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Giorno: 29 Maggio 2020

Coronavirus, l’aggiornamento: 27.739 i positivi in Emilia-Romagna dall’inizio della crisi, 38 in più rispetto a ieri

Da: Regione Emilia-Romagna

Effettuati 6.213 tamponi, per un totale di 316.909, oltre a 6.908 test sierologici. 216 i nuovi guariti, mentre continua il calo dei casi attivi (-186). I casi lievi in isolamento a domicilio sono 3.059 (-165), l’86% dei malati; in diminuzione i ricoverati nei reparti Covid (-20) e nelle terapie intensive (-1). Otto nuovi decessi, nessuno tra i residenti nelle province di Piacenza, Parma, Modena, Ravenna

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.739 casi di positività, 38 in più rispetto a ieri. Di questi nuovi casi, 24 derivano dall’attività di screening realizzata dalla Regione su persone asintomatiche tramite test sierologici e tamponi.

6.213 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 316.909, a cui si aggiungono 6.908 test sierologici. Un allargamento dell’azione regionale utile a mappare l’andamento del contagio e a scopo preventivo, scovando il virus fra gli asintomatici.

Le nuove guarigioni sono 216, per un totale di 20.073: il 72,4% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi che a oggi sono scesi a 3.564 (-186).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.  Il consueto Report settimanale che con l’ausilio di infografiche approfondisce l’analisi del contagio è consultabile al link: https://bit.ly/3cbsFuX

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 3.059 (l’86% di quelle malate), -165 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 76 (-1). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid, scesi a 429 (-20).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 20.073 (+216): 999 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 19.074 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 8 nuovi decessi: 2 uomini e 6 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 4.102 I nuovi decessi riguardano 2 residenti nella provincia di Reggio Emilia, 2 in provincia di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 2 in quella di Forlì-Cesena (1 nel Forlivese e 1 nel Cesenate), 1 in quella di Rimini. Nessun decesso tra i residenti nelle province di Piacenza, Parma, Modena, Ravenna e da fuori regione. 

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.475 a Piacenza (nessun caso in più), 3.513 a Parma (+9), 4.945 a Reggio Emilia (+10), 3.909 a Modena (+1), 4.612 a Bologna (+8); 394 le positività registrate a Imola (nessun caso in più), 992 a Ferrara (+5). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.899 (+5), di cui 1.026 a Ravenna (+2), 943 a Forlì (nessun caso in più), 778 a Cesena (+1), 2.152 a Rimini (+2)

La rete ospedaliera: 2.236 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19

Da Piacenza a Rimini, il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente a oggi 2.236 posti letto attivati per i pazienti Covid-19: 1.985 ordinari (266 in meno rispetto al 22 maggio) e 251 di terapia intensiva (26 in meno rispetto al 22 maggio). Nel dettaglio: 309 posti letto a Piacenza (di cui 21 di terapia intensiva), 282 a Parma (22 di terapia intensiva), 219 a Reggio Emilia (35 di terapia intensiva), 306 a Modena (55 di terapia intensiva), 501 tra Bologna e Imola, e dunque nell’area metropolitana (52 terapia intensiva, di cui 8 a Imola), 177 a Ferrara (16 di terapia intensiva), 442 in Romagna, di cui 50 per terapia intensiva. Nel dettaglio: 126 a Rimini (di cui 27 per la terapia intensiva), 37 a Ravenna (di cui 2 per la terapia intensiva), 78 a Lugo (di cui 10 per la terapia intensiva), 26 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 79 a Forlì, 66 a Cesena (di cui 11 per la terapia intensiva) e 30 posti letto a Villa Serena.

Attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale

Dal Dipartimento nazionale sono pervenute oggi 720.000 mascherine chirurgiche (di cui 10.000 riservate alle Rsa), 86.000 mascherine ffp2 (di cui 20.000 sono per le Rsa e 11.000 per le Aziende del trasporto pubblico locale), 2.000 visiere di protezione e 1.500 litri di detergente liquido per le mani.

La rendicontazione dei dati su Dpi e apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile alle Regioni è disponibile tramite il sistema ADA (Analisi Distribuzione Aiuti), sui siti del Dipartimento e del Ministero della Salute: https://bit.ly/3ew6PUA

Volontariato

Giovedì 28 maggio sono stati 425 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati nell’emergenza. Dall’inizio dell’emergenza, si sono accumulate 55.104 giornate complessive (senza considerare le attivazioni dirette del Dipartimento nazionale).

Le attività più rilevanti sono a supporto dei Comuni per l’assistenza alla popolazione, a supporto delle Ausl nel trasporto con ambulanze, nella consegna di campioni sanitari e tamponi, in aiuto a chi sta in quarantena ed ai convalescenti.

All’aeroporto Marconi di Bologna continuano a operare 2 volontari, attivati a livello nazionale, per monitorare i passeggeri in transito. Prosegue fino alla fine di maggio, presso la stazione ferroviaria di Bologna, l’attività a supporto delle aziende del Trasporto Pubblico Locale, attivata dal Dipartimento nazionale.

Punti pre-triage e drive through

Si confermano i 39 punti di pre-triage in Emilia-Romagna, realizzati con materiali dell’Agenzia regionale ed il supporto dei volontari (11 davanti alle carceri, 28 per ospedali e cliniche).

Questi i punti allestiti presso le strutture sanitarie: tre  in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); tre  in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); tre  in provincia di Reggio Emilia(Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); cinque in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); tre nella città metropolitana di Bologna (Sant’Orsola e Maggiore, e a Imola); due in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); uno in provincia di Forlì-Cesena (Meldola); due in provincia di Ravenna (Ravenna città, Faenza); cinque in provincia di Rimini (Rimini città e Morciano); uno nella Repubblica di San Marino (Ospedale di Stato: pre-triage e screening sierologici).

Ecco il dettaglio dei punti di pre-triage presso le carceri, le case circondariali e i tribunali: due a Bologna, due Modena (di cui uno a Castelfranco Emilia), uno a  Ferrara,  uno a Forlì,  uno a Parma,  uno a Piacenza, uno a  Reggio Emilia,  uno a Ravenna e  uno Rimini.

Realizzate con il concorso dell’Agenzia e dei coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile, sono 14 le strutture dove si effettuano i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione e/o lo screening sierologico.

Sono attive due postazioni a Parma e due a Modena (Palapanini), una a Castelnovo ne’ Monti (RE), Guastalla (RE), Bologna, Imola (BO), Cesena (FC), Forlì (FC), Rimini (RN), Ravenna, Faenza (RA) e Lugo (RA). A queste strutture si aggiungono quelle allestite direttamente dalle Aziende sanitarie.

Personale sanitario da altre Regioni

Dall’inizio dell’emergenza, sono pervenuti in Emilia-Romagna 8 gruppi di infermieri (totale 126 unità) e 6 di medici (totale 62), per un totale di 14 contingenti.

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964

Causale – Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus

ANTONIO RUBBI
“Ai nipoti americani. Memorie del nonno comunista italiano”

Antonio Rubbi è stato un importante dirigente nazionale del Pci. E’ uscito il primo volume della sua autobiografia. Nel titolo è contenuta la chiave di lettura di questa prima parte: Ai nipoti americani. Memorie del nonno comunista italiano. Raccontare agli amatissimi nipoti lontani la propria vita è stata la motivazione decisiva per vincere la resistenza a parlare di sé.
Affermare nel titolo d’essere stato un comunista italiano’ significa sottolineare che la storia del Pci non è riducibile ai rapporti con l’Urss e con gli altri partiti comunisti.
Il libro è la ricostruzione dettagliata di una vita. Va dalla nascita (1932) in una famiglia di braccianti di San Biagio d’Argenta, fino al 1958 quando andrà a Mosca dove trascorrerà alcuni anni importanti per la sua formazione. Preoccupazione costante dell’autore è come raccontare ai nipoti che vivono in America una vita del secolo scorso. Ciò ha imposto due scelte al ‘nonno-autore‘. Una scrittura semplice e una ricostruzione minuziosa che riesca a trasmettere il colore di un’epoca.

Anche  chi ha conosciuto da vicino Antonio, resterà sorpreso dalla finezza nel descrivere ambienti che configurano un vasto compendio di caratteri tipici di una piccola comunità della prima metà del novecento. Uno storico potrà attingere con profitto da questo materiale sociale e di storie individuali. Antonio ricorre con sapienza a diversi registri di scrittura, a seconda dell’oggetto che affronta. Usa toni asciutti, senza retorica quando descrive la miseria sociale, il dramma del fascismo, la tragedia della guerra. Per esempio, pensiamo cosa fu l’8 settembre 1943 quando il re, i suoi ministri, i suoi generali si dettero alla fuga, lasciando senza ordini un milione di soldati e abbandonando la popolazione alle prese con problemi di sopravvivenza.
E’ importante capire la ricaduta di questi eventi nazionali in una piccola comunità di poco più di 2.000 abitanti e descriverne le conseguenze: fame, angoscia, sacrifici, miseria, rischio per la vita. E tutto ciò narrando vite concrete, ciascuna scolpita con qualche particolarità che la rende unica. Antonio concepisce la sua adesione alla Fgci e al Pci come una scelta di riscatto morale, prima ancora che politico. Sono pagine di gratitudine (uso volutamente un termine non politico, ma affettivo) verso il partito e verso i tanti con i quali intrecciò relazioni di comune appartenenza e spesso di amicizia profonda, condividendo speranze, dolori, contrasti. Infine la lingua della felicità quando Antonio evoca l’altra passione della sua vita: il calcio.
Di questo, avrebbe parlato con più competenza  il comune e amatissimo amico Paolo Mandini. Io mi limito a citare un simpatico aneddoto presente nel libro. Antonio si stava sottoponendo ad una prova come portiere davanti ad alcuni esperti rappresentanti della Spal nel tardo autunno del 1950.
Alla fine un signore con l’impermeabile che aveva assistito a bordo campo, si avvicinò all’allenatore Janni e dettò la sentenza: “L’è bravin, ma l’è trop picul”. Era il mitico Paolo Mazza di cui sia Antonio che Paolo diventarono amici.

Ritorno sulla cifra particolare della generazione degli anni trenta e quaranta cui appartenne Antonio. Erano decenni cruciali per il secolo grande e terribile.
Non c’era tempo per giocare e divertirsi come avrebbe richiesto la loro giovanissima età. Dovettero crescere in fretta. Nessuno meglio di Giaime Pintor (1919-1943) delineò con efficacia la cornice in cui quei ragazzi fecero scelte difficili: La nostra generazione posta di fronte a problemi vitali, educata tra avversità precise e sensibili, non ha tempo di costruirsi il dramma interiore: ha trovato un dramma esteriore perfettamente costruito”.
A proposito di dramma… Si sente fin dalla dedica ai nipoti qual’è il dramma che oggi vivono persone come Antonio Rubbi: la crisi della politica. Antonio ricorda ai nipoti che la sua vita è stata dedicata alla politica mentre oggi “il solo pronunciarne la parola procura  smorfie di disprezzo”. Reagisce: “La politica quando è intesa nel suo vero significato e praticata con onestà e disinteresse è tra le più nobili attività umane. Così io l’ho intesa e così penso di averla praticata”.
I nipoti Giacomo e Giulia devono essere orgogliosi di nonno Tony, perché è stato un politico onesto, rigoroso, stimato e appassionato. Se pensiamo al suo percorso non si può non provare ammirazione e stupore, indipendentemente da come la si pensi. Nasce in una famiglia povera. A 15 anni, terminate le scuole medie, inizia a lavorare come bracciante. Nel 1949 (a 17 anni) si iscrive alla Fgci e al Pci. Dal 1968 al 1975 diventa segretario del Pci provinciale di Ferrara, in quegli anni una grande forza popolare e di governo nei comuni ferraresi. Poi un importante riconoscimento, quando si trasferisce  a Roma perché viene nominato responsabile della sezione Esteri, diventando uno stretto collaboratore di Enrico Berlinguer.
Fu deputato nel Parlamento italiano per quattro legislature. So che ci tiene ad essere definito un costruttore. Infatti Antonio fu, insieme a tanti altri, tra i costruttori della democrazia italiana. Ferrara è molto presente in questo libro. Per apprezzare i cambiamenti sociali e culturali realizzati nei decenni la testimonianza rigorosa e appassionata di Antonio è preziosa, perché documenta com’era ridotta la provincia dopo una dittatura e una guerra devastante.  Anche per questo motivo dobbiamo essergli grati.

Antonio Rubbi, Memorie del nonno comunista italiano : Ai nipoti americani, Ferrara, Este Edition, 2020

Ambiente. Piano aria integrato regionale, i dati del monitoraggio: 300 milioni investiti per interventi di miglioramento della qualità dell’aria in Emilia-Romagna

Da: Regione Emilia-Romagna

In corso il 74% delle 90 azioni previste per combattere smog e inquinamento. Ridotti del 71% il biossido di azoto e di circa il 50% i composti organici volatili e ammoniaca: risultati raggiunti nel 2018 con due anni di anticipo rispetto le previsioni

Interventi finanziati dalla Regione per 300 milioni di euro su trasporti, energia, combustione di biomasse, agricoltura ed attività produttive e che prevedono strumenti di pianificazione e programmazione, per la riduzione delle emissioni in atmosfera e quindi della tutela della salute.

Meno traffico e più aree verdi, ciclabili e pedonali nelle città; risorse per il trasporto pubblico, con autobus nuovi ed ecoincentivi per rottamare i veicoli più inquinanti e promuovere la mobilità elettrica.

E giù biossido di azoto e composti organici volatili rispettivamente del 71% e del 50% con il 18% delle oltre 90 misure previste per migliorare la qualità dell’aria già concluse e il 74% ancora in corso.

Mostra un buono stato di avanzamento il primo bilancio del Piano aria integrato regionale (Pair 2020), approvato nel 2017, delle misure messe in campo nei 30 Comuni dell’Emilia-Romagna, capoluoghi compresi, firmatari del documento.

“La riduzione del 71% del biossido di azoto e di circa il 50% dei composti organici volatili e ammoniaca raggiunta nel 2018 con due anni di anticipo rispetto le previsioni, ci confortano sull’efficacia del Piano- sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo-. Purtroppo dati meno positivi riguardano gli ossidi di azoto e il particolato, la cui riduzione stimata al 2018 è rispettivamente del 25% e 33%”.

“Sono in corso in corso studi a più livelli- prosegue Priolo– che ci diranno se e quanto il lockdown e il conseguente blocco pressoché totale del traffico abbia inciso sulle componenti della qualità dell’aria. Certo è che questi dati ci indicano la necessità di continuare ad agire su alcune misure relative a traffico, riscaldamento domestico, alcuni settori dell’agricoltura e dell’industria”.

“Nel frattempo- chiude l’assessore- abbiamo agito con una accelerazione importante sul fronte della mobilità sostenibile. Ne sono un esempio le azioni previste dal ‘bike to work’ che incentivano quanto più possibile l’uso della bicicletta per spostamenti casa-lavoro. Sarà altrettanto interessante valutare nel medio periodo l’impatto dei bonus sull’edilizia e l’efficientamento energetico previsti dal governo e gli impatti dello smart working sulla mobilità”.

Un aspetto da sottolineare per la corretta attuazione del piano è quello della comunicazione e informazione ai cittadini e a tutti i portatori di interesse, nella convinzione che il raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria dipendano anche dalla consapevolezza di ognuno di noi degli impatti del nostro stile di vita. A questo proposito, tra le iniziative della Regione, oltre agli incontri con i Comuni, le  associazioni di categoria e dei consumatori, si segnala la campagna di comunicazione ”Liberiamo l’aria” che raccoglie i dati di qualità dell’aria e gli atti dei 30 Comuni firmatari con il sito  e i canali social dedicati e gestiti da Arpae.

Caricento – Pratiche emergenza Covid, Caricento: 1900 richieste di moratoria, più di 200 milioni di euro di rate sospese

Da: Ufficio Relazioni Esterne – Cassa di Risparmio di Cento

Prosegue l’intenso lavoro della Cassa di Risparmio di Cento nella lavorazione delle pratiche relative all’emergenza Covid-19.

Ad oggi la Banca ha ricevuto 1900 richieste di sospensione di rate relative a mutui e prestiti presentate da famiglie, imprese, liberi professionisti o lavoratori autonomi che si sono trovati in difficoltà a causa della pandemia da Covid-19.

“Il totale delle rate che abbiamo congelato sinora ammonta a più di 200 milioni di euro, ma le domande continuano ad arrivare – ha spiegato il Direttore Generale di Caricento, Ivan Damiano – La task force dedicata all’elaborazione delle pratiche sta lavorando rapidamente, i clienti possono contare su Caricento ”

Per quanto riguarda le domande di finanziamento sotto ai 25 mila euro, da quando sono cominciate le erogazioni durante la prima settimana di maggio, la Cassa ha liquidato 8,8 milioni di euro.

Infine, proseguono le erogazioni sugli anticipi della cassa integrazione che per il momento sono stati liquidati a 145 clienti della Cassa.

Trasporti. Più treni per raggiungere la Riviera romagnola: dal 14 giugno aumenta l’offerta di Trenitalia Tper

Da: Regione Emilia-Romagna

Cattolica, Ravenna, Riccione, Rimini, Cesenatico, Bellaria, Cervia, Misano e Gatteo, i Comuni interessati dal rimborso delle spese di viaggio. Con l’entrata in vigore del nuovo orario ferroviario estivo, garantiti 8 treni in più, rispetto all’estate 2019

Aumentano i treni per raggiungere la Riviera romagnola. Con l’entrata in vigore del nuovo orario estivo, a partire da domenica 14 giugno, questa estate sarà più semplice raggiungere le spiagge della Romagna per trascorrere le proprie vacanze.

Grazie al progressivo allentamento delle misure contenitive imposte per contrastare la diffusione del Covid-19, il numero di treni regionali a servizio delle località costiere raggiungerà infatti quello dello scorso anno per superarlo, nei fine settimana, con ben 8 collegamenti in più rispetto ai week end estivi del 2019.

“Abbiamo deciso di contribuire con forza e in ogni modo, al rilancio dell’industria turistica regionale pesantemente penalizzata dal lockdown dei mesi scorsi- afferma l’assessore regionale a Infrastrutture, trasporti e turismo, Andrea Corsini-. E grazie all’accordo con Trenitalia Tper possiamo non solo confermare, ma addirittura aumentare il servizio ferroviario estivo di collegamento con la Riviera romagnola. Ma non basta. Stiamo infatti studiando, sempre con Trenitalia Tper e insieme ad Apt, un ulteriore accordo per garantire a chi soggiornerà nel corso della prossima estate in uno degli alberghi della Riviera, un rimborso delle spese di viaggio. Garantire viaggi tranquilli e in sicurezza e offrire incentivi per promuovere ancora di più la Riviera come meta di vacanza, sono due tra le tante leve che come Regione stiamo azionando dall’inizio della fase 2 per sostenere il nostro turismo e tutti gli operatori che lavorano nel comparto. Sono convinto che, tutti insieme, facendo ognuno la propria parte, potremo recuperare anche la stagione balneare 2020”.

A questo potenziamento, frutto del contratto di servizio fra Regione e Trenitalia Tper, si aggiunge l’offerta di treni a media e lunga percorrenza garantiti da Trenitalia, che riproporrà tutti i servizi dello scorso anno, a breve prenotabili sui sistemi di vendita della società.

Per favorire ulteriormente il rilancio del turismo nelle località della Riviera Romagnola, Trenitalia Tpr e Apt (Azienda di promozione turistica della Regione Emilia-Romagna) stanno definendo un accordo per dare continuità al progetto “Al mare in treno”, che potrà garantire  a coloro che raggiungeranno in treno Cattolica, Ravenna, Riccione, Rimini, Cesenatico, Bellaria, Cervia, Misano e Gatteo per un soggiorno in albergo, il rimborso delle spese di viaggio da parte del l proprio albergatore che aderirà su base volontaria

Il tutto ovviamente in sicurezza, grazie alle misure messe in atto da Trenitalia Tper così come previsto dagli ultimi Dpcm, e con maggiore comfort, garantito dal rinnovamento ormai pressoché completo della flotta regionale, ora contraddistinta dai nuovi Rock e Pop.

Coronavirus. Screening sierologici, la Regione accelera

Da: Regione Emilia-Romagna

Donini: “Allarghiamo la platea delle persone che saranno testate, perché vogliamo andare a cercare il virus, soprattutto dove i contatti sociali sono più intensi”. Le nuove indicazioni contenute in una circolare della direzione generale dell’assessorato alle Politiche per la salute

La campagna di screening sierologici voluta dalla Regione Emilia-Romagna per ‘dare la caccia’ al virus sul territorio va avanti e si rafforza: ad essere testati, infatti, saranno anche – come anticipato ieri dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – i farmacisti convenzionati, donatori di sangue, operatori delle associazioni nel sistema delle ambulanze, taxisti, autisti di auto con conducente, sacerdoti e operatori del trasporto pubblico ferroviario e su gomma.

L’allargamento della platea delle persone interessate dalla nuova batteria di test, che saranno eseguiti sempre su base volontaria, è stato deciso dalla Regione e messo nero su bianco in una circolare della direzione generale dell’assessorato alle Politiche per la salute.

“Abbiamo voluto fare un ulteriore passo avanti nella lotta al virus, perché i risultati ottenuti finora indicano che la scelta dei tamponi a tappeto e dei test sierologici diffusi sul territorio è stata giusta- spiega l’assessore Donini-. Naturalmente l’adesione allo screening è volontaria, ma di grande valore sanitario, perché ci permette di conoscere meglio le modalità di circolazione del virus e il rischio di diffusione in specifici ambiti di popolazione che, come in questo caso, hanno contatti sociali più frequenti e diffusi. I test sierologici costituiscono uno strumento di grandissima utilità nell’impostare le strategie future di contrasto e prevenzione, quindi è auspicabile che aderiscano a questa proposta quante più persone possibili”.

I test sierologici consentono infatti di capire, attraverso la presenza degli anticorpi, se la persona ha avuto contatti con il virus e di tracciarne così una sorta di mappatura sul territorio. Se il risultato è positivo, si procede con l’effettuazione del tampone per verificare se la malattia è in corso; se anche il tampone risulta positivo, viene attivata la presa in carico che contempla l’osservazione, l’isolamento del paziente e l’eventuale terapia.

La platea dei soggetti testati dagli screening sierologici

Con questo ulteriore allargamento, si estende la platea delle persone testate in Emilia-Romagna con lo screening sierologico, che comprende: per il settore sanitario, i dipendenti privati accreditati e tutti i sanitari convenzionati (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale e di medicina territoriale), i farmacisti convenzionati, gli operatori dei servizi socio-sanitari e delle associazioni nel sistema delle ambulanze; donatori di sangue (per i quali andranno concordate le modalità di effettuazione con i presidenti provinciali delle rispettive associazioni).

Per quanto riguarda i lavoratori coinvolti in scenari operativi a rischio, la possibilità di partecipare allo screening è confermata per i diversi operatori pubblici della sicurezza (forze dell’ordine, vigili del fuoco, guardie carcerarie, vigili urbani, prefetture, magistratura, e analoghi), a cui si aggiungono con quest’ultimo allargamento i sacerdoti, gli operatori del trasporto pubblico del settore ferroviario e su gomma individuati dalle rispettive aziende e gli operatori del trasporto pubblico non su linea (taxi e noleggio con conducente).

Prosegue, infine, la campagna di screening sierologici sulle popolazioni delle aree più colpite dall’epidemia: provincia di Piacenza, Rimini e comune di Medicina.

Ricostruzione. Nuova ordinanza del presidente Bonaccini: liquidità alle imprese, procedura semplificata per erogare subito fino al 90% del contributo concesso per lavori in corso

Da: Regione Emilia-Romagna

Dopo la riunione di ieri in videoconferenza con primi cittadini. Fatto anche il punto sulle norme che dovranno essere approvate dal Governo e dal Parlamento necessarie a garantire ciò che serve: proroghe relative al personale, alle fine lavori degli interventi in agricoltura, all’esenzione Imu, alla sospensione dei mutui degli Enti locali e a quelle utili a garantire l’utilizzo pieno delle risorse

Nuove misure per favorire l’immissione di liquidità alle imprese impegnate nella ricostruzione post sisma e che avevano dovuto rallentare a causa dell’emergenza coronavirus. Per una ripartenza, nell’area del cratere, che può essere fondamentale per quella più generale dell’Emilia-Romagna, visti i cantieri destinati a rimettersi in moto per il completamento della ricostruzione stessa.
Tra queste, l’ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione e commissario delegato alla Ricostruzione, Stefano Bonaccini, che prevede anche per gli interventi gestiti dai Comuni con la piattaforma informatica Mude, come già fatto in precedenza per le imprese sulla piattaforma Sfinge, la possibilità di presentare uno stato di avanzamento lavori (Sal) fino al 90% del contributo concesso, da liquidare velocemente e con modalità semplificate.
Una procedura concordata con i Comuni ieri, nel corso di una videoconferenza, tra i sindaci del cratere e il sottosegretario alla Presidenza della Regione, Davide Baruffi, per non appesantire gli adempimenti degli uffici e consentire una gestione più spedita delle pratiche.

“Il completamento della ricostruzione post sisma è un impegno perentorio – evidenzia Baruffi – che abbiamo assunto in campagna elettorale e che il presidente Bonaccini ha ribadito con forza in questi giorni in cui ricorre l’ottavo anniversario del terremoto dell’Emilia. L’emergenza Covid-19 ci spinge anzi ad accelerare ulteriormente perché è proprio questo il momento in cui gli investimenti, i contributi alla ricostruzione, la liquidità per le imprese e gli incentivi per la rivitalizzazione dei centri storici possono fare la differenza per sostenere le imprese e il lavoro. Dall’area del cratere può venire una spinta molto importante alla ripartenza e noi vogliamo spingere al massimo. Per questa ragione, a pochi giorni dalla condivisione di alcune scelte, siamo già qui a concretizzarle insieme ai sindaci, con cui dobbiamo e possiamo fare presto e bene”.

I sindaci hanno poi valutato positivamente l’apertura, nei primi giorni di giugno, del nuovo bando (tecnicamente il quarto in ordine cronologico) per la rivitalizzazione dei centri storici, a favore delle attività economiche che scelgano di investire o trasferirsi nei centri dei comuni colpiti dal terremoto, con la possibilità di recuperare fino al 70% delle spese sostenute.
L’incontro è stata anche occasione per fare il punto sulle norme che dovranno essere approvate dal Governo e dal Parlamento, necessarie a garantire la conclusione della ricostruzione. In particolare, si tratta di disposizioni per garantire l’operatività e connesse alla proroga dello stato di emergenza già concesso fino al 31 dicembre 2021 dal decreto Milleproroghe.
Sono norme fondamentali per i Comuni e per il Commissario; ad esempio le diverse proroghe relative al personale, alla fine lavori degli interventi in agricoltura, all’esenzione Imu, alla sospensione dei mutui degli Enti locali e altre atte a garantire l’utilizzo delle risorse.

KONSUMER Ferrara; comunicato rimborso viaggi

Da: Ordine Avvocati di Ferrara

Chi aveva prenotato un viaggio e non è potuto partire a causa dell’emergenza da covid19 ha diritto ad avere indietro il denaro speso. Non voucher a scadenza o proposta di cambio di data, come molti vettori stavano proponendo, ma, se il cliente lo richiede, l’intero importo versato. Una posizione che già da diverse settimane portava avanti l’associazione di tutela dei consumatori Konsumer, che si era schierata al fianco di moltissimi consumatori, e che ora è stata ufficializzata anche attraverso una lettera che la Commissione Europea ha inviato al Governo italiano.

“Una decisione centrale che contribuisce a dare forza a quella che già da tempo era la nostra posizione. – Commenta l’avvocato Giovanni Franchi, esperto in diritto dei consumatori e Presidente per la Regione Emilia-Romagna dell’associazione Konsumer –Non era pensabile far perdere il denaro a migliaia di consumatori per un’emergenza sanitaria di cui non hanno assolutamente colpa. Non è possibile imporre ad una persona di riprogrammare il proprio viaggio nel prossimo anno. Alcuni potrebbero non aver voglia di partire o di lasciare il paese, c’è chi ha perso il lavoro o è stato mesi in cassaintegrazione, e non ha più la serenità economica per concedersi un viaggio in tranquillità, ci sono, poi, viaggi di nozze da diverse migliaia di euro di coppie che non sono riuscite a sposarsi. Parliamo di decine di migliaia di euro di prenotazioni per viaggi e servizi dei quali i clienti non hanno usufruito. Non si può lasciar decidere ai vettori o ai tour operator, era necessario stabilire una linea di azione ufficiale e condivisa.”

Il nostro Governo ora ha tempo fino a giovedì 28 maggio per fornire una risposta, comunicando la volontà di consentire ai viaggiatori la scelta se chiedere il rimborso integrale della somma versata o usufruire di un voucher.

Ma, in realtà – chiarisce l’avv. Giovanni Franchi, a – non vi è alcun bisogno che l’Italia cambi la propri normativa, perché i turisti che hanno perso il loro viaggio abbiano il rimborso. Per la giurisprudenza italiana infatti – sempre per l’avv. Franchi – la violazione di norme comunitarie comporta la necessità di disapplicare la disciplina contraria alle stesse. Dal che discende, nei casi di in cui il passeggero o il turista non abbiano potuto fare uso del biglietto o del viaggio turistico, la risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta e il suo diritto di ricevere la rifusione di quanto versato.

Si ritorna, di conseguenza, alle regole generali: chi non è andato in vacanza o non ha preso un volo a causa del decreto del 3 marzo 2020 ha diritto all’immediato rimborso e, se lo stesso verrà rifiutato, ci si potrà rivolgere al giudice.
Gli uffici Konsumer Emilia Romagna sono a disposizione di tutti i consumatori interessati.

Il questore in visita a Codigoro

Da: Comune di Codigoro

In visita a Codigoro il Questore di Ferrara, Dott. Cesare Capocasa. Prosegue il programma di visite sul territorio provinciale da parte del nuovo Questore che, questa mattina, ha fatto tappa in Municipio. Accolto dal Sindaco Sabina Alice Zanardi, dall’Assessore Stefano Adami, dal Comandante della Stazione Carabinieri, Luogotenente Giovanni Guagliumi e dall’Ispettore Superiore della Polizia Locale Tiziana Mantovani, il Dott. Capocasa ha espresso il fermo proposito di proseguire con l’Amministrazione Comunale nel solco della collaborazione e dei rapporti sinergici già ben consolidati.
Il Sindaco ha colto l’occasione per omaggiare il Questore con alcune pregiate pubblicazioni, relative alla storia del complesso abbaziale pomposiano e dell’antica chiesa di San Martino.

Servizio di bus Ferrara-Lidi: da domani aumentano i collegamenti per il mare al sabato e nei festivi

Da: Ufficio Stampa

Servizio di bus Ferrara-Lidi
Da domani aumentano i collegamenti per il mare al sabato e nei festivi

A partire da domani, 30 maggio, ai normali collegamenti della linea 331 Ferrara–Lidi, al sabato si aggiungeranno le corse:

  • 8.15 Ferrara – Lido di Spina
  • 13.15 Ferrara – Lido di Spina
  • 10.50 Lido di Spina – Ferrara
  • 17.40 Lido di Spina – Ferrara

Da domenica 31 maggio, nei giorni festivi, si effettueranno regolarmente tutte le corse delle linee 330/331 che collegano Ferrara con i Lidi.

Casa. Dalla Regione bonus affitto per famiglie e persone in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus

Da: Regione Emilia-Romagna

Presentato il nuovo Fondo Affitto per il 2020 con sostegni anche per stipulare nuovi contratti. Destinatario chi ha perso il lavoro, è in cassa integrazione o in stato di mobilità, oppure lavoratori precari o stagionali che hanno subito la riduzione dell’orario di lavoro, ma anche i nuclei con redditi molto bassi. Le risorse saranno ripartite tra i distretti sociosanitari del territorio ma potranno essere gestite anche direttamente dai Comuni o dalle Unioni di Comuni. Fondi anche per scorrere le graduatorie del Bando 2019 chiuse a marzo 2020 e ampliare la platea dei beneficiari

Un bonus affitto fino a 1.500 euro per famiglie e persone in difficoltà, parametrato alla riduzione di reddito determinata dall’emergenza coronavirus. Contributo massimo che sale – andando da 2 mila a 3 mila euro – per i proprietari che accettano di rinegoziare il contratto d’affitto riducendo il canone a favore dell’ inquilino, che facciano lo stesso convertendolo in affitto a canone concordato o ne stipulino uno nuovo (misura che punta a rimettere sul mercato dell’affitto a lungo termine alloggi rimasti vuoti a causa del fermo degli spostamenti). Aiuto esteso agli studenti universitari iscritti in un ateneo dell’Emilia-Romagna e a chi è in una situazione di forte emergenza, cioè i nuclei familiari con reddito Isee inferiore a 3mila euro, in questo caso a prescindere dal calo reddituale.
Lo prevede il nuovo bando regionale affitto per il 2020: già definito, verrà approvato dalla Giunta regionale nella prossima seduta. Si inserisce nell’ambito di un’operazione complessiva da 15 milioni di euro che permette anche di scorrere le graduatorie del bando 2019, per ampliare la platea dei beneficiari.

È l’aiuto concreto della Regione Emilia-Romagna per le famiglie e le persone colpite economicamente dalla crisi sanitaria: perché hanno perso il lavoro o subito una riduzione d’orario, sono in cassa integrazione o in mobilità, oppure sono state costrette a cessare la propria attività libero professionale o a chiudere la propria impresa. E, di conseguenza, non riescono a sostenere la spesa dell’affitto di casa. Il Fondo Affitto 2020 è stato costruito in modo da tenere conto tanto delle fragilità che già si conoscevano, aggravate dall’emergenza Covid-19, quanto dei nuovi bisogni che generati in questi mesi, con l’intento di erogare contributi con procedure veloci e lasciando comunque ampia flessibilità ai Comuni sull’impiego delle risorse. Questo intervento è il primo importante tassello di un nuovo e organico Piano per la casa che la Regione Emilia-Romagna intende costruire in questa legislatura per dare piena sostanza al diritto all’abitare.

Le risorse (esattamente 14,9 milioni) provengono per i due terzi, quindi 10 milioni, dal bilancio regionale, e per il resto, 4,9 milioni, dalla dotazione 2020 del Fondo statale per il Sostegno alla locazione destinato alle famiglie economicamente svantaggiate; saranno distribuite ai distretti sanitari di tutto il territorio regionale, da Piacenza a Rimini, ma potranno essere gestite anche direttamente dai Comuni o dalle Unioni di Comuni.

I fondi potranno essere utilizzati fino a un massimo della metà per scorrere le graduatorie del bando regionale affitti 2019. L’altra metà delle nuove risorse, oltre a quanto eventualmente non impiegato per le liste 2019, servirà a finanziare le nuove misure finalizzate a sostenere economicamente chi è stato penalizzato dalla crisi e adesso deve rialzarsi: i contributi diretti e gli incentivi alla rinegoziazione dei canoni o alla conclusione di nuovi contratti a canone concordato.

A presentare il piano, condiviso con le rappresentanze sindacali degli inquilini, della proprietà e degli enti locali, oggi in videoconferenza stampa, il presidente Stefano Bonaccini e la vicepresidente con delega alle Politiche sociali e abitative, Elly Schlein.

“Un provvedimento concreto in favore di famiglie, singole persone, studenti e anche proprietari di immobili colpiti dall’emergenza sanitaria – spiegano Bonaccini e Schlein -. Il blocco totale che ha interessato la stragrande maggioranza delle attività lavorative sta determinando serie difficoltà economiche, con un numero crescente di donne e uomini che vedono ridursi le proprie fonti di reddito, anche nella nostra regione. Il problema della sostenibilità delle spese per la vita quotidiana, in particolare quelle per l’affitto di casa, che incidono in modo elevato sul bilancio domestico, rischia di trasformarsi anch’esso in un’emergenza. Prima che gli effetti della pandemia determinino conseguenze economiche e sociali ancor più drammatiche, era giusto e doveroso intervenire, e farlo velocemente; guardando alle difficoltà delle persone che devono pagare un affitto, ma anche a quelle dei proprietari che si sono trovati con le case vuote. Nel momento in cui puntiamo a costruire coi territori un piano di investimenti pubblici che faccia ripartire l’Emilia-Romagna, guardiamo alla tenuta sociale della nostra comunità, mettendo a disposizione 15 milioni di euro, di cui 10 di risorse regionali, per essere accanto a chi in questo momento si trova ad affrontare il problema di come pagare l’affitto o arrivare a fine mese”, chiudono Bonaccini e Schlein.

Requisiti di accesso al contributo, procedure rapide per l’erogazione

Tra i requisiti per accedere al contributo regionale, un reddito ISEE 2020 non superiore ai 35.000 euro (soglia che i Comuni possono modificare per le rinegoziazioni), e, se superiore ai 3.000 euro, anche l’autocertificazione con adeguata documentazione della diminuzione del reddito di almeno il 20% negli ultimi tre mesi, rispetto al reddito trimestrale medio 2019. É sufficiente il domicilio nell’alloggio in cui si abita con regolare contratto d’affitto, così da permettere la partecipazione anche a studenti e lavoratori che vivano in un comune della Regione pur non avendo spostato la residenza. La cittadinanza italiana o quella di uno Stato appartenente all’Unione europea o, per i cittadini extra Ue, il permesso di soggiorno. Per gli studenti, sarà sufficiente che anche un solo genitore possa dimostrare una effettiva riduzione del reddito, come conseguenza dell’emergenza sanitaria, e il requisito del reddito Isee sotto i 35mila euro si riferisce al nucleo famigliare del quale fanno parte.

Le risorse potranno essere erogate anche con modalità a sportello (non è obbligatoria la definizione di una nuova graduatoria, per rendere più celere l’erogazione dei contributi in fase di emergenza).

I soggetti che presentano domanda avranno tempo per presentare l’ISEE 2020, qualora non già disponibile, fino al 30 ottobre, e dovranno autocertificare il calo del reddito, producendo una adeguata documentazione (buste paga o fatture).

Contributi diretti a persone singole e nuclei familiari

La prima misura consente alle persone singole o ai nuclei familiari che si trovano in difficoltà economiche a causa dell’emergenza sanitaria, di ricevere contributi diretti per pagare il canone di affitto. Requisiti necessari per ottenere il bonus: avere un regolare contratto di affitto in un comune dell’Emilia-Romagna, dichiarare un reddito Isee che non superi i 35mila euro e autocertificare una riduzione del proprio reddito familiare, nel trimestre marzo-maggio 2020, superiore al 20% rispetto alla media trimestrale del reddito percepito nel 2019. Il contributo riconosciuto, misurato e proporzionato in base alla perdita di reddito o fatturato subita, è di 3 mensilità per un massimo di 1.500 euro.

A questa misura sono ammessi anche i nuclei familiari con reddito Isee inferiore a 3mila euro che non potevano accedere al bando 2019, senza dover dimostrare un calo del reddito.

Rinegoziazione del canone e contributi ai proprietari

La seconda misura è molto innovativa e consiste in una serie di incentivi alla rinegoziazione dei canoni esistenti o alla conclusione di nuovi contratti a canone concordato del bando, epuò avere effetti di maggiore durata rispetto al semplice contributo, guardando oltre l’emergenza.

Si tratta infatti della possibilità di concordare con il proprietario dell’abitazione una riduzione, per almeno sei mesi, di almeno il 20% (almeno il 10% per i Comuni non ad alta tensione abitativa) sull’importo del canone di locazione; oppure di modificare il proprio contratto, passando a quello concordato (3+2 anni). In questo caso il contributo regionale viene riconosciuto al proprietario dell’alloggio, che riceverà il 70% della riduzione del canone fino a un massimo di 2.000 euro.

Se il contratto passa da libero mercato o transitorio a concordato, il proprietario potrà accedere, per i primi 12 mesi, a un contributo che copre il 70% della riduzione del canone fino a 2.500 euro.

Per i nuovi contratti a canone concordato (per un importo massimo del canone di 700 euro mensili) il contributo regionale riconosciuto al proprietario potrà coprire, per i primi 18 mesi, metà del canone, fino a un contributo massimo di 3mila euro.

La possibilità di rinegoziazione del canone, diversamente dal contributo diretto, è accessibile anche ai locatari che siano percettori di reddito o pensione di cittadinanza e ai proprietari che rinuncino a procedere in eventuale procedura di sfratto per morosità.

Movida sicura: Bonaccini apprezza il modello “Ferrara”. Bergamini e Lodi: «Apprezziamo i complimenti, ma ora passiamo ai fatti: con un fondo apposito per i comuni»

Da: Ufficio Stampa Lega

«Stefano Bonaccini ha apprezzato pubblicamente il “modello Ferrara” per la gestione della movida? Ne siamo lieti, ma ora è il momento di passare ai fatti, istituendo un fondo per coprire parte dei costi sostenuti per i vigilantes che garantiscono la sicurezza». A chiederlo sono il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, ed il vicesindaco di Ferrara, Nicola Lodi. Con quest’ultimo che ha illustrato in videoconferenza al governatore, giovedì sera, i contenuti della proposta di Ferrara. In sostanza: «E’ piaciuta la nostra soluzione di una zona pedonale delimitata – precisa Lodi – con un ingresso ed un’uscita, ed un gruppo di vigilantes che garantisce la sicurezza, facendo sedere gli avventori ai tavolini che sono sistemati in spazi ampi e che impediscono così scene di calca, come quelle che abbiamo visto altrove». Non solo: i vigilantes vietano l’accesso di bottiglie di vetro ed altri oggetti che possono mettere a rischio l’incolumità dei presenti. «Il Comune di Ferrara ha sperimentato con successo il modello dei vigilantes – spiegano Bergamini e Lodi – pagati di tasca propria da un Consorzio che comprende gli esercenti della Città. Questi “steward” possono essere impiegati per assicurare la sicurezza e scongiurare assembramenti in mercati e in altre situazioni pubbliche, ma come tutte le belle iniziative hanno un costo… che, per metà, viene corrisposto dal Comune». Stefano Bonaccini ha ascoltato con attenzione la descrizione del “modello Ferrara”, prendendo appunti, e lasciandosi sfuggire un commento apprezzato, condiviso con gli altri sindaci presenti in collegamento. In cui ha sostanzialmente invitato «a fare come Ferrara». «Credo che la Regione debba fare la sua parte, a questo punto, per aiutare i comuni a gestire la sicurezza e per evitare recrudescenze dell’infezione da Covid – incalza Fabio Bergamini –. Apprezziamo le parole del presidente Bonaccini, al quale chiediamo di passare subito dai complimenti ai fatti, mettendo a disposizione dei comuni un fondo, con cui sostenere il costo degli steward che possono assicurare distanziamento sociale e sicurezza nelle ore della movida. Perché non devono essere solo i commercianti e gli enti locali a sobbarcarsi gli interi oneri».

Lega E-R : “Cambiare le regole per i deflussi idrici per non mettere in ginocchio l’agricoltura dopo la crisi legata al covid”

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

“Un diverso metodo di calcolo del Deflusso Minimo Vitale, che tenga conto della variabilità idrologica dei corsi d’acqua appenninici, caratterizzati da periodi di magra prolungati seguiti da improvvise quanto rapide piene fluviali”.

E’ quanto chiedono, in una interrogazione presentata alla Giunta, i consiglieri regionali della Lega Matteo Rancan, primo firmatario, e Stefano Bargi, Fabio Bergamini, Maura Catellani, Gabriele Delmonte, Michele Facci, Andrea Liverani, Daniele Marchetti, Matteo Montevecchi, Emiliano Occhi, Simone Pelloni, Massimiliano Pompignoli, Fabio Rainieri e Valentina Stragliati, sottolineando che il cambiamento climatico in atto, con l’incremento di fenomeni naturali sempre più violenti e il calo drastico di precipitazioni nevose sugli Appennini in inverno, pone l’attenzione sui danni ad ambiente e agricoltura, soprattutto sulla Provincia di Piacenza.

I fiumi infatti, attraverso i loro canali, forniscono l’acqua necessaria all’irrigazione a decine di migliaia di ettari di coltivazioni agricole. Come accade periodicamente però, d’estate si verifica una notevole riduzione della portata d’acqua dei torrenti, e la prossima estate la situazione sarà ancora più critica vista la poca presenza di neve sugli appennini. Al centro della interrogazione dei consiglieri della Lega c’è la definizione del Deflusso Minimo Vitale (DMV) dei torrenti: in estate gli enti gestori della rete irrigua, sono tenuti a ridurre drasticamente la quantità di acqua destinata ai canali d’irrigazione, con conseguenze dannose per le colture prive dell’apporto idrico necessario a completare il ciclo produttivo. In tutto il mondo, il DMV viene calcolato in base, innanzitutto, alle caratteristiche del fiume e della sua morfologia, apportando alla “formula tipo” i correttivi peculiari. L’interrogazione dei consiglieri della Lega prende le mosse da un analogo approccio messo a punto in Lombardia dove si è chiesto la sospensione del deflusso minimo vitale o almeno la definizione di procedure semplificate per la concessione della deroga.

“Nelle prossime settimane presumibile si ripresenterà il problema della siccità per gli agricoltori dicono gli esponenti del Carroccio dell’Emilia Romagna – e dobbiamo intervenire subito affinché questa criticità non si vada ad aggiungere alla crisi economica derivante dall’emergenza coronavirus. La normativa statale ed europea sul deflusso minimo vitale è troppo rigida e ha reso difficile negli anni l’applicazione di deroghe anche in situazioni di evidente difficoltà. Questo mette molte aziende agricole nella condizione di non avere acqua con i tempi giusti, obbligandole a un calo della produzione sia in termini qualitativi che quantitativi”. Secondo i consiglieri regionali della Lega risulterebbe più utile l’utilizzo del valore mediano dei dati giornalieri e non annuale delle portate dei corsi d’acqua per fornire un modello più aderente alla variabilità del regime idrologico a sostegno degli agricoltori.

Coldiretti Emilia Romagna sensibilizza le istituzioni per ottenere un rapido e adeguato aiuto per gli imprenditori

Da: Ufficio Stampa

“La richiesta di applicazione della deroga al decreto legislativo 102/2004 sulle calamità naturali, che prevede indennizzi e sostegni economici alle imprese agricole che hanno subito danni da avversità atmosferiche è un passo importante verso le aziende colpite dalle gelate che il mese scorso hanno messo a rischio la produzione di ortofrutta della provincia e di tutta la regione, ma alle aziende servono aiuti immediati”. Lo ha detto il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli, all’indomani della comunicazione da parte della Regione della richiesta di prevedere, nella fase di conversione in legge del Decreto Rilancio, uno specifico stanziamento, in deroga al decreto legislativo 102/2004 sulle calamità naturali.

Le gelate, accompagnate in alcuni casi anche dalla neve, hanno colpito a più riprese il territorio regionale, causando danni per oltre 400 milioni di euro a oltre 9000 aziende, molte delle quali già messe a dura prova dagli attacchi della cimice asiatica degli scorsi anni e dall’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus.

Ponte della Festa della Repubblica: stazioni ecologiche sempre aperte, tranne il 2 giugno

Da: Relazioni con i media, area Ferrara-Modena

Durante il prossimo ponte per la Festa della Repubblica, tutte le stazioni ecologiche di Hera del comune di Ferrara rimarranno a disposizione del pubblico nei consueti orari: sabato, domenica e lunedì, quindi, le aperture saranno regolari.

Le stazioni ecologiche rimarranno invece chiuse martedì 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica Italiana e riapriranno regolarmente il giorno successivo.

Tutti i dettagli sui turni dei centri di raccolta sono disponibili sul sito del Gruppo Hera o sulla app “il Rifiutologo”, disponibile sia per Android sia per iOs.

Cosa portare alla stazione ecologica
A questo servizio i cittadini possono portare gratuitamente, oltre ai consueti carta, cartone, vetro, plastica e lattine, oli e batterie, tutti quei rifiuti urbani che devono essere raccolti in maniera differenziata ma, per tipologia, dimensioni o peso, non possono essere inseriti nei contenitori stradali o domiciliari (ad esempio, rifiuti da apparecchiature elettriche, inerti, medicinali scaduti, pneumatici, oli da cucina e minerali, cartucce per stampanti, ingombranti di vario genere, potature e ramaglie, ecc…). Con il conferimento si possono ottenere sconti sulla bolletta dei rifiuti.

L’area del riuso
Presso la stazione ecologica di via Caretti è disponibile anche l’area del riuso, uno spazio nel quale i cittadini possono portare mobili come tavoli, sedie, letti e reti, librerie, stoviglie, libri e oggettistica varia purché in buono stato. Tutto ciò che viene lasciato nell’aera del riuso è ad ogni effetto una donazione e il materiale verrà poi consegnato alla Onlus Officina68, che provvederà poi ad avviare i beni ritenuti idonei al circuito del riuso.

Ritiro gratuito degli ingombranti
E se il rifiuto non entra nel bagagliaio? Ci pensa Hera: basta chiamare il Servizio Clienti (anche la telefonata all’800.999.500 è gratuita) e fissare un appuntamento e, nel giorno concordato, lasciare il rifiuto ingombrante a piano strada, fuori dall’abitazione.

Ultimo giorno in CNA per Giampaolo Lambertini: “un protagonista dello sviluppo del territorio”

Da: Ufficio Stampa

“Giampaolo Lambertini è stato un autentico protagonista dello sviluppo economico del nostro territorio, lavorando sui grandi temi che CNA da sempre porta avanti: facilitare l’accesso al credito per le imprese, accelerare l’innovazione, stimolare la nascita e la crescita degli insediamenti produttivi, sostenere l’internazionalizzazione, il turismo, i giovani imprenditori, l’industria, un rapporto più stretto con la scuola e l’università”.

Diego Benatti, direttore di CNA Ferrara, tratteggia così la figura di Giampaolo Lambertini, storico dirigente dell’associazione, che dal primo giugno è in pensione. In CNA Giampaolo Lambertini era un punto di riferimento per tutti, e un esempio di assoluta dedizione alla causa dello sviluppo. Entrato nell’organizzazione 41 anni fa, era stato dapprima responsabile della CNA di Argenta, poi responsabile della FITA CNA provinciale ed infine da oltre 25 anni responsabile del Dipartimento Economico della CNA di Ferrara. In questa veste ha ricoperto numerosi incarichi e avviato importanti progetti, con professionalità, equilibrio, grande competenza.

“Ha lavorato con passione sino all’ultimo giorno – conclude Benatti – coordinando la task force costituita da CNA Ferrara per sostenere le imprese nell’emergenza Covid. Ha ascoltato imprese in difficoltà, scritto centinaia di mail, interpretato norme, telefonato alle istituzioni, aggiornato il personale. Come sempre, senza risparmiarsi. Dalla Presidenza, dalla direzione e da tutta la CNA va un sincero ringraziamento a Giampaolo per l’eccezionale lavoro fatto, l’impegno costante e il forte stimolo a crescere che ha saputo imprimere all’associazione e al territorio”.

Informagiovani progetto FARI STRADA

Da: Organizzatori

Prende il via con l’inizio del mese di giugno il nuovo progetto del Centro Informagiovani di Comacchio, dedicato ai giovani del territorio che coltivano passioni artistiche e le hanno trasformate, o ambiscono a farlo, in esperienze professionali.

“Farsi strada”, questo il nome del progetto che accompagnerà i ragazzi per diverse settimane, coinvolge infatti gli artisti locali attraverso brevi “videopillole” che, come una sorta di video-rubrica fissa due volte alla settimana, racconteranno ai loro coetanei come è possibile “farsi strada” e realizzarsi professionalmente attraverso il proprio talento.

C’è chi è riuscito a farlo. Questa la filosofia del progetto FARSI STRADA, che vedrà come protagonisti tanti artisti locali, come il cantautore Paolo Simoni, lo street artist Riccardo Buonafede, lo scrittore Marcello Simoni, la fumettista Francesca Fantini, la giornalista Vittoria Tomasi, solo per citarne alcuni. Cominciando dai volti più noti, l’idea è quella di coinvolgere proprio chi sta iniziando il percorso, per offrire visibilità anche ai giovani talenti locali che stanno muovendo i primi passi in questo difficile mondo. Il progetto è realizzato dalla Cooperativa Le Macchine Celibi per il Comune di Comacchio, in collaborazione con tanti artisti che aderito volontariamente.

A partire da giugno, appuntamento allora il lunedì e venerdì sui canali Facebook e YouTube “Centro Informagiovani Comune di Comacchio”, con le videopillole di Farsi Strada.

CONTRO VERSO
Per Karim

È stato ritrovato il 19 maggio a Boltiere, provincia di Bergamo. Karim Bemba, 10 anni, aveva cercato di introdursi in un cassonetto di abiti usati ed è rimasto intrappolato tra le lamiere.

Non lo so se ve l’hanno detto.
Karim è morto in un cassonetto.

Da dove si comincia?
Posso dirvi la provincia:
Bergamo, la più ferita.
Anche un bimbo ha perso la vita.

Aveva dieci anni, il tempo del gioco
gli spettava tutto, aveva poco.
Cercava qualcosa da mettersi addosso
ora il popolo buono lo piange commosso.

Non vorrei essere quella cassiera
che ha visto spezzarsi la primavera.
Chi può guardare a un bambino incastrato
tra le lamiere, soffocato?

Guardiamo almeno alla povertà
che è un oltraggio, e non si fa
di mettere al mondo cinque bambini
se non puoi permetterti scarpe e calzini.

Ed era inserito, a scuola ci andava.
Il Comune, i servizi… C’era chi lo aiutava.
Fosse nato a Ferrara mi domando, curiosa
se avrebbe goduto del buono spesa.
Nessun bambino è una vita di scarto
nessuno è superfluo, ma occorre che un sarto
sia bravo a cucire vestiti a misura
e accolga la vita con forza e con cura.

Fino a ieri Karim era uno di tanti
che girava da solo, smarrito tra i grandi
e chi dà denaro, e chi dà consigli
ma ancora niente che rassomigli

a quello che in genere chiamiamo infanzia
e qui si può perdere la pazienza
ché non è solamente colmare i bisogni
ma cullare respiri, matasse di sogni.

Tema non pervenuto per chi tiene l’agenda
bisogna pure che io lo comprenda
un pensiero più ampio costa troppa fatica
e un bambino ha la forza di una formica.

Fino a ieri Karim era uno dei tanti
che rovina il decoro e urla ai giganti:
“Avete detto che andrà tutto bene
ma la promessa chi la mantiene?”.

 Karim Bamba, italo-ivoriano, 10 anni, si era arrampicato sui sacchi lasciati intorno a un cassonetto Caritas e aveva cercato di introdursi, probabilmente per tirare fuori qualcosa per sé e per i suoi familiari. Una cassiera che usciva dal lavoro ha chiamato i soccorsi, il cassonetto è stato tagliato davanti ai carabinieri e il bambino liberato ma aveva il petto squarciato ed è morto in ospedale poche ore dopo.
Nella sua famiglia c’erano 5 figli seguiti dalla mamma, italiana, mentre il papà, ivoriano, era all’estero per lavoro. Vivevano in una casa comunale e ricevevano dal Servizio Sociale gli aiuti possibili. Un decreto del Tribunale per i Minorenni di Brescia aveva già disposto che la famiglia venisse sostenuta ma non divisa.

CONTRO VERSO, la rubrica delle filastrocche scomodanti, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia ogni venerdì.
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Al cantón fraréś
Luigi Vincenzi: Al Pàlio ad Frara

Scrivendo un poema sul Palio, in dialetto ferrarese e in ottave, Luigi Vincenzi racconta la storia di Ferrara.
Illustrando i significati degli stemmi delle contrade cittadine l’autore espone vicende e personaggi storici in 10 canti (una invocazione, 4 rioni, 4 borghi, un epilogo).
Il piglio narrativo, la scrupolosità documentaria, la ricchezza del lessico, il garbo poetico, ne fanno una gradevole lettura e rilettura.
Di seguito si riportano le prime ottave del poema.
(Ciarìn)

Iηvucazión

I
Oh zirudlàr BUIÀRD, ARIÒST e TASS
ch’avì cantà dil dònn, di cavaliér,
di viaź iη ziél e iη mar e ad tuti i pass
fat veramént o fat sól col peηsiér,
gnim in aiut che ag’ho ‘l zarvèl ‘ch va in fas
par vlér rivìvr adès, cóm s’al fus iér,
al cmaηzipiàr dal Palio e d’ogni imprésa
dal Pòpul fata e dala Córt fraréśa.

II
Ag’ho ad bisógn dla vostra ispirazióη
parché trop grand l’impégn, a mi l’am par,
par il mié sóli fòrz! La presunzión
ad vléram, come tanti, zimentàr
iη chi òt “vèrs” che, iη Vu, i s’è fat caηzóη,
la tiéη beη cónt che forse am putì dar
i scart, il briś dla vostra rima rara
parché aηca mi a canta la mié Frara.

III
Oh, Frara! Frara! Che zità d’incànt!
E nò sól pr al tò Dòm, al tò castèl,
Marfisa e Schifanòia, ch’i è impurtant
coη Ca’ Romèi e Saη Fraηzésch tant bel,
Saη Dmenagh, Saη Cristòfar, i Giamànt,
Saη Paul, Saη Giuliàn e Rigobèl…  (1)
mo chil stradìη zó ‘d maη, chi cantuηzìη,
chil fnèstr iη còt, purtài e balcuηzìη;

IV
cl’architetùra seηza tant pretéś
ch’as véd int ill strad vèci dla zità;
chi cvèi fat con amór, seηza tant spéś
e fórse con uη póch ad vanità,
che ogni tant it làsa uη póch surpréś
e che iη nisùna guida viéη zità.
Al fàsin tò l’è chì, Frara, e al tò cuór!
Chi ‘riva a tgnósrat béη, vibra d’amór!…

V
L’amór par Frara e pr ill sò tradizióη
l’è viv e fòrt in tut i vér frarìś:
pastìz, salama e pan li è creazión,
iηsiém al pampapàt, da paradìś!…
E ogni ann as fa n’evucazión,
iη maģ a Frara, a źura chi av al diś:
a sfila persunaģ tut paludà
con i più bèi custùm di témp andà!

VI
A sfila al PALIO!! – Al PALIO! Mo cus èl? –
-L’è un di più bèi cvèi! ‘Na canunà!
S’t’avdìs par Zvèca che stupénd zapèl
d’òman e dònn ad vlud imburdunà
e ad raś e ad séda! E dòp déntr int l’anèl
dla piaza ad clu d’Ariòst, pin cucunà,
a du par du a cór i òt cavài
a pél muntà e seηza tant źavài! –

VII
Al PALIO ad Frara opur, diś Muradór,  (2)
quél ad Saη Źorź, l’è nat da sètzént’ann
col Śgónd di Ubìzz Esténs, ad Frara Sgnór  (3)
e ad Modna e Reź. D’alóra con dl’afàn
par via di sècul briśa tuti d’òr,
tra silenziosi paś e stus ad cann,
l’è arturnà a sfilàr pr il nòstri strad
mitènd iη sgaźuvìglia il j’òt cuntràd…

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Palio di Ferrara ,1970 corsa dei somari

(1)”Rigobel”, torre crollata nel 1550. Ricostruita nel 1928, oggi è denominata Torre della Vittoria.
(2)“Muradór”: Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), storico.
(3) “Obizzo II d’Este” fu il vero primo Signore di Ferrara (1264), Modena (1289) e di Reggio (1290).

Invocazione
I
Oh cantastorie Boiardo, Ariosto e Tasso / che avete cantato delle donne, dei cavalieri, / di viaggi in cielo e in mare e di tutti I passi / fatti veramente o fatti solo col pensiero, / venitemi in aiuto che ho il cervello che va in fascio / per voler rivivere adesso, come se fosse ieri, / il cominciare del Palio e di ogni impresa / fatta dal popolo e dalla Corte ferrarese.

II
Ho bisogno della vostra ispirazione / perchè troppo grande l’impegno, a me pare, / alle sole mie forze! La presunzione / di volermi, come tanti, cimentare / in quelle “ottave” che, in Voi, si son fatte canzoni, / tiene ben conto che forse potete darmi / gli scarti, le briciole della vostra rima rara / perché anch’io canti la mia Ferrara.

III
Oh, Ferrara! Ferrara! Che città d’incanto! / E non solo per il tuo Duomo, il tuo castello, / Marfisa e Schifanoia, che sono importanti / con Casa Romei e San Francesco tanto bello, / San Domenico, San Cristoforo, I Diamanti, / San Paolo, San Giuliano e Rigobello… / ma quelle stradine giù di mano, quegli angolini, / quelle finestre in cotto, portali e balconcini;

IV
quell’architettura senza tante pretese / che si vede nelle vecchie strade della città; / quelle cose fatte conamore. Senza tante spese / e forse con un po’ di vanità, / che ogni tanto ti lasciano un po’ sorpreso / eche in nessuna guida vengono citate. / Il fascino tuo è qui, Ferrara, e il tuo cuore! / Chi arriva a conoscerti bene, vibra d’amore!…

V
L’amore per Ferrara e per le sue tradizioni / è vivo e forte in tutti I veri ferraresi: / pasticcio, salama e pane sono creazioni, / insieme al pampapato, da paradiso!… / E ogni anno si fa una rievocazione, / in maggio a Ferrara, giura chi ve lo dice: / sfilano personaggi tutti paludati / con i più bei costumi dei tempi andati!

VI
Sfila il PALIO!! – Il PALIO! Ma cos’è? – / -È una delle più belle cose! Una cannonata! / Se vedessi per Giovecca che stupenda confusione / di uomini e donne abbigliati di velluto / e di raso e di seta! E dopo dentro l’anello / della piazza d’Ariosto, piena zeppa, / a due per due corrono gli otto cavalli / montati a pelo e senza tanti orpelli.

VII
Il PALIO di Ferrara oppure, dice Muratori, / quello di San Giorgio, è nato da 700 anni / con Obizzo II d’Este, signore di Ferrara / di Modena e Reggio. Da allora con affanno / per via di secoli non tutti d’oro, / tra silenziose paci e cannonate, / è ritornato a sfilare èer le nostre strade /mettendo in gozzoviglia le otto contrade.

Tratto da: Luigi Vincenzi (Tamba), Al palio ad Frara : Uη póch ad storia fraréśa iηmasćiada con uη póch ad fantasia e con uη spizgòt ad ciàcar tramandàdi da padr’ iη fiòl, vista atravèrs il bandiér e il stem dil cuntràd dal nòstar Palio, e cuntàda int una lónga zirudlàza semiseria in utàvi, int al dialèt ad Frara, Ferrara, La Voce di Ferrara, 1987

Luigi Vincenzi (Bondeno 1926 – Ferrara 2011)
Maestro elementare, poeta e studioso del vernacolo, fine dicitore, segretario storico del Tréb dal Tridèl. Aveva due scutmài: Gigi per gli amici, Tamba in ambito dialettale. Altre pubblicazioni: A filò sóta al pónt ad San Źvann (1978), Grépul (2003), Vocabolario italiano – ferrarese (2007), Noz d’arźént col nòstar bel dialèt (2007).

Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia, esce regolarmente ogni venerdì.
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