Skip to main content

“L’infanzia non ha tempo. Man mano che gli anni passano bisogna conservarla e conquistarla, nonostante l’età.”
(Emmanuel Mounier)

Ritrarsi

Un passo indietro
Mezzo passo
Come la marea
Un’esitazione
Pausa del cuore
Forse per nuovo slancio
Corsa o volo preciso
in un punto d’azzurro
O solo un momento di quiete
Lontano dall’argine
Dalla sponda
Dal frastuono della corrente
Un rintanarsi
Una sottrazione al fragore
Ridefinire il paesaggio
Il contorno del tempo
Aspettarsi

 

In seduta

In seduta, oggi,
mi è uscito dalla bocca
Otto anni che lo portavo in gola
Quasi mi ha soffocato
Sei lettere piantate lì
nella trachea
che pregavano di uscire
Un parto disperato
E finalmente il tuo nome
è ruzzolato a terra
tra il portaombrelli
e le scarpe nuove del dottore

 

L’amore forse è un semino

L’amore forse è un semino
Una briciola
Un pelo nell’uovo
Talmente minuscolo
che non lo trovo

Una goccia, un granello
Il riflesso di un momento
Forse non l’ho visto
Forse non lo sento

Magari l’ho pestato per errore
Sbadata come sono
Forse ho ucciso il mio amore

E ora sta lì
morto sotto la mia suola
Mentre io mi stupisco
Che son rimasta sola

 

La pazienza buona del tempo

Le cattedrali. Le poesie
Tutto è racchiuso
nella lentezza del gesto
Così recito un mantra
mentre impasto il pane
e il mio corpo di vetro
riflette la luce
di questo bene semplice
Tra le mani do forma
alla domanda di senso
Una croce, una carezza d’olio
La pazienza buona del tempo

 

Lo incontrerò

Lo incontrerò
Avrà la barba bianca
Lo sguardo paziente di un pescatore
Sarà così il mio amore
Avrà il sorriso di un bambino
La malinconia di una lunga attesa
Un’albicocca in mano
per farmi una sorpresa
Guarderemo insieme il volo dei gabbiani
Morderemo ridendo un pomodoro
Dormiremo in lenzuola di fiume
Mi chiamerà “Bimba”, mi dirà “Tesoro”
Canterà canzoni per farmi addormentare
Mi coprirà d’uva, di spighe, di sole
Mi farà il gelato con la neve
Mi laverà a una fonte di parole
Conterà le stelle per farmi contenta
Mi vestirà di ciliegie e di more
E moriremo insieme
perché così è l’amore

 

C’è pace in casa stasera

C’è pace in casa stasera
Nessuno grida
Non devo fingere di dormire
Giusto un filo di solitudine
che non muove nemmeno l’aria

 

Roberta Lipparini (Bologna,1964). Scrive da quando era adolescente, solo poesie, molte delle quali indirizzate ai bambini. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie per bambini:
“C’è un posto accanto a me. Poesie per una scuola senza barriere”, Mondadori – collana “Sassolini Oro”, 2013. Prefazione di Bruno Tognolini. Illustrazioni Arianna Operamolla; “Io Credo come te. Poesie per una scuola senza pregiudizi”, Mondadori – collana “Sassolini Oro”, 2014. Prefazione di Janna Carioli, Illustrazioni Arianna Operamolla; “Filastrocche in punta di piedi”,  Secop Edizioni, 2014. Illustrazioni di Antonio Catalano; “Ti ricordi di me?”, Secop Edizioni, 2021. Albo illustrato da Bianca Solazzo; “Sei storie per la scuola”, Gribaudo, 2021. Illustrazioni di Mirella Mariani.
Raccolte di poesia per adulti: “Io ce l’ho un amore”, Zona Editore, 2014; “Fiori Finti”, edizione Terra d’Ulivi, 2014; “Scritture d’amore”, Secop Edizioni, 2015; “Per mare, mio amore”, Secop Edizioni, 2016.

Sulla sua pagina Facebook si presenta così: “Non sono cresciuta leggendo Emily Dickinson ma ascoltando Guccini. In casa mia non c’erano libri (forse qualche sparuto volume della selezione del Reader’s Digest, a testimonianza del desiderio irrealizzato di mio padre di poter studiare) e anche il pane scarseggiava. Mia madre donna di servizio, mio padre operaio metalmeccanico. Anche oggi fatico ad arrivare a fine mese ed i libri li posso prendere solo in biblioteca. Altrimenti li guardo con desiderio dalle vetrine. Mai avuto un’auto e i vestiti, sempre di seconda mano. Per questo la mia poesia “si capisce”. Altro io non saprei, né vorrei francamente. Dedico la mia scrittura ai semplici, ai fragili, a quelli che, come me, zoppicano su un’ala sola”.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

tag:

Benini & Guerrini


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it