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Giorno: 31 Marzo 2021

Extinction Rebellion Ferrara
Oggi (1 aprile ore 17,30) in piazza per dire basta alla finanza fossile

 

da: Extinction Rebellion Ferrara

Attiviste/i nelle piazze di tutta Italia e del mondo avviano l’Onda Lunga della Ribellione  

Giovedì 1 Aprile alle ore 17.30, attivisti e attiviste di Extinction Rebellion Ferrara realizzeranno unazione performativa in Piazzetta Savonarola.

Non è uno scherzo… anche perché del Pesce d’Aprile, ormai, è rimasta solo la Lisca.

L’iniziativa si inquadra nell’ambito di un’azione globale che intende affermare che non è più ammissibile investire nei combustibili fossili e ignorare l’emergenza climatica: in Italia, la Finanza rappresenta il terzo emettitore di CO2, producendo un volume di gas serra superiore a quello del comparto industriale. Banche e istituzioni assicurative e finanziarie contribuiscono ogni giorno all’aggravarsi della crisi climatica ed ecologica: cambiare il sistema costruito sui fossili è necessario e urgente.
L’azione vedrà la partecipazione, a sorpresa, di una celebrità di calibro nazionale, dai natali ferraresi. Nello stesso giorno, in almeno altre 20 città italiane saranno realizzate diverse azioni dimostrative da parte di gruppi di Extinction Rebellion, dando il via all’Onda Lunga della Ribellione 2021, la quale durerà tutto l’anno.

Non c’è più tempo”: il grido di Extinction Rebellion a Roma nella Ribellione di ottobre scorso è rimasto inascoltato dai governi. Il 2021 doveva essere l’anno della rinascita e della ripartenza consapevole. Nonostante tutti i danni e le connessioni accertate tra la crisi climatica globale e la pandemia, il ruolo dei Governi nel contrastare l’imminente collasso climatico ed ecologico stenta a prendere forma, persi in programmi politici di breve termine.

Il pianeta politico è cieco, mentre il Pianeta Terra è su una traiettoria insostenibile con conseguenze irreversibili.
Per questo, il 1 aprile Extinction Rebellion torna nelle piazze ribadendo che “Vogliamo Vivere!

Nota: La manifestazione è stata comunicata e sarà condotta in forma statica da poche/i attiviste/i, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza anti Covid-19 previste dal DPCM in vigore per la zona rossa.

Tutti gli aggiornamenti dalle piazze verranno tempestivamente condivisi sulla seguente sezione dedicata del sito italiano: https://extinctionrebellion.it/XR-Press/live-feed/

con Amore e Rabbia
Extinction Rebellion Ferrara

Per approfondimenti: https://extinctionrebellion.it/ribellione-2021/finanza-fossile/ ; https://www.facebook.com/xrferrara

CHI SIAMO
Siamo un gruppo di attiviste/i che credono nell’efficacia della Nonviolenza nelle azioni e nella comunicazione di tutti i giorni e nella necessità di unirci per poter prosperare. Crediamo nella pace, nella scienza, nell’altruismo, nella condivisione di conoscenza. Nutriamo profondo rispetto per l’ecosistema nel quale viviamo, per questo motivo impegniamo le nostre vite a diffondere un nuovo messaggio di riconciliazione, discostandoci dal separatismo e dalla competizione, sulle quali la società moderna si basa; siamo i narratori di una storia più bella che appartiene a tutti noi, agiamo in nome della vita.

LA NOSTRA STORIA
La mattina del 31 Ottobre 2018, una folla di cittadini britannici si radunava in Parliament Square, a Londra, per rendere pubblica la Dichiarazione di Ribellione di fronte alla sede del governo inglese. Gli organizzatori si aspettavano qualche centinaio di persone: ne vennero 1500, per partecipare a quello che sarebbe diventata la prima azione di disobbedienza civile di Extinction Rebellion.

 Nelle settimane successive, 6000 persone arrivarono a Londra da ogni parte d’Europa, Italia compresa, per partecipare alla prima Ribellione Internazionale. Abbiamo bloccato pacificamente cinque ponti sul Tamigi, paralizzando il centro della capitale. Abbiamo piantato alberi a Westminster e seppellito una bara nel mezzo di Parliament Square, ci siamo incollati ai cancelli di Buckingham Palace e abbiamo scritto una lettera alla Regina d’Inghilterra. Abbiamo cantato e danzato nelle strade di Londra.
Abbiamo marciato a Londra ancora una volta, in 10.000, ad Aprile 2019, e poi a Ottobre dello stesso anno. E questa volta Parigi, Amsterdam, Madrid, Delhi, New York, Buenos Aires e più di 60 città in tutto il mondo hanno marciato con noi: violenze, abusi di potere e oltre 1600 arresti non sono serviti a fermarci. In Italia, nasciamo all’inizio del 2019, una decina scarsa di ribelli sparsi per tutta la penisola. Per mesi abbiamo organizzato presentazioni, volantinaggi, piccole azioni dimostrative per raggiungere quante più persone possibile e lanciare l’allarme sulla crisi climatica ed ecologica. Ora siamo centinaia, da Torino a Bologna, da Napoli a Milano. Nell’Ottobre 2019 ci siamo radunati a Roma per la terza Ribellione Internazionale. Durante il lockdown XR ha continuato le sue attività in forma virtuale con un intenso programma di azioni virtuali, conferenze e dibattiti.
A Ottobre 2020 nella settimana dal 5 al 10 si è svolta a Roma la quarta ribellione la cui azione principale è consistita nell’azione di protesta di fronte alla sede dell’ENI quando alcuni attivisti si sono incatenati alla sede all’EUR.

Come agiamo
Riteniamo che oggi più che mai, vista l’emergenza nel quale ci troviamo, sia necessaria la disobbedienza civile nonviolenta affinché l’allarme lanciato dalla comunità scientifica possa essere ascoltato. Oltre a credere e praticare noi in primis la Nonviolenza nella nostra vita quotidiana, dopo approfonditi studi dei movimenti sociali storici è risultato il metodo più efficace per poter raggiungere gli obiettivi per cui si manifesta e per i quali noi scendiamo e scenderemo nelle strade.

Siamo organizzati in gruppi di lavoro collegati tra loro ma indipendenti, in base alle competenze e passioni di ogni persona, poiché riteniamo che solo la sincera collaborazione e la fiducia nel prossimo possano portare a grandi risultati. Tramite le nostre azioni, vogliamo spingere sempre più persone a prendere parte al movimento ed a mettersi in gioco attivamente per essere parte integrante del cambiamento.
Proviamo rispetto per chiunque, anche coloro che non la pensano come noi: rispettiamo i funzionari in divisa, il Governo e le Istituzioni, nonostante l’inazione riguardo alla crisi ecologica e climatica. Ci discostiamo da ogni forma di odio e di violenza, sia verbale che fisica. Ci rivolgiamo alla coscienza di ciascuno per sollevarsi pacificamente insieme a noi.

LE NOSTRE RICHIESTE

1. VERITÀ
Che i governi comunichino apertamente la gravità della situazione ecologica, dichiarando l’emergenza climatica e ecologica, e cambiando tutte le leggi e decisioni politiche che non vanno nella direzione di una risoluzione di questa situazione. I governi devono comunicare in modo massiccio con tutti i media per informare il pubblico, promuovere la consapevolezza ambientale e le azioni ad essa associate da parte di individui, comunità e imprese.

2. AZIONE IMMEDIATA
Le buone intenzioni, gli accordi non vincolanti e le “roadmap” non cambieranno la situazione. XR intende forzare tutti i governi in tutte le nazioni, a raggiungere lo zero netto di emissioni di gas a effetto serra entro il 2025. Inoltre, si deve arrestare la distruzione degli ecosistemi oceanici e terrestri e la perdita di biodiversità.

3. OLTRE LA POLITICA
Chiediamo la creazione di assemblee dei cittadini che siano adatte a questo nuovo cambiamento di regime. Si tratta di rivoluzionare l’approccio alla gestione della vita collettiva che superi le mancanze e i fallimenti della democrazia rappresentativa. Mancando il tempo di sostituire direttamente i governi e parlamenti del sistema attuale, si propone l’affiancamento. I membri delle assemblee cittadine saranno tirati a sorte tra tutti gli strati sociali e le origini etniche, culturali, di genere, etc. in tutta la popolazione, tra tutti quelli che vorranno partecipare. Dovranno deliberare sulla base delle migliori evidenze scientifiche e stabilire insieme le strategie e i percorsi da attuare per trasformare la società in chiave di neutralità di emissioni e rispetto dei sistemi ecologici, in equità con tutti gli esseri viventi.

 

 

Agricoltura. Riparto risorse Programma di sviluppo rurale per il biennio di transizione 2021-2022, l’assessore Mammi: “Bene la proposta del ministro Patuanelli che ha trovato un punto di equilibrio importante, nell’interesse nazionale. Le risorse devono essere utilizzate al meglio da tutte le Regioni per sostenere le imprese agricole”

La nuova articolazione proposta dal ministero Politiche agricole e alimentari prevede nel 2021 l’introduzione di criteri oggettivi per il 30% del Psr e il mantenimento del 70% degli storici per poi nel 2022 arrivare al 70% degli oggettivi e il 30% degli storici.

Bologna – “Una proposta equilibrata che riesce a mediare sulle due differenti ipotesi proposte dalle Regioni.  Ringrazio il ministro Patuanelli che ha ascoltato i territori ed è riuscito a mettere in campo un’ipotesi attenta, per trovare un punto di equilibrio importante nell’interesse nazionale. Le risorse del Psr devono essere utilizzate al meglio da tutte le Regioni nell’interesse delle imprese agricole italiane”.

Così l’assessore regionale all’agricoltura, Alessio Mammi, interviene a sostegno della proposta del ministro Politiche agricole e alimentari, Stefano Patuanelli, che nei giorni scorsi ha presentato un piano di riparto delle risorse del Programma di sviluppo rurale, Psr, per il biennio di transizione 2021-2022. Si tratta di una proposta di mediazione tra le due diverse ipotesi in campo: quella di 15 Regioni Italiane e Province Autonome, rappresentative di tutti i territori e governate da forze politiche differenti, che puntava su criteri oggettivi per l’assegnazione dei fondi Ue e proponeva una mediazione, considerando anche in parte i criteri storici, e quella di altre 6 Regioni, intenzionate a non abbandonare il metodo storico di riparto.

La proposta di Patuanelli fatta alle Regioni e Province Autonome prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di criteri oggettivi e il mantenimento del 70% dei parametri storici, per poi ribaltare le stesse percentuali nel 2022, ovvero un 70% di criteri oggettivi e un 30% di parametri storici.

“L’Emilia-Romagna ha usato tutti i fondi della precedente programmazione- chiude Mammi-, ed è importante applicare questo modo di lavorare per distribuire alle imprese e alle filiere tutti i fondi a disposizione. Il sistema agricolo nazionale deve fare un passo avanti e deve dimostrare di essere responsabile e maturo per usare al meglio i fondi Ue”.

 

Antonio Romanelli è il nuovo direttore di Medicina del Lavoro e Sicurezza Ambienti di Lavoro dall’1 Aprile 2021.

 

Monica Calamai, direttrice Generale dell’azienda USL di Ferrara, ha presentato questa mattina alla stampa locale il nuovo direttore di Medicina del lavoro e sicurezza ambienti di lavoro SPSAL, Unità Operativa che afferisce al Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Ferrara, nomina che sarà effettiva da Giovedì 1 Aprile 2021. Presenti in occasione della presentazione del Dott. Romanelli, Giuseppe Cosenza direttore del dipartimento di sanità Pubblica e Emanuele Ciotti direttore sanitario.

Monica Calamai, direttore generale ha aperto la conferenza stampa ricordando che: “siamo qui a presentare il nuovo direttore della Unità Operativa di Medicina del lavoro e sicurezza ambienti di lavoro, che prende servizio da domani, 1° aprile. Occuperà il ruolo di direttore di una struttura strategica all’interno della nostra Sanità Pubblica. Persona di grande esperienza nell’ambito di questo contesto, viene da Reggio Emilia, dove ha ricoperto fino ad oggi il ruolo di dirigente nelle sedi del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) di Reggio Emilia e Montecchio Emilia”.

Giuseppe Cosenza direttore del dipartimento Sanità Pubblica ha evidenziato che “la medicina del lavoro è un settore estremamente importante, per la sanità pubblica, in particolar modo per i settori lavorativi presenti sul nostro territorio, come può essere il Polo Chimico della città di Ferrara. Per tutte le attività che interessano il territorio, ci sarà una stretta collaborazione e sinergia con tutti gli altri settori del dipartimento di sanità pubblica. Auguro al mio collega tutti gli auguri per il suo nuovo lavoro.”

Antonio Romanelli, nel ringraziare la direzione generale e il dott. Cosenza per la fiducia mostrata nei suoi confronti ha voluto ricordare che “viviamo in un momento in cui siamo tutti più fragili. il nostro compito è quello di dare supporto ai lavoratori in base alla normativa presente. Su questo territorio nonostante le eccellenze che vi sono, ci sarà sicuramente del lavoro da fare soprattutto a tutela dei più fragili e per il rispetto del genere”.

 

CURRICULUM formativo e professionale del Dott. Antonio Romanelli:

Il Dott. Antonio Romanelli, dopo il Diploma di Maturità Scientifica conseguito con il massimo dei voti, si è laureato a pieni voti in Medicina e Chirurgia presso Alma Mater Studiorum Università di Bologna nel 1983.

Presso la medesima Università nel 1987 ha conseguito con lode il Diploma di Specializzazione in Medicina del Lavoro e nel 2005 il Master universitario di II livello in “Epidemiologia per i Servizi Sanitari Regionali”.


ATTIVITÀ PROFESSIONALE:

Dal 1987, ha sempre prestato attività con rapporto di impiego presso aziende sanitarie del SSN e dal 1989 in qualità di medico del lavoro presso i servizi sanitari territoriali dei Dipartimenti di Prevenzione.

Questa attività, iniziata in provincia di Mantova e Cremona, dal 1990 è sempre stata svolta presso l’Azienda Usl di Reggio Emilia, dove dal 2017 è stato responsabile di struttura semplice delle sedi del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) di Reggio Emilia e Montecchio Emilia.

La sua attività ha comportato il coordinamento, controllo, indirizzo e gestione di 25 professionisti SPSAL, impegnati nei compiti istituzionali di prevenzione e vigilanza sulle aziende del territorio di competenza, secondo le linee direttrici aziendali, i programmi di intervento indicati nel piano regionale di prevenzione e le indicazioni forniti dalla locale Autorità Giudiziaria. Nel corso della sua attività professionale si è occupato anche in prima persona di tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro, in special modo dei rischi e danni da lavoro per esposizione ad agenti cancerogeni e ai materiali contenenti amianto.

Oggetto della sua attenzione sono stati anche i lavoratori soggetti a tutela specifica dalla legislazione prevenzionistica vigente, quali le persone a capacità lavorativa ridotta, i lavoratori giovani e minori e le lavoratrici madri addette a lavoro a rischio in gravidanza e nei primi mesi di vita del bambino.

Oltre a questa attività istituzionale tipica dei servizi di prevenzione e vigilanza delle aziende sanitarie pubbliche, ha rivolto la sua attenzione alla sorveglianza epidemiologica dei danni da lavoro causati dall’esposizione a fattori di rischio professionali negli ambienti di lavoro.

Dal 1997, dopo averne promosso l’istituzione, è referente scientifico del Registro Mesoteliomi (ReM) della Regione Emilia-Romagna e dal 2003 è altresì responsabile del Centro Operativo Regionale del Registro Nazionale Mesoteliomi (ReNaM).

Nella sua qualità di responsabile ReM si è occupato della rilevazione dell’incidenza di questa temibile patologia ad alta frazione eziologica professionale oltre che a lunghissima latenza di comparsa dopo esposizione ad amianto, agente causale peculiare, nei cittadini residenti in Emilia-Romagna al momento della diagnosi. In particolare, ha curato la raccolta delle informazioni anamnestico-espositive di questi soggetti ad opera dei professionisti SPSAL territorialmente competenti per le aziende ove gli stessi avevano prestato la loro attività professionale e degli ambienti di vita che avevano frequentato.

Dal 2007 al 2014, è stato inoltre referente dell’Osservatorio Regionale di monitoraggio degli Infortuni e delle malattie professionali o correlate con il Lavoro (OReIL) sulla sorveglianza epidemiologica degli infortuni e malattie professionali in Emilia-Romagna, con redazione di elaborazioni ad hoc per numerosi utenti pubblici e privati provinciali, regionali e nazionali. L’OReIL, nel periodo di referenza del Dott. Romanelli, si è occupato anche della promozione e indirizzo delle attività svolte dai SPSAL regionali in materia di Nuovi Flussi Informativi Regioni/INAIL (progetto NFI). Sempre come referente OReIL e come coordinatore del Gruppo di Lavoro regionale NFI, ha coordinato la partecipazione dei SPSAL regionali ai sistemi di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi (progetto InforMo) e a quello di sorveglianza e monitoraggio delle tecnopatie segnalate ai SPSAL (progetto MalProf).

Nel 2013, è stato nominato componente della Commissione scientifica ministeriale per l’elaborazione e la revisione periodica delle malattie professionali ed ha collaborato alla redazione del documento scientifico per l’aggiornamento dell’elenco delle stesse, recepito con DM del 10 giugno 2014.

Formazione professionale e attività pubblicistica e di ricerca:

La sua attività formativa post universitaria si è caratterizzata con la partecipazione al corso regionale di formazione manageriale per Direttore responsabile di struttura complessa, nonché ad oltre 100 corsi di formazione e altrettanti seminari/convegni d’aggiornamento, in circa un terzo dei casi in qualità di docente/relatore, organizzati da Enti Regionali e Nazionali, principalmente su tematiche connesse alla tutela della salute negli ambienti di lavoro e all’organizzazione/gestione dei Servizi di Prevenzione, acquisendo circa 300 crediti ECM in qualità di docente/relatore/tutor.

Ha, inoltre, contribuito alla redazione di 45 lavori scientifici in extenso relativi ai rischi e danni da lavoro su pubblicazioni e riviste scientifiche nazionali ed internazionali ed alla conduzione di sei progetti di ricerca finanziati, in qualità di responsabile scientifico regionale e, in due casi, di responsabile nazionale, sulla sorveglianza epidemiologica dei tumori professionali.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna: 31 marzo 2021.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su 31.192 tamponi effettuati, 1.490 nuovi positivi (4,7%). 2.064 guariti, calano ancora i ricoveri (-61) e i casi attivi (-632). Vaccinazioni: oltre 871mila somministrazioni.

Il 94,7 % dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 43,7 anni. 58 i decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 335.820 casi di positività, 1.490 in più rispetto a ieri, su un totale di 31.192 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 4,7%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dai 75 anni in su; proseguono le vaccinazioni anche per il personale scolastico e le forze dell’ordine.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 14 sono state somministrate complessivamente 871.740 dosi; sul totale, 293.025 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Tutte le informazioni sulla campagna vaccinale: https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 585 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 511erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 713 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,7 anni.

Sui 585 asintomatici, 389 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 29 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 26 con gli screening sierologici, 15 tramite i test pre-ricovero. Per 126 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 345 nuovi casi e Ravenna con 201; poi Ferrara (159), Forlì (142), Reggio Emilia (137), Rimini (131), Parma (125) e Modena (108). Quindi Cesena (74), Piacenza (43) e infine il Circondario imolese (25).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 17.391 tamponi molecolari, per un totale di3.995.189A questi si aggiungono anche 188 test sierologici e 13.801 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guaritesono 2.064 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 251.468.

casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 72.435 (-632 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 68.618 (-571), il 94,7% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 58 nuovi decessi: 2 a Parma (due uomini, entrambi di 77 anni); 5 nella provincia di Reggio Emilia (3 donne, di cui una di 88 e due di 93 anni e due uomini di 75 e 80 anni); 6 nella provincia di Modena (4 donne, rispettivamente di 65, 88, 90 e 93 anni, e due uomini, di 83 e 87 anni); 18 nella provincia di Bologna (4 donne: di 78, 90, 91 anni, quest’ultima residente a Imola, e 93; 14 uomini: di 71, 74, due di 77, tre di 82, poi 85, 86 e 87, quest’ultimo residente a Imola, poi 89, 92, 94 e 95 anni);  8 nella provincia di Ferrara (quattro donne di 71,72, 86 e 93 anni e 4 uomini di 43,75, 83 e 88 anni); 3 in provincia di Ravenna (due donne di 78 e 82 anni e un uomo di 71); 6 in provincia di Forlì-Cesena (3 donne di 82, 92 e 94 anni e tre uomini, di 65, 72 e 85 anni); 9 nel riminese (3 donne di 82,86 e 90 anni e 6 uomini rispettivamente di 64, 66, 79, 81, 82 e 85 anni). Un decesso, avvenuto a Rimini, riguarda una donna di 91 anni residente fuori regione, a Pesaro; nessun decesso in provincia di Piacenza.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.917.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 390 (-2 rispetto a ieri), 3.427 quelli negli altri reparti Covid (-59).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 6 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 28 a Parma (-2), 33 a Reggio Emilia (+2), 73 a Modena (-3), 123 a Bologna (+4), 23 a Imola (+1), 37 a Ferrara (invariato), 20 a Ravenna (-1), 11 a Forlì (+1), 7 a Cesena (invariato) e 28 a Rimini (-4).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 21.783 a Piacenza (+43 rispetto a ieri, di cui 24 sintomatici), 23.171 a Parma (+125, di cui 50 sintomatici), 40.474 a Reggio Emilia (+137, di cui 92 sintomatici), 57.428 a Modena (+108, di cui 91 sintomatici), 72.521 a Bologna (+345, di cui 206 sintomatici), 11.579 casi a Imola (+25, di cui 15 sintomatici), 20.154 a Ferrara (+159, di cui 33 sintomatici), 26.278 a Ravenna (+201, di cui 163 sintomatici), 13.815 a Forlì (+142, di cui 109 sintomatici), 16.673 a Cesena (+74, di cui 64 sintomatici) e 31.944 a Rimini (+131, di cui 58 sintomatici).

In Emilia-Romagna tornano somministrabilii oltre 11.600 dosi di vaccino AstraZeneca dopo lo stop cautelativo a livello nazionale.

 

Coronavirus. In Emilia-Romagna tornano somministrabili oltre 11.600 dosi di vaccino AstraZeneca dopo lo stop cautelativo a livello nazionale. L’assessore Donini: “Provvedimenti precauzionali che ci hanno dimostrato la sicurezza dei controlli sui vaccini, ora necessarie ancora più dosi”.

Il lotto è l’Abv5811, che era stato sequestrato a metà marzo su indicazione della Procura di Biella: da ieri è stata revocata la sospensione in tutta Italia.

Bologna – L’Emilia-Romagna riconquista altre 11mila dosi di vaccino. Alle dosi arrivate all’inizio di questa settimana, si deve infatti aggiungere il lotto di Astrazeneca ABV5811, sequestrato il 15 di marzo su indicazione della Procura di Biella: nella giornata di ieri è stato emesso un provvedimento di dissequestro a livello nazionale, che riporta nelle dotazioni del Sistema sanitario regionale 11.630 dosi.

I magistrati piemontesi avevano predisposto il sequestro a scopo cautelativo dopo la morte di un insegnante a meno di 24 ore dalla somministrazione: l’autopsia e le successive indagini hanno però escluso ogni correlazione, così come tutti i test poi effettuati a livello nazionale ed europeo sul vaccino Astrazeneca.

Delle 11.630 dosi di quel lotto rimaste integre e quindi somministrabili, 2.490 tornano all’Ausl di Parma, 1.380 a quella di Reggio Emilia, 2.490 all’Azienda sanitaria di Modena, 2.650 a Bologna, 260 a Imola, 1.160 a Ferrara e 1.200 a disposizione dell’Ausl della Romagna. Il sequestro non aveva invece interessato l’Ausl di Piacenza.

“È un’ottima notizia quella della possibilità di utilizzo delle dosi di vaccino che erano state sospese- dichiara l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Per l’Emilia-Romagna significa infatti che oltre undicimila persone potranno iniziare il ciclo vaccinale. Questi provvedimenti precauzionali sui vaccini, doverosi in presenza di dubbi, dimostrano quanto siano controllati e sicuri, come le successive verifiche condotte anche a livello europeo hanno provato. L’auspicio ora è che arrivino in tempi rapidi quantitativi sufficienti per mettere a frutto la nostra organizzazione, che sarebbe in grado di vaccinare molto di più, fino al doppio di quanto si sta già facendo ora”.

Ruggero Tosi è il nuovo delegato provinciale CONI.

 

Comunicazione Panathlon Club Ferrara.

Cambio ai vertici del CONI “provinciale” di Ferrara, o meglio staffetta tra panathleti, con Ruggero Tosi che succede a Luciana Boschetti Pareschi, che, dopo aver presieduto l’Ente dal 2005 al 2012 ed esercitato la carica di Delegato dalla riforma ad oggi, passa la mano al suo ex Coordinatore dello Staff Tecnico.

Quello di Ruggero Tosi, ferrarese classe 1959, è un profilo di altissimo livello: entrato a far parte dell’Organismo Territoriale nel 1982, prima come componete dello Staff Tecnico e del Consiglio Provinciale, per poi diventare nel 2003 Coordinatore dello Staff Tecnico. Durante tutto questo periodo ha portato avanti il suo lavoro come Vigile del Fuoco e si è impegnato anche in politica, dal 2009 al 2019, come Consigliere Comunale di Ferrara, nel secondo mandato come Presidente della Commissione Consiliare “Sport e Decentramento”, il che lo rende estremamente competente a ricoprire la nuova carica.

La storia sportiva di Tosi inizia come pallavolista della 4 Torri, della quale è stato per tanti anni giocatore, prendendo parte anche al campionato di A dal 1980 al 1982 (la prima partecipazione per Ferrara), poi come allenatore dalle 9 promozioni tra le serie B e C, direttore sportivo e responsabile tecnico. Tutta questa esperienza non è passata inosservata in FIPAV, che lo ha nominato docente regionale formatore e fiduciario provinciale per gli allenatori.

Di pari passo con la crescita “professionale” in campo pallavolistico sono arrivate le attività in ambito CONI, dove, in virtù dei ruoli ricoperti, ha collaborato alla stesura delle guide didattiche “Dall’attività motoria al Giocosport”, scritte nell’ambito del progetto territoriale con il quale il Comitato di Ferrara ha introdotto l’attività motoria nella scuola primaria, svolta con l’ausilio di consulenti esterni laureati in Scienze Motorie, formati operativamente attraverso le guide, specifici corsi e la supervisione dello Staff. Una attività all’avanguardia iniziata nel 1995 e che ha posto al centro il problema, e fornito una soluzione, rispetto alla mancanza dell’esperto di educazione fisica nell’organico della scuola primaria.

L’incarico di Coordinatore Tecnico, e quello che ne è conseguito di docente della Scuola Regionale dello Sport, lo ha portato a svolgere innumerevoli corsi di formazione e la creazione di un vero e proprio piano didattico che, attuato nell’ambito della convenzione con l’Ufficio Scolastico Regionale, ha consentito di formare negli anni centinaia di insegnanti ed educatori.

L’ampio lavoro svolto a livello provinciale lo ha portato ad importanti compiti anche in Regione, venendo nominato Capo Delegazione per i Trofei CONI svolti a Caserta (2014), Lignano Sabbiadoro (2015) e Cagliari 2016. Nell’edizione “di casa” svoltasi a Rimini nel 2018 ha fatto parte dello Staff Organizzativo, con il ruolo di Responsabile per l’organizzazione della Cerimonia di Apertura.

Buon lavoro quindi a Tosi, che saprà portare avanti quanto fatto in questi anni dal “nostro” CONI, che ha fatto in modo di essere sempre molto presente nel Territorio, anche negli anni più difficili della struttura territoriale, diventando punto di riferimento per lo svolgimento dei campi estivi multidisciplinari, gli Educamp, nell’evoluzione dei Centri di Avviamento allo Sport nei nuovi Centri CONI, continuando sempre nel suo impegno di promozione della attività motoria nelle scuole e celebrando Talenti e “Stelle” della nostra provincia.

Per sua volontà lascia la guida del CONI ferrarese, nel quale era entrata nel 2000 come vicepresidente di Francesco Conconi, Luciana Pareschi, e lo fa ringraziando le sue società sportive, le istituzioni e tutti quelli con i quali ha avuto modo di collaborare:

“Ringrazio chi mi è stato vicino in questi anni, le Associazioni Sportive del Territorio, le Istituzioni, le Autorità Civili, il Comitato Paralimpico, gli amici del Panathlon, degli Azzurri d’Italia, tutte le associazioni legate a vario titolo al mondo dello sport, e, naturalmente, tutti i collaboratori del Coni di Ferrara che in questi anni mi hanno supportata nell’organizzazione delle varie attività, progetti e manifestazioni realizzate.

È stato un onore e un piacere lavorare con tutti voi, cosa che comunque conto di continuare a fare seppure in altri ruoli, nei quali sono proiettata ad impegnarmi ancora di più (finché le mie facoltà mentali me lo consentiranno, anche se la carrozzeria è un po’ ammaccata).

In questo triste momento storico, per lo sport e non solo, voglio augurare a tutta la Famiglia Sportiva, nessuno escluso, una immediata ripartenza, lasciandovi un consiglio: state uniti! Provate a risolvere assieme i tanti gravi problemi del momento, con sincera collaborazione, senza pregiudizi. Perché ricordate che nessuno sarà in grado di uscire da solo da questa difficile prova.”

 

Cittadella della Salute S. Rocco di Ferrara: dal 1° aprile operativo l’Ambulatorio Territoriale per la Cefalea.

Comunicato Stampa AUSL Ferrara.

L’ambulatorio lavorerà in collaborazione con l’Ambulatorio Cefalee-Ospedale di Cona e i neurologi territoriali.

In Cittadella S. Rocco di Ferrara da Giovedì 1 Aprile inizia l’attività dell’ambulatorio territoriale per la cefalea che lavorerà in parallelo e in piena collaborazione coi colleghi dell’Ambulatorio Cefalee dell’Ospedale di Cona e con i colleghi neurologi territoriali.

La creazione di un secondo ambulatorio cefalea in provincia di Ferrara è motivata dall’alta prevalenza della cefalea nella popolazione. Nel nostro territorio si stima che siano quasi cinquantamila le persone che soffrono di cefalea, con una prevalenza maggiore nei giovani adulti e nelle donne; un disturbo che, comunque, colpisce anche l’età evolutiva.

L’ambulatorio cefalea territoriale della Cittadella San Rocco è, pertanto, seguito da un medico specialista in Neurologia, esperto nella Diagnosi e nella Cura delle cefalee, con una formazione continua per l’aggiornamento professionale di tutti gli operatori coinvolti.

Tre le principali finalità dell’ambulatorio: porre il paziente al centro di un percorso multidisciplinare per effettuare una diagnosi accurata e instaurare terapie personalizzate; cooperare con la rete dei Medici di Medicina Generale e degli altri specialisti coinvolti; collaborare con l’associazione dei pazienti cefalalgici di Ferrara (Al.Ce. Alleanza Cefalalgici Ferrara).

L’ambulatorio è attivo due giorni la settimana -il lunedì e il giovedì- con l’obiettivo di inserire a breve altre giornate.

I pazienti possono accedere con l’impegnativa del medico curante o di altro specialista.

L’ambulatorio cefalee è autorizzato dalla Regione Emilia-Romagna alla prescrizione per i pazienti con emicrania cronica ed episodica delle nuove terapie innovative: Tossina Botulinica ed Anticorpi Monoclonali anti-CGRP.

Pur rappresentando la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante del genere umano, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), rimane una malattia misconosciuta e sotto-trattata. La sottovalutazione della cefalea causa un ritardo nella diagnosi corretta e forti ripercussioni sulla qualità di vita delle persone.

A livello europeo si è disposto che il progresso nella gestione del paziente cefalalgico dipenda dal miglioramento dell’accesso a strutture sanitarie competenti e dal porre il paziente al centro di un percorso in cui sia possibile un approccio multidisciplinare nella diagnosi e nella cura delle cefalee.

 

Donazione dei Pensionati di Confagricoltura Ferrara al Reparto Covid dell’Arcispedale Sant’Anna di Cona.

 

Comunicato Stampa Confagricoltura.

Mercoledì 31 marzo alle ore 12, presso l’atrio dell’Arcispedale Sant’Anna, ingresso 1, si è tenuta una semplice quanto significativa cerimonia di consegna di doni pasquali al personale medico e paramedico del reparto Covid di Cona. Promossa da ANPA (l’Associazione dei pensionati di Confagricoltura Ferrara) insieme alla ONLUS “Senior – L’Età della Saggezza”, la donazione assume un duplice significato: quello di grande riconoscenza per quanti operano a tutela della nostra salute e quello di sostegno all’AIL (Associazione italiana contro Leucemie, Linfomi e mieloma) da cui provengono le uova e le colombe omaggiate.

Sono intervenuti Stefano Spisani Presidente Anpa Ferrara, Gianluca Vertuani, Presidente di Confagricoltura Ferrara e Gian Marco Duo, Presidente provinciale AIL e funzionario della stessa Organizzazione Agricola ferrarese. Il Prefetto di Ferrara, dottor Michele Campanaro, la dottoressa Paola Bardasi, Direttore Generale con funzione di Commissario per l’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Ferrara e il professor Antonio Cuneo, Direttore del Reparto di Ematologia del Sant’Anna, presenti alla cerimonia, hanno portato i loro saluti e inteso esprimere i ringraziamenti ad Anpa Ferrara per questa iniziativa a favore di quanti stanno operando in emergenza a tutela della salute di tutti.

Anpa Ferrara non è nuova a iniziative a sostegno della comunità. Grazie alla collaborazione con la Onlus Senior L’Età della Saggezza ed al ricavato del 5 per mille, in occasione della primo lockdown sono state donate all’OSCO COVID di Copparo 1.300 mascherine chirurgiche, allora pressoché introvabili. Nei mesi successivi, ANPA Confagricoltura Ferrara ha anche provveduto all’acquisto di defibrillatori e di due apparecchi sanificatori altamente innovativi che sono stati consegnati al Polo Scolastico Agroalimentare Estense Vergani – Navarra.

Di seguito un passaggio di Stefano Spisani, Presidente ANPA Ferrara “Purtroppo il Covid19 ha rappresentato una frattura rispetto al passato portando drammaticamente alla ribalta la                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

fragilità di quella fascia di popolazione, della quale noi pensionati facciamo parte, facendoci assistere impotenti alla decimazione di una intera classe di età. Ma questo dramma epocale non può e non deve fermarci, e con noi l’immensa riconoscenza per quanti, ormai da troppo tempo, sono in prima fila contro il Covid, a tutela di tutti noi. La nostra Associazione ha infine apprezzato la volontà del Governo di accelerare il piano di vaccinazioni, mettendo al primo posto la popolazione anziana e di procedere con un decreto a far sì che ci sia obbligatorietà di vaccinazione per tutti coloro che hanno contatto costante con gli anziani o ammalati. Gli anziani non meritano di vedere la loro vita compromessa per convincimenti personali sulla vaccinazione che mal si addicono all’etica professionale”.

Polizie locali provincia di Ferrara: nessuna indennità per gli agenti che svolgono controlli AntiCovid.

 

Comunicato Stampa Polizie Locali.

I Sindacati DICCAP (Dipartimento Autonomie Locali ) e SULPL (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), Sindacati più rappresentativi per la Polizia Locale Italiana, sono nuovamente a porre l’attenzione sulla problematica riguardante le indennità di ordine pubblico per gli Agenti delle Polizie Locali della Provincia di Ferrara.

In questi mesi la Prefettura di Ferrara ha autorizzato la liquidazione delle indennità per il solo Corpo di Polizia Locale “Terre Estensi” di Ferrara-Voghiera-Masi Torello, ma nessuna indennità è invece stata liquidata alle restanti Polizie Locali dei Corpi della Provincia che hanno continuato a svolgere il loro importante e costante lavoro per garantire il rispetto delle normative COVID.

Da Cento a Comacchio le Polizie Locali non si sono mai tirate indietro davanti alle richieste di controlli contro gli assembramenti, sulla chiusura dei locali negli orari indicati dai DPCM e dalle normative Regionali ed ora di nuovo sul controllo più stringente su strada delle autocertificazioni per gli spostamenti delle persone nella nota Zona Rossa che interessa anche l’intera Provincia.

Ma come ad inizio pandemia anche in queste settimane non sono state pagate le liquidazioni delle spettanze per le indennità di ordine pubblico per gli Agenti, e duole sottolinearlo, ma si sta ripetendo quanto avvenuto un anno fa, e solo dopo le pressanti richieste dei Sindacati Autonomi si era risolta la problematica che, tuttavia, non siamo in grado di comprendere a quali livelli trovi tanti ostacoli.

I Sindacati Autonomi hanno pertanto indirizzato nuovamente una richiesta alla Prefettura di Ferrara per poter autorizzare la liquidazione delle indennità.

Non devono esistere differenze tra divise, tutti i Corpi di Polizia sono e saranno sempre in prima linea per far rispettare le normative COVID, ma duole prendere atto che in Provincia di Ferrara, diversamente da quanto avviene in altre province della nostra Regione, in questi mesi sono emerse diverse problematiche dalle indennità fino ai tamponi e alle vaccinazioni.

Problematiche che sono state risolte solo dopo con le numerose richieste e istanze di DICCAP e SULPL, come sta avvenendo in questi giorni per le indennità di ordine pubblico che confidiamo siano liquidate a breve con l’Intervento prefettizio.

Turismo: Bologna e Modena insieme per la ripartenza. Chiuso l’accordo per la Destinazione turistica unica.

 

Turismo. Bologna e Modena insieme per la ripartenza. Chiuso l’accordo per la Destinazione turistica unica. L’assessore Corsini: “I due territori hanno grandi eccellenze del Made in Italy che occorre valorizzare mettendo in linea le migliori esperienze e capacità del pubblico e del privato”.

Motor Valley, Food Valley, cultura, appennino, gli asset principali della nuova Destinazione turistica Bologna e Modena che dovrà passare al vaglio dell’Assemblea legislativa per l’approvazione definitiva. Muzzarelli: “Una sinergia che ci renderà più forti”. Lepore: “Promuoveremo l’Italia nel mondo insieme e questo sarà molto importante per recuperare velocemente posti di lavoro”. I due territori, in crescita costante dal 2016, pesano per il 27% sul totale degli arrivi e il 16% dei pernottamenti dell’intera Emilia-Romagna.

Bologna – Bologna e Modena insieme e pronte alla ripartenza. Nasce oggi l’accordo per la Destinazione turistica unica che vede i due territori, superati i campanilismi e la vulgata che li vuole da sempre rivali, uniti per potenziare i loro prodotti di eccellenza e candidarsi così a meta privilegiata per le vacanze all’insegna del plein air in Appennino o alla scoperta dei tanti luoghi di cultura, nel cuore dell’Emilia-Romagna.

Dalla Motor Valley alla Food Valley, dai musei classici a quelli dedicati all’automotive con marchi noti e famosi in tutto il mondo, fino alla montagna da vivere tutto l’anno per gli sportivi o chi è alla ricerca di spazi rigeneratori, la nuova Destinazione turistica Bologna e Modena, potrà offrire in modo omogeneo e integrato pacchetti di interesse per coinvolgere un pubblico sempre più ampio.

Una realtà che è costantemente cresciuta per movimento turistico dal 2016 al 2019, ultimo anno di riferimento utile prima dello scoppio della pandemia. Per la provincia di Modena gli arrivi sono aumentati nel periodo di riferimento del 21,77% e i pernottamenti del 17,78%, un andamento allineato a quello della Città metropolitana di Bologna che presenta percentuali di crescita, nello stesso periodo, del 22,58% negli arrivi e del 21,41% nei pernottamenti. I due territori pesano insieme per il 27% del totale degli arrivi e il 16% dei pernottamenti regionali. Quota che è cresciuta costantemente dal 2016, anno di nascita della Destinazione turistica, portando gli arrivi e i pernottamenti dell’area vasta rispettivamente a 3.130.035 e 6.487.882 nel 2019.

La nuova Destinazione è stata presentata oggi a Bologna nel corso di una video conferenza stampa, dall’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini, all’assessore del Comune di Bologna e presidente della Destinazione turistica Metropolitana, Matteo Lepore, e al sindaco del Comune di Modena, Gian Carlo Muzzarelli. Presenti, da remoto, anche i presidenti delle Camere di Commercio delle due città Valerio Veronesi (Bologna) e Giuseppe Molinari (Modena).

“Il turismo non ha confini provinciali- afferma Corsini– e abbiamo visto, con le Destinazioni, che lavorare per aree vaste premia non solo la qualità dell’offerta ma anche e soprattutto la risposta del pubblico che ha fatto registrare un aumento delle presenze, prima dello scoppio della pandemia, in tutti i territori.  Bologna e Modena hanno in sé grandi eccellenze del Made in Italy che occorre valorizzare attraverso una nuova governance della Destinazione. Ora più che mai per sostenere la ripartenza di un settore che ha sofferto, per il bene della collettività, in modo particolarmente grave le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, è necessario far dialogare e mettere in linea le migliori esperienze e capacità di pubblico e privato. E con questa operazione mettiamo in grado il territorio di attrezzarsi in modo adeguato rispetto alle sfide che abbiamo di fronte”.

“Bologna e Modena si uniscono per essere più forti nella ripartenza- sottolinea Lepore-. Qui si produce il cuore del made in Italy e abbiamo quasi il 40% del totale degli occupati della Regione Emilia-Romagna. Promuoveremo l’Italia nel mondo insieme e questo sarà molto importante per recuperare velocemente posti di lavoro nel campo del turismo, servizi e dell’industria. Si apriranno anche nuove opportunità per l’attrattività degli investimenti e lo sviluppo economico delle imprese”.

“Lavorare insieme rappresenta una grande opportunità per rilanciare il settore turistico, così duramente colpito dalla pandemia- spiega Muzzarelli-. Questa sinergia ci renderà più forti, soprattutto sui mercati internazionali, sui quali puntiamo con decisione, forti anche degli ottimi risultati raggiunti in questi ultimi anni che solo la crisi sanitaria ha interrotto. Ma siamo fiduciosi, grazie a questa collaborazione, che non appena le limitazioni finiranno, saremo pronti per intercettare una nuova domanda di turismo, forti dei nostri prodotti dalla Motor valley con la Ferrari e la Maserati, all’Appennino verde, dallo sci nel comprensorio del Cimone, fino ai percorsi storici e artistici, come quello degli Estensi, le testimonianze del Rinascimento o il circuito del Romanico, con il Duomo di Modena patrimonio Unesco”.

“Grazie al lavoro positivo svolto insieme in questi ultimi anni, limitato ad alcuni settori- chiude Muzzarelli-, ora ampliamo questa collaborazione a tutti i prodotti turistici. Bologna e Modena hanno tanto in comune, dall’enogastronomia ai motori, alle città d’arte e grazie all’aeroporto di Bologna e ai progetti di promozione internazionale dell’Apt regionale, con queste nostre eccellenze, apprezzate in tutto il mondo, saremo protagonisti di una nuova stagione di rilancio del settore”.

La nuova Destinazione turistica dovrà ora passare al vaglio dell’Assemblea legislativa per l’approvazione definitiva.

 

Motori, cibo, neve, grandi eventi, arte e verde: Bologna e Modena, la staffetta nel cuore dell’Emilia:

Nata nel 2016 su proposta dei sindaci dell’area metropolitana, la Destinazione turistica Bologna approva, l’anno successivo, una convenzione triennale con la Provincia di Modena per la promo-commercializzazione di quattro prodotti turistici comuni: motori, cibo, neve, grandi eventi.

A partire dalla Motor Valley, quale complesso di elementi di interesse turistico-culturale ed emozionali derivati dalla storia dei marchi, da musei e collezioni, dai circuiti e dalle manifestazioni sportive connesse con l’ampliamento dell’offerta e azioni mirate in particolare sui mercati di Cina, Emirati Arabi e Usa.

E poi la Food Valley, quale insieme di eccellenze agroalimentari e della tradizione enogastronomica, che comprendono diversi prodotti tipici con marchi DOP e IGP che si collocano nella storia dei luoghi e delle popolazioni. Anche qui viene ampliata l’offerta con particolare attenzione alle visite alle aziende di produzione dei prodotti tipici, integrazioni di schede prodotto nei cataloghi commerciali, collaborazioni con gli agriturismi, commercializzazione delle esperienze turistiche sul canale e-commerce, partecipazioni a fiere e workshop con proposte tematiche sul cluster food.

Ancora, il turismo della neve nel comprensorio delle stazioni invernali del Cimone e del Corno alle Scale, sia sotto il profilo sportivo sia come risorsa più ampia per diverse forme di turismo ricreativo, naturalistico, delle famiglie e dei gruppi.

Infine, i grandi eventi con un potenziale di attrattività turistica. A partire dal 2019 si è assistito a un progressivo consolidarsi delle basi operative del sistema integrato e collaborativo di governancedella Destinazione turistica Bologna-Modena.

A livello operativo la pianificazione nel 2021 prevede azioni già progettate per rinnovare l’offerta: è in corso una campagna promozionale per il mercato italiano che si propone di rinsaldare il posizionamento di Bologna e Modena, città d’arte, come destinazioni per brevi soste puntando a un turismo di prossimità e domestico, in stretto coordinamento anche con la campagna triennale di promozione della regionale che vede protagonista Stefano Accorsi.

Accanto alla dimensione culturale, l’altro fuoco della campagna è il verde. Nel prossimo triennio sarà infatti prioritario per la Destinazione continuare a promuovere l’offerta legata al turismo slow e green, con azioni in decollo quali l’inaugurazione del tratto Mirandola-Sala Bolognese della Ciclovia del Sole e il cartellone Crinali che farà incontrare, nella sua originale formula, il trekking turistico con la cultura.

Quella volta che sospesero lo spettacolo di Dario Fo…
tanti ricordi dalla riapertura del Teatro Comunale negli anni ’60

 

Resto affezionato al Teatro comunale di Ferrara, anche se da tempo non lo frequento. Non mi perdo le iniziative cosiddette minori, come quelle che hanno avuto (e spero avranno) per animatrice Agnese Di Martino.
Sono tornato a pensare, di fronte alle polemiche sollevate da nomine ai vertici della Fondazione, alla riapertura del Teatro negli anni ’60. Dal 2009 è una Fondazione, era Istituzione dal novembre del 1993. Prima era gestito ‘in economia’ dal Comune, attraverso un apposito Comitato di gestione. Anzi all’apertura, stagione 1964-65 si chiamava Commissione per la sorveglianza e la gestione del Teatro Comunale.

Della riapertura come Teatro se ne parla già nel dopoguerra. La struttura è usata per ogni genere di manifestazioni, ma non ospita stagioni teatrali. In quella palestra straordinaria di democrazia, che è il Centro di Orientamento Sociale, animato da Silvano Balboni, se ne parla nel luglio del ’46. Si discutono modalità di riapertura e forme di gestione, in un disegno che vede coinvolte altre strutture, come l’Auditorium e il complesso Boldini, nonché il Giardino Pareschi, per rappresentazioni all’aperto. Si ipotizza pure la realizzazione di un moderno teatro da cinquemila posti.

Scorro i nomi dei componenti la prima Commissione. Alcuni mi sono particolarmente cari: oltre ad Azzaroli e Passerini, dei quali dirò, sono, in ordine alfabetico, Cavallari, Chiappini, Felisatti, Fink, Pittorru, Santini, Sitti. Vedo di essere il solo sopravvissuto. Vero che ero il più giovane. Con Massimo Felisatti e Guido Fink ci scambiamo biglietti. L’attività allarma il sempre attento Presidente. Sono comunicazioni innocue: “Boari e Cavallari discuton con gran balle di come d’inverno si curino le stalle”, “A Felisazz piace il jazz”, “Guido Finco, non santo ma stinco”, ”Si sparge il panico: Passerini vuol parlare dell’organico”.

La Commissione – 17 membri compreso Presidente e Vice Presidente – è nominata dal Consiglio comunale ed è rappresentativa di tutte le forze ivi presenti. Presidente e Vice sono due persone straordinarie per impegno e cultura: Vittorio Passerini ed Eugenio Azzaroli. Questi, per me un fratello maggiore, sarà Presidente dal 1970 al 1980. Direttore è Mario Paoli e consulenti artistici Riccardo Nielsen e Maurizio Scaparro. Il 31 ottobre 1964 si inaugura con l’Orchestra del Teatro alla Scala. Mi riconosco – in loggione con moglie e una coppia di amici – nella foto dell’inaugurazione presente nella pubblicazione per i 20 anni del Teatro.

Molte le difficoltà risolte con buona volontà e creatività amministrativa: Azzaroli e Passerini, erano ottimi avvocati. Per restituire il Teatro alla città si dovette risolvere la questione dei diritti e delle pretese dei palchettisti. Ora non ne ricordo più i termini, ma so che anch’io mi ci applicai. Decisiva è stata la collaborazione degli uffici comunali, in tutte le vicende. Ricordo l’impegno e la competenza di un ragioniere, in particolare – credo si chiamasse Castellari – per garantire che i pagamenti alle compagnie fossero assicurati tra il primo e il secondo atto. Il Comitato, pur per nomina e composizione del tutto dipendente dal Consiglio, agì sempre con la massima indipendenza, senza ricevere alcun tipo di pressione, penso anche per l’autorevolezza della presidenza. Nelle stagioni 1968-69 e 1969-70, Vice di Passerini sono stato io, poiché Azzaroli era impegnato come amministratore locale. Forse l’autorevolezza ne ha un po’ risentito.

Un ricordo particolare del Teatro Comunale è – fine febbraio 1970 – la presenza di Dario Fo, con uno spettacolo che vogliamo – è un punto fermo della compagnia Nuova Scena – per i soli iscritti all’associazione promotrice. Io allora la presiedo. La presenza ostentata della polizia, porta alla sospensione dello spettacolo. Questo riprende quando induco i poliziotti in sala a lasciarla per venire ad ascoltare la discussione in corso nel Ridotto tra Presidente Passerini e Commissario. Sgridati dal superiore, che se ne accorge dopo qualche tempo, non me ne vogliono, ma lo spettacolo non può proseguire. C’è pure l’intervento di un pretore–spettatore, da me sollecitato e ignorato dal Commissario in contatto con il Questore. Seguono esposti e denunce, che non hanno seguito. Ci avrei tenuto. Allora più mi importava che la rappresentazione a Ferrara ci fosse, come poi è stato, e anche a Codigoro, dov’ero assessore. Anche là si è fatta.

Un bel ricordo sono i colloqui con poliziotti e carabinieri, più sensati dei loro capi. Il mio ragionamento è semplice: a qualificare come pubblico o privato un evento sono le sue caratteristiche, non la natura, pubblica o privata, della struttura. Se così fosse, come le questure in giro per l’Italia pretendono, chi usa un bagno pubblico sarebbe colpevole di atti osceni o contrari alla decenza. Cito una vecchissima sentenza, secondo la quale un bagno pubblico diventa privato quando taluno vi accede e torna pubblico all’uscita. Così è del Teatro, affidato a un’attività privata. Carabinieri e poliziotti capiscono benissimo, ma hanno degli ordini…

Cultura: Al via il Piano triennale della Musica 2021-2023. Previste risorse per 9,5 milioni di euro.

 

Cultura. Al via il Piano triennale della Musica 2021-2023. Previste risorse per 9,5 milioni di euro. L’assessore Felicori: “L’obiettivo è creare lavoro e imprese di qualità, valorizzando autori e produzioni dell’Emilia-Romagna in Italia e all’estero”. L’assessore Salomoni: “Questo piano è il segnale che questa amministrazione crede nella formazione in campo artistico e musicale”.

Approvato oggi dall’Assemblea legislativa,punta sulla digitalizzazione, l’innovazione e la ricerca, il sostegno alla musica dal vivo e la promozione delle produzioni. Nuovo ruolo di Ater Fondazione. Il piano sostiene inoltre la qualificazione dell’offerta educativa e formativa: nel 2020-21 previsti 24 progetti per le scuole e 18 di alta formazione.

 

Bologna – Sostegno e valorizzazione della musica come fattore di crescita culturale, economica e di coesione sociale. E quindi formazione: da quella di base in età scolastica a quella più specializzata (corsi di alta formazione con finanziamento dal Fondo sociale europeo), dalla prima infanzia alla terza età. Poi sostegno a start up e progetti di rete, per creare nuove imprese e lavoro qualificato, supporto a nuove piattaforme per la diffusione e internazionalizzazione dei contenuti, alla fruizione della musica nei localie nei festival, in Italia e all’estero, e per la diffusione della conoscenza della legislazione e dei diritti degli artisti.

Sono gli obiettivi del secondo Piano triennale della Musica, costruito dalla Giunta regionale e approvato oggi dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Il nuovo programma prevede di assegnare circa 9,5 milioni di euro, le stesse risorse del Piano precedente, includendo anche fondi europei del Por Fesr e Fse (siamo in fase di definizione del nuovo Programma europeo 2021-27), progetti ministeriali, call specifiche comunitarie e progetti di cooperazione transnazionale e transfrontaliera per attività coordinate tra l’Assessorato alla Cultura e quelli alla Formazione, al Turismo e alle Attività produttive.

Il Piano, dopo un triennio che ha visto nell’ultimo anno una battuta d’arresto in particolare della circuitazione delle produzioni sia in Italia che all’estero a causa della pandemia, tiene conto dalle sfide aperte dal nuovo contesto, puntando in particolare sulle potenzialità offerte dal digitale per incentivare la formazione anche a distanza e per diffondere e promuovere la musica prodotta in regione, sia a livello nazionale che internazionale.

In quest’ambito è importante il cambio di passo di Ater Fondazione, di cui viene rafforzato il ruolo di promozione delle produzioni made in Emilia-Romagna in Italia e all’estero.

“Il Piano – commenta l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori -, rilancia e completa le misure adottate nel triennio precedente, con la forza di una prima esperienza alle spalle che, nonostante la battuta d’arresto della pandemia, ha dato segnali positivi. L’Emilia-Romagna, una realtà metropolitana che va da Rimini a Piacenza, può diventare sempre più un grande polo della creatività in Italia, sfidando Roma e Milano, come evidenziato nel programma di mandato del presidente Bonaccini, e la musica può giocare un ruolo importante, supportata da numeri in costante crescita su produzione e consumi. Ma l’obiettivo è anche più ambizioso e cioè quello di portare i nostri autori e le nostre produzioni all’estero, sfruttando le nuove tecnologie e una promozione più forte sul mercato nazionale e internazionale, con il supporto di enti come Ater Fondazione”.

“Non dobbiamo avere paura del digitale, nemmeno nella musica colta, anzi. Se pensiamo che la crescita dell’8% del settore nel 2019 a livello mondiale è dovuta totalmente al +23% dello streaming, capiamo che se vogliamo valorizzare la musica che si produce da noi dobbiamo primeggiare nella sfida del digitale, abbandonando nostalgie e atteggiamenti snob”.

“Questo piano triennale è il segnale che questa amministrazione crede nella formazione in campo artistico e musicale- aggiunge l’assessore alla Scuola Paola Salomoni -. Con queste risorse vogliamo investire anche nella crescita di start up e di progetti di rete, in particolare con il potenziamento di tecnologie digitali puntando a nuovi sviluppi tecnologici e di ricerca.

Parchi divertimento: filo diretto con Garavaglia per pianificare le riaperture.

“I bambini e le loro famiglie non vedono l’ora di tornare a divertirsi nei nostri parchi e noi siamo pronti ad accoglierli in totale sicurezza. Le attività si svolgono all’aperto, con ampi spazi a disposizione e sotto il controllo di personale preposto, a differenza di quanto può accadere nelle aree gioco dei parchi pubblici o, più semplicemente, per strada. Contingentiamo gli ingressi per evitare ogni rischio di assembramento e abbiamo predisposto severi protocolli di sicurezza che hanno già ampiamente dimostrato la loro efficacia lo scorso anno”. Giuseppe Ira, Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia (BG) esprime con queste parole la posizione del comparto, che in Italia conta circa 230 strutture tra parchi a tema, faunistici ed acquatici.

“Per essere operative – prosegue Irale nostre strutture hanno bisogno di almeno 6 settimane di preavviso: lunedì 29 marzo, in occasione del Consiglio Direttivo di Federturismo, abbiamo nuovamente incontrato il Ministro Massimo Garavaglia che ha sottolineato la sensibilità di tutto il Governo verso le problematiche dei parchi permanenti. Ci aspettiamo quindi a breve termine indicazioni adeguate in merito alle prospettive di riapertura per le nostre aziende”.

La riapertura dei parchi, fermi da ottobre, permetterebbe di ridare ossigeno al settore, con particolare riferimento alle imprese di piccole e medie dimensioni che registrano perdite fino all’80%. Tolti i big player facenti già capo a gruppi multinazionali, il comparto è costituito da centinaia di realtà che non hanno voce, pur giocando un ruolo importante nell’ambito dell’economia del territorio. Nel 2019 i parchi permanenti hanno generato un giro d’affari di 400 milioni di euro e 25.000 posti di lavoro diretti. Cifre che salgono rispettivamente a 1 miliardo di euro e 60.000 occupati considerando l’indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzione e altre voci collaterali. Nel 2020, il 20% dei parchi ha rinunciato completamente alla stagione, con una perdita di 10.000 posti di lavoro e 5 realtà italiane sono passate sotto il controllo di gruppi di investimento stranieri.

“Un altro nodo da sciogliere – conclude Iraè quello dei ristori: le imprese turistiche hanno la possibilità di accedere a forme di finanziamento a tasso agevolato e lunga scadenza che per noi sarebbero di vitale importanza. Il Ministro Garavaglia, che ringrazio per la disponibilità, ha annunciato che sta studiando l’emissione di mini-bond e ha riconosciuto la legittimità della nostra richiesta di passare sotto la competenza del Turismo, garantendo che si attiverà per valutare i necessari interventi sul piano tecnico normativo”.

Con 20 milioni di visitatori italiani nel 2019, 1.5 milioni di visitatori stranieri e 1.1 milioni di pernottamenti in hotel, l’industria dei parchi divertimento gioca un ruolo essenziale nel sistema dell’offerta turistica del Paese; ciononostante, ad oggi i parchi divertimento sono inseriti nella categoria “Circhi e Spettacoli Viaggianti” e fanno capo ai Beni Culturali.

 

Sanità: In Emilia-Romagna, la prima biopsia al seno guidata da mammografia con mezzo di contrasto.

 

Sanità. In Emilia-Romagna, all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, la prima biopsia al seno guidata da mammografia con mezzo di contrasto. La struttura reggiana inserita, unica in Italia, nei 3 Centri europei sperimentatori. Donini “Orgogliosi di essere stati scelti per partecipare a un progetto di ricerca così avanzato. Oltre il Covid, la ricerca va avanti, grazie all’impegno e alle straordinarie capacità dei nostri professionisti”.

L’esame diagnostico, effettuato su una paziente colpita da tumore dall’équipe della dottoressa Rita Vacondio, consente di definire con precisione il grado di invasività del tumore mammario nella fase pre-operatoria, per una corretta programmazione dell’intervento chirurgico.

E’ il primo caso in Italia: in Emilia-Romagna, all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, è stata eseguita una biopsia al seno nel corso di una mammografia con mezzo di contrasto, grazie all’utilizzo di un dispositivo medico per la diagnosi altamente innovativo. L’intervento è stato eseguito nei giorni scorsi su una paziente colpita da tumore alla mammella. Ad effettuare l’esame radiologico, l’equipe sanitaria dell’Unità di Diagnostica Senologica dell’ospedale reggiano, guidata dalla dottoressaRita Vacondio.

Si tratta di una tecnica del tutto nuova per la quale, dopo Parigi e Barcellona, Reggio Emilia è stata individuata quale terzo centro europeo sperimentatore (solo altri tre centri analoghi nel resto del mondo, negli Stati Uniti e Canada) dalla ditta produttrice dell’apparecchiatura, la statunitense General Electric.

“Un’ulteriore conferma delle straordinarie capacità dei nostri professionisti sanitari, riconosciute anche a livello internazionale- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Anche nella fase complicata che da un anno a questa parte vede la nostra sanità impegnata notte e giorno a combattere la pandemia, la ricerca va avanti per individuare nuovi approcci terapeutici, e garantire le cure più avanzate. Siamo orgogliosi e soddisfatti che una struttura ospedaliera dell’Emilia-Romagna sia stata scelta per partecipare a un progetto di ricerca così avanzato e possa fare da apripista in Italia nella diagnosi di una malattia che ancora colpisce molte donne”.

“La nuova tecnologia consente una rapida e agevole esecuzione della procedura diagnostica- spiega Pierpaolo Pattacini, direttore della Struttura di Radiologia e del Dipartimento Diagnostica per Immagini dell’Azienda Usl Irccs di Reggio Emilia-. Dedicheremo uno studio ad approfondire il grado di precisione nel condurre il prelievo bioptico all’interno dell’area sospetta, dove si presenta l’accumulo del mezzo di contrasto, e al confronto con la tradizionale biopsia guidata dalla semplice mammografia. Anche in questo caso, l’attività di ricerca si conferma un momento importante del nostro impegno professionale, che non va mai a scapito dell’attività ordinaria”.

L’indagine effettuata:

Tra le metodiche di imaging (diagnostica per immagini), la mammografia con mezzo di contrasto (CEM) consente un’analisi molto accurata sia delle micro-calcificazioni, nella loro morfologia e distribuzione, sia dell’accumulo del mezzo di contrasto, la cui disposizione è dimostrato essere associata alla componente tumorale più grave. Grazie a questa metodica è possibile ottenere una definizione precisa dell’invasività del tumore in fase pre-operatoria, informazione fondamentale per una corretta programmazione chirurgica.

Ancora una volta, l’Unità di Diagnostica Senologica dell’ospedale di Reggio Emilia precorre dunque i tempi nell’utilizzo di metodiche innovative. In passato, aveva già pubblicato uno studio sulla mammografia con mezzo di contrasto per pazienti sottoposte a trattamento di chemioterapia neo-adiuvante (Iotti V. e coll., Breast Cancer Research 2017) che, a livello internazionale, aveva aperto la strada a progetti analoghi. Anche in questo caso è stato l’elevato profilo scientifico a far sì che General Elecrtic, produttrice della tecnologia all’avanguardia, scegliesse Reggio Emilia come partner italiano per questa collaborazione scientifica.

Mammografia, i dati:

In provincia di Reggio Emilia vengono eseguite ogni anno circa 46mila mammografie nell’ambito dell’attività di screening al seno e altre 16mila per pazienti sintomatiche, fuori dalla campagna di prevenzione o già operate, oppure per monitoraggio e prevenzione del tumore per cause di ereditarie. Sono 350mila l’anno le mammografie di screening effettuate in tutta l’Emilia Romagna. 

 

Difesa: Sottosegretario Pucciarelli, importante promuovere il culto della memoria dei nostri Caduti.

Ufficio Stampa Sottosegretario di Stato alla Difesa.

“Desidero esprimere a Lei e a tutto il personale che opera all’interno del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti il mio sentito ringraziamento per la professionalità e la passione con cui, attraverso il vostro lavoro, contribuite a consolidare e a promuovere il culto della memoria dei nostri Caduti.” – ha detto il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli nel corso di un incontro avvenuto oggi con il Generale Gualtiero Mario De Cicco, Commissario Generale per le Onoranze ai Caduti del Ministero della Difesa.

“Dal 1919 il Commissariato Generale preserva la memoria dei Caduti di tutte le guerre, tutelando il decoro e la dignità dei sepolcreti. Attività che svolgete con passione e professionalità, coinvolgendo attivamente le Istituzioni scolastiche, gli Enti locali, le Associazioni d’Arma e gli Enti religiosi, sviluppando iniziative, programmi e progetti di collaborazione di specifico interesse, con l’obiettivo primario di promuovere, in particolare tra le nuove generazioni, la conoscenza degli eventi storici e dei valori morali connessi con il culto della memoria dei Caduti.

La vostra – ha proseguito Pucciarelli – è certamente una vera e propria missione, che riunisce ed interpreta i più alti valori che sono a fondamento della Nazione. Una Nazione che ha il dovere di continuare ad onorare la memoria dei propri caduti, ossia onorare la storia di Uomini, Reparti, fatti d’arme, ma anche la storia di un Popolo. In tal senso, il culto della memoria non è solo un fenomeno che riguarda il sentimento e il ricordo: è un processo generale e massivo che investe le Istituzioni governative tanto quanto l’opinione pubblica.

Sono convinta che l’attività del Commissariato Generale continuerà con lo stesso spirito e la stessa passione di questi primi cento anni di vita. 

Rinnovo a Lei, Generale De Cicco e a tutto il personale del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti del Ministero della Difesa il mio sincero ringraziamento.” – ha concluso il Sottosegretario alla Difesa Pucciarelli.

 

Se in tutto il mondo la Scuola facesse la Rivoluzione

 

Pare che per i discendenti di Asterix i numeri romani siano di difficile comprensione, tanto da aver indotto madame Noémie Giard, curatrice del Museo Carnavalet dedicato alla storia della città di Parigi, a trasformare Luigi XIV in Luigi 14 e Luigi XVI in Luigi 16.
Massimo Gramellini nel suo Caffè si è divertito ad ironizzarci sopra, mentre Donato Speroni, dell’ASviS, ci ha confezionato un editoriale per il Corriere della Sera in cui infodemia, crisi della scuola e della democrazia, compiono il solito auto da fè, come quando non si sa cosa dire.

Di fronte ad un’idiozia gallica subito parte il grido di allarme verso una scuola che non educa, contro l’inflazione dei social media, la denuncia dei giovani allo sbando per incapacità degli insegnanti e della scuola. Insomma, mentre la nostra vita sul pianeta si fa sempre più complessa, come ci ha spiegato l’Agenda Onu 2030, pare invece che ci si muova più facilmente nella direzione opposta, dando spazio alla semplificazione, al riduzionismo, al codice ristretto, poiché difettiamo non solo di competenze ma anche di comprendonio, passi per l’analfabetismo funzionale degli adulti, ma non può essere che i nostri giovani crescano privi degli strumenti per vivere nella complessità, per costruirsi una visione informata del futuro.

Tutto bene. Salvo che alla denuncia del problema continuano a non seguire, non dico i fatti, ma almeno le idee. Il repertorio è sempre il solito: la scuola come sfida più difficile. È un refrain che mi accompagna da quando decine di anni fa mi affacciai alla vita sociale, politica e lavorativa, per non parlare delle illusioni perdute di un militante sul campo di battaglia della scuola.
La nostra scarsa educazione civica riguardo ai problemi dell’istruzione ci accomuna al resto del mondo. I sistemi scolastici del pianeta funzionano tutti grosso modo alla stessa maniera, salvo per le diverse visioni dell’esistenza che sono ad essi sottese.

Mai però come oggi abbiamo bisogno di studiare, di combattere la povertà educativa, di rivendicare il diritto allo studio, studiare, studiare e ancora studiare. Impegnare cervello, intelligenza e fatica nello studio, non come coercizione ma come passione, come liberazione, piacere e avventura, come diritto a percorrere i curricula con la soddisfazione di ricostruire il sapere, di ripercorrere i percorsi che hanno portato l’umanità alla loro conquista, come orizzonti e prospettive su cui gettare lo sguardo. Godere della sorpresa, della scoperta, delle intuizioni e delle immaginazioni, delle emozioni che possono dare senso al nostro progetto di vita, alla nostra realizzazione, al nostro star bene con noi e tra noi.

L’ho scritto altre volte la felicità non fa parte dei nostri programmi scolastici, ma gli economisti, quelli umanisti, hanno scoperto che ciò che conta non è il PIL, ma la felicità. Parola terribile per le sette di flagellanti, la felicità non è di questa terra, eccetera, eccetera. Tranquilli, non felicità come piacere alla Epicuro o alla Bentham. No, più semplicemente come la felicitas dei latini, con la radice feo-, che a sua volta deriva dal greco phyo-, che significa ‘generare’, ‘far crescere’. Ecco il senso della felicità, e chi dovrebbe ‘generare’ e ‘far crescere’ se non tutti i sistemi formativi del mondo? A partire dai nidi e dalle scuole d’infanzia per bambine e bambini, diffusi ovunque perché è da zero a sei anni che si impara ad apprendere, che si può familiarizzare con il desiderio di sapere, che si può nutrire il piacere della curiosità per ciò che ancora non si conosce.

Non è che ci vogliono tante cose per essere felici, ma una di queste, imprescindibile, è il sapere.
Se i sistemi scolastici di tutto il mondo dovessero fare una rivoluzione tutti assieme, dovrebbero iniziare con il chiudere i loro silos scolastici, dove hanno ammassato generazioni di bambine e bambini, di ragazze e di ragazzi per formare cittadini di cittadinanze che non esistono più, per preparare forza lavoro per mercati di lavoro che non ci sono. Servire invece il compito di far crescere generazioni che respirino a ‘piena mente’ l’apprendimento come il loro principale nutrimento fin dalla nascita, per se stesse e per i loro futuri.

Ethos, pathos e logos tornino ad invadere i luoghi dove si studia, si insegna, si impara e si apprende, c’è l’ha insegnato Aristotele che senza ethos, pathos e logos gli apprendimenti non sostano, non si aggrappano alle nostre vite. Chiudiamo gli obitori del sapere e apriamo la scuola al mondo, all’emozione di apprendere, alla passione per la ricerca, all’infaticabile rincorsa di competenze e saperi, di comprensioni e dilemmi, quesiti e problemi, alla gioiosa fatica che comporta studiare.

Poco più di dieci anni fa Zygmunt Bauman, nelle sue 44 lettere dal mondo liquido, scriveva: “Ciò di cui invece c’è bisogno sono idee insolite diverse da tutte le altre, progetti eccezionali che nessuno ha mai suggerito prima…”
Questa è la sfida, non ce ne sono altre, resta ancora in attesa di essere colta, sempre che l’analfabetismo funzionale non riguardi anche il futuro dell’istruzione e delle nostre scuole.

Per leggere gli altri articoli di La città della conoscenza, la rubrica di Giovanni Fioravanti, clicca [Qui]

“Ferrara Musica a casa vostra”: Rinviato al 29 aprile il concerto in streaming degli Odhecaton.

Comunicato Stampa Ferrara Musica.

La rassegna digitale “Ferrara Musica a casa vostra comincerà giovedì 15 aprile con il concerto dedicato a Frescobaldi del clavicembalista Francesco Cera, preceduto da una lectio magistralis di Vittorio Sgarbi.

Il concerto degli Odhecaton, che doveva aprire giovedì 1 aprile la prima stagione in streaming di Ferrara Musica, è stato rinviato a giovedì 29 aprile a causa di nuove necessità logistico-organizzative.

Ferrara Musica a casa vostra”, il cartellone che l’associazione concertistica ferrarese promuove tra aprile e maggio, prenderà il via pertanto giovedì 15 aprile con il concerto del clavicembalista Francesco Cera, preceduto da una lectio magistralis di Vittorio Sgarbi. L’evento verrà registrato alla Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti e mandato in streaming alle 20.30. Cera, tra i più rinomati interpreti italiani di musica antica, eseguirà un programma totalmente dedicato alla musica di Girolamo Frescobaldi, compositore ferrarese tra i maggiori del XVII secolo, intitolato “L’ispirazione della musica estense”: un viaggio affascinante tra toccate, partite, canzoni e arie scritte sia nel periodo ferrarese che in quello romano. Prima dell’inizio del concerto Vittorio Sgarbi terrà una lectio magistralis sull’arte ferrarese e italiana al tempo di Frescobaldi, intitolata “Estasi barocche”.

Dopo l’Ensemble Odhecaton, che appunto il 29 aprile sarà protagonista del focus dedicato a Josquin Desprez nel 500° anniversario della morte, a chiudere la rassegna sarà il concerto di Lauter Project, che verrà filmato alla fine di aprile al Teatro “Claudio Abbado” e sarà visibile in streaming a partire da giovedì 6 maggio alle 20.30: protagonisti saranno i violinisti Alexandra Conunova e Nicola Bruzzo, il violista William Coleman, il violoncellista Enrico Bronzi e il pianista Gabriele Carcano, che proporranno al pubblico un programma musicale incentrato su Robert Schumann, di cui verranno eseguiti i Cinque pezzi in stile popolare op. 102 per violoncello e pianoforte, i Märchenbilder op. 113 per viola e pianoforte e il Quintetto op. 44.

La prima stagione digitale di Ferrara Musica mescola la tipologia degli eventi, affiancando ai concerti anche guide all’ascolto, lezioni magistrali e video di approfondimento. I tre concerti programmati, che saranno trasmessi sul canale YouTube di Ferrara Musica, hanno una particolare valenza simbolica. I tre eventi si collegano ad alcuni fili rossi della programmazione artistica, come il riallacciarsi al periodo rinascimentale, cuore identitario della cultura estense, anche portando i concerti nei magnifici palazzi dell’epoca in cui vissero i compositori di cui vengono proposte le partiture; e la volontà di costruire con pazienza e determinazione il pubblico di domani, continuando a lavorare con le scuole.

 

Extinction Rebellion Ferrara: in piazza per dire basta alla finanza fossile.

Attiviste/i nelle piazze di tutta Italia e del mondo avviano l’Onda Lunga della Ribellione

Giovedì 1 Aprile alle ore 17.30, attivisti e attiviste di Extinction Rebellion Ferrara realizzeranno un’azione performativa in Piazzetta Savonarola.

Non è uno scherzo… anche perché del Pesce d’Aprile, ormai, è rimasta solo la Lisca.

L’iniziativa si inquadra nell’ambito di un’azione globale che intende affermare che non è più ammissibile investire nei combustibili fossili e ignorare l’emergenza climatica: in Italia, la Finanza rappresenta il terzo emettitore di CO2, producendo un volume di gas serra superiore a quello del comparto industriale. Banche e istituzioni assicurative e finanziarie contribuiscono ogni giorno all’aggravarsi della crisi climatica ed ecologica: cambiare il sistema costruito sui fossili è necessario e urgente.

L’azione vedrà la partecipazione, a sorpresa, di una celebrità di calibro nazionale, dai natali ferraresi. Nello stesso giorno, in almeno altre 20 città italiane saranno realizzate diverse azioni dimostrative da parte di gruppi di Extinction Rebellion, dando il via all’Onda Lunga della Ribellione 2021, la quale durerà tutto l’anno.

Non c’è più tempo”: il grido di Extinction Rebellion a Roma nella Ribellione di ottobre scorso è rimasto inascoltato dai governi. Il 2021 doveva essere l’anno della rinascita e della ripartenza consapevole. Nonostante tutti i danni e le connessioni accertate tra la crisi climatica globale e la pandemia, il ruolo dei Governi nel contrastare l’imminente collasso climatico ed ecologico stenta a prendere forma, persi in programmi politici di breve termine.

Il pianeta politico è cieco, mentre il Pianeta Terra è su una traiettoria insostenibile con conseguenze irreversibili.

Per questo, il 1 aprile Extinction Rebellion torna nelle piazze ribadendo che “Vogliamo Vivere!

Nota: La manifestazione è stata comunicata e sarà condotta in forma statica da poche/i attiviste/i, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza anti Covid-19 previste dal DPCM in vigore per la zona rossa.

Tutti gli aggiornamenti dalle piazze verranno tempestivamente condivisi sulla seguente sezione dedicata del sito italiano: https://extinctionrebellion.it/XR-Press/live-feed/

con Amore e Rabbia

Extinction Rebellion Ferrara

xrferrara@protonmail.com          340 380 3294

Qui saranno disponibili foto e video delle azioni fatte nelle diverse città https://drive.google.com/drive/folders/1N01WE6ENDYEGJewT1LDjec7tIhmW8CQ0

Per approfondimenti: https://extinctionrebellion.it/ribellione-2021/finanza-fossile/

https://www.facebook.com/xrferrara

Covid: Ristori per i settori economici più colpiti dalla pandemia.

 

Covid. Ristori per i settori economici più colpiti dalla pandemia: approvato dall’Assemblea legislativa senza voti contrari il progetto di legge della Giunta regionale. Via libera a 9,7 milioni di euro per turismo, cultura, ristorazione, terzo settore e attività produttive dei territori alluvionati nel modenese. L’assessore Corsini: “Al fianco dei nostri imprenditori. A un anno dal primo lockdown destinati circa 54 milioni di euro, provvedimenti condivisi con i territori”.

Fondi per guide turistiche, maestri di sci, discipline alpine, fondo e snowboard, operatori culturali, associazioni di volontariato, attività produttive e famiglie fragili dei Comuni di Nonantola, Castelfranco Emilia, Campogalliano e Modena, per far fronte ai danni della rotta del Panaro del 6 dicembre scorso.

Bologna – Insieme per arginare e far fronte alle conseguenze economiche del Covid. È stato approvato oggi dall’Assemblea legislativa senza voti contrari il progetto di legge della Giunta regionale che, nei giorni scorsi, era stato illustrato in udienza conoscitiva in Commissione Politiche economiche alle associazioni di categoria.

L’Emilia-Romagna interviene quindi ancora con nuovi ristori pari a 9,7 milioni di euro per sostenere i settori più colpiti dalla pandemia: turismo, cultura, ristorazione senza somministrazione (quale, ad esempio, quella su treni, navi e attività di catering) e terzo settore.

Fondi che si aggiungono ai 34,9 milioni stanziati a partire dal 2020 per bar e ristoranti (21 milioni), stabilimenti balneari (5 milioni), agenzie di viaggio (1,7 milioni), imprese ricettive delle zone montane (2 milioni), agriturismi (1 milione), gestori piscine (1,5 milioni), attività escursionistiche delle motonavi (200mila euro), oltre al contributo integrativo per i gestori delle edicole (500mila euro) e al bando per taxi e Ncc in corso (2 milioni).

E in attesa dei fondi del Decreto sostegni, che metterà a disposizione dell’Emilia-Romagna oltre 9,3 milioni di euro. Risorseche saranno distribuite, grazie a una convenzione con Unioncamere, a discoteche e sale da ballo (3 milioni), palestre (2 milioni), cinema (1 milione), imprese culturali (1 milione e 360mila), spettacolo viaggiante (1 milione) e ambulanti delle fiere (1 milione).

Un totale, quindi, pari a poco meno di 54 milioni di euro che arriveranno direttamente sui conti correnti delle imprese come contributi a fondo perduto.

“Una misura necessaria e giusta per aiutare i nostri imprenditori a tamponare una situazione sempre più difficile- afferma l’assessore a Turismo e Commercio, Andrea Corsini-. Stiamo facendo tutto il possibile per sostenere un tessuto produttivo fondamentale per l’Emilia-Romagna. A un anno dal primo lockdown abbiamo destinato circa 54 milioni di euro a settori importanti per l’economia dell’Emilia-Romagna che, per le loro caratteristiche, hanno sopportato il peso maggiore delle limitazioni adottate per contenere il diffondersi della pandemia. Una nuova iniezione di liquidità cui seguiranno a breve altri fondi per attività non ancora comprese nei ristori regionali, in attesa che gli effetti della campagna vaccinale ci accompagnino alla vera ripresa”.

“Vogliamo agire in fretta e bene- prosegue Corsini-, per questo, come siamo abituati a fare, abbiamo condiviso i provvedimenti con i territori e gli operatori economici, ma abbiamo bisogno che anche il Governo faccia la sua parte sostenendo il turismo in tutti i modi: con le risorse, che devono essere congrue e rapide e con le decisioni che non devono danneggiare le nostre imprese”.

 

Turismo, cultura, ristorazione e terzo settore: 9,7 milioni per le attività colpite dall’emergenza sanitaria:

In dettaglio il nuovo progetto di legge, che sarà presentato entro marzo in Aula per l’approvazione definitiva, prevede ristori per guide turistiche (1 milione di euro), maestri di sci, discipline alpine, fondo e snowboard (1 milione di euro), operatori del settore culturale creativo (600mila euro), organizzazioni di volontariato (1 milione di euro) e attività  di ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto, di gelateria e pasticceria, di ristorazione su treni e navi e catering per eventi (4 milioni di euro).

A queste misure si aggiungono 2 milioni di euro per sostenere le attività produttive già colpite dal Covid, le famigliee le persone in condizione di grave fragilità economica e sociale dei territori alluvionati dalla rotta del Panaro del 6 dicembre scorso nei Comuni di Nonantola, Castelfranco Emilia, Campogalliano e Modena.

Infine, 100mila euro sono destinati a coprire le spese di assistenza tecnica per la gestione dei ristori e per l’attuazione di misure di sostegno alle imprese attraverso convenzioni con Unioncamere.

 

Siglato protocollo per favorire la diffusione della cultura digitale e l’utilizzo dei servizi digitali (SPID).

 

Comunicato Stampa Lepida.

Siglata l’intesa Lepida, SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL Emilia-Romagna.

 31 marzo 2021 – Siglato accordo tra Lepida ScpA e le OO.SS. SPI CGIL – FNP CISL – UILP UIL dell’Emilia-Romagna, con l’obiettivo di favorire la diffusione della cultura digitale e l’utilizzo dei servizi digitali.

Scopo del protocollo è contribuire ad abbattere il divario digitale tra chi ha la possibilità di avvalersi delle tecnologie informatiche e chi si ritrova escluso, con conseguente disparità nelle opportunità sul piano sociale e nei diritti individuali, e aiutare coloro che hanno minore familiarità con l’uso delle tecnologie digitali, favorendo la massima diffusione della credenziale digitale unica tra le persone anziane e le loro famiglie, anche in considerazione delle potenzialità rappresentate dall’utilizzo online per l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione.

In accordo con SPI, FNP, UILP dei singoli territori, il protocollo prevede sessioni formative ad hoc per le persone indicate dalle OO.SS. affinché siano in grado di informare, assistere, istruire i propri associati sul percorso necessario per ottenere il rilascio delle credenziali personali SPID LepidaID, erogate da Lepida – società in house della Regione Emilia-Romagna per le infrastrutture e i servizi telematici, accreditata dal novembre 2018 da AgID come gestore nazionale di identità digitali.

Nel corso delle sessioni saranno fornite istruzioni e indicazioni per accedere online a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione: Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), 730 online, situazione contributiva, servizi di pagamento tributi, pratiche di impresa, prenotazioni sanitarie, iscrizioni scolastiche, e qualsiasi servizio che richieda un’autenticazione, accessibile da pc, smartphone e tablet con la stessa username e password.

Il numero dei partecipanti, i giorni delle sessioni informative/formative, l’orario e le sedi verranno concordate tra Lepida e le strutture sindacali territoriali attraverso specifici accordi, anche individuando, se necessario, modalità e riferimenti a canali di risposta per risolvere problematiche che dovessero insorgere nell’applicazione del percorso di pre-registrazione.

Il protocollo, di durata annuale, prevede inoltre la realizzazione, da parte di Lepida, di un opuscolo informativo relativo alle procedure e alle modalità di accreditamento per favorire l’attivazione dello SPID. Le OO.SS. si impegnano a dare la massima diffusione tra i propri iscritti e le loro famiglie del materiale informativo prodotto da Lepida tramite newsletter, contatti diretti, iniziative di quartiere/comune, etc., e a supportare e assistere i cittadini, a partire dai propri iscritti, che riscontrano difficoltà nel seguire la procedura per il rilascio dello SPID, mettendo a disposizione, ove necessario e possibile, strumenti informatici presso le proprie sedi, nel rigoroso rispetto della normative relative alla privacy e al trattamento dei dati personali.

La formazione per acquisire le competenze necessarie per far fronte alle sfide poste dall’impatto delle tecnologie digitali, così come in altri ambiti della vita quotidiana, è coerente con le sollecitazioni provenienti dall’Unione Europea che, in tema di competenze chiave, raccomanda il miglioramento del livello di quelle possedute dagli adulti, sottolineando come anche quelle digitali siano cruciali “per poter realizzare appieno il proprio potenziale e un ruolo attivo nella società”.

Lepida è stata accreditata da AgID come Gestore di identità digitali SPID e ha avviato il servizio con identificativo LepidaID alla fine del 2018. Ad oggi le identità SPID LepidaID rilasciate sono oltre 600mila.

 

 

Ampliate anche a Comacchio le categorie merceologiche nei mercati in zona rossa.

 

Comunicato Stampa Comune di Comacchio.

Il Comune di Comacchio, con la determinazione dirigenziale n. 416 del 30/03/2021, in piena sintonia con quanto emerso dal tavolo di confronto con le associazioni di categoria, ha deciso di seguire la linea interpretativa già assunta da comuni come Ravenna, Faenza e Ferrara ammettendo, a far corso dal 1° aprile 2021, al commercio al dettaglio ambulante svolto nei mercati all’aperto in zona rossa tutte le merceologie di cui all’allegato 23 del DPCM 2 marzo 2021 ossia: prodotti alimentari e bevande; ortofrutticoli; ittici; carne; fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; profumi e cosmetici; saponi, detersivi ed altri detergenti; biancheria; confezioni e calzature per bambini e neonati.

Viene in tal modo ampliata alle categorie merceologiche relative a beni di prima necessità la possibilità di vendita nei mercati, finora circoscritta ai generi alimentari e ai prodotti agricoli e florovivaistici

Nei mercati non sarà ammessa la spunta ad eccezione di quello di San Giuseppe. L’Amministrazione comunale continuerà a garantire il servizio di prevenzione degli assembramenti e il rispetto delle norme di prevenzione sanitaria con l’impiego di operatori professionali che opereranno in supporto della Polizia Locale.

Afferma l’Assessore alle Attività Produttive Luca Bergonzi “Comunico con viva soddisfazione la decisione dell’Amministrazione Comunale di Comacchio, intervenuta proprio alla vigilia di Pasqua, di ammettere alla vendita nelle aree mercatali oltre alle categorie merceologiche alimentari anche quelle di prima necessità previste dall’allegato 23 per il commercio ambulate, nel pieno e assoluto rispetto dei protocolli sanitari Covid 19.

Ignorerò certi sterili commenti rivolti alla mia persona e i vani tentativi denigratori sul mio operato in merito alla questione da parte di taluni oppositori politici. Ma che sia ben chiaro per tutti, l’Amministrazione Comunale come ieri, come domani e come sempre, si schiererà con determinazione e costanza a favore del lavoro e al fianco delle categorie produttive.

Auguro il meglio a tutti gli operatori che potranno partecipare ai mercati. Ringrazio personalmente il Sindaco per l’appoggio e il sostegno. Questa amministrazione ha dato un chiaro segnale e sono certo che verrà interpretato con la giusta considerazione”.

 

Nursing Up De Palma: «Diciamo si alla legge per l’obbligo di vaccinarsi per gli operatori sanitari».

 

Comunicato Stampa Nursing Up.

Coronavirus, Nursing Up De Palma: «Una norma che preveda l’obbligo di vaccinarsi per il personale sanitario che opera a contatto con pazienti? Allo stato dell’arte nulla quaestio, ma aspettiamo di leggerne i contenuti. D’altronde la stragrande maggioranza degli infermieri pubblici si è già immunizzata.

Come conferma la FNOPI, sono solo 150 in tutta Italia i colleghi dipendenti pubblici del SSN che hanno deciso di non sottoporsi alle somministrazioni».

ROMA 31 MAR 2021 – «Una norma che preveda l’obbligo di vaccinarsi per il personale sanitario che opera a contatto con pazienti? Allo stato dell’arte nulla quaestio, ma aspettiamo di leggerne i contenuti. Certo è che la sicurezza del paziente è sempre al primo posto e che sono proprio gli infermieri italiani quelli che, tra i professionisti sanitari, hanno dimostrato con i fatti la loro volontà e determinata propensione a vaccinarsi. Nei casi diversi tuttavia, e questo è motivo di una nostra ferma riserva, sarà necessario garantire che le aziende sanitarie utilizzino prioritariamente tutti gli strumenti organizzativi che consentano un impiego alternativo e senza discriminazioni delle risorse umane interessate, anche con riferimento ai soggetti le cui condizioni di rischio oggettivo-soggettivo dovessero impedire la regolare somministrazione dei prodotti in uso».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta il possibile disegno di legge del Governo Draghi, di cui si parla tanto in questi giorni, sull’obbligatorietà di vaccinarsi da parte degli operatori sanitari.

«I dati indicati dalla Presidente FNOPI, continua De Palma, ci confortano e sostengono la nostra tesi: la legge che obbligherà gli operatori sanitari a vaccinarsi non deve essere considerata certo un tabù, soprattutto a questo punto dell’emergenza e con la quasi totalità degli infermieri pubblici già vaccinati, ma diciamo basta con la “caccia alle streghe”, con le sviste colossali, come il caso di Fiano Romano, dove non eravamo certo di fronte a 26 infermieri no vax, dove quindi nessun infermiere non vaccinato ha fatto esplodere il focolaio, come si è sentito ripetere impropriamente e più volte , ma si trattava di un solo operatore socio sanitario, uno solo, che aveva ahimè infettato 26 pazienti.

In occasione di una intervista rilasciata pubblicamente, la Presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli, ha dichiarato che “la grandissima maggioranza sia dei medici ospedalieri sia degli infermieri si è immunizzata. Un centinaio, non oltre 150, sono oggi gli infermieri dipendenti in tutta Italia che hanno deciso di non vaccinarsi. «Questo dato ci conforta, aggiunge De Palma, e conferma che i numeri sono bassissimi, perchè gli infermieri lo sanno, hanno coscienza, hanno a cuore pazienti e colleghi. Gli infermieri del SSN sono già vaccinati e hanno aderito in massa, non c’è stato bisogno di nessuna forma coercitiva per sottoporli al vaccino. La percentuale di operatori non vaccinati aumenta se prendiamo in considerazione i medici, e gli altri operatori sanitari delle Rsa: ma anche in quest’ultimo caso si tratta, per la maggior parte, di Oss.

Una legge può essere pertanto messa in campo, ma non si può violare in alcun modo la libertà personale.

Sarà importante garantire che le aziende sanitarie utilizzino prioritariamente tutti gli strumenti organizzativi che consentano un impiego alternativo e senza discriminazioni delle risorse umane interessate, anche con riferimento ai soggetti le cui condizioni di rischio oggettivo/soggettivo dovessero impedire la regolare somministrazione dei prodotti in uso. Vanno quindi sempre tutelati gli operatori sanitari che non si vaccinano per chiare ragioni di salute.

Lo ripetiamo da tempo: molti tra quelli non si sono vaccinati immediatamente rientrano tra coloro che si sono ammalati di Covid nelle corsie svolgendo il proprio mandato: per questi la Circolare Ministeriale arrivata non prima di marzo, prevede che la vaccinazione debba essere effettuata in un specifico “periodo finestra”, che va dai 3 ai 6 mesi dalla fine del contagio (con una sola dose). Fino al mese di marzo questi operatori sanitari non avrebbero certo potuto fare di testa propria. In carenza di protocolli ufficiali non potevano che attendere le indicazioni della comunità scientifica, indicazioni che sono giunte da poco. Ecco perchè siamo certi che ora anche gli ultimi, quelli che hanno finalmente avuto indicazioni su come vaccinarsi, correranno a farlo.

I dati Agenas parlano di 35 mila operatori non vaccinati? Il motivo potrebbe essere legato al fatto che Agenas pare prenda in considerazione anche i liberi professionisti, i pensionati. Ma va ricordato che per queste categorie non è stata introdotta alcuna priorità vaccinale, come accaduto per altre, quindi molti di loro non risultano vaccinati perchè sono in attesa di ricevere la prima dose, e pertanto non può certo dirsi che hanno deciso di non vaccinarsi», conclude De Palma.

 

Sereni rapporti collaborativi

E’ di questi giorni la vicenda di un amministratore che suggerisce di “valutare” la posizione del dipendente di una cooperativa, reo di averlo criticato, come condizione per confermare gli appalti a quella cooperativa. Richiesto di una rettifica, ha provveduto ad una autodifesa che ha sicuramente complicato il lavoro del suo avvocato. E’ interessante notare come lo stesso concetto possa suonare sguaiato, ridicolo e violento nella bocca di qualcuno e raffinato, misterioso e affascinante nella penna di uno scrittore.

“Mi piace quando nei racconti c’è un senso di minaccia. Ci deve essere della tensione, il senso che qualcosa sta per accadere, che certe cose sono messe in moto e non si possono fermare”.

Raymond Carver

Tanto tanto tempo fa

di Riccardo Francaviglia

I protagonisti delle vignette sono sgargianti individui che non sembrano appartenere al nostro mondo, forse vivono in un mondo variopinto o più probabilmente i loro colori accesi spiccano in un mondo all-white; un avatar del nostro contesto quotidiano, dove ciascuno di loro assomiglia a tutti e non assomiglia a nessuno. In fondo diverte l’idea di identificarsi con sagome fluo col naso a pera, ma voglio credere che anche questo può contribuire a guardarsi “da fuori” per sorridere e riflettere su ciò che siamo e ciò che stiamo diventando.

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