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31Ad Axilla piace Dylan, ma non sappiamo se a Dylan piace Axilla.
Cosmo-111 detesta Dylan, dice che è brutto e antipatico. Cosa non vera a detta di tutti i Santoniani. I Santoniani sbagliano raramente, a maggior ragione se si confrontano tra loro e raggiungono una visione unitaria della questione in discussione. Cosmo-111 è geloso, strano per un mezzano distinto e intelligente come lui.

Dylan è alto circa un metro e ottantacinque, non altissimo vista l’altezza media dei ventenni attuali che si attesta intorno al metro e novanta, con punte che superano abbondantemente i due metri e numeri di scarpe che superano il cinquanta.

Intorno alle altezze medie dei nostri giovani si sono diffuse le leggende metropolitane più svariate. “Hanno mangiato troppa carne contenente ormoni da piccoli, oppure hanno mangiato troppe proteine. È colpa del clima che è cambiato, della gravità della terra che è leggermente diminuita, della luna che ha aumentato il suo influsso sull’altezza (come se far crescere più o meno un bambino sia come determinare il flusso di una marea). Oppure dipende da una mutazione genetica iniziata non si capisce né come né quando, è un accidente della vita e non ha nulla a che fare con tutto ciò, oppure, al contrario, ha a che fare con tutto ciò, ma non con uno solo di questi eventi scatenati che quindi non possono essere considerati tali”.

Mia madre Cecilia racconta che quando mio fratello Enrico era piccolo una volta mi ha detto:
“Valeria devi smettere di crescere, tutti gli esseri viventi molto rari e grossi sono a rischio di estinzione, pensa a quel che è successo ai dinosauri. Alcuni erano talmente grossi e talmente grandi che mangiavano tantissimo, a un certo punto non hanno più trovato sufficienti alimenti e sono morti di fame. Altri sono stati uccisi da un grande meteorite e altri ancora si sono sbranati tra loro. Il fatto che fossero così grossi ha sicuramente influito sulla loro estinzione, sono spariti dalla faccia della terra”.

Poi Enrico era andato a prendere una delle sue ottanta statuine di dinosauro e aveva aggiunto: “Lo vedi questo? è un triceratopo, il mio preferito, non so cosa darei per vederlo vivo e invece è morto da milioni di anni e mai lo vedrò.”
Mia madre racconta che ero scoppiata a ridere ma Enrico, sempre più serio, aveva continuato imperterrito: “Ti consiglio di mangiare di meno e di stare poco al sole”.
“Poco al sole?”  gli avevo chiesto” “Si, poco al sole” aveva risposto.
“Come le piante, più stanno al sole e più crescono. Come i frutti più stanno al sole e più maturano. Vai a vedere i pomodori nel nostro orto, sono rossi ma proprio rossi e verdi non lo diventeranno più. Non devi crescere troppo perché finirai per estinguerti”.

Quando ricordano questa storia dei dinosauri, mia madre e mio fratello Enrico ridono di gusto.
“Quando saranno più grandi, dovrò raccontare questa storia a Marlon e a Gyanny. Secondo me si divertiranno anche loro” ho detto a mio fratello.
“Assolutamente no!” mi ha risposto lui.

Credo che, almeno per ora, non voglia che i suoi figli sappiano che lui era un appassionato di dinosauri con un forte dispiacere per la loro estinzione e una forte preoccupazione per la conseguente estinzione degli esseri umani che, secondo lui, stavano diventando troppo grandi.
Comunque, aldilà di questo aneddoto casalingo, i nostri attuali giovani sono molto alti, e per ora, non si sono estinti.

Dylan, il preferito di Axy, ha i capelli ricci e neri, gli occhi scuri e la pelle chiara. Credo che piaccia ad Axilla perché, oltre al buon aspetto fisico, è gentile e intelligente. Fa il terzo anno di Giurisprudenza a Trescia. Impara tutto velocemente. Un possibile secondo avvocato in famiglia. Uno lo abbiamo già, non avremmo difficoltà ad accogliere il secondo. Tutti noi ci imparenteremmo con lui volentieri, tranne Cosmo-111.“Dylan nooo. Non sa niente, non mangia il gelato, non pulisce la casa, non sa cantare!. Io non lo voglio”. Cosmo-111 è gelosissimo di Axilla, senza attenuanti. Davvero una strana storia, considerando che Cosmo-111 è un robot di nuova generazione.

Eppure l’apprendimento per imitazione scatena anche questo. Si instaura una forma di attaccamento con l’umano, di riferimento primario che assomiglia ad un matrimonio d’intenti, non programmato, ma vissuto ogni giorno. Naturalmente la relazione che si genera utilizza le modalità “possibili” dai mezzani e non prevede sesso e riproduzione. Si concretizza in una forma di affettività fatta di necessità per la sopravvivenza. Sicuramente i nostri robot-111 sono molto dipendenti da chi interagisce con loro, dà loro da mangiare, li copre e protegge dai temporali, passa qualche ora con loro giocando, oppure cantando canzoni bizzarre.

Nel mondo dei mezzani non esiste alcun legame tra attaccamento e riproduzione. La riproduzione è un fattore meccanico e basta. Negli esseri umani questo modus sembrerebbe inaccettabile, ma di fatto è prossimo a quello che a volte succede, a quello che a volte è sempre successo anche nel ‘cristallino’ mondo degli umani. Non credo che si possa parlare di riproduzione umana ‘meccanica’  ma, di riproduzione ‘necessaria’ e indipendente dai sentimenti, sicuramente sì.

Quante volte i matrimoni sono stati e sono combinati per questioni politiche, legate al rango, al ceto sociale, all’appartenenza ad una casta (in pectore o davvero esistente e riconosciuta). Quante spose bambine ci sono, quanti matrimoni combinati dalla mafia perché un mafioso sposi la figlia di un altro mafioso e i panni sporchi si possano continuare a lavare in casa.

Il progresso ha eluso alcune tradizioni, ma ha anche ingessato dentro il silenzio alcune abitudini malate. Ogni tanto qualcuno prova a raccontare cosa sia l’omertà, ma raccontandola la fa emergere e l’emersione trasfigura la mostruosità.

Ogni tanto qualcuno racconta qualcosa di drammatico ma questo qualcosa è una ricostruzione mediata dalle poche e mal ricostruite informazioni circolanti e da un misto di pietismo, luoghi comuni, culture superate, trattati di antropologia di basso livello e anche un po’ di considerazioni qualunquiste, senza alcun valore.

Dylan ovviamente non c’entra con queste mie riflessioni e con la gelosia che Cosmo-111 nutre nei suoi confronti. Non sa che Cosmo-111 è geloso di lui e forse, se lo sapesse, se ne stupirebbe, visto che non sa nemmeno di piacere ad Axy.

Però Axilla e Dylan sono amici, vanno in giro in biciletta insieme, qualche volta in gelateria con un gruppo di coetanei, frequentano l’oratorio di Pontalba e si scambiano idee sulle feste parrocchiane, sulle iniziative pastorali e sulle funzioni religiose che li vedono spesso coinvolti come lettori ufficiali delle preghiere diffuse dal pulpito ai convenuti in preghiera.

Ho imparato con l’esperienza che tutto questo ‘fare insieme’ potrebbe cementare l’amore, ma potrebbe anche avvenire il contrario. Potrebbe succedere che un bel giorno, arrivi a Pontalba un Legolas (Il più bello degli Elfi, un personaggio di Arda, l’universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J. R. R. Tolkien) a cavallo con la sua lunga chioma bionda e Axilla si metta a rincorrere il sogno che lui incarna.

Una nuova vita, nuove conoscenze, nuove abitudini e nuove speranze. L’amore scoppierà e Dylan verrà dimenticato insieme a tutto il resto. Questo potrà succedere o non succedere, dipende dagli accidenti della vita, dal caso e anche da come è fatta (dentro) una persona. C’è chi rincorre i sogni e non può vivere senza di essi e chi ama la (sua) quotidianità e non la potrebbe lasciare per nessuna ragione al mondo.

Chissà da che parte andrà il cuore di Axilla, se sceglierà Dylan, a patto che lui scelga lei, oppure incontrerà qualcun altro con altre caratteristiche che sembreranno quelle giuste, impellenti, necessarie e miracolose.

E poi, cosa sceglierà Dylan? Vorrà una ragazza come Axilla, bella, determinata, costante, diligente, con un carattere forte e dei programmi strutturati per il futuro. Potrebbe essere, ma potrebbe anche non essere. Magari arriverà una ragazza bionda con gli occhi azzurri che sa giocare a tennis, volare come una libellula e parlare di sport e di vacanze. E allora Dylan proverà a volare lontano verso il sogno e verso l’avventura che la bella tennista sembrerà incarnare. Oppure no, sceglierà Axilla e questo per sempre sarà.

Mi diverte molto pensare a quei due giovani e fare ipotesi su cosa succederà. Mi piace perché è una favola viva, un romanzo che qualcuno sta scrivendo e che prima o poi una conclusione avrà. Di fronte alla vita che evolve e porta novità, nuovi visi da studiare, nuovi discorsi da cercare di capire, nuove timidezze da eludere e nuovi dolori da confortare, mi stupisco sempre. Mi fermo sempre a guadare con discrezione le novità, come se fossi nascosta dietro una tenda. Sto là per capire come sarà il mondo nuovo, quali amori arriveranno, quali dolori ci annienteranno, quali saranno le persone che in punta di piedi entreranno sul palcoscenico della nostra vita e quali se ne andranno senza salutare e senza disturbare.

Povero Cosmo-111 che continuerà a essere geloso. Ad un certo punto dovrà rassegnarsi al fatto che Axilla non è solo sua e che la dovrà dividere con il principe dei principi e ricavarsi in questa nuova dimensione un nuovo spazio per vivere con la sua eroina. Anche per Cosmo-111, dopo un po’ di sofferenza, uno spazio continuerà ad esserci, perché Axy ama fraternamente Cosmo-111 e questo sentimento, che li ha visti crescere insieme, non cambierà. Anche Cosmo-111 maturerà una certezza: anche per lui esiste una forma strana d’eternità.

Costanza e il suo mondo sono solo apparentemente diversi e distanti dal mondo che usiamo definire “reale”, e quasi sovrapponibili ad ogni mondo interiore. Chi fosse interessata/o a visitare gli articoli-racconti di Costanza Del Re, può farlo cliccando [Qui]

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Costanza Del Re

E’ una scrittrice lombarda che racconta della vita della sua famiglia e della gente del suo paese, facendo viaggi avanti e indietro nel tempo. Con la Costanza piccola e lei stessa novantenne, si vive la storia di un’epoca con le sue infinite contraddizioni, i suoi drammi ma anche con le sue gioie e straordinarie scoperte.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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