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Giorno: 9 Ottobre 2015

Mercoledì 14 ottobre, alla Sala Estense di Ferrara, spettacolo “Inferno”

da: ufficio stampa Agire Sociale CSV Ferrara

Mercoledì 14 ottobre, alle 21, presso la Sala Estense di Ferrara, si invita allo spettacolo “Inferno” per la rassegna “La Società a Teatro”, dedicata alla cultura del sociale, della memoria e della partecipazione. A portare in scena lo spettacolo sarà la Compagnia BabiloniaTeatri di Verona, con Enrico Castellani (BabiloniaTeatri) e gli attori non-attori del Laboratorio – Scuola/Compagnia ZeroFavole di Reggio Emilia.
Lo spettacolo “Inferno” parte dalla convinzione che il teatro, oggi, deve occuparsi prima delle persone che di se stesso. E così che affermare che Daniele è down è corretto, ma Daniele è molto altro. Affermare che Selika è in sedia a rotelle è corretto, ma Selika è molto altro. E Lamin è nero, è alto e non parla l’italiano, ma Lamin prima di tutto è Lamin.
Ingesso 5 euro

Lunedì 12 ottobre, alla Sala Estense di Ferrara, spettacolo “Noi ci siamo”

da: ufficio stampa Agire Sociale CSV Ferrara

Lunedì 12 ottobre, alle 21, presso la Sala Estense di Ferrara, si invita allo spettacolo “Noi ci siamo” per la rassegna “La Società a Teatro”, dedicata alla cultura del sociale, della memoria e della partecipazione. A portare in scena lo spettacolo saranno gli studenti dell’Istituto “Copernico – Carpeggiani” – “Ipsia “Ercole I D’Este”, con la regia di Massimiliano Piva di Teatro Cosquillas, con la collaborazione di Simone Salvi (laboratorio rap).
Un’esperienza fortemente voluta dagli insegnanti per creare un nuovo legame tra studenti e istituzione scolastica. A raccontare cosa occorre per iniziare questo legame sono gli studenti tessi con questo piccolo lavoro di 30 minuti, al quale seguirà un dibattito fra studenti, insegnanti e attori. Ingesso 5 euro.

Centro Teatro Universitario Ferrara: riprendono le attività promosse dal laboratorio del C.T.U. dell’Ateneo

da: ufficio Comunicazione ed Eventi UniFe

Dopo l’intensa partecipazione alle giornate di Unifestival e di Internazionale riprendono per il 23° anno le attività promosse dal Centro Teatro Universitario dell’Ateneo con la tradizionale offerta del laboratorio “Linguaggi dell’attore e del teatro” diretto da Michalis Traitsis (Balamòs Teatro).
A partire da lunedì 12 ottobre sarà dunque attivo il servizio di informazioni presso la segreteria CTU, via Savonarola 19, nei seguenti giorni e orari: lunedì: 16,30-19,30 – da martedì a giovedì: 10,30-13,30 e 16,30-19,30 – venerdì: 10,30-13,30. Tel. 0532/293452 (con segreteria telefonica) – mail: ctu@unife.it – www.unife.it/centri/ctu.
All’Università non si diventa attori professionisti, ma l’esperienza teatrale può contribuire a rafforzare la formazione della persona nell’ambito dei diversi percorsi di studio o di lavoro.
Finalità principale del laboratorio CTU è dunque la ricerca dell’espressività e della creatività individuale attraverso i molteplici linguaggi del teatro: esercizi su corpo e movimento, voce, respirazione, rilassamento, controllo delle emozioni, osservazione, improvvisazione. Ma soprattutto “fare teatro” come occasione formativa non convenzionale proposta dall’Ateneo di Ferrara agli studenti universitari e degli istituti superiori, e più in generale a tutti coloro che intendono esplorare se stessi, le relazioni con gli altri e con il mondo circostante tramite il “gioco” teatrale.
L’aspetto laboratoriale diventa dunque occasione privilegiata di formazione permanente alla relazione, alla comunicazione, all’autenticità e alla creazione, senza rinunciare al risultato estetico dell’esperienza con la presentazione di uno “studio teatrale” conclusivo nel mese di giugno 2016.
Primo incontro di conoscenza e presentazione del laboratorio: lunedì 26 ottobre ore 20,30 presso la sede del CTU.

Giornata di studio e conferenze in lingua tedesca sul tema “Linguaggio e immagine”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi UniFe

Serie di incontri previsti nelle giornate del 13-14 e 21 ottobre a Unife

Una intera giornata di studio in lingua tedesca dal titolo Sprache und Bild/Linguaggio e immagine, quella organizzata dalla Prof.ssa Ulrike Kaunzner del Dipartimento di Studi Umanistici, Sezione di Studi letterari e linguistici di Unife, in programma martedì 13 ottobre dalle ore 9 alle ore 18 a IUSS – Ferrara 1391 (via Scienze, 41), dedicata a docenti, insegnanti, dottoranti e studenti di tedesco.
Spiega la Prof.ssa Kaunzner: « In questa giornata di studio, che si aprirà con i saluti del Prof. Matteo Galli, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo, e la relazione del Prof. Wilfried Wittstruck dell’Università di Vechta, approfondiremo vari aspetti del tema Linguaggio e immagine con quattro conferenze e quattro workshop. Nell’insegnamento delle lingue è infatti risaputo che l’immagine ricopre un ruolo centrale per facilitarne l’apprendimento. D’altro canto, è anche vero che attraverso la lingua si possano creare immagini per il nostro occhio interiore. Basti pensare alle audio guide di una mostra o di un museo. Possiamo quindi affermare che anche un’immagine, come la lingua parlata e scritta, ha una sua “grammatica” ed è affascinante esplorare gli effetti che vengono evocati attraverso il canale visivo».
Abstract: La verbalizzazione delle immagini e l’illustrazione di testi sono ormai componenti indispensabili dei materiali didattici. Nell’insegnamento delle lingue è una pratica comune facilitare l’accesso alla lingua attraverso l’immagine o tramite altre forme di visualizzazione. Ma anche il processo inverso, arrivare alla lingua attraverso l’immagine, invoglia a essere esaminato e adattato da un punto di vista didattico: con l’aiuto di descrizioni audio una persona non vedente può percepire un dipinto per mezzo del suo occhio interiore, un buon narratore può condurre il pubblico in un mondo di sogni. L’importanza delle immagini è molteplice: esse contribuiscono a comprendere, a completare, a correggere, a ridurre il parlato; inoltre possono sostituire il parlato, ma anche modificarne l’effetto. Un’immagine può facilitare la memorizzazione e stimolare la verbalizzazione. La ricchezza delle applicazioni occupa una posizione importante in un approccio comunicativo mediato dall’immagine e nella produzione di testi. Le immagini possono essere utilizzate per scopi motivazionali e sono diventate indispensabili con allievi affetti da disturbi specifici di apprendimento (DSA). Nelle lezioni dedicate alla civiltà del Paese straniero vengono applicate diverse modalità di visualizzazione (video, film, dipinti, fumetti o altro). Infine, l’immagine e la visualizzazione sono di particolare importanza in ambito CLIL (Content and Language Integrated Learning). Strategie di visualizzazione in testi funzionali come depliant, opuscoli, cataloghi nel settore del turismo e della gastronomia sono diventati parte integrante delle lezioni di tedesco in corsi professionalizzanti. In questa giornata di studio, oltre a presentazioni teoriche e a discussioni in aula e durante i workshop, saranno presentati i diversi usi di immagini e media audiovisivi in classe. Un particolare rilievo verrà dato all’apprendimento multimediale.
«Grazie al generoso sostegno del Goethe Institut – prosegue la Prof.ssa Kaunzner – siamo riusciti a organizzare un evento che, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna – vale come corso di aggiornamento per i docenti delle scuole medie e superiori ed è rivolto, in particolare, agli insegnanti di lingua tedesca. In qualità di docente di lingua tedesca all’Università di Ferrara, mi sento rappresentante del mio paese e della mia cultura e ritengo che la collaborazione tra Ateneo e scuole della Provincia sia di particolare interesse. Numerose sono già state le iscrizioni, con docenti di tedesco che parteciperanno da tutta la regione. Devo infine ringraziare anche Hueber Verlag, Mondadori Education, Zanichelli Editore e Loescher Editore per i loro contributi ».
«A seguire, nelle giornate di mercoledì 14 e mercoledì 21 ottobre – chiosa la Prof.ssa Kaunzner – sempre presso IUSS – Ferrara 1391, il Prof. Wilfried Wittstruck terrà un ciclo di ciclo di 5 conferenze in lingua tedesca con traduzione in lingua italiana sul tema Università e Scuola in un mondo plurilingue, per proseguire e stimolare il dibattito fra docenti delle scuole, dottorandi e studenti su tematiche di attualità, come le politiche linguistiche -dell’UE, il multilinguismo o l’inserimento linguistico e culturale nelle scuole per bambini e ragazzi immigrati».
Per informazioni: Maria Grazia Campantico cmpmgr@unife.it cell. 3351409739

Lo tzunami delle guerre, educazione e scuola

da: ufficio Comunicazione ed Eventi UniFe

Convegno internazionale a Unife del 13-14 ottobre

“Lo tsunami delle guerre: guerra, educazione e scuola”. E’ questo il tema del convegno internazionale che si aprirà nella giornata di martedì 13 ottobre, dalle ore 9 alle ore 19.30, per proseguire mercoledì 14 ottobre, dalle ore 9 alle ore 13.30 in Aula Magna del Dipartimento di Economia e management di Unife (via Voltapaletto, 11), organizzato da STUM, il Laboratorio di teoria e storia della scuola del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Ateneo, con il patrocinio di CIRSE (Centro Italiano per la ricerca storico-educativa), SPES (Società di Politica Educazione e Storia) e Associazione Internazionale SPECIES per studi comparati sull’educazione.
« In occasione del centenario della Grande Guerra – spiegano Luciana Bellatalla e Elena Marescotti, responsabili del Laboratorio STUM, e Giovanni Genovesi, presidente di SPES – abbiamo ritenuto particolarmente rilevante e significativo invitare studiosi italiani e stranieri a riflettere sulla relazione tra educazione, scuola e condizioni di guerra, sollecitando tutti a rispondere ad una ineludibile domanda: in che rapporto stanno l’educazione e la guerra? Ovvero, è possibile educare là dove si vive in una condizione di insicurezza e di morte? Poiché le due guerre mondiali hanno caratterizzato il secolo appena passato e, in modo diverso, ma sempre importante, sono da vedere come lo spartiacque tra due modelli politici e culturali; poiché la condizione attuale di pace si regge di fatto su guerre locali molto diffuse, che interessano la comunità internazionale, le domande poste dal convegno saranno di grande attualità ».
A questi e ad altri quesiti daranno risposta docenti e studiosi sia italiani: da Carlo Bitossi, Unife, a Lucia Ariemmame, Università Federico II di Napoli; da Nicola S. Barbieri, Unimore, a Letterio Todaro, Università di Catania, senza dimenticare Piergiovanni Genovesi, Università di Parma, Simon Villani e Cetty Bella, Università di Catania, Angela Magnanini e Pasquale Moliterni, Università di Roma “Foro Italico”; sia provenienti dal Portogallo (Margarida Louro Felguiras), dalla Lettonia (Iveta Kestere), dalla Francia (Philippe Simon), dalla Svizzera (Damiano Matasci) e dalla Germania (Edwin Keiner).
Per informazioni: Maria Grazia Campantico, cmpmgr@unife.it, tel. 0532 293263, cell. 3351409739

La Pulce nel Baule: “mercanti per un giorno” tra vintage, riuso e solidarietà

da: organizzatori

Alla ricerca di occasioni inaspettate, con un occhio all’ambiente e alla nuova filosofia del recupero e del riuso. Nuova edizione domenica 11 ottobre – dalle 8 alle 19, nel parcheggio del Pala De Andrè di Ravenna – con “La Pulce nel Baule. Mercanti per un giorno”, la mostra mercato dell’usato e/o d’occasione per finalità di recupero, riciclo e riuso. L’appuntamento è ormai tradizionale per la città, ed è caratterizzato dalla presenza di migliaia di visitatori. Tra le bancarelle prende vita un “piazza” virtuale, un luogo di aggregazione dove è il “vintage” ad essere protagonista. Spazio inoltre alla solidarietà, con le proposte delle associazioni di volontariato.
I mercatini dell’usato, molto diffusi nel Nord Europa, rappresentano oggi una vera e propria tendenza anche nel nostro Paese. La nuova “filosofia” unisce al risparmio la cultura del riutilizzo, importante per l’ambiente, senza dimenticare il gusto della scoperta, il fatto di trovare proprio ciò che stavamo cercando o, perché no, quello a cui non avevamo pensato. L’offerta è veramente varia, perche spazia dai libri all’oggettistica, dall’abbigliamento ai giocattoli.
Maggiori informazioni sul sito www.lapulcenelbaule.it o ai numeri 0544.511337 – 335.6540559

provincia-ferrara

Brand teller: corso per comunicare l’enogastronomia in modo innovativo

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Al via l’edizione speciale autunnale di “Lezioni di Territorio” incentrata sulla valorizzazione a fini turistici delle eccellenze locali del gusto

In linea con il tema di Expo 2015, è in rampa di lancio un’edizione speciale di “Lezioni di Territorio”, la longeva e fortunata iniziativa promossa ed organizzata da Provincia e Camera di Commercio di Ferrara, rivolta agli operatori turistici del territorio e giunta alla sua tredicesima edizione.
Filo conduttore delle lezioni sarà la valorizzazione a fini turistici delle eccellenze locali del gusto e tale edizione si articolerà in un corso in aula ed alcune visite guidate direttamente “sul campo”.
Il primo appuntamento in programma è fissato per giovedì 29 ottobre presso il I piano del Castello Estense di Ferrara (sala ex caffetteria) per la formazione di “Brand Teller”. Il corso ha per obiettivo la preparazione di figure professionali “brand teller” in grado di costruire, presentare e proporre ai propri clienti i prodotti enogastronomici del territorio con metodi di comunicazione innovativa basata sull’analisi sensoriale. Realizzato dal Centro Studi Assaggiatori per i Narratori del Gusto, si tratta di un corso fortemente interattivo, strutturato in alcune parti teoriche e numerose esercitazioni pratiche attraverso una metodologia efficace, coinvolgente e divertente.
La lezione, che si svolgerà durante l’intera giornata, dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 17.30, e che prevede un numero limitato di posti, sarà rivolta a guide turistiche, agenzia di viaggio incoming, strutture ricettive con ristorazione, ristoranti e aziende di prodotti tipici.
Nel mese di novembre, poi, seguiranno come ricordato alcune visite guidate sul territorio e in aziende, sempre a tema enogastronomico.
Per tutte le informazioni e per le iscrizioni è possibile rivolgersi a Elena Occhi: elena.occhi@provincia.fe.it – 0532 299278

Dall’ 11 al 13 ottobre prende il via “l’Expo per il Delta del Po”

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

E’ prevista la presenza dell’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini al convegno del 13/10.

E’ allo start line il tour tecnico l’Expo per il Delta del Po – promosso ed organizzato da Ascom Confcommercio Ferrara con il contributo della Regione Emilia-Romagna – che dall’11 al 13 ottobre coinvolgerà una decina di buyers internazionali (dagli Stati Uniti, alla Russia passando da Repubblica Ceca, Slovacchia e poi Olanda, Belgio…). Visite al territorio, al Parco del Delta, a strutture ricettive in una visione marketing a 360 gradi delle unicità e delle eccellenze di un territorio recentemente riconosciuto come un’unica realtà all’interno del prestigioso programma Unesco – Man and Biosphere (MAB) e che si svolge in contemporanea con l’Expo mondiale tutto dedicato all’alimentazione.
Punto focale delle visite guidate e degli incontri tra i buyer ed una trentina di operatori locali (sia sul versante emiliano che veneto) sarà il 13 ottobre il convegno pubblico, a partire dalle ore 9, dal titolo “Turismo gastronomico e turismo slow: due facce di un unico Delta”. Sede dell’incontro sarà il residence di prossima apertura Oasi Bianca (via Pomposa Sud 38 a Pomposa), che per l’occasione inaugurerà la sua sala conferenze. L’apertura dei lavori sarà affidata al presidente provinciale di Ascom Ferrara Giulio Felloni cui seguirà l’intervento di Andrea Babbi segretario generale dell’Unione regionale di Confcommercio E-R, al cui fianco saranno Alessandro Nucara direttore generale di Federalberghi nazionale, oltre al presidente del consorzio turistico Visit Ferrara Gianfranco Vitali.
Il ruolo del parco del Delta – lato emiliano romagnolo – sarà affrontato dal presidente Massimo Medri, mentre le opportunità turistiche e di business sul versante veneto saranno al centro dell’intervento di Elena Grandi presidente del Rovigo Convention Bureau. All’appuntamento – moderato da Davide Urban direttore generale di Ascom Confcommercio Ferrara – sarà presente anche Massimo Baravelli in rappresentanza di Carisbo che sostiene l’evento per presentare le soluzioni ed i prodotti della banca a favore delle imprese turistiche. Al termine – intorno alle ore 10,30 – Andrea Corsini, assessore al Turismo della regione Emilia Romagna avrà il compito di sintetizzare con le sue conclusioni, le riflessioni, le opportunità, le sollecitazioni scaturite durante il convegno. A seguire poi il workshop tecnico con incontri one to one per stringere concretamente accordi e pacchetti turistici per una promozione davvero internazionale del Delta del Po, un’unica realtà senza limiti e confini.

Comacchio, la Comunità del Parco dice no alle trivellazioni

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

E’ un “no” unanime alle trivellazioni all’interno dell’area del Delta del Po quello espresso dalla Comunità del Parco attraverso una delibera approvata questo pomeriggio e che fa seguito alla presa di posizione di qualche settimana fa dell’Amministrazione Comunale di Comacchio. Presenti all’incontro presso la sede dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po, i Comuni di Argenta, Comacchio, Ravenna, Mesola, Alfonsine, Cervia, Codigoro, Goro e Ostellato, nonché il Presidente del Comitato Esecutivo, Massimo Medri, ed il referente Tecnico/Ambientale, Prof. Giuseppe Castaldelli.
La Comunità dei Sindaci, facendo proprie le precedenti osservazioni della Provincia di Ferrara del 2010 e quelle del 2015 del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, pronunciatesi entrambe in maniera negativa sulle trivellazioni, si è espressa decidendo di “richiedere, in ogni sede e con le modalità previste per legge, alle autorità competenti di non concedere il rilascio di nuove autorizzazioni o il rinnovo di quelle esistenti per attività di prospezione, ricerca, nonché concessioni di coltivazione di idrocarburi nel territorio del Parco del Delta del Po”. “Trattandosi di area particolarmente fragile, nonché in ragione del recente ‘riconoscimento di Riserva della Biosfera – MAB UNESCO’ – si legge nella delibera – verrà richiesto “che, anche le ulteriori aree limitrofe al Parco del Delta del Po ed alla Provincia di Ferrara, vengano attentamente analizzate sotto il punto della compatibilità ambientale, in ragione di eventuali conseguenze indirette che si potrebbero generale nell’area del Parco del Delta”.
Scongiurare le trivellazioni è importante, spiegano i Sindaci, perché “la pianura Emiliano romagnola è caratterizzata da un fenomeno di subsidenza naturale, al quale si sovrappone, in diverse aree, un abbassamento di origine antropica”. “La coltivazione di un giacimento di metano produce un abbassamento di 6-8 mm nella zona corrispondente alla proiezione in superficie del perimetro del giacimento – chiariscono – e se la vita produttiva di un giacimento è di 30 anni, l’abbassamento dell’area corrispondente del giacimento sarà pertanto di circa 18-24 cm”. Ciò creerebbe danni irreversibili, quali: erosione delle spiagge, ingressione marina e del cuneo salino, squilibrio delle reti idrauliche e fognarie, danni al patrimonio artistico monumentale, aumento della vulnerabilità degli edifici nelle aree urbane.
“L’area del pozzo esplorativo “Agosta 1 dir” – si legge, infine, nel documento – oltre ad essere ai confini del Piano Territoriale del Parco del Delta del PO, – Stazione Valli di Comacchio – ricade in zona di interesse archeologico fra l’altro nelle vicinanze dei più importanti scavi archeologici dell’antica città di Spina”.
Dato il rischio che il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) dia parere favorevole alla “Concessione di coltivazione idrocarburi <>”, i Comuni soci del Parco chiedono, quindi, alla Regione Emilia Romagna di condividere la posizione della Comunità e si riservano di “costituirsi in giudizio avanti al tribunale amministrativo, nonché di promuovere ogni altra azione utile volta a scongiurare la possibilità che i relativi procedimenti amministrativi in corso si concludano con esito positivo”.

L’INCHIESTA
‘I sabati delle famiglie’ oltre le sbarre: “Grazie all’incontro coi bambini il carcere si umanizza”

PRIMA PARTE – “A Ferrara siamo stati i primi ad affrontare il tema della genitorialità in ambito detentivo, ma in Italia esistono realtà che operano da anni. In particolare, l’Associazione Bambinisenzasbarre di Milano [vedi], da cui abbiamo preso spunto per mettere in piedi il progetto, ha grande esperienza nel settore e il 21 marzo 2014 ha sottoscritto con il ministero della Giustizia e con l’Autorità per l’infanzia e l’adolescenza la Carta dei figli dei genitori detenuti, primo protocollo d’intesa siglato in Europa per tutelare i diritti delle migliaia di bambini e adolescenti con genitori detenuti.” Tullio Monini, responsabile del Servizio politiche familiari e Integrazione scolastica del Comune di Ferrara, inquadra così le attività rivolte ai detenuti della Casa circondariale di via Arginone e ai loro familiari, realizzate a cura dei Centri per le famiglie. Monini ci tiene a sottolineare che “I sabati delle famiglie” e “Comunque papà” – così si chiamano le attività – sono gestite dai Centri per le famiglie, ma si vanno ad aggiungere a tutta una serie di progetti avviati da tempo dal carcere con la collaborazione di associazioni e cooperative sociali, che hanno come scopo l’umanizzazione della pena, come l’inserimento lavorativo, le pene alternative, i progetti di lavoro all’interno del carcere, la scuola in carcere. “Il sostegno alla genitorialità in carcere si pone in questo senso come un nuovo tassello, occupandosi nello specifico di garantire ai detenuti padri il diritto di mantenere una relazione stabile con i propri figli.”

L’inaugurazione dello spazio giochi nella sala colloqui e lo spazio verde [clicca le immagini per ingrandirle]

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Fioriere
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Lo spazio verde
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Stanza dei colloqui, l’angolo della casa
I giochi di movimento
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I rappresentanti delle istituzioni
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Educatrici, personale carcerario e rappresentanti delle istituzioni

A quando risale l’idea?
L’allestimento dello spazio giochi e del cortile dedicati ai figli dei detenuti sono stati inaugurati di recente, lo scorso giugno, ma l’idea di introdurre il tema della genitorialità anche all’interno del carcere risale al 2012 quando il sindaco Tiziano Tagliani prese posizione sul tema con una richiesta pubblica a tutti i servizi della città di “considerare anche la popolazione carceraria come parte integrante della propria ‘utenza’”, ossia come cittadini. Su questa base, e sostenuti da Marcello Marighelli (Garante per i diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Ferrara), noi come Centri per le famiglie ci siamo detti che, occupandoci di sostegno alla genitorialità, avremmo potuto mettere a disposizione le nostre professionalità e competenze in quel campo, ossia cercando di aiutare i padri a migliorare la relazione con i figli. Così ci siamo fatti avanti, abbiamo proposto la nostra idea e siamo entrati in una rete già molto ben strutturata, composta essenzialmente da Csv, assessorato alla Sanità, Servizi sociali che già collaboravano assiduamente con il carcere. La nostra particolarità in questo mosaico di soggetti è che siamo un servizio comunale e non un’associazione. Ma ci tengo a sottolineare che non portiamo mai avanti i nostri progetti da soli, cerchiamo sempre la collaborazione trovandola questa volta nei volontari Agesci.

Ci è voluto molto tempo per passare alla realizzazione?
Per avviare concretamente il progetto ci sono voluti mesi. Una volta data la nostra disponibilità, abbiamo cominciato ad incontrarci con la direzione del carcere e con gli operatori, ma solo a giugno 2014 siamo riusciti ad organizzare una festa all’interno del carcere con detenuti e figli insieme. Da quel momento abbiamo avviato i “I sabati delle famiglie” ossia colloqui mensili per i detenuti con figli piccoli (fino a 15/16 anni) in presenza di un paio di educatrici comunali e un paio di scout (di solito un giovane maggiorenne e un responsabile) che intervengono per facilitare l’incontro tra genitori e bambini. Sono colloqui più lunghi di quelli standard, durano due ore, dalle 13.30 alle 15.30 del pomeriggio. All’inizio gli incontri si tenevano in una grande sala in cui ogni volta portavamo giochi, libri e materiali adatti ai bambini di quell’età.
Finalmente, nel gennaio 2015, si è deciso di arredare in modo permanente una parte della sala colloqui: in un paio di mesi l’angolo dei giochi è stato ultimato e inaugurato a giugno insieme al giardino esterno. Gli arredi sono un aiuto per realizzare gli incontri ma sono anche molto importanti perché permettono di creare un clima migliore, non solo per genitori e figli, ma anche per tutti gli operatori penitenziari (guardie, secondini, educatrici) in quanto la presenza di giochi e materiali colorati e creativi umanizza una dimensione che per tutti coloro che la vivono è, invece, altamente disumanizzante. Quindi in un qualche modo, attraverso la presenza visibile dei giochi e dei bambini, il carcere recupera una dimensione di umanità che l’istituzione come tale rischia di schiacciare.
Nel tempo abbiamo constatato che ad ogni colloquio si crea una relazione migliore. Se i colloqui stanno andando così bene è perché c’è stato un gran lavoro da parte di tutti, in questo senso voglio esprimere un sentito apprezzamento per l’impegno profuso nel progetto da tutto il personale della Casa circondariale ferrarese, a cominciare dal direttore e senza dimenticare il gruppo delle educatrici e il comandante e il personale di polizia penitenziaria.

Le educatrici hanno una specifica formazione?
Le nostre educatrici sono preparatissime, hanno una grandissima esperienza, basti pensare che i nostri Centri per bambini e genitori sono tra i migliori a livello nazionale. Per questo progetto c’è stata una grandissima disponibilità da parte delle colleghe Monica Viaro, Fulvia Guidoboni, Katia Minchini e Cecilia Forini che si sono rese disponibili a lavorare anche di sabato pomeriggio, turnandosi di volta in volta e affrontando questo nuovo incarico con professionalità e passione.
Ci tengo inoltre a menzionare anche la coordinatrice dei centri per le Famiglie, Bianca Orsoni, che più di me ha seguito passo passo lo sviluppo e la buona riuscita del progetto.

“Comunque papà”, di cosa si tratta?
Una volta avviati i “Sabati delle famiglie”, abbiamo cominciato a sviluppare un’altra proposta, ossia un ‘gruppo di parola’ tra padri detenuti che si confrontano tra di loro sull’essere genitori. Per questo progetto abbiamo tratto ispirazione dall’esperienza pluriennale de “La Fraternità”, associazione storica di Verona. Siamo partiti con gli incontri nella primavera del 2014 e da allora non ci siamo più fermati: a breve avvieremo il quarto ciclo di due incontri al mese, condotto dal mediatore familiare Jacopo Ceramelli con una decina di padri-detenuti.

Seguite altri progetti al di fuori dei vostri centri?
L’idea di fondo che noi perseguiamo è che la cultura educativa può e deve entrare anche al di fuori delle scuole o in luoghi deputati, può essere portata nelle carceri appunto o negli ospedali, altro ambito nel quale lavoriamo da alcuni anni.

Leggi la SECONDA PARTE

LA STORIA
Note di vita: la scalata musicale di Laura Trapani, flautista

Il ruolo femminile in ambito musicale è sempre stato problematico e, ancora oggi, è poco evoluta la posizione delle donne musiciste nella direzione artistica. La sempre più pesante mancanza di fondi, poi, sbarra la strada a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi che ancora non fanno parte di questo mondo artistico, ma che sognano di accedervi. Laura Trapani, flautista e concertista, ferrarese d’adozione ci racconta la sua storia.

Laura come si descriverebbe?
Sono una donna molto testarda che per tagliare ogni traguardo ha fatto, e fa, molta fatica, non mi è stato mai regalato niente. Per questo motivo oggi mi definisco una donna autocritica che si mette sempre in discussione. Amo la perfezione nel lavoro e la sincerità nelle amicizie.

Ci parli della sua carriera professionale, soprattutto come donna
La strada della musica è impegnativa per tutti perché non si può barare. La carriera di una donna musicista pero è ancora più dura e selettiva, rispetto a un uomo. In musica è molto raro che una donna sia direttore artistico, solista o direttore d’orchestra, è più facile trovare una donna che insegni uno strumento o, se è fortunata, sia prima parte d’orchestra. Per noi donne non è mai stato facile nulla, è tutta una conquista, è così storicamente, soprattutto nel mondo della musica colta, dove occorre creare più spazi al femminile. Consoliamoci del fatto che almeno la parola musica è di genere femminile.
Ho iniziato i miei studi al conservatorio di Trapani a 12 anni, l’anno dopo mi sono iscritta anche al liceo linguistico. Poi per continuare a studiare flauto sono andata a vivere a Milano e mi sono iscritta al Verdi. Durante i due anni precedenti il diploma, studiavo giorno e notte, ero molto dimagrita per lo stress, ma ce la dovevo fare e così ho vinto i primi concorsi da solista per essere accompagnata dall’orchestra del conservatorio, superando colleghi che studiavano con il loro maestro da diversi anni. La passione mi muoveva come mi muove ancora oggi, con la stessa intensità. Mi sono diplomata con il massimo dei voti sorprendendo per prima me stessa, il conservatorio di Milano non è una passeggiata. Successivamente, mi sono formata frequentando corsi di perfezionamento con le prime parti della Scala. In quel periodo ho incontrato dei giovani musicisti russi, uno di loro viveva nell’appartamento accanto al mio, tra loro c’era anche il famosissimo Sergej Krilov. In quegli anni mi hanno insegnato cosa è veramente la musica, come si ama la musica, come si studia. Mi portavano con loro nelle orchestre a suonare per pochi euro, Beethoven, Mozart, Wagner, Verdi, Puccini. Facevamo quartetto insieme, l’allora quartetto Antares, che ha dato poi il nome alla mia associazione culturale per la divulgazione della musica classica. Purtroppo, dopo il diploma e questo felice incontro con i ragazzi russi, ho dovuto trasferirmi. Nel 2004 ho partecipato a un concorso bandito da Ferrara Musica per accedere ai corsi di alto perfezionamento della Mahler Chamber e ho vinto una borsa di studio che mi ha dato la possibilità studiare con i Berliner e prendere così il diploma di professore d’orchestra. Poi sono andata a Modena per prendere la specialistica e, per pagarmi le rette, facevo concerti e organizzavo piccole rassegne (allora venivano ancora remunerate).

Quali i maestri che più di tutti l’hanno accompagnata negli anni della formazione?
A Modena ho incontrato grandi professionisti del flauto come Marasco, Oliva, Betti, il maestro compositore Indulti, il maestro Modugno, Bonechi e il musicologo Roberto Verti.
Roberto Verti, che oltre ad essere musicologo era anche giornalista, è stato per me un grande sostegno: mi ha aiutato nella stesura della mia tesi di laurea su Edgard Varèse, una mia personale analisi estetica di un brano per flauto solo (Density 21.5). Mi ha molto incoraggiato a studiare l’antiaccademismo di Varèse, il nuovo suono, e mi ha spinto ad andare in Francia per fare ricerca su questo autore. Purtroppo, proprio mentre preparavo il mio viaggio, Verti ebbe un attacco di cuore e morì. Roberto era un uomo che credeva profondamente in me, nel mio talento e nel mio essere una donna curiosa e musicalmente anticonformista. Grazie a lui in Francia ho conosciuto i ricercatori che studiavano Varèse e avevano emancipato il nuovo suono. L’incontro con Marcel Dortort fu importantissimo: affascinato dal mio suono, compose per me due brani per flauto solo, fantasia in Mdrg e Mixolirien, dedicati a e depositati presso l’Ircam, uno dei centri più importanti della raccolta di musica contemporanea. Allora avevo 27 anni.
Dopo questa magnifica esperienza, rimasta sola e con il senso della perdita nel cuore, ho cercato di crearmi la mia strada lavorativa. In questo senso, devo molto all’appennino modenese, a Sestola e ai paesini del Frignano, che per diversi anni mi hanno dato la possibilità di fare dei concerti. La stagione concertistica di musica da camera dell’alto Frignano è tutt’ora luogo di produzione musicale di alto livello.

Dove suona e dove abita attualmente?
Vivo a Ferrara, ho creato e gestito nella casa di Ludovico Ariosto una rassegna cameristica in collaborazione con i Musei di arte antica, invitando a suonare musicisti affermati e giovani promesse.

Ha incontrato dei problemi o riesce a lavorare serenamente?
A Ferrara ho trovato un clima accogliente e ci sono tante iniziative belle ed interessanti, Ferrara è una città musicalmente molto evoluta, ma in questo periodo la musica colta soffre in tutta Italia a causa della crisi.

Impegni all’orizzonte per i prossimi mesi?
“Sarò dedita a un progetto musicale per allievi disabili in qualità di docente alla scuola media. L’attività concertistica prevede un concerto a Siena per il Touring Club e Conservatori riuniti per flauto e organo presso la chiesa di San Raimondo il 21 novembre; un concerto presso la nobilissima contrada del Bruco di Siena il 19 dicembre in duo flauto e clavicembalo; in primavera sarò produttore per un evento per il Teatro Nuovo di Ferrara; poi un concerto il 19 marzo 2016 presso il Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, flauto e pianoforte; il 22 aprile 2016 sarò ospite in duo flauto e pianoforte presso l’Oratorio di Santa Cecilia di Bologna.
In estate organizzerò la consueta rassegna di concerti a Pavullo nel Frignano della quale sono direttore artistico da circa 8 anni. In agosto sarò ancora in Sicilia per organizzare una serie di concerti cameristici. Per il resto, per dirla con Beethoven: sarà il destino che busserà nuovamente alla mia porta, come sempre…”

Laura Trapani, è flautista e concertista, ferrarese di adozione, è nata in Texas nel 1977.

SALUTE E BENESSERE
Caro, dai ti prego, stasera no: ho l’emicrania!

Gli ormoni femminili giocano un ruolo importante nel meccanismo di comparsa del mal di testa. Ecco perché è soprattutto la popolazione femminile a soffrire di emicrania. Molte donne hanno mal di testa ciclici riconducibili al ciclo mestruale. In fase preovulatoria e premestruale, gli ormoni sono responsabili di un aumento di ritenzione idrica in tutto l’organismo. Quando la persona ha già di suo uno stato tensionale latente questo aumento di pressione causa l’aumento d’irritabilità e, a livello della testa, può essere causa dell’insorgere del sintomo. Durante questa fase ciclica, la donna entra in contatto con la sua parte più profonda, la parte ancestrale generatrice, e a volte il conflitto con questa parte e il tentativo di bloccare l’energia vitale che si produce porta a un irrigidimento che scatena la cefalea.

La sensazione di confusione, sbandamenti e giramenti di testa, con un dolore sordo che non ti abbandona nemmeno dopo l’analgesico di turno può trovare la sua causa in uno sbalzo di pressione sanguigna. In questo caso è necessario provvedere al controllo medico, per valutare se all’origine del sintomo ci possa essere un’ipertensione arteriosa da tenere sotto controllo. Un intervento precoce può riportare alla normalità una situazione transitoria, al contrario trascurare i sintomi facendoli perdurare nel tempo, può facilitare il consolidarsi dell’ipertensione. Queste persone manifestano attraverso il corpo il loro modo di vivere sotto pressione, sia esso collegato a un momento della loro vita o al loro modo di affrontarla.

La mattina ci svegliamo con il mal di testa, abbiamo dolore localizzato vicino all’orecchio e apriamo con difficoltà la bocca? Molto probabilmente durante la notte stringiamo e/o digrigniamo i denti. L’origine potrebbe essere ancora uno stato tensionale che non ci abbandona nemmeno durante la notte oppure un problema di occlusione da verificare con il nostro dentista.
Se, invece, il dolore si concentra al centro della fronte o agli occhi forse siamo vittime di una sinusite.
Sforziamo la nostra vista davanti al computer oppure i nostri occhi hanno ridotto la loro capacità di accomodamento delle immagini, in questi casi il dolore parte dalla fronte o dagli occhi e poi si concentra alla nuca: o è necessaria una visita oculistica oppure si tratta di stanchezza e sforzo eccessivo richiesto alla nostra vista.

Insomma, molto spesso il mal di testa nasce da una somma di più fattori scatenanti che insieme contribuisco ad acuire la sensazione di dolore e il suo perdurare. È importante verificare innanzitutto con il proprio medico che non ci siano cause importanti da valutare ed eventualmente da curare. Nel caso in cui il medico riconosca un disturbo funzionale come causa della cefalea, una figura come l’osteopata può aiutarci a leggere e interpretare quella mappa che il nostro corpo traccia su di noi, individuando e poi trattando i punti di restrizione alla base dell’origine del sintomo.
L’organismo nasce con una grande capacità adattativa, che perde lentamente nel tempo per traumi fisici o psichici che non riesce a superare o che lo condizionano. Un approccio globale che tenga conto di tutti gli aspetti della persona nella sua interezza è quello che ci permette di individuare con maggior chiarezza la strada da percorrere per ripristinare lo stato di benessere e una migliore qualità della vita.

Domani a Campotto la mostra fotografica di Maria Barbara Tartari intitolata “D’acqua, d’aria e delle genti”

da: Collettivo Tm15

L’Emilia ha da sempre una sua precisa immagine impressa nella mente di chi vi è nato, di chi vi è passato e di chi ne ha solo sentito parlare. Per molti aspetti è una terra a sé stante, col suo Delta del Po che ne ha caratterizzato la struttura geopolitica e ambientale.
Le genti di queste lande fatte d’acqua e aria, vivono in simbiosi con questi elementi, che diventano una quotidianità di cui non ci si rende più conto. Tartari ci mostra queste terre (ma sarebbe meglio dire acque) così come lei le sente e vive. Un punto di vista soggettivo che ci espone a impressioni dirette, improvvisamente e distrattamente riflessive, di ambienti e persone nate e viventi in questi elementi.
Presentato in occasione dell’undicesima Giornata del Contemporaneo promossa da Amaci, e coincidente con la prossima pubblicazione del catalogo disponibile a breve sui principali internet bookstore, il progetto fotografico ci riporta ad un modo di vivere che molti dicono di volere e che cercano per tutta una vita, ma che a ben vedere risulta alla portata di tutti, talmente reale da non essere notato. Parafrasando Antoine de Saint-Exupéry, ‘l’essenziale è invisibile agli occhi’. Fortunatamente fotografi come Maria Barbara ci mostrano l’essenziale, e ci ricordano quanto poco basti per vederlo e viverlo, se si è disposti a farlo.

Periodo: dal 10 ottobre al 21 dicembre 2015.
Spazio Espositivo: Trattoria Giannina, Via Garda Menata 2, 44010 – Campotto (FE); 0532 808300 – trattoriagiannina@libero.it
Inaugurazione: sabato 10 ottobre ore 18:30.
Orari: da mercoledì a domenica dalle 19.00 alle 01.00.
Ingresso gratuito.
Curatori: Alessandro Passerini.
Artisti: Maria Barbara Tartari.

LA RIFLESSIONE
In inglese è sexy, ma l’italiano è più figo

E’ meglio organizzare workshop o laboratori? Mandare un tweet o un cinguettio? Parlare di argomenti popolari o mainstream?
Il dilemma tra la voglia di usare termini in voga e quella di essere chiari può mettere in difficoltà. Se uno vuole vedersi un film, la scelta è abbastanza ovvia e difficilmente preferirebbe dedicarsi alla visione di una pellicola, ma nemmeno di un lungometraggio. Anche per chi ‘twitta’ non è forse il caso di cominciare a cinguettare. Magari – però – della musica mainstream potremmo fare a meno, e ascoltare semplicemente gruppi o cantanti più di tendenza.
Un angolo dedicato a questa riflessione sul linguaggio e sull’uso o l’abuso di parole in inglese – la lingua straniera dominante – lo riserva il festival Internazionale, a Ferrara nel weekend appena passato, in un incontro organizzato in biblioteca Ariostea. Il titolo è già una bella cosa: “In parole semplici”. Due termini brevi, chiari, in italiano. La scheda informativa precisa poi che l’iniziativa va ad affrontare “Anglicismi, calchi e neologismi. Come tradurre restando dalla parte del lettore”.
A parlare di questo tre esperte come la traduttrice Bruna Tortorella; Licia Corbolante, blogger che per Microsoft si è occupata di terminologia; Serena Di Benedetto, che traduce documenti per la Commissione Europea. Con in più il contributo inaspettato di Tullio De Mauro – il linguista italiano forse più noto, nonché socio dell’Accademia della crusca, l’istituzione che da quattro secoli mette insieme gli studiosi della lingua italiana che fanno un po’ da guardiani per mantenere un italiano pulito e dignitoso.

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Tullio De Mauro, docente di linguistica e accademico della crusca

Chiarezza per chiarezza, De Mauro interviene per fare notare come già il termine “anglicismi” sia di per sé un eccessivo omaggio alla lingua inglese: “In italiano – dice il linguista, presente tra il pubblico della biblioteca comunale – si dice anglismi, come del resto francesismi o italianismi. Anglicismo è la trasposizione letterale del termine inglese ‘anglicism’”. Ma la gente – si prova a obiettare – ormai usa anglicismo, e non anglismo… “La gente – risponde lui deciso – se proprio deve esprimere questo concetto, dice semplicemente che sono parole inglesi”. Accidenti, ecco quanto siamo sottomessi a questa tendenza a piegare l’italiano verso la predominanza inglese.

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La traduttrice Bruna Tortorella (foto da Internazionale)

Ma di chi è la colpa di questa dipendenza anglofila? “Una delle cause – spiega Licia Corbolante – può essere la pigrizia, perché si trova un termine già confezionato altrove e si evita di fare la fatica di pensare bene cosa significhi per tirarlo fuori dal mondo da cui proviene e calarlo nel nostro linguaggio. Nella maggior parte dei casi la traduzione è possibilissima ed efficace. Come nel caso di coffee-break. Basta dire pausa-caffè!”. La traduttrice Ue, Serena Di Benedetto, spezza una lancia a favore della capacità di sintesi dell’inglese, pronto a esprimere un’idea in poche e brevi parole, che magari indicano qualcosa di tecnologico e per il quale non c’è un termine equivalente. “E’ il caso di weekend per indicare il fine settimana o dello scanner, che sennò bisognerebbe chiamarlo apparecchio-che-si-usa-per-riprodurre-documenti-o-immagini in formato digitale. Oppure del catering per la ristorazione portata in un posto da una cucina esterna o del badge che si timbra per entrare in ufficio”. Quello – suggerisce però qualcuno in sala – è poi il cartellino. “Sì – ribatte la Di Benedetto – ma ormai è diventato meno usuale chiamarlo così, tant’è che si è creato anche il verbo che indica l’azione di badggiare (anche se non si sa poi bene come si debba scrivere)”. Il rischio, fa notare la traduttrice Bruna Tortorella, è quello di creare termini farlocchi, a forza di usare troppe parole di cui non si padroneggia bene l’origine. “Lo stage – dice la Tortorella – per noi è una specie di tirocinio, ma per americani e inglesi è solo il palco del teatro. Oppure living, derivato dal termine ‘living room’ che vuol dire soggiorno, ma che così spezzato come titolo di una testata di arredamento in realtà definisce solo l’attività di vivere”.

parole-traduzione-italiano-inglese-internazionale-ferrara-giorgia-mazzottiA dar man forte all’inglese, oltre a pigrizia e snobismo, ci si mette – infine – un modello imposto tante volte dall’alto, addirittura dal governo italiano o da definizioni create a livello istituzionale. Ecco allora i ticket, per indicare il contributo da pagare per avere prestazioni sanitarie o farmaci convenzionati. Oppure il Jobs act che definisce la nuova legislazione in materia di contratti di lavoro. Tra gli ultimi nati ci sono gli hot spots per dire campi di raccolta per gli immigrati. In tutti questi casi l’inglese sembra un po’ un velo pietoso per alleggerire la brutalità di parole più dirette e più chiare. Come se si sentisse il bisogno di stemperare la necessità di pagare le cure, quella di ridimensionare i diritti dei lavoratori o di evocare la presenza di campi profughi. Ben venga l’italiano, allora, con la schiettezza di un bell’incontro al posto dei meeting, un buon panino al posto di hamburger e sano cibo anziché artificioso food. E che non si dica che non è sexy, perché l’italiano può essere sinteticamente e semplicemente figo!

Ascolta il brano intonato: Renato Carosone, Tu vuo’ fa’ l’americano

IMMAGINARIO
Zucca, che gusto!
La foto di oggi…

Zucca al forno, passato di zucca, crostata di zucca, budino e tenerina di zucca, zucca fritta, marmellata e gelato di zucca, zucca violina e zucca marina, e sua maestà il cappellaccio di zucca. Noi ferraresi siamo ghiotti di zucca, in tutte le forme e in tutti i sapori, si vede?

Non solo la zucca ma anche altri prodotti tipici, ferraresi e non, saranno protagonisti del Mercato del gusto italiano che si terrà a Ferrara in Piazza Trento e Trieste sabato 10 e domenica 11 ottobre, organizzato dalla Strada dei Vini e dei Sapori [vedi la presentazione]. Alla manifestazione, intitolata “Il cibo è chi lo fa“, saranno presenti circa 60 banchi di artigiani e produttori agro alimentari provenienti da tutta Italia (Lombardia, Veneto, Sicilia, Emilia Romagna, Liguria, Molise, Puglia, Calabria, Toscana, Piemonte, Trentino Alto Adige, Marche) con prodotti tipici locali. Inaugurazione sabato 10 ottobre, orari di apertura della vendita dalle 10 alle 20 sia sabato.

ACCORDI
Du iu spic inglisc?
Il brano di oggi

C’è da anni in Italia un uso smodato e ingiustificato di termini inglesi che oltretutto nella maggior parte dei casi hanno un corrispettivo in italiano. Segnale (conferma) della nostra sudditanza culturale.

Renato Carosone, Tu vuo’ fa l’americano

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

 

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