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Giorno: 26 Maggio 2021

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna 26 maggio.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 23.500 tamponi, 224 casi positivi (0,9%). Aumentano i guariti (+507), ancora in calo casi attivi (-287), pazienti in isolamento domiciliare (-239) e ricoveri (-48). Vaccinazioni: 2 milioni e 472mila dosi somministrate.

Il 95,4% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 36,6 anni. Quattro i decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 382.766 casi di positività, 224 in più rispetto a ieri, su un totale di 23.538 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dello 0,9%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosisomministrate.

Per tutte le informazioni sulla campagna: https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 2.471.983 dosi; sul totale, 866.237 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 86 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 109 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 148 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 36,6 anni.

Sui 86 asintomatici, 71 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 11 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione e 3 tramite gli screening sierologici. Per 1 caso è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna e Parma,entrambecon 46 nuovi casi,seguite da Cesena (24), Reggio Emilia e Modena (entrambe con 22 nuovi casi). Poi Ravenna (18), Rimini (17), Forlì (12) e Piacenza (11). Infine, il Circondario Imolese (4) e Ferrara (2).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 13.682 tamponi molecolari, per un totale di 4.727.263.  A questi si aggiungono anche 9.856 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 507 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 352.065.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 17.534 (-287 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 16.736 (-239), il 95,4% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano quattro nuovi decessi, di cui 1 a Modena (un uomo di 70 anni), 1 in provincia di Bologna(un uomo di 72 anni), 2 nel ferrarese (una donna di 72 anni e un uomo di 78). Nessun decesso a Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 13.167.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 109 (-7 rispetto a ieri), 689 quelli negli altri reparti Covid (-41). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 3 a Piacenza (-1), 12 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 13 a Reggio Emilia (-2), 18 a Modena (invariato), 36 a Bologna (invariato), 4 a Imola (-1), 5 a Ferrara (-2), 3 a Ravenna (-1), 2 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (invariato) e 9 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 23.479 a Piacenza (+11 rispetto a ieri, di cui 5  sintomatici), 27.997 a Parma(+46, di cui 26 sintomatici), 46.598 a Reggio Emilia (+22, di cui 13 sintomatici), 65.124 a Modena (+22, di cui 13 sintomatici), 81.703 a Bologna (+46, di cui 31 sintomatici), 12.555 casi a Imola (+4, di cui 2 sintomatici), 23.053 a Ferrara (+2, di cui 1 sintomatico), 30.210 a Ravenna (+18, di cui 9 sintomatici), 16.779 a Forlì (+12, di cui 10 sintomatici), 19.330 a Cesena (+24, di cui 16 sintomatici) e 35.938 a Rimini (+17, di cui 12 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni precedenti, sono stati eliminati 2 casi, di cui uno positivo a test antigenico ma non confermato dal tampone molecolare, e un altro giudicato non Covid-19.

Covid: Avanti con la campagna vaccinale per i lavoratori e gli operatori del turismo in Emilia-Romagna, si parte il 7 giugno.

 

Covid. Avanti con la campagna vaccinale per i lavoratori e gli operatori del turismo. Si parte il 7 giugno, obiettivo mille vaccini al giorno. Corsini: “Un primo passo importante per mettere in sicurezza uno dei settori più colpiti dagli effetti delle chiusure dovute alla pandemia. L’impegno è ampliare il prima possibile la campagna, compatibilmente alla disponibilità dei vaccini, per raggiungere anche gli altri comparti”.

Oggi l’incontro con le associazioni di categoria e i sindacati del settore. Al vaglio una convenzione che sarà sottoposta all’approvazione della Giunta regionale il prossimo lunedì per definire modalità e ripartizione costi marginali. Registrazioni sul sito della Regione e poi chiamata diretta delle Ausl.

Bologna – Vaccini ai lavoratori e agli operatori del turismo. Si parte il 7 giugno con l’obiettivo di realizzare mille vaccinazioni al giorno per raggiungere a tappeto il più velocemente possibile tutti gli addetti degli alberghi, delle strutture all’aria aperta (camping, villaggi turistici, ecc), degli stabilimenti balneari – bagnini compresi – degli impianti termali e dei parchi tematici.

Un piano che rientra di diritto in quello nazionale predisposto dal Commissario straordinario, Figliolo, per la realizzazione di piani aziendali su gruppi target, con il fine di mettere in sicurezza un settore economicamente rilevante nell’imminenza della stagione estiva.

Questo, in sintesi, quanto emerso dall’incontro tecnico-organizzativo convocato oggi online dall’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, con i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati di settore, insieme ai tecnici regionali della sanità e del comparto attività produttive e turismo.

Al vaglio una bozza di convenzione, che sarà sottoposta all’approvazione della Giunta regionale il prossimo lunedì, dove vengono definite le modalità della campagna e la ripartizione dei costi marginali delle operazioni di vaccinazione in capo alle associazioni di categoria.

Le vaccinazioni avverranno negli hub e nelle strutture delle aziende sanitarie regionali presenti nel territorio, in ogni provincia da Piacenza a Rimini, per favorire nei tempi più brevi possibili il procedere della campagna viste le difficoltà legate al settore turistico, con aziende anche di piccole dimensioni, diffuse su tutto il territorio.

Chi vorrà vaccinarsi dovrà candidarsi sul sito della Regione, dove sarà predisposta un’area ad hoc, e compilare una scheda indicando, tra l’altro, il settore lavorativo di appartenenza, l’azienda in cui si presta la propria opera, il punto vaccinale prescelto. Le persone registrate verranno contattate, a partire dal 7 giugno, dalle Ausl competenti per territorio, per fissare giorno e luogo della somministrazione.

Il riparto dei costi marginali, circa 40mila euro, su proposta della Regione alle associazioni di categoria, sarà definito in base al peso numerico delle imprese rappresentate da ogni associazione.

“Iniziamo dalle categorie più colpite dagli effetti delle chiusure dovute alla pandemia- commenta Corsini– consapevoli che altri e importanti settori sono al momento esclusi. Partiamo da qui con l’impegno, compatibilmente alla disponibilità di vaccini, di ampliare il prima possibile alle altre platee. Vogliamo dare così un segnale di fiducia ai turisti perché tornino presto a scegliere e frequentare la nostra regione con tranquillità, oltre a proteggere lavoratori che, per le loro mansioni, hanno maggiore contatto col pubblico”.

Ferrara: Da giovedì 27 maggio Saggi del Conservatorio | Tre giorni di concerti al Museo di Casa Romei.

 

Comunicato stampa Conservatorio Ferrara.

I saggi continueranno anche nelle prossime settimane al Museo Archeologico e alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara.

Ferrara – Tre giorni di concerti al Museo di Casa Romei, cinque le classi che si esibiranno per i saggi del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara. Si inizia con la Classe di Sassofono di Marco Gerboni, giovedì 27 maggio alle ore 16 al Museo di Casa Romei di Ferrara, per proseguire il giorno successivo, venerdì 28 maggio alle ore 16, con la Classe di Chitarra di Maurizio Pagliarini e alle ore 17.30 con la Classe di Sassofono di Marco Gerboni. Sabato 29 maggio alle ore 16 i saggi sono della Classe di Pianoforte di Fernando Scafati e alle 17.30 con la Classe di Pianoforte di Daniele Borgatti. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili, nel rispetto della normativa Covid-19.

I concerti saranno ospitati successivamente anche in altri due bellissimi luoghi della cultura. Oltre al Museo di Casa Romei, sedi dei concerti saranno il Museo Archeologico e la Pinacoteca Nazionale di Ferrara.

Le sfide del Gender Gap in Sanità.

 

Comunicato stampa Mondosanità.

26 maggio 2021 – Mondosanità e Women for Oncology – Italy hanno organizzato nei giorni scorsi il talk web “Le sfide del gender gap. Abbattere i muri anche nel mondo della Sanità e della Scienza”. Dal dibattito è emerso come superare gli stereotipi di genere e il gender gap sia una necessità sempre più impellente. Bisogna sottolineare che se gli stereotipi di genere sono trasversali a tutti i settori, sono però particolarmente radicati nell’ambito della medicina e della scienza. Purtroppo tutti i dati fanno emergere come gli squilibri tra uomo e donna continuino a persistere, in particolar modo nelle posizioni apicali. La pandemia non ha fatto che aumentare queste diseguaglianze.

Percorsi di formazione adeguati, iniziative di sensibilizzazione, role model sono strumenti che, se combinati insieme, possono aiutare ad abbattere i muri del gender gap.

Secondo Alessia Mosca, Membro 8ª Legislatura del Parlamento Europeo e Membro Camera dei Deputati XVII Legislatura e Prima firmataria legge Golfo-Mosca sulle disparità di genere “L’esperienza ci ha dimostrato che nelle posizioni apicali, laddove si nota che non si riesce in modo automatico a scalfire una consuetudine, le quote servono come un acceleratore, ma vanno sempre intese come uno strumento e mai come il fine. E i risultati di successo si possono verificare in tempi rapidi. Questo meccanismo non può essere applicato in modo standard in ogni settore, ma bisogna adattarlo alla situazione”. 

“Come intergruppo parlamentare abbiamo inserito la parità di genere come uno dei punti fondamentali con cui guardare a tutti i progetti che si andranno a sviluppare con il Recovery Fund, a partire dall’educazione delle giovani verso tutte quelle materie scientifiche che spesso sono appannaggio degli uomini” ha sottolineato Fabiola Bologna, Componente XII Commissione (Affari Sociali), Camera dei deputati

“Le facoltà di medicina sono per 2/3 formate da donne, anche se i dati mostrano che nelle progressioni di carriera e nelle apicalità la piramide è ribaltata, nonostante tante siano le donne meritevoli. Per questo chiediamo che negli obiettivi dei vertici istituzionali sanitari e universitari siano inclusi parametri come il numero avanzamenti di carriera e di ruoli apicali e assegnati a donne durante il mandato, nonché che il 50% di donne sia previsto negli organi a nomina” ha dichiarato Rossana Berardi, Presidente Women for Oncology Italy. Su questo punto lanceremo una call to action per tutte le donne che hanno un ruolo nel sistema sanitario, e ci faremo portavoci delle richieste di tutte le nostre colleghe con le istituzioni.

 

A Ferrara arriva la tomosintesi, l’avanguardia per la diagnosi precoce del tumore al seno.

 

Comunicato stampa Centro di Medicina SpA | Casa di cura Villa Maria SpA.

Spazio Donna per la prevenzione senologica e ginecologica grazie ai nuovi ecografi:
Due nuovi ambulatori dedicati alla dermatologia per la lotta al melanoma.

Per la lotta al glaucoma la diagnostica evoluta:
OCT, Campo visivo e Tonopachimetro. In sala anche impianti mix per correggere la patologia.

Centro di medicina Ferrara ha unito di recente le due unità sanitarie inglobando la storica sede di via Pomposa (Poliambulatorio Futura) all’interno di quella di via Verga 17, con direttore sanitario il professor Vincenzo Sollazzo. Grazie ad un intervento di restyling e di potenziamento tecnologico, è stata creata una clinica ambulatoriale moderna, con oltre 150 specialisti in 50 branche, integrata dalla attività chirurgica in day surgery, una struttura dagli spazi interni confortevoli e facilmente raggiungibile, con un nuovo e ampio parcheggio esterno. A beneficiare del potenziamento tecnologico in particolare sono state l’attività diagnostica in ambito senologico, ginecologico, dermatologico e oculistico.

NUOVO MAMMOGRAFO 3D CON TOMOSINTESI SMARTCURVE – Un’apparecchiatura in grado di effettuare mammografie a risoluzione ancora più elevata rispetto al modello precedente e, grazie ad un particolare dispositivo, alleviare il dolore dell’esame e renderlo così più fruibile dalle donne. Questa apparecchiatura, che ha richiesto un importante investimento (250 mila euro), è in dotazione ad una equipe di Radiologi Senologi di grande esperienza, composta dagli specialisti Andrea Campanati, Nicola De Pascalis, Massimo Lazzari, Eugenio Scarcella.

Questa innovazione si inserisce in una struttura evoluta in ambito di prevenzione al femminile. Sono già presenti infatti gli Ecografi Voluson E10, fondamentali nella diagnosi dei tumori ginecologici con oltre 20 specialisti. Inoltre apparecchiature per la prevenzione dermatologica (lotta al melanoma) ed oculistica (lotta al glaucoma).

Centro di medicina Ferrara partecipa e promuove insieme alla Lilt Ferrara e all’Amministrazione comunale, con il supporto ed il coinvolgimento della Spal e delle Associazioni di categoria cittadine (CNA Ferrara, Ascom Confcommercio Ferrara e Confagricoltura Ferrara, grazie alle convenzioni in essere), la cultura dei corretti stili di vita e le buone prassi della salute con eventi, incontri e campagne di sensibilizzazione che coinvolgano le Istituzioni pubbliche, le Associazioni e la popolazione.

TOMOSINTESI, SMART CURVE E PROTOCOLLO GOLD STANDARD:

Il nuovo sistema si qualifica sia per l’altissima risoluzione (dimensione del pixel di visualizzazione pari a 70 micron) e per la velocità (appena 3,7 secondi).

Riducendo gli artefatti da sovrapposizione, consente un’analisi più accurata della struttura del seno con una dose di radiazione ampiamente entro i limiti standard riconosciuta come accettabile.

La Tomosintesi consente l’individuazione delle patologie (opacità sospette e distorsioni della struttura) riducendo accertamenti strumentali invasivi, con una definizione che permette di visualizzare dettagliatamente lesioni e calcificazioni, anche le più tenui, migliorando la percezione della zona sottocutanea, senza compromettere i tempi di scansione e la quantità di dose erogata, migliorando l’accuratezza diagnostica per seni di qualunque dimensione e densità.

Negli ultimi anni si registra un incremento del rischio nella fascia 35-40. Per questo la tecnologia sempre più all’avanguardia viene in aiuto allo specialista.

Per una diagnosi precoce più efficace va inoltre sottolineata l’importanza del protocollo gold standard, che prevede nell’unica seduta la mammografia e l’ecografia mammaria, con visita da parte dello specialista (esame clinico strumentale delle mammelle). Questo è al momento il protocollo completo per una prevenzione efficace.

I NUMERI DEL TUMORE AL SENO IN EMILIA ROMAGNA:

Come riportato dal sito della Regione Emilia Romagna, sono oltre 4.500 i nuovi casi di tumore alla mammella diagnosticati ogni anno in Emilia-Romagna.  Una regione che, tuttavia, può vantare la sopravvivenza più lunga delle pazienti in ambito nazionale (l’89% a 5 anni) e tra le più alte d’Europa, con una mortalità in costante calo (-2% l’anno). Risultati importati, ottenuti grazie allo screening, con cui ogni anno vengono esaminate gratuitamente 350mila donne dai 45 ai 74 anni, e anche a una rete di eccellenza, in campo nazionale e internazionale, che segue le pazienti lungo tutto il percorso di diagnosi e cura. Sono i 12 Centri di senologia della Regione Emilia-Romagna, di cui si è insediato il Coordinamento proprio in questi giorni.

 

Covid: Novità per le vaccinazioni dei 50-54enni in Emilia-Romagna.

 

Covid. Novità per le vaccinazioni dei 50-54enni: chi si è già registrato ma è ancora senza appuntamento, riceverà da oggi stesso l’sms dalle Aziende sanitarie per prenotarsi, con somministrazione diretta negli Hub e punti vaccinali. Dal 28 maggio prenotazioni al via, tramite consueti canali e vaccino sempre nei centri Ausl, per la stessa fascia d’età che ancora non si è registrata sul portale regionale.

Due date fissate anche per i 40-49enni: da giovedì 3 giugno i già registrati riceveranno l’sms con direttamente il giorno della vaccinazione, circa 200mila; il 4 giugno prenotazioni aperte per chi non si è ancora candidato, sempre con i canali tradizionali (Cup, farmacie Cup, telefono e web). Operazione recupero per tutti i cittadini interessati che ancora non hanno preso appuntamento: potranno vaccinarsi direttamente dal proprio medico di base. Videoconferenza stampa dell’assessore alle P olitiche per la salute, Donini: “Ulteriore accelerazione della campagna. Si va verso un modello integrato Ausl-Medici di medicina generale, per utilizzare al meglio tutti i canali disponibili: entro giugno completata la fascia 50-59 anni”.

Bologna – Un’ulteriore accelerazione della campagna vaccinale in Emilia-Romagna, con due importanti novità per la fascia dei 50-54enni e per quella dei 40-49enni, introdotte dalla Regione in accordo con le Aziende sanitarie e i Medici di medicina generale, coordinati nell’ottica di ottimizzare tempi e organizzazione.

Ad illustrarle, oggi in video conferenza stampa, l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, presente anche Fabio Maria Vespa, segretario regionale Fimmg-Federazione medici di medicina generale dell’Emilia-Romagna.

I cittadini tra i 50 e i 54 anni, quindi nati tra il 1967 e il 1971, che si sono già registrati sul portale regionale ma non hanno ancora un appuntamento fissato con il proprio medico di famiglia – una netta minoranza, peraltro, rispetto a chi la data della somministrazione ce l’ha – riceveranno da oggi stesso un sms dalle Aziende sanitarie con l’indicazione delle modalità attraverso cui prenotarsi, a partire da oggi: si tratta di circa 46mila persone.

Da venerdì 28 maggio, invece, chi – sempre appartenente alla stessa fascia d’età – non si è ancora registrato sul portale regionale, potrà prenotarsi attraverso i consueti canali disponibili: sportelli dei Centri Unici di Prenotazione (Cup), farmacieche effettuano prenotazioni Cup; online attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), l’App ER Salute, il CupWeb (www.cupweb.it); oppure telefonando ai numeri previsti nell’ Azienda Usl di appartenenza per la prenotazione telefonica.

In entrambi i casi le vaccinazioni saranno effettuate nei centri vaccinali delle Aziende sanitarie.

Fascia 40-49 anni:

Stesso schema, con due date fissate, anche per la fascia d’età 40-49 anni, quindi i nati dal 1972 al 1981: dagiovedì 3 giugno riceveranno l’sms dalla propria Azienda sanitaria di appartenenza coloro che si sono già candidati alla vaccinazione sul portale regionale, con l’indicazione della data della vaccinazione; venerdì 4 giugno sarà la volta dei 40-49enni che ancora non si sono registrati, e potranno prenotarsi a partire da quel giorno con le modalità tradizionali, e cioè i consueti canali disponibili.

Operazione recupero:

Ma le novità non finiscono qui, perché scatta anche un’operazione recupero nei confronti di tutti i cittadini che, pur potendo già vaccinarsi perché appartenenti a classi di età, professionali o di rischio per le quali la campagna è aperta, ancora non si sono fatti avanti per prendere appuntamento: potranno farlo direttamente dal proprio medico di medicina generale, telefonando per fissare la data della somministrazione, che appunto sarà in carico ai medici di base. Medici che, attraverso le anagrafiche a loro disposizione, potranno anche decidere di accelerare il percorso, contattando direttamente i propri pazienti non ancora vaccinati.

“Diamo un’ulteriore accelerazione alla campagna vaccinale, integrando sempre più il lavoro delle Aziende sanitarie e dei medici di medicina generale, per utilizzare al meglio tutti i canali disponibili e ottimizzare tempi e organizzazione- ha sottolineato l’assessore Donini in conferenza stampa-. Un’operazione messa in campo anche come prospettiva per il futuro, continuando ad investire nella medicina territoriale. Andiamo avanti con la tabella di marcia prefissata per le classi di età fino ai 40anni, semplificando anche le procedure con l’introduzione di queste novità, e cerchiamo di recuperare con tutti i mezzi possibili anche i cittadini che non si sono ancora fatti avanti per la somministrazione del vaccino. Entro fine giugno- ha aggiunto Donini- completeremo tutte le vaccinazioni dei 50-59enni e in presenza di giuste quantità di dosi, entro l’estate tutti gli emiliano-romagnoli che lo vorranno saranno vaccinati”.

Andamento campagna vaccinale:

L’assessore ha anche fatto il punto sull’andamento della campagna vaccinale: alle ore 12 in Emilia-Romagna risultavano somministrate oltre 2 milioni 463mila dosi, con il 96,2% utilizzate rispetto a quelle consegnate: “Siamo tra le Regioni che tengono meno dosi in frigo, ma per tenere questo passo- ha fatto presente Donini– occorrono rifornimenti appropriati, contiamo già in questi giorni su nuovi arrivi di vaccini”.

Per quanto riguarda le vaccinazioni per classi di età, gli ultraottantenni sono già stati vaccinati nella quasi totalità; per la fascia 75-79enni si è raggiunto l’86% per la prima dose; 70-74enni: superato l’80%; 65-69enni: 75% prima dose; 60-64enni: 63% della prima dose effettuata. Altra categoria prioritaria, come stabilito dalla Struttura commissariale alle cui indicazioni la Regione si è attenuta, quella delle persone gravemente patologiche e fragili a prescindere dalla classe d’età.

Forum Eventi, domenica incontro online con tre finalisti del Premio Strega in diretta streaming.

 

Comunicato stampa MediaMente.

Forum Eventi, domenica incontro online con tre finalisti del Premio Strega: Teresa Ciabatti, Alice Urciuolo e Roberto Venturini in diretta streaming

Gli autori finalisti dello Strega incontrano online i lettori grazie a un’iniziativa di BPER Banca, partner del premio letterario: domenica 30 maggio Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, dialoga con Teresa Ciabatti, Alice Urciuolo e Roberto Venturini in diretta sui canali social di “BPER Banca Forum Monzani” e BPER Banca

Forum Eventi porta gli autori finalisti del premio letterario più importante d’Italia direttamente a casa dei lettori, grazie alla collaborazione dello Strega con BPER Banca: per quattro domeniche consecutive Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, dialoga con tre scrittori di questa prestigiosa dozzina.

Il secondo appuntamento, dopo quello di domenica scorsa, è  domenica 30 maggio alle 18 con Teresa Ciabatti, Alice Urciuolo e Roberto Venturini.

Ad accogliere il lettore tra le pagine di Sembrava Bellezza (Mondadori) è una donna, una scrittrice, che dopo essersi sentita ai margini per molti anni ha finalmente conosciuto il successo. Vive un tempo ruggente di riscatto, che cerca di tenersi stretto ma ogni giorno le sfugge un po’ di più. Proprio come la figlia, che rifiuta di parlarle e si è trasferita lontano. In queste pagine Teresa Ciabatti riflette sull’impietoso trascorrere del tempo, e su come nel ripercorrerlo si possano incontrare il perdono e la tenerezza, prima di tutto verso se stessi. Un romanzo di madri e di figlie, di amiche, in cui l’autrice mette in scena le relazioni, tra donne e non solo.

A Pontinia, piccolo centro di fondazione fascista nel mezzo della pianura pontina, il giovane Enrico ha ucciso la fidanzata Elena. Ma chi è davvero responsabile della morte di Elena? Solo Enrico o in una certa misura anche l’intera comunità, ancora marcata dall’impronta fascista e regolata nel profondo da valori patriarcali? Adorazione (66thand2nd) è un romanzo sulla complessità dell’adolescenza che attrae e respinge, esattamente come i caratteri dei ragazzi che danno vita alle vicende raccontate: Alice Urciuolo intesse il suo esordio attorno a un’estate vissuta intensamente, la stagione che più si addice ai ragazzi e alla loro passione. A distanza di un anno, il gruppo di amici tenta di uscire dalla tragedia e di gettarsi a capofitto in quel che più desidera: crescere. Sperimentarsi. Anche a costo di soffrire e far soffrire.

Villaggio Tognazzi a Torvaianica: Alfreda, accumulatrice seriale e affetta da demenza senile, incontra Sandra Mondaini in una sorta di visioni notturne che interpreta come un appello dell’attrice a adoperarsi per riunire la sua salma a quella del marito. È noto, infatti, che i coniugi più famosi d’Italia riposino in cimiteri diversi: Verano e Lambrate. Dato un simile innesco è ovvio che le persone più vicine alla donna accettino di compiere per lei quel che da sola non è in grado di fare. Così ne “L’anno che a Roma fu due volte Natale” (SEM) Roberto Venturini mette insieme un gruppo improbabile di personaggi composto da Marco, il figlio depresso e disagiato, un pescatore in disarmo e il travestito Er Donna che non si sottraggono al dovere che l’amore e la cura verso una persona cara richiedono, dando il via al ratto della salma di Raimondo Vianello. È una trama che promette una certa dose di trash, humor, degrado, violenza, dolore, dolcezza, pudore ed è esattamente ciò che il romanzo restituisce.

In questo periodo i dodici libri finalisti del riconoscimento letterario – promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega, con il contributo di Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con BPER Banca, sponsor tecnico Ibs.it – vengono letti e votati da una giuria composta da 660 aventi diritto. Ai voti degli Amici della domenica si aggiungono quelli espressi da studiosi, traduttori e appassionati della nostra lingua e letteratura selezionati dagli Istituti italiani di cultura all’estero, lettori forti scelti da librerie indipendenti distribuite in tutta Italia, voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura. I cinque finalisti del Premio Strega saranno annunciati il 10 giugno, mentre il vincitore sarà premiato l’8 luglio.

E’ possibile seguire gli incontri in diretta sulla pagina Facebook e sul canale YouTube “BPER Banca Forum Monzani”, dalla pagina facebook di BPER Banca, dall’account twitter @GruppoBPER_PR.

 

Venerdì 28 e sabato 29 maggio torna l’Opera al Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado”.

 

Comunicato stampa Teatro Ferrara.

Le nozze di figaro di Wolfgang Amadeus Mozart: Versione rielaborata a cura di Giovanni Dispenza dell’Opera in quattro atti su libretto di Lorenzo Da Ponte.

Una giornata di passione e follia, una rappresentazione – divenuta esemplare – della secolare dialettica servo-padrone. E “tra allusioni e doppi sensi, la musica di Mozart fa esplodere quei versi di profondissime, umanissime passioni”.

Intrighi, tradimenti, svelamenti, passioni, e una  rappresentazione – divenuta esemplare – della secolare dialettica servo-padrone, in cui i primi sembrano svettare per nobiltà e intelligenza rispetto ai secondi. Torna l’Opera al Teatro Comunale di Ferrara con Le nozze di Figaro. In due date, venerdì 28 e sabato 29 maggio alle ore 19.30, va in scena l’opera lirica in quattro atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, in una versione rielaborata e con la regia di Giovanni Dispenza. Forte di una rinnovata collaborazione, il doppio appuntamento è una produzione della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara in collaborazione con il Conservatorio Frescobaldi di Ferrara. Le nozze di Figaro vedono infatti la presenza dell’Orchestra del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, composta da docenti, allievi ed ex allievi, con Marco Titotto come Maestro concertatore e Direttore. Anche gli interpreti dell’Opera sono studenti del Frescobaldi. Sponsor è Eni.

Le nozze di Figaro è una delle più note opere mozartiane ed è la prima della fruttuosa serie di collaborazioni del compositore austriaco con Lorenzo Da Ponte, che portò alla creazione anche del Don Giovanni e di Così fan tutte. L’opera racconta di intrighi, di tradimenti e dell’amore fra i due protagonisti, il servo Figaro e Susanna. Il Conte d’Almaviva, invaghito della cameriera della Contessa, Susanna (promessa sposa di Figaro), cerca di imporre sul suo matrimonio lo “ius primae noctis”, volendola tutta per sé la prima notte di nozze. La vicenda si basa su un intreccio serrato, a tratti folle, tra comicità e drammi. Si svolge nell’arco di una giornata in cui alla fine i “servi” si dimostrano più signori dei loro padroni.

“La doppia data de Le nozze di Figaro si inserisce nell’ottica di valorizzazione delle eccellenze culturali ed artistiche del territorio – spiega il direttore artistico del Teatro Abbado, Marcello Corvino – Un percorso già intrapreso dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, che ora conferma questo indirizzo di promozione e di valorizzazione del sistema culturale ferrarese. Un tassello essenziale che compone il mosaico di date non solo della stagione estiva, ma anche delle stagioni future, che vedranno diverse realtà locali lavorare in sinergia con professionisti di rilievo nazionale e internazionale”.

“Sono molto orgoglioso della collaborazione che continua tra il Conservatorio e il Teatro Comunale – sottolinea il direttore del Conservatorio Frescobaldi, Fernando Scafati – Non è scontato che un Teatro importante collabori per una produzione dove sono protagonisti gli studenti e gli insegnanti, sia nell’orchestra, guidata dal nostro docente Marco Titotto, sia sul palco come cantanti. Si tratta di un’opportunità unica per gli studenti dei corsi accademici superiori, che hanno la possibilità di stare in scena nelle stesse condizioni di un professionista: preziosa esperienza formativa in vista dell’inserimento nel mondo del lavoro”.

L’allestimento dell’associazione Senzaspine è ora riproposto in una versione rielaborata dal regista Giovanni Dispenza (con assistente di regia Turchese Sartori) per Ferrara. «La sfida è quella di rendere attuale l’opera mantenendo gli abiti d’epoca – dichiara il regista Giovanni Dispenza –. I costumi settecenteschi vengono così inseriti all’interno di una scena modulare, una cornice che fa sia da quadro pittorico che da specchio, rappresentando l’immagine che il personaggio vuole fingere – “imbellettato per i posteri” – ma anche il vero io, privo di pietà e comprensione. Spazio anche alle video proiezioni, per mostrare i tormenti, i dubbi e i sentimenti dei protagonisti». Il tutto, conclude il regista palermitano, unito da una voce narrante, quella di una serva che, al pari di Susanna, spiando tra un’aria e l’altra, riferirà al pubblico gli eventi della folle giornata.

“Intrighi, tradimenti, svelamenti, passioni: sono i motori della narrazione dei quattro atti dell’opera buffa scritta da Lorenzo Da Ponte – ridotta dalla commedia “Le mariage de Figaro” in cinque atti di Beaumarchais, nonché asciugata dei contenuti più satirico-politici dell’originale – e composta da Wolfgang Amadeus Mozart” spiega Dispenza. “La passione che scorre il giorno prima delle tanto desiderate nozze tra Figaro e Susanna viene sporcata dai sordidi intrighi che alle loro spalle tramano il Conte, Marcellina, Bartolo, Basilio. E a loro volta, per difendere la loro passione, cospirano Figaro, Susanna, Cherubino e la Contessa”. Intrigo che spinge al tradimento a qualunque costo, con la forza della seduzione, del ricatto, del denaro. Ed ecco la ‘rivelazione’. “Si svelano gli intrighi e le passioni, i tradimenti e le identità. Chi si credeva essere or non è più, né ci si riconosce nei propri panni, si è messi a nudo, è caduto il velo. Ci si ritrova, minuscoli sotto un cielo stellato, uguali nonostante le differenze sociali ed economiche, fragilmente umani. Su di esse giganteggia il perdono, sublime atto umano che ridona pace, ordine, equilibrio”. Per il regista, “Il sacerdote Da Ponte, librettista e libertino, aveva certo esperienza di tradimenti e intrighi, ne è testimone un testo ricco di allusioni e doppi sensi, mentre la musica di Mozart fa esplodere quei versi di profondissime, umanissime passioni. Noi, nel nostro piccolo, sempre affannati a far capriole e salti mortali per arrivare alla fine di questa folle giornata, ci abbiamo messo questo: passione e follia”.

Sviluppo integrale, sostenibilità, economia circolare e agroecologia: Da Unife un simposio internazionale online tra Europa e America Latina.

Comunicato stampa Università degli studi di Ferrara.

“Looking for Integral Development” il 16, 23, 30 giugno e il 7 luglio 2021 dalle ore 15 alle ore 18.30.

Il Dottorato internazionale in Environmental Sustainability and Wellbeing (ESW) e  la Rete universitaria internazionale Routes towards Sustainability dell’Università di Ferrara insieme al Campus di Villaricca della Pontificia Universidad Católica de Chile, a Innovation for Sustainable Development Network, e al Centro studi per la promozione della cultura internazionale AMIStaDeS, lanciano un’iniziativa di rilevanza internazionale tra Europa e America del Sud sul tema dello sviluppo integrale, dei sistemi di economia circolare e di agroecologia dal titolo “Looking for Integral Development”. 

L’evento, in programma il 16, 23, 30 giugno e il 7 luglio 2021 dalle ore 15 alle ore 18.30, si svolge interamente online in lingua inglese e spagnola a seconda delle giornate.

Molti gli speakers d’eccezione tra cui Michelle Bachelet, già due volte Presidente della Repubblica del Cile e attualmente Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione italiana, Romano Prodi, già Presidente della Commissione Europea e due volte Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Enrique Iglesias, già Presidente della Banca Interamericana di Sviluppo e attualmente Presidente della Fundación ASTUR, Alberto Acosta, già Presidente dell’Assemblea Costituente ecuadoregna del 2008 e Monsignor Giancarlo Perego, Arcivescovo della Diocesi di Ferrara-Comacchio, già responsabile della Caritas italiana e dal 2009 Direttore generale della Fondazione Migrantes.

Nelle giornate successive a quella di apertura interverranno importanti personalità, fra economisti, scienziati sociali e politici, come Francisco Alburquerque Llorens, Coordinatore del comitato scientifico della Rete di sviluppo territoriale dell’America Latina e dei Caraibi, Anna Barrera, Coordinatrice senior della European Union – Latin America and Caribbean Foundation (EU-LAC Foundation), Jose Miguel Benavente, Banca Interamericana de Sviluppo, Johana Ciro, Agente di sviluppo locale (spopolamento) e membro del collettivo Hilar la vida, Stephany Griffith-Jones, attualmente Direttrice dei mercati finanziari presso l’”Initiative for Policy Dialoguedella Columbia University di New York, Annalisa Primi, Direttrice della Divisione trasformazioni economiche e sviluppo all’OECD (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e tanti altri ancora.

Tra gli obiettivi dell’iniziativa rafforzare e ampliare le vaste relazioni di Unife con il mondo e le istituzioni latinoamericane, affrontare il nodo cruciale della sostenibilità e del ‘Buen Vivir’, un concetto definito fra Bolivia ed Ecuador nei primi anni del nuovo millennio per poi propagarsi globalmente, includendo anche l’idea di sviluppo integrale da tempo sostenuta da Papa Francesco, contribuire alla riflessione necessaria sull’economia, la società e i diritti in un mondo scosso dalla pandemia del Covid-19 e, da ultimo, discutere delle relazioni bi-regionali di due continenti interconnessi, l’Europa e l’America del Sud, che da tempo trascurano i propri legami storici, economici, culturali e politici.

Il Simposio sarà aperto dalle autorità dell’Università di Ferrara e della Pontificia Universidad Católica (PUC) del Cile, storico partner accademico di Unife, in particolare per le attività svolte con il Campus di Villarrica, diretto dal Professor Gonzalo Valdivieso Gatíca, che ha conseguito il dottorato di ricerca in Economia proprio a Ferrara.

Nell’ordine le quattro giornate saranno coordinate e moderate dal Professor Gianfranco Franz, dalla Professoressa Andrea Casals Hill della PUC, da Gonzalo Valdivieso Gatíca e Fernando Diaz Lopez, fondatore del network Inno4sd (Innovation for Sustainable Development e infine Caterina Rondoni, studentessa del dottorato internazionale ESW.

Per ulteriori informazioni e per le modalità di partecipazione è possibile consultare il sito web dell’evento www.unife.it/it/lfid

Maltempo: Coldiretti er, accolte nostre richieste per deroga 102/2004.

Comunicato stampa Coldiretti.

Arriva in Gazzetta l’ok per l’accesso ai risarcimenti per le aziende danneggiate dalle gelate.

“La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che stabilisce che le imprese agricole che hanno subito danni dalle gelate eccezionali dello scorso aprile e che non beneficiavano della copertura assicurativa possano accedere al Fondo di solidarietà nazionale è un importante segnale di come le Istituzioni siano attente alle nostre richieste e all’importanza del comparto agricolo”. Lo ha detto il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna Nicola Bertinelli dopo l’arrivo dell’ok in Gazzetta alla richiesta di deroga alla legge 102/2004, che la stessa associazione, all’indomani delle gelate di due mesi fa, aveva richiesto in una lettera indirizzata all’Assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi.

“La situazione – ha continuato Bertinelli – è stata da subito particolarmente critica, sia per l’impatto devastante dell’improvviso rovescio climatico sia per la situazione emergenziale epidemiologica legata al Covid-19 che ha causato molteplici difficoltà non solo agli spostamenti e alla circolazione, ma anche alla concreta possibilità da parte degli agricoltori di occuparsi delle coperture assicurative”.

Accogliamo con favore la pubblicazione in Gazzetta del decreto – conclude Coldiretti regionale – ma i 105 milioni con i quali è stato incrementato il Fondo di solidarietà nazionale posso solo essere un primo passo: solo in Emilia-Romagna i danni causati alle aziende agricole dalle gelate negli ultimi due anni ammontano a oltre 450 milioni.

La fragola LYCIA: nuova varietà di riferimento del CIV per la zona di Verona e della Romagna.

 

Comunicato stampa C.I.V.

Tecnici e produttori concordano: le caratteristiche del frutto “collocano Lycia® nel segmento premium nel panorama varietale degli areali del nord Italia ed Oltralpe”.

Da sempre il CIV si occupa di sviluppare nuove varietà di fragola unifere ad alto fabbisogno di freddo, adatte quindi sia ai climi dell’Italia del Nord, che a quelli d’oltralpe (es.: Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Ecc.).

Sulla scia di successi quali OneborPBR Marmolada®, SibillaPBR, ApricaPBR e CleryPBR, la nuova proposta del Consorzio ferrarese è Lycia® CIVNB557*, una nuova varietà dalle caratteristiche innovative, che le permettono di differenziarsi sia sotto il profilo agronomico che commerciale, come confermato dalle testimonianze di tecnici e produttori che la stanno seguendo sin dalle prime fasi di sperimentazione.

Giancarlo Caloi ed il suo tecnico indipendente Giorgio Perbellini si occupano della gestione dell’azienda agricola Zeba Elena nel Veronese dove si coltiva LYCIA® CIVNB557* da diversi anni.

Quest’anno Caloi ha registrato ottimo risultati in termini di produttività e di qualità grazie al lungo arco temporale di maturazione dei frutti di questa varietà, che garantisce un periodo di raccolta di circa 45-55 giorni (quest’anno, indicativamente iniziato il 10 aprile).

Perbellini sottolinea inoltre: “In aggiunta all’ampia finestra di raccolta, un aspetto importante è la cosiddetta “tenuta in pianta” dei frutti, i quali non deperiscono velocemente se non raccolti celermente al completamento della colorazione dell’epidermide, ma anzi accumulano zuccheri e mantengono una buona consistenza della polpa, resistenza dell’epidermide ed un colore rosso brillante. Questa caratteristica si traduce anche in una buona “shelf-life”, che, quindi, permette la facile lavorazione del frutto in magazzino, evitando che subisca danni da manipolazione, e la sua commercializzazione”.

Perbellini conclude evidenziando un importante aspetto agronomico, che ha potuto verificare anche in altre aziende avvezze alla pratica colturale del tunnel veronese: “Le piante di buon calibro, come quelle di categoria A o A+, che posseggono una corona ben formata, sono ben dotate di steli fiorali per una doppia produzione autunnale – primaverile. Ogni pianta può in media raggiungere una produzione di 100-150 gr in ottobre, per poi accestire all’abbassarsi delle temperature e prepararsi senza problema alla ripresa  vegetativa al termine del periodo invernale, terminando il ciclo produttivo con un’elevata produzione nel periodo primaverile. Inoltre, la pianta è di per sé molto produttiva (produzione media totale circa 750-900 gr a pianta). Le piante di categoria A- sono invece più adatte alla sola produzione primaverile”.

Il consulente tecnico Germano Gabanini racconta la sua simile esperienza di LYCIA® CIVNB557* nel Cesenate in riferimento alla campagna commerciale Stagione 2021. “In generale, per quanto riguarda le caratteristiche della pianta, LYCIA® CIVNB557* si caratterizza per un habitus compatto con un portamento semi-eretto che facilita la produzione sia in pieno campo che in tunnel. Inoltre, come molte varietà del CIV, è caratterizzata da un’ottima rusticità della pianta e tolleranza ad oidio e malattie fungine, che ne permettono la coltivazione anche in terreni stanchi, dove si ripete la monocultura della fragola da molti anni”.

Gabanini conferma quanto esposto dai colleghi veronesi in merito all’ampia finestra di raccolta, alla tenuta in pianta, che permette “stacchi” periodici ogni 3, 4, 5, addirittura, 6 giorni, ed alla produttività, che in Romagna al 21 maggio superava il kg per pianta.

Gabanini si sofferma poi sulle caratteristiche qualitative del frutto: “LYCIA® CIVNB557* ha un sapore ottimo con un grado zuccherino che in media si colloca tra gli 8 ed i 9 gradi Brix. Il colore del frutto è rosso brillante e non raggiunge mai, nemmeno nelle raccolte tardive, colorazioni scure. La forma è allungata ed assieme alla consistenza croccante della polpa ricorda alcuni tratti delle fragole coltivate in Sud Italia. Proprio questo elemento è altamente differenziante e permette a LYCIA® CIVNB557* di collocarsi in un segmento separato di altissima qualità all’interno delle fragole unifere ad alto fabbisogno di freddo, tendenzialmente caratterizzata da frutti meno croccanti e di forma più cuoriforme”

Da un punto di vista commerciale, Gabanini, Perbellini e Caloi concordano: “I commercianti sono molto soddisfatti e riconoscono la qualità del frutto, conferendo a LYCIA® CIVNB557* la facoltà di ritagliarsi un segmento premium nel panorama varietale degli areali del nord Italia ed Oltralpe”.

Scheda / CIV Programma breeding Fragola:

Attivo dal 1984, si è sviluppato lungo quattro linee di ricerca: fragole per ambienti a clima temperato mediterraneo, per ambienti a clima continentale, rifiorenti e varietà adatte alla trasformazione industriale. Utilizzo di tecniche classiche, e sviluppo di nuove varietà che garantiscano produzioni elevate e frutti di ottima qualità, assieme ad una naturale rusticità e vigoria delle piante, costituiscono obiettivi primari del CIV per offrire al mercato nazionale e a quelli internazionali non solo qualità ma il massimo della eco-sostenibilità.

Scheda / CIV – Consorzio Italiano Vivaisti:

Il CIV – Consorzio Italiano Vivaisti – è leader in Italia nell’innovazione varietale e nella produzione di materiali di propagazione certificati. Attivo dal 1983, con sede a San Giuseppe di Comacchio, in provincia di Ferrara, il CIV è composto dai tre vivai italiani leader nel settore: Vivai Mazzoni, Salvi Vivai, Tagliani Vivai. Attraverso la sinergia, l’esperienza e gli investimenti importanti nella ricerca, CIV è in grado di offrire prodotti all’avanguardia e più rispondenti alle esigenze del mercato. Il CIV, con grande lungimiranza, è impegnato da anni a selezionare varietà che possono fornire produzioni di alta qualità con ridotto fabbisogno energetico e basso impatto ambientale. Nel complesso i tre vivai producono ogni anno circa 5 milioni di portinnesti, 3,5 milioni di piante di mele, pere e drupacee, 150 milioni di piante di fragola. CIV è un membro fondatore dell’International New-varieties Network (INN), un’associazione mondiale di vivai che promuove lo scambio, la valutazione e la commercializzazione di nuove varietà nelle principali aree di produzione nel mondo.

 

Entrano nel vivo i lavori del tavolo provinciale dell’imprenditoria ferrarese.

 

Comunicato stampa TPI Ferrara.

Le organizzazioni di rappresentanza delle imprese ferraresi dei settori Commercio (Ascom e Confesercenti), Industria (Confindustria Emilia), Artigianato (CNA e Confartigianato), Agricoltura (Confagricoltura, Cia e Coldiretti) e Cooperazione (Confcooperative e Legacoop Estense), riunite nel Tavolo Provinciale dell’Imprenditoria, proseguono e intensificano la loro attività in vista del confronto, che sta entrando nella fase di merito, con le istituzioni locali per la definizione del cosiddetto “Focus Ferrara”, il documento economico programmatico che costituirà la declinazione locale del Patto Regionale per il Lavoro e il Clima, sottoscritto da tutte le forze economiche e le istituzioni regionali nel mese di dicembre 2020.

Un primo importante passaggio è stato l’incontro bilaterale, organizzato venerdì 21 maggio dal vicepresidente della Provincia Nicola Minarelli, tra il Tavolo dell’Imprenditoria e gli assessori regionali Vincenzo Colla e Paolo Calvano, coadiuvati dai tecnici della Regione che sono al lavoro per comporre il documento del Focus.

“Stiamo entrando nel vivo della discussione e intendiamo portare il nostro contributo in maniera costruttiva – afferma Gian Luigi Zaina, vicepresidente di Confindustria Emilia e coordinatore dei lavori del Tavolo per il semestre corrente – mettendoci a disposizione della politica ma senza rinunciare a una progettazione che coinvolge tutto il nostro territorio. Non è più possibile pensare concretamente al futuro di questa provincia senza includere tutti gli attori e considerare tutta l’area provinciale. Solo la discussione e la condivisione sui principi e temi guida per lo sviluppo per i prossimi 10 anni possono davvero dare una scossa vitale a Ferrara. Abbiamo davanti a noi una occasione che non possiamo perdere, anche considerato il fatto che a breve saranno disponibili importanti risorse economiche per la crescita e lo sviluppo”.

L’agenda dei lavori del Tavolo Provinciale dell’Imprenditoria (TPI) è più che mai densa di appuntamenti. In calendario, infatti, saranno fissati incontri con i Comuni, con l’università, il mondo del lavoro.

“Stiamo compiendo un grande sforzo di sintesi – continua Zaina – dimostrando un alto livello di coesione al nostro interno, tra tutte le associazioni d’impresa. Uniti contribuiamo in modo più autorevole a un modello di sviluppo nuovo, capace di tenere insieme tutte le diverse anime della nostra economia, per tentare di superare vecchie logiche che comportano il rischio, tra l’altro, di un eccesso di parcellizzazione degli interventi”

Per proseguire questa importante fase di dialogo e confronto le associazioni intendono riappropriarsi della sede naturale della discussione economica: la Camera di Commercio, della quale a più riprese, e oggi con ancora più convinzione, viene sostenuta la centralità e l’autonomia. Secondo il Tavolo dell’Imprenditoria, infatti, soltanto una Camera di Commercio con testa e cuore a Ferrara può concentrarsi per davvero su progetti di sviluppo integrati in modo coerente alle reali esigenze della provincia di Ferrara.

Il Tavolo, inoltre, si sta rivelando il modo migliore per portare a sintesi il pensiero delle associazioni locali e si sta distinguendo per efficacia sui vari fronti nei quali da diversi mesi sta operando. Anche, ad esempio, sul tavolo per il credito prefettizio. L’osservatorio sull’andamento del credito, nato alcuni mesi fa presso la Prefettura di Ferrara, sta sostenendo una posizione unitaria capace di riassumere le principali preoccupazioni delle imprese con l’auspicio che le prossime attività possano contribuire a sviluppare un confronto di merito con i principali istituti di credito operanti sul territorio.

Altro tema sul quale il tavolo intende lavorare è quello della capacità del territorio di attrarre e di trattenere le persone. È noto che il calo demografico è una delle più grandi criticità del territorio. Ed è necessario investire su progetti capaci di trattenere le risorse umane necessarie per la ripartenza economica, diminuendo il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, attraverso un capillare lavoro di confronto con il mondo della scuola e dell’università ma anche su progetti di potenziamento del welfare. Il nostro territorio può e deve diventare sempre di più il luogo in cui si vive bene, anche grazie all’offerta di servizi alla persona e alla famiglia, realizzati da qualificate partnership pubblico-private.

“Abbiamo raggiunto attraverso un continuo e serrato confronto tra associazioni – conclude Gian Luigi Zaina – un livello di analisi e una capacità progettuale mai espresse in precedenza. Si tratta ora di scaricare a terra la forza delle nostre idee senza mai dimenticare che il nostro obiettivo si raggiunge soltanto attraverso uno sviluppo sostenibile che rimetta finalmente al centro della discussione politica il lavoro e l’impresa, avendo il coraggio di individuare alcuni indicatori economici locali che andranno monitorati nel tempo per verificare la reale efficacia delle misure che verranno attuate nei piani di sviluppo territoriali”.

 

 

Riforma della Giustizia civile, la proposta della Camera Arbitrale Internazionale contro i processi lumaca.

 

Comunicato stampa Eo Ipso Srl.

«Più coraggio sull’arbitrato per contribuire al rilancio dell’Italia».

Dalla più importante camera arbitrale privata l’invito a maggiori investimenti sugli strumenti ADR. «Necessario lavorare anche su una cultura dell’arbitrato e della mediazione», afferma il presidente Guerriero

Per accelerare i tempi della giustizia occorre investire sugli strumenti ADR (alternative dispute resolution). «Arbitrato e mediazione sono la strada più rapida per ridurre i tempi dei processi civili e contribuire a un concreto rilancio del Paese». L’appello arriva dalla Camera Arbitrale Internazionale, l’associazione più importante in Italia tra le Camere Arbitrali private che opera su tutto il territorio nazionale con una rete di oltre 800 giudici arbitri. Nel momento in cui il Governo sta affrontando l’attesa riforma della Giustizia, l’invito è ad «agevolare il ricorso agli strumenti ADR, anche con l’introduzione di concreti incentivi fiscali, l’ampliamento delle materie obbligatorie di mediazione, negoziazione assistita e arbitrato, e un maggiore utilizzo della procedura arbitrale», afferma Rocco Guerriero, presidente nazionale della Camera Arbitrale Internazionale. «Occorre puntare anche su un’operazione culturale per una maggior sensibilizzazione verso l’uso di questo strumento, in particolar modo per le controversie di valore medio-basso. Questo porterebbe un impatto immediato e concreto: nella mediazione gli accordi raggiunti dopo il primo incontro tra le parti sfiorano il 50% dei casi, per arrivare a punte del 65% in materie come locazioni, successioni, usucapioni».

A fronte di una durata media di una causa civile di 7 anni in Italia, l’arbitrato ha ben altri punti di riferimento. «Per legge, il limite indicato è di 240 giorni, quindi circa 8 mesi, per arrivare a un lodo, provvedimento che ha i medesimi effetti di una sentenza pronunciata dall’autorità giudiziaria», sottolinea il presidente della Camera Arbitrale Internazionale. «Questo indica non solamente la potenzialità dello strumento, ma anche l’importante ruolo che potrebbe giocare in un processo di velocizzazione della Giustizia civile».

In gioco non c’è solamente il futuro del comparto giustizia, ma la credibilità del Paese. È stato infatti il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento alla Camera dei Deputati del 26 aprile scorso, a ricordare che il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) non deve essere inteso semplicemente come “un insieme di progetti, di numeri, obiettivi, scadenze”, ma soprattutto come un insieme di programmi nei quali c’è in gioco il “destino del Paese”. E questo destino passa soprattutto da una riforma organica della Giustizia la cui attuale inefficienza rappresenta un danno per le famiglie, per le imprese e in generale per il Paese tutto. Sia in termini di PIL (la “giustizia lumaca” vale quasi 1 punto di Pil all’anno), sia in termini di attrattiva internazionale, in quanto proprio la lentezza dei processi, insieme con una tassazione elevata e un’eccessiva burocratizzazione, frena gli investimenti stranieri in Italia.

«Con soddisfazione prendiamo atto del fatto che una delle tre dorsali cui si vuole articolare la riforma del processo civile sia rappresentata dalla valorizzazione degli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie i quali, in una cultura giuridica moderna, possono rappresentare gli unici validi alleati per il raggiungimento di una giustizia efficiente, rapida, credibile e altamente specialistica», aggiunge Guerriero. «Interventi strutturali sull’organizzazione degli uffici giudiziari, sugli investimenti funzionali e sulle carenze di organico, per quanto necessari, avrebbero effetto solamente nel lungo termine. Gli oltre 3 milioni di procedimenti civili pendenti (ai quali se ne aggiungeranno altri per le controversie sorte durante la pandemia) non possono essere risolti con interventi strutturali, ma solamente accelerando e agevolando gli strumenti dell’arbitrato e della mediazione».

Per la Camera Arbitrale Internazionale, la strada di riforma intrapresa è corretta. Conclude: «È necessario però maggior coraggio in materia di arbitrato; uno strumento che potrebbe garantire una giustizia efficiente e contribuire al rilancio del nostro Paese».

 

La Camera Arbitrale Internazionale è la più importante Camera Arbitrale privata italiana. In 10 anni di attività, ha sottoscritto più di 30 mila clausole compromissorie. Collaborano con l’associazione oltre 800 giudici arbitri scelti tra avvocati, docenti universitari, magistrati in quiescenza e professionisti del settore tecnico, contabile, medico.

De Palma: «La FNOPI gioisce per la recente firma del Protocollo con Ministero della Salute sulle vaccinazioni a domicilio! Incomprensibile!».

 

Comunicato stampa Nursing Up.

Sanità, Nursing Up, De Palma: «La FNOPI gioisce per la recente firma del Protocollo con Ministero della Salute, Regioni e le Province Autonome, sulle vaccinazioni a domicilio! Incomprensibile l’atteggiamento della nostra Federazione quando sostiene e promuove accordi critici come questo».

26 MAG 2021 – «Leggiamo con stupore, sul sito della Conferenza delle Regioni, le espressioni di giubilo della Presidente della FNOPI, Dott.ssa Barbara Mangiacavalli, che ci tiene a sottolineare come la recente firma del Protocollo con Regioni e Province Autonome, in merito alle vaccinazioni a domicilio, che coinvolgono gli infermieri e gli infermieri pediatrici, sia da considerare come un vero e proprio traguardo raggiunto. Si parla anche, evidentemente con enorme soddisfazione, dell’accordo, con le parti in causa, per il lauto compenso di 6,16 euro per ogni somministrazione a domicilio che gli infermieri potranno presto percepire, previa approvazione di nuovi fondi Governativi (in pratica i soldi ancora non ci sono…).

Siamo già ampiamente intervenuti sugli aspetti di questo protocollo, scandagliandolo da cima a fondo, ed evidenziando come di fatto sia caratterizzato da lacune e criticità, al punto di doverlo considerare più una sopravvenienza negativa che un nuovo punto di partenza per gli infermieri».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«E’ vero che gli infermieri dipendenti possono adesso finalmente vaccinare in autonomia, cioè senza la supervisione dei medici, ma c’è da dire che, mestamente ed incomprensibilmente, eravamo gli unici rimasti, quando invece avremmo dovuto essere i primi.

Bisognerebbe ricordare a chi di dovere, che ci sono altri professionisti (i farmacisti), che addirittura sono stati impalmati del diritto di gestire il consenso informato e stabilire o meno l’idoneità alla vaccinazione, cosa per noi ancora lontana da venire nonostante vi siano tutti i presupposti.

E allora chiediamo nuovamente, alla FNOPI che come Ente sussidiario dello Stato intrattiene rapporti diretti con le Istituzioni, per quale ragione ci abbiamo messo tutto questo tempo.

Chiediamo alla nostra Federazione i motivi per i quali siamo arrivati “per ultimi” a poter esercitare “in autonomia” (peraltro relativa se si pensa al consenso informato ed all’idoneità vaccinale), nonostante le specifiche previsioni della  legge n 251/2000 in tema di univoca responsabilità ed indipendenza professionale, quando invece, per raggiungere tale autonomia ed indipendenza in ambito vaccinale, noi siamo stati costretti a camminare sui vetri, come i fachiri, in un percorso tortuoso fatto di continue preclusioni ed ingiustificati  pregiudizi.

In tutto questo c’è davvero poco da gioire, e ancor meno da fare proclami. Ci saremmo aspettati dalla FNOPI una proficua sinergia e collaborazione. Non avremmo mai voluto leggere di un Ente sussidiario dello Stato, al quale la legge preclude testualmente la possibilità di svolgere attività di rappresentanza sindacale, che sceglie di firmare “protocolli” che dispiegheranno i loro effetti economici proprio sugli emolumenti degli infermieri.

Parliamo di protocolli che prevedono compensi irricevibili, che sviliscono ancora una volta il nostro lavoro: 6,16 euro per una somministrazione a domicilio, ci rendiamo conto? Un medico ne percepisce 25!

Noi infermieri, invece, per vaccinare a domicilio dovremo sostenere le spese per gli spostamenti, coprendo in alcune ASL distanze che possono superare i 100 km, quando un farmacista con la medesima cifra vaccina centinaia di cittadini rimanendo nella comodità di casa propria, ovvero la sua farmacia.

Ed ancora, dove sono finite le famose Prestazioni Aggiuntive con le quali gli infermieri dovrebbero ricevere 50 euro all’ora?

Certo, se le Regioni grazie al protocollo appena sottoscritto si ridurranno a pagare poco più di 6 miseri euro per una somministrazione domiciliare indipendente dal tempo impiegato dal professionista, allora noi non vediamo perchè le Regioni dovrebbero preoccuparsi di pagarne 50 o 100 a regime di prestazioni aggiuntive, dovendo considerare che tra viaggio  annessi e connessi, nessun infermiere potrà garantire una singola prestazione domiciliare in meno di 1 o 2 ore, a seconda della distanza da percorrere per raggiungere il domicilio del cittadino interessato.

E allora è davvero il caso che la FNOPI gioisca tanto per questo accordo? Noi pensiamo proprio di no!

Molti colleghi ci contattano per dirsi rammaricati del fatto che la Fnopi abbia condiviso questo protocollo Istituzionale decidendo anche in materia di compensi per le vaccinazioni domiciliari, senza nemmeno interpellare le realtà sindacali, la cui competenza e prerogative di legge si dispiegano proprio in questo ambito, cioè la tutela degli interessi dei professionisti nel loro rapporto con il pubblico datore di lavoro.

Ribadiamo che non ci meraviglia di certo che un Protocollo di questo tipo le Regioni si siano guardate bene dal condividerlo con la Federazione degli Ordini dei Medici.

Siamo molto dispiaciuti di quanto sta accadendo. A questo punto non possiamo che invitare pubblicamente Governo e Regioni a rispettare ruoli e prerogative dei vari livelli di rappresentanza delle categorie, evitando surroghe fattuali della competenza sindacale attraverso il coinvolgimento in accordi di tipo negoziale di soggetti “sussidiari dello Stato”, ai quali la legge n. 3 del 2018 preclude esplicitamente la possibilità di svolgere tali attività.

Insomma, non vorremmo dover essere costretti, nostro malgrado e qualora le nostre legittime richieste non dovessero trovare riscontro, ad adire innanzi alla competente Magistratura per comportamento anti sindacale delle pubbliche amministrazioni ex art 28 della legge n 300/1970.

Ma vi è di più, perchè se sino ad oggi Nursing Up ha sempre promosso ed auspicato una pragmatica e coerente sinergia con la nostra Federazione professionale di riferimento, basata sul rispetto di ruoli e competenze, di fronte all’eventuale perpetrarsi di comportamenti di questo tipo ci vedremo costretti a promuovere un confronto aperto con tutti gli infermieri, per discutere di tale comportamento, per gli effetti che ne discendono sull’intera categoria e sulla tutela dei suoi legittimi interessi ed aspettative ai vari livelli».

 

A ME BATTIATO…
Memorie di un giovane catanese

 

A me Battiato ha fatto chiedere cosa fosse la Patria, anni ’90, periodo delle autobombe, io bambino siciliano, di famiglia militante antimafia.
Fisiognomica e altri album mi hanno fatto domandare e sentire quanto fossi vicino a popoli del sud e dell’est del mediterraneo. Una Sicilia che è sempre stata terra di molti popoli, la stessa che in queste decadi istupidite (e non da sola) dagli schermi, dal tutto fatto e pronto, forse va perdendo questi suoi millenari attributi. Battiato faceva concerti ballando su tappeti persiani, danzava danze di quelli che oggi crediamo barbari del sud, meditava nei deserti (non riducendo il mondo a un idiota scontro di civiltà).
Battiato dava suono ai suoni e agli ambienti della terra nostra, di altre terre vicine, oltre che del sintetizzatore e della propria mente.
A 16 anni, investito da un motorino, investivo l’obolo dell’assicurazione così: una bicicletta, un mucchio di rullini fotografici e quasi tutta la discografia di Battiato disponibile all’epoca (poi lentamente ma piacevolmente dispersa tra i vari amici che la chiedevano, più o meno esplicitamente, in prestito). Così ho avuto modo di ascoltare quasi tutto, dai primi pezzi elettrizzanti incomprensibili e cacofonici, a quelli più orecchiabili e (diciamo) “intuibili”. Per cui su tutte le conversazioni che avevamo da adolescenti, soprattutto nelle estati calde, ormai bolognesi, traboccavano delle citazioni da Battiato.
Il trascorrere del tempo e delle cose ha ridotto di molto la mia disponibilità ad ascoltare i suoni della natura, degli ambienti, e ad apprezzare la morbidezza della loro comunicazione, umana, animale, ambientale. Al suo posto è entrato, non un sintetizzatore, ma un linguaggio macchina, che oggi permea la vita dei più, e sta rimodellando, nostro malgrado, il nostro modo di sentire. Dove il modello di riferimento è qualcosa di digitale, discreto (in senso matematico), poco sfumato, prevedibile e ordinato. Per via del tempo dato alla riflessione, nel tempo musicale, Battiato è per me un simbolo in controcorrente.
Una volta (decisamente prima della moda dei vinili) incredibilmente trovai una copia usata in vinile di Giubbe Rosse. Album specchio del mio sentire di giovane catanese (…e le lucertole attraversano la strada…). La regalai a una ragazza di cui ero innamorato.
Da quarantenne discreto, ordinato e razionale, potrei dire che è una cazzata, perché se piaceva a me non vuol dire che piacesse a lei. Ma è nei tempi morti, nelle sfumature, nel mistero che non abbandona il proprio spazio all’efficienza che possiamo contemplare, la natura dentro e intorno a noi, il sentire, le emozioni.

cover: Franco Battiato al Festival Gaber, 2010 (wikimedia commons)

FANTASMI
Una cosa talmente piccola

 

Una nevicata così se la ricordava solo da bambina. Quanti anni poteva avere? Poteva avere cinque anni? Forse invece non l’aveva mai vista in vita sua una nevicata così, e tutto quel bianco la portava indietro, a quando era molto piccola, o anche prima, prima ancora che le cose avessero un nome. Mentre lo aspettava – e questa non era una novità perché buona parte della sua giornata la passava ad aspettarlo – non poteva staccare gli occhi dalla grande finestra. Dietro quel muro bianco in confuso movimento non si vedeva niente.
Una settimana dopo era già tutto finito, concluso, archiviato. Aveva anche smesso di piangere, e aveva dovuto insistere, quasi arrabbiarsi con sua sorella: SI’ CAZZO, sono sicura, voglio solo stare un po’ sola, è permesso? E sua sorella: Ma guarda Nora che non mi costa nulla rimanere, a casa mia è tutto sistemato, ci facciamo qualcosa per cena.
Le aveva risposto male: NO, DICO DAVVERO, VA VIA!, scusami, prometto che domattina ti chiamo.
C’è ancora un po’ di neve in città, sul prato dei giardinetti e in piccoli mucchi sporchi e ghiacciati sui bordi delle strade, la temperatura è scesa di dieci gradi. Nora è sola, cammina per le stanze, ha compiuto 56 anni a ottobre, non è neppure vecchia. Mentre si muove per la casa, le viene in mente che dovrebbe occupare meglio quel tempo, pensare a qualcosa di utile ma non riesce a smettere di camminare, non riesce a fermarsi su un pensiero, ecco, l’ha trovato un pensiero, è un ricordo recente. Nella camera da letto del figlio, è lei che parla: Allora ti prendono? Lui ride, – Va piano mamma, è solo un provino, vado a Milano con il mister e per tre giorni mi alleno con la Primavera, mi vedono giocare, mi fanno tutti i test medici, alla fine mi diranno qualcosa. – Lei aveva sentito un tremito, una piccola paura che le si allargava dentro, ma era una cosa che il figlio non doveva vedere. Così ricordava una per una le sue parole: – Fammi capire bene, vuol dire che potresti andare a stare a Milano? E io, e il liceo, la maturità? No, caro mio: Mi oppongo vostro onore! – Così si erano messi a ridere tutti e due.

A Milano, al provino del Milan, non aveva fatto in tempo ad andarci. Per poco però, sarebbero bastati due giorni in più. Così se n’era andato da “non calciatore”, o almeno da “non ancora calciatore”. Ma sarebbe stato un calciatore o un fisico teorico? O un ingegnere come suo nonno? Oppure? Lui poteva diventare veramente tutto, perché lui era bello, lui era intelligente, lui era giovane, lui era buono. Così ragionano le mamme dei loro figli, così Nora ragionava fra sé. Le venne una voglia improvvisa di spaccare qualcosa, a mani nude, un vetro, un oggetto, un vaso da fiori. Era ancora molto incazzata, con Dio naturalmente, esattamente come Giobbe, fanculo, molto di più di Giobbe. Poi le vennero, lei li chiamava così, i pensieri paralleli. Lei non li chiamava ma loro arrivavano lo stesso. Se non avesse preso la bicicletta? Con quella nevicata poi. E se non fosse uscito per niente? Che bisogno c’era di uscire, col freddo, la neve, il buio? Se invece si fossero messi a fare la loro gara di solitari? Vinceva più lui che lei, gli venivano quasi sempre, lo zoppo, la piramide, Napoleone, e senza imbrogliare. Anche quando era un bambino piccolo e sbagliava i verbi e inventava le parole, vinceva lui, senza trucco e senza inganno. Scartò quei pensieri, non erano solo inutili, le facevano proprio male. Si concentrò sull’unico pensiero, sull’unica cosa che importava, il tormento di quell’ultima settimana. Dov’era ora il suo Luca?

Passò un anno, un anno intero, non le sembrava giusto e possibile ma passò ugualmente, e si era ancora in inverno, ancora faceva buio alle cinque, fuori ancora nevicava fitto. Non era cambiato molto o poco in quella casa. Nora adesso aveva 57 anni, ma vestiva allo stesso modo, si incantava davanti alla grande finestra, cercava di guardare attraverso il bianco confuso della neve, camminava per le stanze, pensava quello stesso pensiero.
Non era vero che non era cambiato niente. Da alcuni giorni e alcune notti Nora aveva una nuova idea. Una cosa per passare il tempo? Forse poteva chiamarlo così, un passatempo, un passatempo innocente, e se era una cretinata chissenefrega, e se era una follia chissenefotte. Quell’idea gliela aveva messa in testa suo fratello, senza volere, anzi volendo la cosa contraria, perché suo fratello Luca – si chiamava Luca anche lui come suo figlio ma il suo Luca era diverso – era una persona positiva, talmente impegnato nella sua azienda. Le telefonava tutte le settimane. Tutti i lunedì alle diciannove e trenta, e non saltava una settimana. Al telefono Nora sentiva la voce grossa del fratello maggiore che compiva il suo dovere e le diceva cosa doveva fare. Glielo ripeteva da un anno, Nora devi uscire, devi vivere! Ma sì, pensava Nora, era un discorso molto ragionevole, anche se ci sarebbe stato da discutere. Invece rimaneva zitta, sapeva che l’amore per la sorellina Nora si traduceva in lui solo in quell’imperativo categorico che aveva guidato tutta la sua vita. Così Nora ascoltava il fratello, si sottoponeva docilmente alle periodiche telefonate, ma non si piegava. Nonostante quel mantra settimanale, lei si limitava a sopravvivere, rimaneva preferibilmente sola, più o meno chiusa in casa, mangiando quasi niente, smettendo ogni occupazione e interesse.

Suo fratello non era abituato ai rifiuti. Come tutti gli uomini potenti non poteva sopportare l’impotenza. Non fosse stata la povera Nora, la sorella che aveva perso l’unico figlio, si sarebbe di sicuro alterato, avrebbe gridato e sgridato, sbattuto il pugno sulla scrivania. Con Nora sembrava una battaglia persa. Ma qualche giorno prima, l’ultima telefonata non gli era riuscita né paterna né affettuosa, si era invece conclusa con una vera e propria filippica. – Ascoltami bene Nora, Luca è morto e di lui quaggiù non è rimasto niente, niente di niente. –  Anche questa volta Nora lo aveva ascoltato, in silenzio, non ce l’aveva con la furia impotente del fratello. Ma anche questa volta non era d’accordo con lui.
Eppure lui le aveva detto qualcosa di nuovo, una piccola parola aveva messo in moto una enorme macina nel suo cervello, era come se si fosse spalancata una porta. Nora spense il cellulare e provò a guardare oltre quella porta, a inquadrare una cosa di cui non vedeva ancora bene i contorni, proprio come ci capita davanti a una fotografia che riconosciamo ma di cui non distinguiamo bene le figure fuori fuoco. Doveva pensarci, pensò, doveva lavorarci su.

E Nora ci lavorò, di giorno e di notte soprattutto, perché la notte i pensieri scivolano meglio gli uni sugli altri, liberi dal guinzaglio stretto del nostro io. Dopo appena due giorni Nora aveva raggiunto il primo risultato. Sembrava, alle prime, una semplice riflessione, un pensiero celibe come tanti, ma l’intuizione trovò presto conferme, così Nora la promosse al rango di una tenue certezza, infine sentì come il sapore di una vittoria, la prima dopo tanti mesi. Di fronte a lei, dentro di lei, vedeva e toccava una verità a prova di ogni confutazione. Come aveva detto suo fratello Luca? Non è rimasto niente di niente, aveva detto. Ma come era possibile? Sentiva che per nessuna ragione al mondo il suo Luca, morto a 17 anni in bicicletta per colpa di un camionista disattento, avrebbe potuto andarsene, liquefarsi, sparire del tutto. Fosse stata pure la regola aurea dell’Aldilà, l’avessero anche costretto con gli schiaffi o i forconi, o l’avesse voluto lui stesso, per stanchezza o voglia di oblio, in tutti i casi possibili, immaginabili e inimmaginabili, il suo Luca non poteva lasciarla sola, senza di lui, senza niente di lui. Luca, questo pensava ora Nora, doveva essere lì, da qualche parte ma non troppo lontano. Almeno un pezzetto di Luca, un piccolo resto, un frammento, una scheggia, una semplice ombra. Dopo tanto tempo, Nora provava qualcosa di molto vicino alla felicità. Non era un pensiero razionale? Chissenefrega, chissenesbatte, chissenefotte, Nora si congratulò con se stessa. Strinse forte le mascelle, adesso cominciava la parte più difficile.

Ma dove? Iniziava la caccia, le venne da ridere, era la sua caccia al tesoro. Rimase qualche minuto indecisa. Si guardò intorno, cercava un segno, un’ispirazione come la chiamava sua nonna. Ma dove? Nella camera da letto di Luca – era rimasta come quel giorno, lei non aveva toccato niente – o nella libreria, infilato tra un volume e l’altro, o nelle pieghe del divano, dietro la tela del quadro dello sconosciuto antenato, o in dispensa tra le bottiglie di conserva e i vasi di marmellata di marasche. Luca a sette anni ne aveva svuotato uno tutto intero, armato solo di un cucchiaino. Oppure in garage, sotto la sella della sua moto, nel cassetto dove stavano tutti gli attrezzi del mondo, o nel ripostiglio dove non guardava mai nessuno. Oppure. Potrebbe. Forse. Magari. E se fosse nella grande cassa in soffitta, dove dormivano i suoi giochi di bambino. Bisognava entrare nella testa di Luca: “quella cosa” l’aveva lasciata dietro di sé prima di andarsene, certo, potrebbe essere, ma forse lui “quella cosa” era tornato indietro dopo, era tornato apposta per riportarla, per darla a lei, per lasciarla a lei. Nora cercava, pensava e cercava, con gli occhi, col naso, le orecchie. Cercava di giorno, ma di notte soprattutto, a luce spenta, perché nel buio non c’è nulla che ti distrae ed è più facile scoprire i tesori nascosti.

Quella domenica mattina c’era un bel sole, quel sole d’inverno che non scalda il corpo ma l’anima sì, le venne in mente la canzone di Jannacci, “c’era un bel sole che bruciava gli orti, c’era un bel sol e asciugava i morti”. Cercò la canzone su Youtube e la mise a tutto volume. Quando un’ora più tardi, come tutte le domeniche mattine, arrivò sua sorella la trovo così, in piedi, vestita con il suo vestito a fiori rossi e gialli. In camera da pranzo Nora ballava da sola mentre andava la musica. Era un ballo lento, leggero, pieno di grazia. Sua sorella si fermò a guardarla sulla soglia della stanza e vide Nora a sedici anni appena compiuti, come l’aveva amata e come l’aveva invidiata. Ma in questa mattina di sole Nora è proprio strana e non è proprio vero che balla, sembra come dondolarsi, si culla, si abbraccia. Nella mano destra stringe una cosa segreta, una cosa raccolta chissadove. Non è una cosa grande, né una gran cosa, deve essere un oggetto minuscolo per stare tutto intero nella piccola mano di Nora. La sorella non ha mai visto in vita sua una scena del genere. Ma ecco, non c’è da preoccuparsi, ora Nora la sta guardando, mentre balla le sorride.

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