.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 421 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 274 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 349 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 46 anni.

Sui 421 asintomatici, 281 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 40 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 3 con gli screening sierologici, 5 tramite i test pre-ricovero. Per 92 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Piacenza con 104 nuovi casi, Reggio Emilia 103, Modena 102; quindi Ravenna (93), Rimini (89), Bologna (80), Parma (74), Ferrara (39). Poi i territori di Cesena (129, Forlì (45) e Imola (36).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 19.303 tamponi, per un totale di 2.538.045. A questi si aggiungono anche 352 test sierologici e 8.507 tamponi rapidi effettuati da ieri.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.288 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 103.543.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 56.812 (1.484 in meno rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 53.993 (-1.442), il 95% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 90 nuovi decessi: 5 a Piacenza (due donne di 74 e 81 anni e tre uomini di 74, 85 e 90 anni); 5 a Parma (tre donne, una di 85 e due di 94 anni e due uomini di 82 e 83 anni); 5 in provincia di Reggio Emilia (due donne di 81 e 82 anni e tre uomini di 80, 82 e 93 anni); 6 a Modena (5 donne di 69, 82, 84, 90 e 91 anni e un uomo di 85 anni); 39 in provincia di Bologna (16 donne di 75, due di 84, 85, 86, due di 88, 89, 91, 92, due di 93, 94, due di 95, 98 anni e 24 uomini di 44, 55, 59, 68, due di 75, 76, due di 78, due di 81, 82, due di 83, tre di 87, 88, 89, 90, due di 91, 96); 7in provincia di Ferrara (quattro donne di 74, 79, 82 e 85 anni e tre uomini di 72, 82 e 87 anni); 11 nel ravennate (sei donne di 79, 81, 84, 85, 87 e 96 anni e sei uomini di 41, 68, due di 82, 89 e 91 anni ); 4 a Forlì-Cesena (tre donne nel forlivese di 83, 85 e 86 anni e un uomo del cesenate di 85 anni); 4 a Rimini (due donne di 61 e 99 anni e due maschi di 58 e 85 anni) e 3 da fuori Emilia-Romagna (una donna di 82 anni e due uomini di 61 e 68 anni).

Si precisa che dei 90 decessi comunicati oggi in Regione, 76 sono relativi ai giorni 25-29 dicembre e 14 ai giorni 14-24 dicembre.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 7.614.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 221 (1 in più rispetto a ieri), 2.598 quelli negli altri reparti Covid (-43).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 11 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 14 a Parma (+2 rispetto a ieri), 18 a Reggio Emilia (-1), 52 a Modena (+1), 46 a Bologna (-2), 11 nel territorio imolese (+2), 25 a Ferrara (invariato rispetto a ieri), 21 a Ravenna (+1), 4 a Forlì (invariato), 3 a Cesena (invariato) e 16 a Rimini (-1).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 15.234 a Piacenza (+104 rispetto a ieri, di cui 54 sintomatici), 12.807 a Parma (+74, di cui 53 sintomatici), 22.939 a Reggio Emilia (+103, di cui 19 sintomatici), 30.323 Modena (+102, di cui 64 sintomatici), 33.401 a Bologna (+80, di cui 25 sintomatici), 5.405 casi nel territorio imolese (+36, di cui 16 sintomatici), 8.857 a Ferrara (+39, di cui 13 sintomatici), 12.401 a Ravenna (+93, di cui 51 sintomatici), 5.861 a Forlì (+45, di cui 37 sintomatici), 6.112 a Cesena (+129, di cui 92 sintomatici) e 14.629 a Rimini (+89, di cui 49 sintomatici).

La cooperazione di comunità per la coesione sociale

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

LA COOPERAZIONE DI COMUNITÀ PER LA COESIONE SOCIALE

Un progetto sostenuto con fondi della Strategia Nazionale Aree Interne
per 125mila euro

‘La cooperazione di comunità per la coesione sociale’ è il progetto che
svilupperà Copparo nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne.
L’Accordo di Programma Quadro siglato lo scorso mese di marzo assegna al
Comune un finanziamento di 125mila euro.
La progettualità prende le mosse da elementi caratteristici dell’Area
Interna Basso Ferrarese: distanze considerevoli tra gli abitati, le case
sparse e i servizi, un progressivo invecchiamento e il contestuale
spopolamento, l’emergere di fragilità nelle due fasce deboli della
popolazione: minori ed anziani. L’obiettivo è che i cittadini possano
collaborare per la produzione di servizi di prossimità, dando risposte
alle diverse tematiche sociali, economiche, abitative, occupazionali,
della sicurezza, della vivibilità e della riqualificazione dei con la
finalità di garantire servizi ed interventi che siano in grado di
migliorare la qualità della vita delle persone, delle famiglie e della
comunità.
In tal senso l’Amministrazione ha disposto che le risorse vengano
ripartite in 25mila euro per incarichi e servizi necessari ad attivare
il percorso progettuale e in 100mile euro per la messa a disposizione di
un immobile pubblico che sarà oggetto di interventi di messa a norma, di
ristrutturazione e fornitura arredi. Si andranno a studiare quali
strutture possano essere qualificate e riadattate per destinarle ad
attività di coesione sociale: fra le prime ipotesi le delegazioni
civiche di Gradizza o di Brazzolo. L’azione si sostanzia infatti in
presidi territoriali e comunitari rivolti alle fasce sensibili della
popolazione, per l’implementazione di iniziative integrate con i servizi
innovativi avviati su Aree Interne.

Dopo il Vaccine day, giovedì 31 dicembre in Emilia-Romagna l’avvio della campagna vera e propria per personale sanitario, operatori e degenti delle Cra.

Coronavirus. Dopo il Vaccine day, giovedì 31 dicembre in Emilia-Romagna l’avvio della campagna vera e propria per personale sanitario, operatori e degenti delle Cra. Oltre 257mila le dosi in arrivo in regione da domani fino al 25 gennaio. E a inizio 2021 un programma di investimenti Stato/Regione da 145 milioni per la medicina del territorio. Bonaccini: “Tutto è pronto e definito e a marzo si partirà con il resto della popolazione.Da gennaio risorse straordinarie per rafforzare l’assistenza territoriale”

Confermati i punti vaccinali (ad eccezione di Modena, dove le somministrazioni verranno effettuate all’Ospedale civile di Baggiovara; a Bologna si aggiunge l’Istituto Ortopedico Rizzoli). La distribuzione delle fiale sul territorio, da Piacenza a Rimini, in cinque giornate: 30 dicembre, 4, 11, 18 e 25 gennaio. Tutti i punti di consegna regionali dotati di celle Ult (ultra low temperature) a -70°C per co nsentire la conservazione del vaccino

Bologna – Vaccino, si parte a tutti gli effetti. Dopo il Vaccine day di domenica scorsa, tra due giorni, giovedì 31 dicembre, inizierà la somministrazione della prima dose a medici, infermieri, operatori e degenti delle Cra dell’Emilia-Romagna. Già pronto il cronoprogramma delle consegne: le dosi di vaccino Pfizer arriveranno sul territorio italiano nella tarda serata di oggi. L’azienda procederà poi direttamente alla consegna, a partire da domani mattina, nei siti individuati.

Nella nostra regione arriveranno entro il 25 gennaio prossimo 220 scatole di vaccino; all’interno di ogni confezione ci saranno fino a 1.170 dosi, per un totale di oltre 257.400.

È il quantitativo che – dopo il primo carico arrivato il 27 per il Vaccine day – sarà consegnato e distribuito alle Aziende Usl e alle Aziende ospedaliero-universitarie, da Piacenza a Rimini, per consentire l’avvio di questa prima fase della campagna di vaccinazione rivolta al mondo della sanità.

In cinque distinte giornate saranno dunque completate tutte le consegne del mese di gennaio: dopo quella di domani mattina, le consegne sono previste per i lunedì 4, 11, 18 e 25 gennaio.

Gli arrivi delle confezioni di vaccino continueranno anche per il mese di febbraio, per consentire il completamento dei cicli che prevedono la somministrazione di due dosi a distanza di 18-23 giorni l’una dall’altra. E a marzo si partirà con la campagna vaccinale per tutto il resto della popolazione.

A darne notizia, oggi in videoconferenza stampa, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ha anche annunciato per i primi mesi del 2021 un piano di investimenti per l’Emilia-Romagna da 145 milioni di euro (138 statali e 7 regionali), per la medicina del territorio. Entro gennaio, infatti, si completerà l’istruttoria del ministero della Salute per il finanziamento dell’Accordo di Programma (V fase, primo stralcio), per arrivare poi alla firma con il Governo nelle settimane successive. Le risorse sono destinate all’adeguamento delle strutture ospedaliere, alle cure palliative e dotazioni tecnologiche e informatiche, ma soprattutto per nuove Case della salute, cui andrà il 30% dei 145 milioni previsti. Case della salute che in Emilia-Romagna sono già 124; entro il 2021 ne saranno aperte circa 18 nuove e complessivamente una trentina entro il 2023.

“A distanza di soli quattro giorni dal Vaccine day, siamo pronti ad avviare dal 31 dicembre la campagna di vaccinazione vera e propria, con un cronoprogramma di consegna delle dosi che è già stato definito e organizzato dalla Regione, come sempre insieme alle Aziende sanitarie- ha spiegato il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini-. Come avevamo annunciato partiamo con medici, infermieri e tutto il personale sanitario, gli operatori e i degenti delle Cra. Ci attende un percorso impegnativo, ma è il percorso a cui guardiamo con speranza e fiducia per uscire dalla pandemia. Il 27 dicembre tutto è andato bene e la macchina è pronta per affrontare ora un periodo tanto complesso dal punto di vista organizzativo, quanto importante dal punto di vista medico”.

“Voglio ribadire ancora una volta- ha aggiunto Bonaccini- l’orgoglio per il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna, per la rapidità con cui ha saputo organizzarsi per ricevere il vaccino e conservarlo. Non solo: prima ancora per la disponibilità, espressa da una percentuale altissima del personale sanitario, a sottoporsi alla vaccinazione. Nel frattempo, continuiamo nell’impegno, come singoli e come comunità, a non abbassare la guardia, perché la luce in fondo al tunnel si vede, ma per uscirne c’è ancora bisogno di tempo”.

“Questo anno si chiude poi con un’altra buona notizia- ha annunciato Bonaccini -: entro il prossimo mese si completerà l’istruttoria del ministero della Salute per il programma, cofinanziato Stato-Regione, che prevede investimenti straordinari per la medicina del territorio, che come sempre abbiamo detto sarà anche per il futuro la nostra stella polare”.

Da Piacenza a Rimini, i punti dove verranno effettuati i vaccini

I punti identificati dalle singole Aziende per la somministrazione dei vaccini sono: per Piacenza il Laboratorio analisi dell’Ospedale; per Parma l’Ospedale Maggiore; per Reggio Emilia l’ex ospedale Spallanzani; per Bologna l’Autostazione delle corriere, l’Irccs Istituto Ortopedico Rizzoli e la Casa di Residenza “Cardinal Giacomo Lercaro”; per Imola il Medical Centre dell’Autodromo; per Ferrara l’Ospedale Sant’Anna di Cona; per la Romagna il Pala De Andrè a Ravenna, il Quartiere Fieristico di Rimini, Cesena Fiera. Cambio di sede, rispetto a al giorno del Vaccine Day, per Modena: le somministrazioni, a partire dal 31, verranno effettuate all’Ospedale civile di Baggiovara.

Vaccini, consegna e distribuzione: ecco il cronoprogramma

Tutti i punti di consegna regionali hanno celle a temperatura bassissima, -70%, cosiddette “Ult” (ultra low temperature) per consentire la conservazione del vaccino.

La prima scatola del vaccino Pfizer-BioNtech, con 975 dosi, partita dal Belgio il 24 dicembre alla volta di Roma, è stata presa in carico dall’esercito ed è arrivata il 27 dicembre all’ospedale Bellaria di Bologna, per essere distribuita nei punti del territorio regionale per il V-day. Tutte le altre confezioni verranno consegnate direttamente da Pfizer.

Domani sono in arrivo 44 scatole: 11 per Bologna, 1 per Imola, 4 per Ferrara, 3 per Forlì-Cesena, 6 per Modena, 5 per Parma, 3 per Piacenza, 3 per Ravenna, 5 per Reggio Emilia e 3 per Rimini.

Lunedì 4 gennaio verranno consegnate altre 46 scatole: 11 per Bologna, 1 Imola, 4 per Ferrara, 4 per Forlì-Cesena, 6 per Modena, 6 per Parma, 3 per Piacenza, 3 per Ravenna, 5 per Reggio Emilia e 3 per Rimini.

A distanza di una settimana è in programma, per lunedì 11 gennaio, la consegna di altre 45 scatole: 12 per Bologna, 1 per Imola, 4 per Ferrara, 3 per Forlì-Cesena, 6 per Modena, 5 per Parma, 3 per Piacenza, 3 per Ravenna, 5 per Reggio Emilia e 3 per Rimini.

Lunedì 18 gennaio verranno consegnate 45 scatole: 8 per Bologna, 1 per Imola, 4 per Ferrara, 4 per Forlì-Cesena, 8 per Modena, 5 per Parma, 3 per Piacenza, 3 per Ravenna, 5 per Reggio Emilia e 4per Rimini.

Dopo una settimana, lunedì 25 gennaio arriveranno in Emilia-Romagna altre 40 confezioni di vaccino: 5 per Bologna, 1 per Imola, 3 per Ferrara, 3 per Forlì-Cesena, 9 per Modena, 4 per Parma, 3 per Piacenza, 4 per Ravenna, 5 per Reggio Emilia e 3 per Rimini

Capodanno con Cinepark.tv

Da: Ufficio Stampa Apollo Cinepark-Group

Il #cinemaindivano vi tiene compagnia anche a Capodanno sulla piattaforma Cinepark.tv.

Da lunedì 28 è disponibile la commedia francese “UNA SIRENA A PARIGI”, commedia diretta da Mathias Malzieu, e ambientata nel capoluogo francese nel 2016.

Per condire di buon cinema l’ultimo giorno dell’anno, arriva in sala virtuale “PADRENOSTRO”, regia di Claudio Noce, premiato all’ultima Mostra di Venezia con la coppa Volpi per il miglior attore a Pierfrancesco Favino, e “LE VACANZE DEL PICCOLO NICOLAS”, divertente commedia francese adatta a tutta la famiglia.

Il 31 dicembre sarà poi possibile accogliere il nuovo anno in compagnia dei protagonisti di “WE ARE THE THOUSAND”, che saranno in diretta dalle 22.00 per raccontare i retroscena del docufilm che racconta l’avventura dei Rockin’1000, la rockband più grande del mondo formata da 1000 musicisti, che il 26 luglio 2014 a Cesena si ritrovarono per suonare “Learn to Fly” dei Foo Fighters, con l’obiettivo di convincere Dave Grohl a fare un concerto in città.

E poiché non sarà una notte di San Silvestro come le altre, la piattaforma streaming Cinepark.tv ha deciso di … fare fuori il 2020 con un’iniziativa speciale:”DRESSED TO KILL”, con contenuto altamente scaramantico. “La sera del 31 dicembre ci vestiremo eleganti e guarderemo un film on line su Cinepark.tv – spiegano gli organizzatori- e quando scatta la sospirata mezzanotte… ammazzeremo assieme il 2020 fotografando il nostro brindisi, condividendo l’auspicio di un 2021 positivo e sereno sui social: vi aspettiamo sulle nostre bacheche social con l’hashtag #dressedtokill2020.” Distanti ma vicini, anche con il cinema in divano!!

La storia del Lanificio Hirsch raccontata online

Da: Licia Vignotto

LA STORIA DEL LANIFICIO HIRSCH, RACCONTATA ONLINE

Giovedì 31 dicembre, alle 17, Ilturco racconta in diretta la storia del Lanificio Hirsch.
L’appuntamento online, trasmesso dalla pagina Facebook dell’associazione, servirà a fare il punto sulle ricerche svolte in questi mesi per ricostruire la straordinaria avventura imprenditoriale della famiglia Hirsch, che dal 1885 al 1939 condusse a Ferrara uno dei primi e più importanti maglifici italiani.

La ditta, insediata inizialmente in via Fondobanchetto, poi trasferita in via Aldighieri, con ulteriori laboratori sparsi in città e in provincia, impiegava centinaia di addetti, soprattutto giovani donne. Si distinse a livello nazionale non solo per abilità manageriale e per l’attenzione dedicata all’innovazione tecnologica – fu la prima ad importare nel Paese le avveniristiche macchine Rachel, costruite in Germania, ma anche e soprattutto per le illuminate e precoci politiche di welfare adottate per migliorare la qualità della vita delle maestranze, come la realizzazione dell’asilo nido per i figli delle operaie, che potevano assentarsi dal lavoro per allattare i bambini.

Le storia dell’azienda è stata ricostruita grazie a un’approfondita ricerca che ha compreso – oltre all’accurato studio delle fonti archivistiche e bibliografiche – una serie di inedite e interessanti testimonianze, raccolte grazie alla generosa disponibilità di tanti ferraresi, figli o nipoti di dipendenti, che hanno voluto condividere i propri ricordi familiari.

La presentazione, introdotta e moderata dalla giornalista Anja Rossi, sarà curata da Licia Vignotto, responsabile del progetto, che ringrazia già da ora le persone che si sono interessate all’iniziativa, contribuendo in modo significativo al recupero della memoria storica. «Nelle scorse settimane siamo stati contattati da tantissimi cittadini, che ci hanno aiutato in questo paziente e laborioso processo, dalla figlia della governante della famiglia Hirsch al signore che – all’epoca sedicenne – spense l’incendio nello stabilimento, bombardato nel 1944. Abbiamo ascoltato racconti preziosi ed emozionanti, che confluiranno nel progetto».

La ricerca si concluderà con la realizzazione di un documentario diretto da Andrea Bighi, di cui – durante la diretta – si potrà apprezzare una breve anticipazione. Il video della presentazione resterà poi a disposizione, oltre che sulla pagina Facebook de Ilturco, anche nel canale Youtube dell’associazione.

Il progetto “C’era una volta il Lanificio Hirsch” – ideato e curato da Ilturco – è sostenuto e promosso dalla Regione Emilia-Romagna, realizzato in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea, il Museo del Risorgimento e della Resistenza, Anpi Ferrara, con il supporto del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara.

Confagricoltura Ferrara. L’Azienda Boarini di Quartesana dona mille primule all’Ospedale di Cona

Da: Leonora Guerrini

Confagricoltura Ferrara. L’Azienda Boarini di Quartesana dona mille primule all’Ospedale di Cona

Sarà un fiore, una primula, il simbolo della campagna dei vaccini anti-Covid che partirà a metà gennaio con i 1.500 gazebo a forma di fiore nelle piazze di tutta Italia. Realizzato dall’architetto Stefano Boeri che ha scelto proprio il primo fiore, simbolo della natura che si risveglia, a caratterizzare tutta la campagna di vaccinazione. Una primula, simbolo di serenità e rinascita per tutti, scelta per accompagnarci fuori da un inverno cupo. E proprio in occasione del primo giorno di vaccinazioni, il 27 dicembre, la società Agricola Boarini s.s. di Boarini Onelio e Monica di Quartesana, azienda associata a Confagricoltura Ferrara, ha voluto donare un migliaio di piantine di primule all’Ospedale di Cona, come segnale di vicinanza alla comunità. Queste le parole di Monica Boarini “Abbiamo scelto di consegnare i nostri fiori proprio in occasione del primo giorno di vaccinazioni perché fosse un segno di speranza per tutti. Se infatti fino a pochi mesi fa, durante il lockdown, sentivamo di combattere contro un nemico invisibile nel disorientamento generale, ora sappiamo di avere a disposizione un vaccino che ci permetterà di tornare a programmare il futuro, pur non dimenticando le terribili conseguenze che questa pandemia ha causato. Come la primula è il primo fiore a comparire, sinonimo di primavera e di risveglio, segnale di inizio della ripartenza, dal 27 dicembre con i primi vaccini, possiamo finalmente sperare che il buio sulle nostre vite stia passando. Tutto è nato pochi giorni fa quando, guardando le mie serre colorate da migliaia di primule in fiore, ho pensato che avremmo potuto fare anche noi dell’Azienda Boarini qualcosa di simbolico in una giornata così importante. Così, grazie alla disponibilità della responsabile dell’Area comunicazione ed accoglienza dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, dottoressa Maricchio, le primule sono arrivate a Cona per colorare l’intero reparto vaccinazioni, donate ai primi vaccinati e consegnate a tutti gli operatori dei reparti Covid. Questa pandemia, se da un lato ha messo in evidenza tutta la nostra fragilità, dall’altro ha fatto emergere la volontà di molti a collaborare e il desiderio di aiutarsi reciprocamente con quello che si ha e che si può; io ho semplicemente pensato che il mio piccolo gesto fosse di buon auspicio per questa ripartenza. Abbiamo tutti bisogno di tornare a sperare in un futuro fatto di colori e non solo a tinte cupe, di sofferenze e di precarietà. Le nostre primule vogliono essere un segno tangibile di inizio della nostra rinascita”.

Concorso direttori generali Emilia-Romagna

Da: Stampa Lega Emilia-Romagna

CONCORSO DIRETTORI GENERALI REGIONE ER, RANCAN (LEGA): “IMBARAZZANTE CHE CANDIDATI VENGANO GIUDICATI DA UN SOTTOPOSTO: BONACCINI E PETITTI NON HANNO NULLA DA DIRE?”

BOLOGNA, 29 DIC – “Benché legittimo è comunque imbarazzante e crea un discutibile precedente il fatto che il governatore Stefano Bonaccini e la presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, abbiano voluto che nella commissione giudicante del maxi-concorso per direttori generali della Regione ci fosse anche un sottoposto ai quadri dirigenti di via Aldo Moro. Ci troviamo di fronte a una presa in giro per tutte le persone che hanno legittimamente partecipato al concorso e per i cittadini emiliano-romagnoli che non dovrebbero assistere a scene imbarazzanti come queste”. Così il capogruppo della Lega in Regione ER, Matteo Rancan, sulla direttiva che istituisce il bando di concorso per figure apicali della Regione (direzioni generali di Giunta, Assemblea, Agenzie, Enti ed avvalendosi di apposita convenzione eventuali Enti locali) che all’articolo 21, comma 2 prevede che almeno 2 dei 3 membri componenti della commissione siano esterni all’organico, presente e passato, della Regione. “Considerata l’importanza del bando, visto che riguarda non solo una Direzione generale, ma tutte le posizioni apicali della Regione, indicare fra i componenti della commissione un membro interno, significa affidare la selezione ad un dipendente che si trova in regime di subordinazione rispetto ad un candidato. A nostro avviso sarebbe stato politicamente opportuno che la commissione giudicante fosse formata da 3 commissari esterni, come chiaramente consentito dalla norma, e non solo 2, come invece dichiaratamente voluto da Bonaccini e Petitti.” sottolinea il capogruppo leghista.

“Le amministrazioni pubbliche devono essere esempio di correttezza e non possono tollerare che venga messo in dubbio il principio meritocratico che sta alla base delle selezioni. Stante che la procedura, sotto il profilo formale, è regolare, sotto quello dell’opportunità politica desta più che qualche perplessità. Se fossimo stati noi al governo, avremmo avuto una sensibilità diversa, e formato la commissione con tutti membri esterni alla Regione” conclude Rancan.

Mobilitati trattori Coldiretti contro neve e gelo

Da: Coldiretti Emilia-Romagna

MALTEMPO: MOBILITATI TRATTORI COLDIRETTI CONTRO NEVE E GELO

Anche i trattori degli agricoltori della Coldiretti sono stati allertati per intervenire come spalaneve per pulire le strade e per la distribuzione del sale contro il pericolo del gelo. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’ondata di maltempo di Natale segnata da temperature in picchiata con gelate e neve. I mezzi agricoli sono importanti – sottolinea la Coldiretti – per consentire la circolazione anche nelle aree più interne e difficili. La possibilità di utilizzare anche i trattori messi a disposizione dagli imprenditori delle campagne garantisce – precisa la Coldiretti – la viabilità e scongiura il rischio di isolamento delle abitazioni soprattutto nelle aree più impervie interne e montane, grazie alla maggiore tempestività di intervento. Il forte e repentino abbassamento della colonnina di mercurio con l’arrivo del gelo colpisce verdure e ortaggi coltivati all’aperto dopo un lungo periodo di clima insolitamente mite. Nelle campagne – conclude la Coldiretti – se le temperature scendono sotto lo zero per lungo tempo sono a rischio le coltivazioni invernali come cavoli, verze, cicorie e broccoli ma lo sbalzo termico improvviso ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra.

Erosione della costa – la richiesta di un incontro urgente in Regione

Da: Ascom Ferrara

Erosione della costa – la richiesta di un incontro urgente in Regione – da parte di Ascom Confcommercio e Confesercenti Comacchio

L’erosione del litorale sta assumendo contorni inquietanti con un mare sempre più vorace che “mangia” letteralmente decine di metri di arenile. Ogni mareggiata diventa l’incubo per gli operatori balneari e turistici che vedono messo a rischio – sempre più reale – l’esistenza presente e futura delle stesse attività. In queste ore è partita a doppio firma da Ascom Confcommercio e Confesercenti entrambi delle sede di Comacchio la richiesta urgentissima di incontrare l’assessore regionale Irene Priolo (con delega all’ambiente, difesa del suolo e della costa): “Nella richiesta – i presidenti a livello locale delle due associazioni, rispettivamente Gianfranco Vitali e Roberto Bellotti – sottolineano: “Da anni la Regione si è assunta degli impegni che vanno mantenuti ed accelerati nelle tempistiche se si vogliono salvaguardare davvero gli investimenti fatti sul nostro litorale di concerto ai posti di lavoro – e concludono con preoccupazione – chiediamo di poterVi incontrare congiuntamente ad una nostra delegazione di operatori balneari per dar corso agli impegni assunti con le categorie più esposte e fortemente penalizzati dall’erosione con il rischio – ormai una realtà – di non riuscire a sostenere i bilanci delle nostre aziende”.
L’iniziativa vede il supporto dei diversi Consorzi di operatori balneari presenti sulla Costa.

Scagionarsi dall’anonimato, senza una ragione sociale

Non ho almanacchi, almanacchi per l’anno nuovo da vendere. Anzi, i nostri sono tempi che gli almanacchi ci ingombrano, ce n’è sempre di troppi in casa e finisce che si gettano nella spazzatura.
È la metafora ormai delle nostre esistenze, non solo non torneremmo indietro, ma neppure siamo certi di andare avanti.
Se nel dialogo leopardiano tra il venditore di almanacchi e il passeggero, quel passeggero fossimo noi non diremmo: “Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce, non la vita passata, ma la futura”. Le nostre parole sarebbero che l’anno che sta per passare ha fatto schifo e che il prossimo certo non sarà migliore, senza bisogno di competere con il pessimismo del poeta di Recanati. Cosa ci è successo, cosa ci succede.

Un aiuto ci può venire da quella che Jared Diamond nel suo libro, Collasso, definisce “normalità strisciante”. Scrive: “Se l’economia, le scuole, il traffico automobilistico, o qualsiasi altra realtà del vivere quotidiano peggiorano poco alla volta, è difficile riconoscere che, ogni anno che passa, la situazione diventa leggermente peggiore; di conseguenza, lo standard in base al quale definiamo la ‘normalità’ cambia in modo graduale e impercettibile. Ci possono volere decenni e una lunga sequenza di lievi cambiamenti, anno dopo anno, prima che ci si renda conto che la situazione era un tempo decisamente migliore, e che quello che ormai si accetta come normale risponde a standard assai inferiori a quelli del passato”. A cambiarci, secondo Diamond, contribuisce anche “l’amnesia del paesaggio”: è facile dimenticare quanto fosse diverso molti anni fa il territorio su cui viviamo, se il cambiamento è avvenuto in modo graduale.

Noi lo sappiamo e fingiamo di non saperlo. Non ci attendiamo nulla di nuovo dall’anno nuovo, continuiamo a vivere con la cautela della diffidenza, senza riuscire mai a notare la presenza di un problema prima che sia troppo tardi.
Più la società si fa aperta, più individualmente abbiamo l’impressione di essere esposti ai colpi del destino. Ci illudiamo di governare la rete globale dell’informazione e della comunicazione, col risultato che siamo sempre più soli di fronte alla nostra sorte. Ed è questo sorteggio che sfugge alle nostre mani a farci dubitare che il domani sarà migliore dell’oggi.
I cambiamenti si dilatano nel tempo, si fanno impercettibili per poi esplodere inaspettati. Ma noi la dimensione a lungo raggio non siamo in grado di praticarla. Sembriamo tutti figli del carpe diem a partire dalla polis che ci amministra a breve termine, in tempi contingentati.

Il problema dell’essere torna a costituire l’inquietudine della nostra esistenza, ma Platone e Aristotele non ci possono più soccorrere. Il tema dell’essere riguarda il rapporto tra una macchina moderna sempre più complessa e un uomo sempre più elementare. È come vivere al buio, senza senno, privi di forza, di occhi e di mani. Come se avessimo consumato tutto di noi stessi e non fossimo in grado di fare altro che lasciarci trascinare dagli eventi, incapaci di orientarli. Quando non si sa dove andare è difficile vivere con una prospettiva, tutto si appiattisce sul presente, sull’emergenza, sull’urgenza, non ci sarà un anno nuovo che verrà, ma solo del tempo da passare occupati a difendere la nostra sopravvivenza.

Niente programmi, niente ambizioni di lungo respiro, tutto è crisi da affrontare e da superare, armati in una guerra che arruola tutti, giovani e vecchi, da combattere con le armi del rimedio, dei tamponi, del provvisorio.
In guerra ognuno pensa a portare a casa la propria pelle. L’individualismo, l’affievolirsi dei legami umani e l’inaridirsi della solidarietà sono le monete di nuovo conio da spendere nella vita quotidiana. Ci siamo persi di vista. Abbiamo perso di vista anche noi stessi. Il nostro essere dimenticato in qualche piega o anfratto della vita, che ancora attende d’essere riscattato dagli sciamani che gli danzano intorno.

È l’esser-ci, il Da-sein, per dirla con il filosofo, il senso dell’esistenza che dovremmo rinnovare ad ogni anno nuovo, la nostra eucarestia pagana, la comunione che ci nutre. Ma abbiamo voltato le spalle al futuro, gli anni che verranno non saranno più anni, solo lunghe interminabili attese di un futuro sempre uguale se non peggiore. È questo il disturbo nostro e della nostra società per il quale ancora non abbiamo approntato i balsami.

Dai rimpasti indescrivibili di materia, estraggo residuati
fantastici, sotterro agonie di concepimenti mancati. Fra risvolti di
un’età incalcolabile, interna al passato, scavo cercando organi
appartenutimi che mi scagionino dall’anonimità.

Sono versi del poeta Valentino Zeichen.
Scagionarsi dall’anonimato. Scagionarci dalla nostra colpa d’essere anonimi, senza una ragione sociale, come può essere l’anno che viene, se verrà come un anno o come la somma d’un tempo da passare.

 

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