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Giorno: 4 Gennaio 2022

IL CONSERVATORIO FRESCOBALDI SU RADIORAI 3: IL DOCENTE DI MANDOLINO CARLO AONZO IN CONCERTO, OGGI 5 GENNAIO, ORE 22,30

 

Carlo Aonzo, docente di mandolino al Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, sarà tra gli ospiti oggi 5 gennaio alle ore 22.30 nel programma “La Stanza della musica” condotto da Nicola Pedone su RadioRai 3. Il concerto del Gran Duo con Carlo Aonzo (mandolino) e Giulio Plotino (violino) prevede brani di Alessandro Rolla, Emanuele Barbella, Niccolò Paganini (concerto “La Campanella”), Luigi Boccherini e due brani di Johann Sebastian Bach in apertura e chiusura trasmissione.

Proprio lo studio del mandolino sta avendo una fase di rinnovato interesse. Attualmente, infatti, al Conservatorio Frescobaldi sono attivi il corso propedeutico e quello accademico per lo studio dello strumento.
“Ferrara è una città dal passato mandolinistico molto importante e longevo – racconta Aonzo, riconosciuto concertista e docente di livello internazionale – da Pietrobono dal chitarrino alla Corte Estense nel ‘400 fino ai giorni nostri con la Gino Neri, una delle orchestre mandolinistiche più ampie ed importanti d’Italia, e con una storia d’arte liutaria di primo piano che arriva anch’essa da lontano con la bottega di Luigi Mozzani e si afferma tutt’oggi con Gabriele Pandini”. C’è proprio a Ferrara, tra orchestra e conservatorio, un vivaio di giovani mandolinisti, che trova espressione anche nelle scuole dell’obbligo del territorio, come la Scuola Cosmè Tura.

Carlo Aonzo, mandolinista di fama internazionale, è nato a Savona dove è cresciuto immerso nella musica; la sua stessa abitazione era sede della Scuola di Musica del Circolo Mandolinistico “G. Verdi”. Dopo aver conseguito il diploma in mandolino col massimo dei voti e lode al Conservatorio di Padova nel 1993, ha collaborato con prestigiose istituzioni come l’Orchestra Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, il Maggio Musicale Fiorentino, la Nashville Chamber Orchestra (USA), la McGill Chamber Orchestra di Montreal (Canada), la Philarmonia di San Pietroburgo (Russia), i Solisti da Camera di Minsk (Bielorussia), il Schleswig-Holstein Musik Festival (Germania). Tra i suoi riconoscimenti si annoverano il Primo Premio assoluto e premio speciale “Vivaldi” al Concorso Internazionale “Pitzianti” di Venezia nel 1993 e il Primo Premio al Walnut Valley National Mandolin Contest a Winfield, Kansas (USA) nel 1997. Il profondo interesse in attività di promozione e sensibilizzazione focalizzato sul proprio strumento è testimoniato dalle sue innumerevoli collaborazioni con le orchestre mandolinistiche di tutto il mondo: New York, Seattle, Portland, Providence, Pittsburgh, Baltimora, Filadelfia, Denver, Milwaukee, Atlanta,  Montreal, Milano, Genova, Lugano, Kochi, Nagoya, Osaka, Sendai, Wuppertal, Berlino, Londra, San Pietroburgo, Saigon.

POSTE ITALIANE: DA OGGI SONO DISPONIBILI ON- LINE I DATI 2020 PER LA RICHIESTA DELL’ISEE

Bologna, 04 gennaio 2022 – Da oggi sarà possibile richiedere anche on-line i dati dei rapporti intercorrenti con Poste Italiane relativi all’anno 2020 e necessari per la presentazione dell’attestazione ISEE (indicatore della situazione economica equivalente). La certificazione sarà disponibile in tempo reale; per poterla ottenere sarà necessario accedere tramite le proprie credenziali al sito poste.it nella sezione dedicata.
Il documento, che viene emesso su richiesta dell’intestatario, racchiude tutte le informazioni necessarie per il calcolo dell’ISEE relative ai prodotti finanziari, in particolare riporta saldo e giacenza media dei conti attivi/estinti nel corso d’anno 2020, dei libretti di risparmio, dei Buoni Fruttiferi Postali, delle Postepay nominative e delle Carte Enti Previdenziali, il valore nominale dei Fondi di Investimento, la posizione dei Deposito Titoli nonché l’attestazione dei premi versati per Polizze Assicurative ed è disponibile al seguente link https://www.poste.it/prodotti/rilascio- certificazione-ai-fini-isee.html.
Sui siti poste.it e postepay.it, i dati per la presentazione dell’attestazione ISEE possono essere richiesti anche grazie all’Assistente Digitale di Poste Italiane. Le nuove modalità di accesso al servizio confermano il processo di digitalizzazione avviato da Poste Italiane. Oggi sui canali digitali offerti dall’Azienda è infatti possibile accedere ai servizi offerti in totale sicurezza. Tramite il sito internet www.poste.it, ad esempio, i clienti registrati possono facilmente gestire il Conto BancoPosta o il Libretto di Risparmio, sottoscrivere un Buono Fruttifero on line, richiedere la spedizione di un pacco, attivare il servizio seguimi o acquistare prodotti filatelici. Le APP di Poste Italiane, disponibili su App Store e Google Play, sono completamente gratuite e sono utilizzabili in mobilità anche da chi non è titolare di un rapporto con l’Azienda, come un vero e proprio Ufficio Postale a casa dei cittadini.

ASEPETTANDO LA BEFANA, diretta di fiabe online

Confermato in Municipio, per domani, mercoledì 5 gennaio, alle ore 17, l’appuntamento di letture online “Aspettando la Befana”. L’annullamento delle manifestazioni all’aperto, disposto dal Governo per contenere la nuova ondata di contagi, ha suggerito alla simpatica vecchina di intrattenere i più piccoli attraverso una diretta Facebook, durante la quale saranno lette avvincenti fiabe e filastrocche a tema.  Dall’ufficio del Sindaco Sabina Alice Zanardi, la Befana, dispenserà sorrisi e con i suoi racconti farà sognare tutti ad occhi aperti, prima di intraprendere la tradizionale, magica avventura notturna della consegna dei doni. Per seguire la diretta di letture online “Aspettando la Befana”, ci si potrà collegare al profilo Facebook del Sindaco, raggiungibile al seguente indirizzo:

Per positività al Covid 19 di un attore, slitta a data da destinarsi lo spettacolo Scusa sono in riunione, ti posso richiamare? con V.Incontrada e G. Pignotta

A causa della positività al Covid di un attore, è sospeso ed è rinviato a data da destinarsi, lo spettacolo “Scusa sono in riunione, ti posso richiamare?”, che avrebbero portato in scena, il 5 e 6 gennaio prossimi, al Teatro comunale Arena Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta. La compagnia a.ArtistiAssociati, quanto prima possibile, segnalerà le due nuove date di riprogrammazione dello spettacolo, che il Comune di Codigoro diffonderà tempestivamente.

Dal 9 all’11 giugno 2022 torna a Bologna la principale fiera italiana dedicata alla manifattura e all’Industria 4.0

Milano, 04 gennaio 2022 – L’Italia continua a crescere, tanto da essere definita negli ultimi mesi come il motore dell’industria europea. Il 2021, infatti, si chiude con il Pil al +6,3% e i più recenti dati Istat vedono per l’industria italiana un incremento congiunturale del +2,8%, con un conseguente aumento di fatturato del +16,9%. È un buon momento per il tessuto produttivo del Paese, come confermano anche i dati dell’ultimo Osservatorio MECSPE, dove ben sette imprenditori su dieci si dichiarano soddisfatti. È proprio in questo clima di ottimismo che si inserisce la 20ᵃ edizione di MECSPE, la fiera più importante in Italia dedicata alla manifattura e organizzata da Senaf, in programma dal 9 all’11 giugno a BolognaFiere. Una manifestazione che riparte dai numeri positivi della scorsa edizione, che ha visto la presenza di 48.562 visitatori e l’adesione di 2.024 aziende in fiera (numero di espositori di fiere
industriali più alto in Europa nel 2021).
Si conferma anche per la nuova edizione la presenza della Fabbrica Senza Limiti, un’area innovativa che si concentrerà su tre temi fondamentali: diagnostica predittiva, alleggerimento ed efficientamento
energetico. Riuscire a prevenire le cause che possono provocare interruzioni nella produzione o ritardi nelle consegne, con conseguenti perdite economiche, è sempre più importante. L’interruzione di attività, infatti, è una delle principali preoccupazioni menzionate dagli imprenditori (indicate dal 45%), come emerge dal report Risk Barometer di Allianz Global Corporate & Specialty. Inoltre, diventa cruciale nel processo di produzione usare materiali sempre più leggeri in modo da rendere il processo il più sostenibile possibile e ottimizzarne l’efficienza energetica, ottenendo così un notevole risparmio sul fronte dei consumi. Una sorta di circolo virtuoso che vedrà protagoniste le “macchine” e i software.
Ma nel 2022 non mancheranno gli approfondimenti sui temi di più ampio respiro per il manifatturiero italiano e che hanno reso MECSPE una manifestazione unica per gli imprenditori: digitalizzazione, sostenibilità e formazione sono e saranno i punti cardine per promuovere la crescita in ottica Industria 4.0 e per attrarre i giovani verso la “nuova fabbrica”, sempre più evoluta e “digitale”. In sintesi, in linea con le esigenze delle nuove generazioni.
Sempre in ottica di formazione e innovazione, ampio spazio sarà dedicato ai Competence Center,
introdotti dal MISE nel 2018 nell’ambito del Piano Nazionale Industria 4.0 al fine di assistere le imprese su aspetti quali formazione, digitalizzazione e sviluppo dell’innovazione 4.0. In questo contesto MECSPE offre la possibilità di conoscere da vicino le realtà che si occupano di supportare le imprese nella transizione digitale e nello sviluppo di tecnologie innovative e altamente competitive sul mercato nazionale e internazionale. Tutto questo attraverso attività di orientamento, formazione e progetti innovativi in ambito Industria 4.0. Nonostante le potenzialità di questi strumenti, c’è tanto da fare: l’Osservatorio MECSPE mostra infatti che solo il 4% delle imprese ha collaborato con Competence Center o Digital Innovation Hub e che il 21% non li conosce affatto, sebbene oltre un terzo degli intervistati riconosca ai Competence Center la capacità di essere un buon supporto per le imprese nella costruzione e sperimentazione di progetti di Industria 4.0.
Un’edizione, quella del 2022, sempre più ricca e rinnovata nei contenuti, che vedrà l’affiancamento a METEF, l’expo internazionale per l’alluminio, la fonderia metalli e le tecnologie dei materiali innovativi e alternerà momenti espositivi a momenti dimostrativi, come nelle Piazze tematiche (Progettazione e Design, TMP, Start- up Factory) o negli innumerevoli momenti formativi e informativi (Simulation Summit o il Solution Award) per essere vicina alle esigenze delle aziende e degli imprenditori.

“E’ ancora piccolo ma crescerà”:
ferraraitalia diventa nazionale. Conservando il suo cuore

 

Questa volta parlo di noi, di questo strano quotidiano online, nato più di sette anni fa da una felice intuizione dell’amico Sergio Gessi, e che da un paio d’anni io, insieme a una nuova redazione e a una schiera di vecchi e nuovi collaboratori, abbiamo cercato di sviluppare.

Strano perché – provare per credere – non troverete niente di simile nella giungla della Rete. Parla di quel che vi accade accanto, insieme a quel che succede nel grande mondo. Per farlo utilizza la cronaca, l’intervista, il commento, il corsivo. Ma anche la poesia, il racconto, la foto, il video, la vignetta satirica.

Un quotidiano che, miracolosamente, non invecchia mai; che scava, cerca di capire: l’abbiamo chiamata “informazione verticale”: potete leggerla subito, o dopo un mese, un anno, anche dopo otto anni.

Appunto. 2022, ferraratialia entra nel suo ottavo anno di vita. Tanta strada. 48,000 articoli pubblicati. Con una precisa collocazione: l’antifascismo, il campo della Sinistra, l’impegno per i diritti, il lavoro, l’ambiente, la pace, la fantasia. E la scelta del dialogo, del dibattito, del confronto appassionato tra pensieri, idee, vissuti e amori diversi.

Ferraraitalia, l’abbiamo scritto nel titolo, “é ancora piccolo ma crescerà”. In verità negli ultimi anni siamo già cresciuti, uscendo sempre più dalle amate mura di Ferrara. Oggi sono più di 500.000 i nostri lettori: Circa il 37% a Ferrara e dintorni, il resto in Italia e fuori Italia.
Per questo è venuto il momento del grande salto – ce lo stanno chiedono in tanti – diventare a tutti gli effetti una testata nazionale.

(Se tutto va bene) a partire da febbraio 2022, i lettori troveranno un nuovo giornale, un nuovo nome (top secret per ora), una grafica rinnovata. Nessun colpo di spugna: dentro continuerà ad esistere il nome ferraraitalia, la nostra storia, i nostri contenuti, la nostra voglia di raccontare il mondo.

Inutile negarlo, “diventare grandi” mette sempre un po’ di paura.  Ai tanti collaboratori, a tutti i lettori chiediamo di seguirci con ancora più amore. Di diventare i nostri strilloni, di far conoscere questa strana creatura ad amici e nemici in giro per l’Italia e per il mondo. Di sostenerci anche economicamente, perché cambiare costa, e costa rimanere liberi e indipendenti. Di leggerci e di scrivere per noi. Per il vostro quotidiano.

A presto.

Cover: illustrazione per Ferraraitalia di Nicola (Zala) Zalambani

Habemus papam di Moretti.
Quando il dubbio è di tutti: una lezione di umiltà

Qualche giorno fa ci ha lasciato il grande Renato Scarpa, un attore indimenticabile divenuto popolare soprattutto grazie a tre fortunati incontri: con Carlo Verdone (l’impagabile ipocondriaco di Un sacco bello), Massimo Troisi (l’impacciato Robertino di Ricomincio da tre) e Luciano De Crescenzo (Così parlò Bellavista). Lo abbiamo apprezzato, fra l’altro, nell’inflessibile preside di La stanza del figlio o nel ruolo dell’abile ma sincero cardinale Gregori di Habemus Papam per Nanni Moretti.

Lo vogliamo oggi ricordare con quest’ultimo film, dove non ne è il protagonista ma ove, con delicatezza, affianca un meraviglioso Michel Piccoli; anche se di qualche anno fa, una bellissima pellicola che vogliamo riproporvi, vincitrice di 3 David di Donatello nel 2012, tra cui quello al miglior attore protagonista, e di 7 Nastri d’argento, compreso quello per il regista del miglior film.
Bellissime e soavi, poi, anche le musiche: oltre a quelle originali di Franco Piersanti, sono presenti altri brani musicali, tra cui la canzone Todo cambia, scritta da Julio Numhauser (il fondatore del gruppo cileno dei Quilapayún): la versione presente nella pellicola è quella cantata dalla cantante argentina Mercedes Sosa.

Eccoci allora nella Cappella Sistina, in pieno conclave per la nomina del nuovo Pontefice. Molte fumate nere e folla in trepidante attesa, come da copione. A sorpresa (uno dei favoriti era il cardinale Gregori, Renato Scarpa), arriva la nomina del cardinale francese Melville (Michel Piccoli) che, al momento della pubblica proclamazione, mentre il cardinale protodiacono sta per annunciare il nome del nuovo pontefice alla folla dei fedeli riuniti in Piazza San Pietro, ha un attacco di panico e fugge via nello sconcerto generale, interrompendo la cerimonia prima che sia annunciata la sua elezione. Un Papa umano, spaventato, al di sopra di ogni sospetto.

La stampa incalza, la folla, in preghiera, freme: tutti vogliono conoscere il nome del neoeletto ma il portavoce della Santa Sede prende tempo. La situazione è paradossale, nulla di mai visto prima nella lunga storia della Chiesa. Secondo il codice di diritto canonico, finché il Papa non si presenta ai suoi fedeli, la cerimonia di elezione non può considerarsi conclusa e il conclave non può ancora avere contatti con il mondo esterno. Tutti dentro, allora.

Arriva in soccorso lo psicoanalista professor Brezzi (Nanni Moretti), accolto con un po’ di diffidenza dai cardinali, che, viste le difficoltà, indirizza, in incognito, il Pontefice, depresso e colto da senso di impotenza, alla sua ex moglie, anch’essa psicanalista (Margherita Buy).

Terminata la seduta il papa riesce a dileguarsi durante una passeggiata, sfuggendo alla sorveglianza del portavoce Marcin Raijski (Jerzy Stuhr) e della scorta. Per evitare uno scandalo, il portavoce mente ai cardinali e al dottor Brezzi, e riferisce che il Papa è tornato nelle sue stanze e ha iniziato una promettente convalescenza. Una zelante, e golosa, guardia svizzera resterà negli appartamenti papali a muovere le tende, accendere e spegnere le luci, ascoltare musica, pranzare e cenare come se il pontefice fosse presente.

Il collegio e il dottor Brezzi sono quindi messi in una forzata clausura, ma un esilarate torneo di pallavolo farà passare loro belle ore spensierate, in attesa che il Pontefice emerga dalla sua lunga pausa di riflessione e preghiera. Il tutto anche a suo incoraggiamento.

Melville, intanto, vaga solitario per Roma, come un uomo qualunque, prima a bordo di un autobus affollato, cercando invano di preparare il suo discorso di investitura, poi recandosi in un albergo, dove incontra una sconquassata compagnia teatrale intenta a mettere in scena il Gabbiano di Čechov (ah, se potesse sostituire quell’attore venuto temporaneamente a mancare…).

Entra allora in gioco la consueta ironica e inconfondibile psicanalisi di Moretti: un deficit di accudimento dovuto ad una frustrata carriera di attore? Tutto resta possibile… Ma Melville vuole solo scomparire senza che il mondo sappia della sua elezione, perché un nuovo Papa sia eletto. Le regole, però, non lo permettono, lo si vuole tenere, convincere e salvare a tuti i costi. E allora il nuovo eletto – che non è un dubbioso sulla propria fede o un pauroso ma un umile – si affaccerà al balcone, dovrà. Con sorpresa finale.

Habemus-Papam papa

In occasione della rinuncia di Benedetto XVI dell’11 febbraio 2013, vari organi di informazione hanno fatto riferimento a Habemus Papam, definendo sia il film che il regista come «profetico». Sul parallelismo tra le vicende reali e la trama del film, Paolo D’Agostini della Repubblica ha affermato: «Nanni Moretti, una volta in più, conferma quanto il suo cinema sia stato capace di cogliere, intuire, intercettare, ascoltare, prevedere». Uno dei suoi film più belli e riusciti, un capolavoro, aggiungo io.

Habebus papam, di Nanni Moretti, con Michel Piccoli, Margherita Buy, Nanni Moretti, Renato Scarpa, 2011, 102 mn.

Avere lo sguardo di Gianni Celati

 

A volte la notizia di una morte illustre, invece di molte e importanti parole di lode e di cordoglio, ti suggerisce un piccolo pensiero privato. E’ quello che mi è successo quando le agenzie hanno battuto la morte di Gianni Celati. Grande, grandissimo scrittore, l’ultimo del nostro Novecento. E molto altro: docente di letteratura inglese a Bologna e a Providence, attentissimo traduttore (al ‘suo’ Ulisse, una delle sue ultime sue  fatiche, lavorò sette anni). Curioso dei particolari e del Tutto, “guardatore” di molti mondi: dalle condizioni di luce sulla via Emilia, al Grande Fiume che arriva a mescolarsi al mare, all’Africa: alle sue lingue e ai suoi enigmi. Camminatore per vocazione e per stile, alla ricerca di luoghi, uomini, gesti, miraggi e apparenze.
Invece, o appena prima di pensare a questo e a tanto altro, ai suoi libri così unici, stranianti, ‘superficiali’ e profondi, a questo grande scrittore e grande uomo (guardate nel ritratto di copertina la sua faccia da contadino emiliano). Prima di questo ho provato un dolore privato, perché il mio desiderio era morto per sempre. Morto insieme a Lui.

Da sempre – ero un ragazzo e già leggevo le Avventure di Guizzardi – avevo il pensiero, il pallino, la certezza che prima o poi lo avrei incontrato. No, niente intervista. Mi sarei seduto a un tavolino di un bar Sport, a Ostellato, o Mezzogoro, a Sandolo, o davanti alla Sacca di Scardovari. Lui avrebbe parlato e io ascoltato; mi avrebbe indicato col braccio gli oggetti vicini e domestici, le “case geometrili”, il silenzio intatto del Fiume. Mi avrebbe parlato dei suoi incontri, di Pino, di Rosanna, di quella donna anziana che un po’ assomigliava a sua mamma. Di quel pensiero che proprio quel mattino lo aveva visitato.

Gianni Celati è morto. Non potrò ascoltarlo, guardare il suo sguardo, imparare da lui. Rimangono i suoi libri, il suo stile realistico e visionario, il suo documentario del mondo. Non è davvero poco per chi vorrà leggerlo o rileggerlo. E’ tanto.

P.S.
Proprio stasera , un amico mi ha segnalato (regalato) un testo di Gianni Celati di cui ignoravo l’esistenza, un piccolo saggio dedicato alla Invettiva. Invece di parare sul solito Dante, Celati sorprende il lettore con questa chiusa:
” […] e  come ulteriore prova non sapremmo citare esempio migliore del Manifesto comunista del 1848; il massimo esempio, a nostro parere, di invettiva moderna, dove quest’arte recupera tutte le proprie virtualità arcaiche, trasformando i dati oggettivi in iperbole allegorica, diffondendo colpa, sospetto, timore, riproponendo nel modo più netto il contrasto tra desiderio e realtà, e la contraddizione viva che l’uomo patisce: non v’è nulla di paragonabile nel nostro ed in quel secolo, anche considerando il Manifesto sotto un profilo strettamente letterario. E questa è l’invettiva.”
(Gianni Celati, Manifesto dell’invettiva, in “Il Caffè”, n.4, ag-sett. 1968, pp. 50-53)

Cover: Gianni Celati, foto da ilriformista.it (su licenza Creative Commons)