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Giorno: 13 Dicembre 2021

Da Generali Italia un corso di alta formazione per gestire il rischio in agricoltura

FERRARA, 13 dicembre 2021 – La gestione del rischio d’impresa nel settore agricolo è diventato sempre più complesso, anche a causa delle molte problematiche fitopatologiche e climatiche. Consapevoli delle difficoltà degli agricoltori, l’agenzia di Ferrara di Generali Italia Spa organizza il corso di alta formazione aperto ai giovani, totalmente gratuito, dal titolo “Risk Management delle imprese Agricole”. Il percorso formativo, presentato in anteprima in occasione di FuturPera, Salone Internazionale della Pera, è una delle molte iniziative che l’assicurazione ha scelto di mettere in campo in occasione dei 190 di presenza sul territorio: come dimostrano gli archivi storici, infatti, Generali ha aperto il suo primo ufficio a Ferrara il primo gennaio del 1832.
“L’imprenditoria agricola ferrarese vive in un contesto complesso – spiega Michele Poccianti, agente Generali – caratterizzato dai cambiamenti climatici che provoca ingenti danni colturali e da una richiesta sempre maggiore di sostenibilità che riduce i mezzi di difesa a disposizione. Una situazione che rende necessario un forte cambio di passo da parte delle aziende, che devono saper analizzare e gestire in maniera efficace il rischio d’impresa.
Il corso di alta formazione, aperto a venti giovani imprenditori del territorio, ha il principale obiettivo di promuovere una cultura gestionale avanzata, con l’expertise del nostro istituto assicurativo e di docenti specializzati. Nel dettaglio – continua Poccianti – vogliamo favorire la competitività, anche grazie al supporto di un ecosistema sul territorio fatto dall’imprese, dal mondo associativo, dalle istituzioni e naturalmente da noi; spiegare come analizzare i rischi imprenditoriali e come delegarli all’impresa di assicurazione, in una partnership che faccia crescere l’impresa. E poi, non ultimo, vogliamo accompagnare l’impresa attraverso il passaggio generazionale,
anche attraverso l’innovazione e le nuove tecnologie. Siamo consapevoli che si tratta di un progetto ambizioso, ma crediamo che un’azienda con una tradizione come la nostra, che lavora sul territorio da quasi 200 anni, non possa fare a meno di valorizzarlo e guardare al futuro”.
Il futuro dell’agricoltura e delle nuove generazioni è essenziale anche per Angela Travagli, assessore a
Personale, Lavoro, Attività Produttive, Patrimonio, Fiere e Mercati del Comune di Ferrara.
“Insieme alla Camera di Commercio di Ferrara abbiamo supportato le nostre aziende agricole – ha detto Travagli – perché il nostro settore primario è in difficoltà e stiamo assistiamo a un allontanamento dei giovani dalla terra.
Il progetto proposto da Generali è importante perché ci sono tantissimi ragazzi interessati al settore agricolo che però devono essere indirizzati, formati e devono ricevere la giusta attenzione e coinvolgimento. Ferrara ha molte potenzialità tra cui cultura e turismo, ma occorre valorizzare anche le eccellenze del nostro settore primario attraverso lo sviluppo di sapere e conoscenze. L’idea vincente di Generali è affiancare al corso di formazione anche un affiancamento e una borsa di studio per essere inseriti in azienda, creando un’opportunità straordinaria di occupazione: la strada giusta per aiutare i giovani nella loro crescita professionale. Si tratta di una visione ampia e collaborativa per il territorio, un approccio positivo e portatore di buoni principi da condividere”. Da gennaio sul sito www.giovecca.it/ saranno pubblicate le modalità di partecipazione al corso.

VIGARANO, PRIMO WEEKEND A PIEVE MOLTO PARTECIPATO. IL SINDACO BERGAMINI:” SIAMO SODDISFATTI DI ESSERE RIUSCITI A RAVVIVARE IL NOSTRO PAESE COINVOLGENDO I CITTADINI”

Si conclude così il primo weekend a Vigarano Pieve, con il programma “Scintille di Natale” che riprenderà sabato prossimo a Vigarano Mainarda. Tra cori di Natale, giostre per ragazzi e bambini, mercatini degli hobbisti per i più grandi, Babbo Natale in slitta e il trenino, pieno di sorrisi ed entusiasmo, e gratuito per tutti. “È stato un successo e siamo molto contenti di rivedere, finalmente, Vigarano tornare a vivere. Ci siamo impegnati sin da subito per renderlo possibile. Il nostro Comune ha dovuto vivere molte festività natalizie prive di festeggiamenti e soprattutto, dopo la pandemia, c’è tanta voglia di stare insieme, all’aperto e socializzare, crediamo fortemente che è da questi momenti di aggregazione che il territorio può crescere e arricchirsi. Così il sindaco Bergamini commenta il primo Natale organizzato dalla nuova giunta. “Ringrazio tutti coloro che ci hanno supportato e hanno reso possibile queste giornate: l’associazione Giulia, la mostra fotografica del fotoclub, Protezione Civile Vigarano, Comitato Cultura e Tradizione, Pro Civitate di Vigarano Pieve e Pro Loco Diamantina. Inoltre, ringrazio tutti i cittadini e gli hobbisti che con i loro mercatini hanno contribuito a rendere più attrattive queste giornate di svago.” Conclude il sindaco Bergamini. Non finisce qui il Natale a Vigarano, l’amministrazione ricorda l’appuntamento il 18-19 Dicembre 2021 a Vigarano Mainarda, tra musica a tema, mercatini e tanto divertimento per i più grandi ed i più piccoli.

Congresso regionale Europa Verde/Verdi Emilia-Romagna: riconfermati i due coportavoce regionali Silvia Zamboni e Paolo Galletti

Bologna, 13 dicembre 2021 – Si è svolto ieri il congresso regionale di Europa Verde/Verdi dell’Emilia-Romagna. I delegati delle nove province, sulla base di una mozione unitaria, hanno eletto all’unanimità, con una sola astensione, gli organismi dirigenti. Silvia Zamboni, consigliera regionale e Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia- Romagna, e Paolo Galletti, già deputato e fondatore dei Verdi, sono stati riconfermati portavoce.
Sauro Turroni, già senatore e storico esponente dei Verdi, è stato riconfermato tesoriere. Nominato anche il nuovo esecutivo, espressione dei vari territori, formato da Matteo Badiali, Gianluca Baldrati, Lorella Bonicelli, Maria Grazia Creta, Beatrice Grasselli, Ximena Malaga Palacio, Cesarino Romani, Alessandro Ronchi, Paolo Silingardi. L’allegata mozione unitaria registra con soddisfazione la crescita di Europa Verde nella nostra regione e la necessità di un soggetto autonomo Verde che, pur nelle alleanze, mantenga chiari i suoi obiettivi.
Nel corso del dibattito, i delegati hanno stigmatizzato in particolare la ripresentazione, tal quale, da parte della Giunta regionale, del vecchio PRIT (Piano Regionale Integrato dei Trasporti) adottato nel 2019, giudicato totalmente inadeguato rispetto agli attuali obiettivi europei fissati dalla Legge sul Clima.
‘La vera svolta verde della nostra regione – affermano Zamboni e Galletti – richiede il sostegno e la promozione di profondi cambiamenti nell’economia e nella società in grado di dare risposte efficaci alle odierne emergenze ambientali, a partire dalla crisi climatica che ha già impattato anche sull’Emilia-Romagna con fenomeni meteo estremi sempre più frequenti e devastanti. Solo un’autentica economia verde creerà occupazione di qualità e duratura, garantendo stabilità al sistema economico. Servono alleanze sociali per poter abbandonare le energie fossili a favore delle rinnovabili, per avviare un modello davvero sostenibile nella mobilità, nell’agricoltura, nell’industria, nell’abitare. È questa la conversione ecologica della società per la quale Europa Verde si sente impegnata ad agire sulla base di un percorso di transizione anche socialmente equa. Come portavoce regionali continueremo a lavorare a questo obiettivo insieme ai nuovi organismi dirigenti regionali, provinciali e comunali che vedono l’accresciuta presenza di energie giovani provenienti anche da movimenti come i Fridays for Future”, concludono Zamboni e Galletti.

MATTEO MACCHIONI: giovedì 16 dicembre in concerto alla Basilica San Petronio di BOLOGNA con il CHRISTMAS TOUR 2021, speciale tour natalizio in luoghi storici e suggestivi

Giovedì 16 dicembre il CHRISTMAS TOUR 2021 del tenore italiano di fama internazionale, MATTEO MACCHIONI, farà tappa a BOLOGNA.

Il tenore, accompagnato dalla pianista Mirca Rosciani e dal soprano Cristina Neri, si esibirà presso la Basilica di San Petronio (inizio concerto ore 19.00 – ingresso libero fino ad esaurimento posti) portando in scena l’intensa magia del Natale con una scaletta ricca di emozioni costruita su un repertorio di brani e celebri opere eseguite al pianoforte: da “Silent Night” a “White Christmas”, dal “Magnificat” di Frisina all’ “Ave Maria” di Schubert.
Il tour proseguirà poi il 20 dicembre a PARMA presso Palazzo Tarasconi (concerto già sold out), il 21 dicembre a CERNOBBIO (CO) presso Villa Erba (inizio concerto ore 19.30 – concerto già sold out) e si concluderà in bellezza il 23 dicembre nella splendida CORTINA D’AMPEZZO (BL) presso il Rifugio Faloria (inizio concerto ore 19.30 – ingresso su prenotazione comprensivo di cena – per info email a rifugiofaloria@faloriacristallo.it).
Per i concerti del 20, 21 e del 23 dicembre Macchioni si esibirà nella duplice veste di tenore e pianista accompagnato dal soprano Cristina Neri.
«Questo Christmas Tour 2021 assume per me una importanza duplice: un ritorno live, dopo la pausa forzata dai lockdown, e un rinnovamento del concept stesso del tour natalizio che dal 2019 porto in giro per l’Italia – afferma Matteo Macchioni – Ai luoghi di culto, quest’anno si aggiungono alcune location prestigiose e incantevoli come Villa Erba a Cernobbio e il Rifugio Faloria a Cortina. Inoltre, per alcune tappe, vestirò un duplice ruolo: quello di pianista e quello di cantante lirico. Gli ingredienti perché questi live siano indimenticabili ci sono tutti e la partecipazione foltissima, già in fase di progettazione degli eventi, mi riempie di orgoglio e soddisfazione. Un grande grazie al mio amico e mecenate Cav. Lucio Zerbini, Banca Generali Private e tutti i partner per il sostegno profuso per i diversi appuntamenti».
I Concerti di Bologna, Como e Cortina sono promossi da Banca Generali Private. Lo speciale appuntamento di Cortina D’Ampezzo è sostenuto da Banca Generali Private, Centro Porsche Padova e Delizia Estense.
Dopo l’esperienza come primo tenore ufficiale ad Amici di Maria De Filippi nel 2009, Matteo Macchioni ha calcato i palcoscenici di alcuni fra i più prestigiosi Teatri d’Opera e sale da concerto del mondo, tra i quali il Teatro alla  Scala di Milano, il Teatro Regio di Parma, il Teatro del Bicentenario di León in Messico, l’Opera di Lipsia in Germania, la Royal Opera di Copenaghen in Danimarca, la Welsh National Opera di Cardiff in Gran Bretagna, la Grand Concert Hall del Conservatorio Statale di Musica “P. I. Čajkovskij” e la International House Of Music di Mosca, l’Auditorium Parco della Musica di Roma e molti altri.
In scena ha interpretato importanti ruoli di personaggi di celebri opere, come il “Barbiere di Siviglia”, “Cenerentola”, “Guillaume Tell”, “Elisir d’amore, “Don Pasquale”, “Madama Butterfly”, “Nozze di Figaro”, “Billy Budd”, “Don Giovanni”, “La Gazza Ladra”, “Così fan tutte” e tante altre. Ha partecipato a numerosi festival in Italia e all’estero, tra i quali il Rossini Opera Festival, lo Stresa Festival, il Donizetti Festival Opera di Bergamo, il Bregenzer Festspiele in Austria, il Festival Tirolese di Erl, il Luglio Musicale Trapanese, il Festival Como Città Della Musica e il Maggio Musicale Fiorentino. Nel 2019 ha dato il via ai Concerti di Natale, speciali tour di musica sacra in alcune delle più suggestive e storiche chiese italiane che hanno riscontrato un grande successo di critica e di pubblico. Nel 2020 ha festeggiato i suoi primi 10 anni di carriera esibendosi in un suggestivo concerto a Sassuolo, sua città di origine.
Recentemente ha pubblicato il brano “Quel Grande Albero”, scritto, prodotto e registrato in casa dallo stesso tenore. Nel videoclip del brano, girato e montato da Matteo, sono presenti immagini storiche della città di Sassuolo degli anni ’80 e ’90 fornite dall’Archivio Multimediale di VideoArtCommunications (il video è visibile al seguente link: https://youtu.be/xxZy8Diymew).
Il suo ultimo progetto è Note D’Arte: un breve speciale format curato dal tenore insieme alla pianista Mirca Rosciani, sostenuto da Banca Generali Private. Note D’Arte unisce la musica classica alle opere d’arte e ai luoghi di grande valore storico e artistico. Matteo Macchioni e Mirca Rosciani presentano, illustrano e si esibiscono voce e piano facendo conoscere e vivere l’arte attraverso l’arte. La prima puntata del format è stata realizzata all’interno del Palazzo Tarasconi di Parma e la seconda puntata invece è stata registrata all’interno del suggestivo complesso monumentale di Santa Croce a Firenze.
Ad agosto di quest’anno il tenore si esibito ad Auronzo Di Cadore (Belluno) per lo speciale progetto Dove Osa La Lirica, un evento unico, ideato dal Cav. Lucio Zerbini, che ha portato la lirica e la possente voce di Macchioni in alta quota circondato dallo splendido panorama delle Tre Cime di Lavaredo

Questione di ‘genere’: la poesia che si fa altra

 

Come fa la poesia a sembrare altro? A commutarsi in lettera, racconto, dedica e persino telegramma? Responsabilizzando la parola – o meglio – l’emozione di chi la scrive. Difficile a dirsi, peggio ancora a farsi. Bisognerebbe dare più tempo al senso di quel che si scrive; l’emozione, lasciarla crescere nella mente, senza fretta, e poi operare con la precisione e la razionalità di un lavoro chirurgico. Sapere da cosa si vuol partire è sostanziale, almeno quanto essere consapevoli di come e soprattutto dove si vuole arrivare.

Sì, perché le parole, anche quelle cancellate, comportano consumo d’inchiostro e il peso della decisione del poeta. E per sapere da cosa si vuole partire, bisogna scegliere. Questione di ‘genere’ o di ‘generi’, un argomento di non poco conto, oggi più che mai. Ma la scelta, se si indentifica in una categoria, lascia ben poco spazio all’emozione. E quando si parla di letteratura, l’emozione è quanto di più importante da cercare e il senso sta proprio nel trovarla. Poesia o prosa?

C’è chi direbbe “una prosa che guarda alla poesia” (Giampiero Neri) e altri che direbbero il contrario. Perché spesso si guarda alla poesia come a un cadeau prezioso da salvaguardare, da tenersi stretti morbosamente per la paura che si sciupi o che una volta regalato al prossimo possa arrivare guasto. Per questa paura e per una sorta di galoppante competizione tra i poeti (che invece dovrebbero sentirsi parte della stessa famiglia), la poesia è diventata una forma elitaria di comunicazione, creata in solitudine, letta e recitata solo in circoli di addetti ai lavori, ai quali poco interessa misurarsi con la gente comune e soprattutto con gli altri poeti. Non c’è defraudazione in uno scritto che giunga al lettore, c’è solo collaborazione (si spera) e partecipazione.

Di scelta si tratta anche in questo caso; avere orecchie, ascoltare oppure rimanere chiusi trincerati verso il diverso, il nuovo, l’altro. Forse che il pubblico sia considerato troppo insensibile a questo ‘dire’ (e un po’ è anche vero di questi tempi) o forse che la poesia abbia perso la sua funzione più alta di ponte tra le genti, per diventare muro invalicabile dietro il quale trincerarsi, tra applausi di poeti complici e compiacenti?

Ho sempre aspirato a una forma più capace, che non fosse né troppo poesia né troppo prosa e permettesse di comprendersi senza esporre nessuno, né l’autore né il lettore, a sofferenze insigni’ (Czesław Miłosz). Un genere che descriva e ci descriva con l’autenticità di panni che ci calzino a pennello, senza falsità né ipocrisia, con la stessa purezza della nudità. Una poesia che parla davvero, come parla davvero la prosa. Fatta anche di semplicità perché “La sola letteratura possibile del futuro sarà autobiografica” (Jack Kerouac). E cosa c’è di più autobiografico della poesia? Anche quando non si parla della propria vita, ma del modo di viverla e vedere le situazioni, sentirle prima di tutto?

Allora cosa c’è di male nell’ibridazione? L’ibridazione del genere letterario, che invece sembra stantio, chiuso a schierarsi o da un lato o dall’altro, senza lasciare spazio alla comunicazione spontanea, ma solo a schemi, preconcetti e classificazioni. E l’emozione? La fantasia emotiva che sola è fonte di creazione, commistione e libertà? In tempi di pensiero dicotomico, o tutto nero o tutto bianco, o maschi o femmine, o vax o no vax, o green pass o no green pass anche la letteratura diventa o poesia o prosa, o volo pindarico o best seller di successo.

Ma se è vero che neppure le forme letterarie prescindono dalla Storia, e non possono essere analizzate astrattamente, il poeta “concepisce la letteratura come dialogo con il mondo, con il lettore e con me stesso” (Octavio Paz). Una visione di democrazia: “lo scrittore laico che comincia per noi dai greci, mette in discussione il mondo al cui interno la società si è creata”, altrimenti risulterebbe impossibile fondare la società stessa, la quale non è fissa e immobile ma cambia in conseguenza del pensiero critico che nasce dal dialogo con gli altri uomini. Così facendo (lo scrittore) partecipa in modo essenziale all’instaurazione della democrazia, senza la quale, del resto, egli stesso non sarebbe possibile o concepibile”.

Vivere nel proprio tempo con i propri mezzi comunicativi, perché “non si può chiedere al poeta di essere un militante politico, ma che è giusto attendersi da lui che sia interno al proprio tempo, che sappia ascoltare la storia mentre si fa e i suoi contemporanei, che parli di ciò che sta loro a cuore’ e cosa più rilevante ‘che metta in dubbio gli obbiettivi più importanti’ (Cornelius Castoriadis).
Forse la poesia deve mettere in dubbio, tramite l’emozione, forse la sfumatura migliore è il grigio, e tutti gli altri colori con le loro sfumature… riusciremo a non averne più paura?

Nasce l’Accademia Italiana di Staging &Redesign

La formazione nell’ambito dell’home staging – la disciplina che unisce design d’interni, comunicazione e
marketing allo scopo di vendere gli immobili velocemente e bene – ha un nuovo punto di riferimento a
livello nazionale. Il 10 dicembre ha aperto ufficialmente a Bologna l’Accademia Italiana di Staging &
Redesign, dedicata a tutti coloro che vogliono fare dell’home staging la propria attività principale.
L’Accademia è la nuova incarnazione della Staging & Redesign School di Fosca de Luca, che negli ultimi 5 anni ha consentito a oltre 600 allievi di crearsi una professionalità sempre più richiesta nel mercato immobiliare. «Con questa novità intendiamo perseguire ancora con più forza la missione che da sempre ci contraddistingue, quella di dare ai nostri allievi tutti gli strumenti per formarsi, aggiornarsi e svolgere sempre al meglio il proprio lavoro – commenta Fosca de Luca –. Nuovo nome, nuovo logo e nuovo sito (https://stagingeredesign.school/), ma non solo: un’offerta formativa ancora più completa che diventa un vero e proprio percorso di 130 ore per diventare home stager, con lezioni sia in presenza sia online, e che viene completato da esperienze sul campo. E poi c’è la nostra nuova sede bolognese, concepita come una vera e propria Factory, dove si terranno corsi, eventi e laboratori pratici per allievi e professionisti provenienti da tutta Italia».
Redesign d’interni, fotografia d’interni, marketing per il settore real estate, business e vendita, video
reclame, uso dei software (Lightroom, Sketchup), home staging per la ricettività turistica: sono alcuni degli argomenti su cui vertono i corsi dell’AIS&R, tutti ambiti che devono essere ben conosciuti da qualsiasi home stager. Che è, spiega in poche parole Fosca de Luca, «Quel professionista della valorizzazione immobiliare che, tramite interventi mirati e temporanei, allestisce le case per la vendita. Gli ultimi dati dell’Associazione Nazionale Home Staging Lovers confermano che una casa oggetto di home staging si vende in media in 46 giorni, contro i 228 che servono per le vendite tradizionali, e con uno sconto medio molto basso, del 4%. Ecco perché la figura dell’home stager, relativamente nuova in Italia, è sempre più richiesta per consulenze da agenzie, investitori e proprietari».
Un professionista che non è solo un esperto di arredo e decorazione d’interni, ma anche un comunicatore digitale con competenze di marketing e vendite. «Stare al passo con le evoluzioni del mercato immobiliare è la base del nostro lavoro e le specializzazioni sono numerose – spiega sempre de Luca –. Il primo step è costituito dal nostro corso base di 40 ore di teoria più 8 di allestimento dal vivo, che permette di entrare in questo mondo e si completa nel tempo con gli altri corsi, fra cui Business4Stager, incentrato proprio sugli aspetti imprenditoriali e sulla creazione di un piano di business solido e remunerativo». E per chi non è ancora pronto a intraprendere una carriera autonoma, ma vorrebbe valutare se l’home staging fa per lei o per lui? «Per chi pensa di avere un talento e vuole conoscere meglio questo mondo c’è il nostro corso propedeutico “Effetto WOW” – spiega de Luca –. Si tratta di un videocorso di 9 ore, completo di test conclusivo e attestato, che condensa i nostri contenuti in una serie di brevi lezioni da seguire quando si vuole. È l’ideale per orientarsi nel mondo dell’home staging ed eventualmente proseguire con la preparazione completa; nel qual caso, il costo del corso propedeutico viene scalato dalle spese successive».
In questo momento il corso “Effetto WOW” è in offerta a 366 euro IVA inclusa: un’ottima idea da regalare
a Natale all’amica o all’amico che sta pensando di fare della sua passione per la casa e l’arredamento un lavoro vero e proprio.

Maria Calabrese dialogherà con Lucia Boni sulla silloge poetica
IMBUTI DI CRISTALLO

Lucia Boni vive e lavora a Ferrara. Ha coltivato una formazione artistica (conseguendo i titoli all’Istituto
d’Arte “Dosso Dossi” di Ferrara e di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna) e la passione per la
parola con gli studi di Logopedia presso l’Università di Padova. È stata insegnante e dal 1982 al 2015 ha svolto la sua attività presso il “Laboratorio delle Arti” dell’Istituzione Servizi Educativi e Scolastici del
Comune di Ferrara, progettando e organizzando situazioni educative finalizzate a sensibilizzare ai linguaggi artistici ed espressivi. Con il Centro di Documentazione Raccontinfanzia ha curato diverse pubblicazioni didattiche del tra cui: “Porta sulla Torta”, “Creta. Terra in movimento” e le più recenti “Parole in un vaso. Il teatro e le arti visive nella scuola”, “La Visita attiva. Un incontro con l’arte”, “Incontro con l’arte. Un passo che vede e che sente” . Dal 2000 collabora alla Direzione Artistica della Galleria “del Carbone” per l’associazione culturale Accademia d’Arte “Città di Ferrara”.
Ha pubblicato: Imbuti i cristallo ( La Carmelina , 2009); Pensieri di cioccolato e menta (Ideagramma, 2010); noci & bauli (La Carmelina , 2014 Primo Premio Narrativa al X Concorso Niccolini 2015); Lembi e le sette chiese” ( La Carmelina, 2016); Custode di dune (Campanotto, 2018); Imbuti di Cristallo – 2a edizione riveduta e ampliata ( La Carmelina, 2021). Suoi testi di poesia e prosa sono stati pubblicati su antologie, raccolte e riviste di letteratura.

Ambiente, nascono due nuovi consorzi per rifiuti tessili e materassi: Ecoremat ed Ecotessili

Il Sistema Ecolight e le imprese della distribuzione moderna aderenti a Federdistribuzione avviano due nuovi sistemi EPR per la gestione di materassi, imbottiti, abbigliamento e altri prodotti tessili Un passo in avanti nella tutela dell’ambiente e un contributo concreto al percorso di transizione ecologica del Sistema Paese. Nell’ambito del Sistema Ecolight sono nati Ecoremat ed Ecotessili, due consorzi nazionali, promossi da Federdistribuzione e dalle sue imprese associate, dedicati, rispettivamente, alla gestione dei materassi e imbottiti dismessi e alla gestione dei rifiuti tessili. Il Sistema Ecolight, costituito dal Consorzio Ecolight (consorzio per la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche – RAEE e pile), da Ecopolietilene (consorzio per la gestione dei rifiuti dei beni in polietilene) e dalla società operativa Ecolight Servizi, amplia così il proprio ambito di azione a favore dell’ambiente, rafforzando il proprio impegno allo sviluppo di quella responsabilità estesa del produttore (EPR, Extended Producer Responsibility) che già regolamenta la gestione di diverse tipologie di rifiuti e che affida a chi produce, importa o commercializza, la responsabilità di una corretta gestione del prodotto a fine vita.
Per i rifiuti tessili, stante le previsioni normative attuali, è ormai imminente l’obbligatorietà della loro raccolta differenziata. Infatti, anticipando le indicazioni europee, in Italia dal 1° gennaio 2022 la gestione dei rifiuti tessili ricadrà all’interno del quadro EPR, coinvolgendo quindi produttori, importatori e distributori nella filiera del riciclo e recupero. I rifiuti tessili rappresentano una quota significativa: secondo un’indagine della Commissione europea, ogni cittadino ne produce circa 11 kg ogni anno. Più di 9 kg (l’87%) vengono smaltiti nelle discariche o nei termovalorizzatori, oppure esportati in Paesi extra UE. L’obiettivo europeo è quello di ridurre al 10% la quantità di questi rifiuti che finisce in discarica. Materassi e imbottiti sono un capitolo a parte, ma non meno rilevante sotto il profilo ecologico. La maggior parte di questi rifiuti finisce in discarica, ma un materasso può essere recuperato fino al 90% del suo peso.
«I nostri punti di riferimento sono le aziende, chiamate a svolgere un ruolo attivo nel contesto dell’economia circolare e rispondere a quella responsabilità estesa del produttore che sta diventando sempre più il fulcro delle norme di tutela ambientale, tema al centro del dibattito nazionale e internazionale, che richiede l’impegno costante di tutti», spiega Giancarlo Dezio, presidente di Ecoremat e di Ecotessili. «Attraverso il Sistema Ecolight, che già raggruppa oltre duemila imprese italiane, abbiamo creato un hub di professionalità, know-how, competenze, strumenti e informazioni per garantire risposte efficaci, efficienti sia sul versante dei servizi erogati,
sia su quello della tracciabilità e di una sempre maggiore tutela dell’ambiente. Questo patrimonio viene messo a fattore comune anche per la gestione dei rifiuti tessili, di materassi e imbottiti».
Afferma Marco Pagani, direttore Normativa e Rapporti Istituzionali di Federdistribuzione e  vicepresidente di Ecolight: «Con Ecoremat ed Ecotessili abbiamo voluto promuovere in ambito Ecolight, sistema con il quale lavoriamo da anni con le nostre imprese associate, la costruzione di una filiera di raccolta e riciclo di queste ulteriori tipologie di materiali, tenendo conto anche delle possibilità di riuso che possono essere potenziate o attivate ex novo. Federdistribuzione crede fermamente nel ruolo strategico che la distribuzione moderna può svolgere nella transizione ecologica del Paese e continuerà quindi a lavorare in questa direzione».

FILIPPO VENDEMMIATI E FRANCO GRILLINI PRESENTANO “LET’S KISS” IN SALA ESTENSE

Filippo Vendemmiati ritorna nella sua città natale, ma questa volta lo farà in compagnia di Franco
Grillini, protagonista dell’ultimo lavoro documentaristico del regista ferrarese. Sarà la Sala Estense,
martedì 14 dicembre, ad ospitare la proiezione di Let’s Kiss – Franco Grillini storia di una rivoluzione
gentile.
Evento facente parte della rassegna di Arci Ferrara APS “Estense d’Essai – il Boldini in Sala Estense”
patrocinato dal Comune di Ferrara. La proiezione di “Let’s Kiss” è realizzata grazie al sostegno di
FICE e UCCA e grazie alla collaborazione di Arcigay Gli Occhiali d’Oro e del Festival dei Diritti.
Regista e protagonista saluteranno e si intratterranno con il pubblico insieme a Mattia Antico di Arci
Ferrara e Flavio Romani di Arcigay.
Il film è incentrato sulla figura di Franco Grillini, bolognese, classe 1955, figlio di contadini laureato in
pedagogia, uomo politico e gay tardivo, da sempre impegnato nella lotta per il riconoscimento dei
diritti civili LGBT.
Attraverso il racconto in presa diretta fatto dal protagonista, il biopic, con tono leggero e materiale
documentale inedito, ricostruisce oltre trent’anni di storia politica e testimonia una lotta dura e gentile
nel nome della dignità̀ e dell’uguaglianza. Un viaggio anche sentimentale lungo i luoghi della vita:
dalla casa natale in campagna all’università, dalle vecchie sedi di partiti scomparsi fino al parlamento,
passando per le strade e le piazze dei Gay Pride, da Roma a New York.
Le tappe di Franco Grillini scandiscono lotte e conquiste – dal tragico irrompere dell’Aids con i morti e
la messa all’indice dei rapporti omosessuali fino al primo matrimonio tra persone dello stesso sesso e
l’ancora aperta battaglia per la stepchild adoption – ma anche l’evoluzione dell’approccio sociale e dei
media ad un tema che ancora oggi, pur riguardando milioni di persone, resta fortemente divisivo
quando non ignorato. Grillini racconta tra pubblico e privato con serenità̀ e umorismo, con un
linguaggio che la cadenza bolognese rende musicale, la sua pur sorridente trincea per un futuro
senza vite vissute nella paura dello stigma sociale, per il diritto alla salute e all’affettività̀ completa.
Sono storie d’amore e di battaglie politiche, dentro e fuori il parlamento, insopprimibili spinte al
cambiamento e alla gioia di vivere.

IL VIAGGIO DI VALENTINA (6)
Tagikistan e Uzbekistan

 

Lasciato il Kirghizistan, la nostra cicloviaggiatrice Valentina Brunet valica il confine con il Tagikistan e noi la seguiamo nel suo affascinante viaggio.
Arrivo in Tagikistan [Qui]. Il primo impatto?

Ho pedalato ancora in montagna, tra un passo e l’altro fino a valle, al lago Karakul di un azzurro magnifico. Avevo trovato compagni di viaggio e quindi ho viaggiato piacevolmente in compagnia. Un feeling particolare c’è stato con Michael, che mi ha ricordato quanto fosse bello l’incontro con un uomo che ti fa sentire attraente, avvezza com’ero ormai a quella vita vagabonda, impegnata nella fatica quotidiana alla ricerca di riparo e cibo, la scoperta e l’osservazione di posti e gente nuova.

Quali immagini affiorano quando pensi a quel Paese?

Ricordo i numerosi inviti della gente a bere il the, le strade impervie in alta montagna, dove ho pedalato in affanno di ossigeno oltre i 4000 metri (4655 m il passo più alto, l’Ak Baital), ricordo anche i militari armati al confine con l’Afghanistan presso il fiume Panj. Ricordo che siamo capitati in un paesino dove tutti indossavano gli abiti della festa per la visita del Presidente, in occasione dell’inaugurazione di una linea elettrica. Un’atmosfera gioiosa, dove la gente ci stringeva la mano con squillanti ‘Saalam. Ricordo l’incredulità nel vedermi rifiutato il visto per il Turkmenistan e la crisi che ne conseguiva per stanchezza, sfiducia, delusione generale e poco dopo l’abbandono dei miei compagni di viaggio.

Cosa significa pedalare in condizioni di disagio fisico e vulnerabilità, in solitudine?

In certi momenti sembrava impossibile raggiungere la meta, in condizioni climatiche proibitive, che mettevano alla prova il fisico, con un freddo sferzante e un vento che sembrava mi spazzasse via. E’ stato difficile in alcuni momenti trovare il percorso che avevo studiato, dover cambiare piani e affrettarmi per rimanere nei tempi prima che un visto scadesse. Scoppiare in un pianto dirotto per lo sforzo, è stata in un’occasione la manifestazione più significativa della prova alla quale mi stavo sottoponendo. Mettiamoci anche i disturbi fisici come i crampi articolari e intestinali, la nausea, il vomito, che si presentavano di tanto in tanto e rallentavano il viaggio. Ho incontrato un vecchio che mi ha sottoposta a un rituale per la guarigione, borbottando in modo grave formule sciamaniche cerimoniali, credo, agitando dei ramoscelli e somministrandomi una bevanda.

Racconta qualcosa dei tuoi incontri.

Ho incontrato pastori, con i quali ho chiacchierato arrangiandomi con il russo, come in tutte le cosiddette Stans’, le ex repubbliche sovietiche che ho attraversato. I bambini erano giocosi, ma talvolta insistenti nel chiedere dolci e addirittura medicinali, rifiutando il pane che ero disposta a condividere con loro. La gente era impegnata nei campi a raccogliere il grano prima dell’arrivo della neve e tutti erano molto cordiali, sorridenti. Ho incontrato degli operatori della BBC a Bibi Fatima, una località termale molto nota in Tagikistan, con acque dalle grandi proprietà curative, in una caverna con pochissimi spiragli per la luce.

Come hai trascorso gli ultimi giorni in Tagikistan?

Ero sempre in compagnia di altri cicloviaggiatori già conosciuti in precedenza. Siamo arrivati nella cittadina di Qualai Khumb, dove un vistoso monumento con una grande lapide ricorda i quattro cicloviaggiatori sterminati da un gruppo di terroristi. Un altro monumento giace nel punto esatto del tragico fatto, con le foto delle vittime e una bicicletta coperta da tanti nastrini appesi dai passanti in segno di lutto. Nella scritta, la popolazione Tajika chiede che vengano accettate le condoglianze per l’uccisione dei turisti. Sono scoppiata in un pianto dirotto e mi sono sentita vulnerabile, impotente. Ho dovuto poi sbrigare le pratiche burocratiche per il visto turkmeno, non senza imprevisti e incidenti di percorso. Ho salutato i miei compagni di viaggio e ho proseguito da sola per gli ultimi 100 km prima del confine uzbeko.

Cosa ti ha colpito subito delll’Uzbekistan?

Samarcanda, che non è molto lontana dal confine. Ho visitato il Registan, uno dei più rappresentativi edifici della città, di una maestosità impressionante. E’ un complesso di madrase, le antiche scuole coraniche, forse più affascinante di molte strutture e architetture islamiche in giro per il mondo. Ho scoperto poi la presenza di miei connazionali italiani residenti là. Sulla mia strada, nei primi giorni, ho incontrato gente socievole, pronta ad ospitarmi ed esibirmi con orgoglio ad amici e parenti come un trofeo, una cosa rara. Ho cucinato con donne meravigliose e quei momenti sono tra i miei ricordi belli dell’Uzbekistan [Qui]. Ho incrociato anche gente rude e arrogante, indisponente, che frugava nelle mie cose personali con sfacciataggine, non appena mi distraevo un po’.

Com’era il paesaggio?

Le strade e il paesaggio non sono stati memorabili: distese pianeggianti e monotone, pedalate nel freddo e grigiore. Il lago di Aral è stato completamente prosciugato per lo sfruttamento intensivo delle acque destinate all’irrigazione.

Quali difficoltà hai incontrato?

Una per tutte: dopo una mattinata movimentata e colorata al bazar di Urgut, uno dei mercati più grandi dell’Uzbekistan,  tra i bracieri dei shashli, gli spiedi di carne, i banchi di plov, riso e pollo con verdure e i manti, i ravioli di carne, al ritorno in ostello l’amara scoperta. La receptionist mi avvisava che il mio visto era scaduto e avrei dovuto lasciare immediatamente l’alloggio per uscire dall’Uzbekistan. Era sera inoltrata e a mezzanotte sarei dovuta essere oltre confine. Ma dove? L’Afghanistan era da escludere per pericolosità, in Tagikistan non avrei potuto, in Turkmenistan occorreva un visto tassativo. Rimaneva il Kazakistan, che avevo già lasciato da un bel po’. Con un taxi sono arrivata alla dogana e, ricaricata la bici, mi sono accodata alla fila di camion in attesa. Nevicava, era l’una di notte e le guardie mi guardavano con gli occhi sbarrati dallo stupore. La mattina, dopo aver dormito in sala d’attesa, ho proseguito per il Kazakistan e dopo pochi giorni è arrivato il nuovo visto per l’Uzbekistan.

Come si concludono il tuo rientro in quel Paese e i preparativi per quello successivo, il Turkmenistan?

Passata la frontiera ho pedalato verso Tashkent. In una cittadina sul percorso, ho chiesto informazioni ad una donna, insegnante di inglese, e mi sono ritrovata nella sua classe di ragazzini a fare lezione da sola, dopo una tazza di the e la sparizione della signora. Mi è capitato anche di fare da modella per Yura, che stava lavorando a un progetto fotografico con una storica macchina anni ’70, proveniente dalla Germania dell’Est. Mi sono diretta poi a Bukhara, una città molto curata, meta di molti cicloviaggiatori. Pedalando gli ultimi 700 km sono arrivata alla dogana, pronta per immergermi in un’altra avventura. Turkmenistan e Iran mi stavano aspettando.

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