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Giorno: 13 Giugno 2020

UNA RETE PER LE GIUSTIZIA CLIMATICA
mercoledì 17 giugno conferenza stampa al Grisù

Da: Rete Giustizia Climatica

La Rete per la Giustizia Climatica Ferrara è un nuovo soggetto collettivo nato dall’unione di movimenti e associazioni locali impegnate sulle tematiche ecologiche: Arialieve, Associazione Apicoltori Estensi, Difesa Ambientale Estense, Donne per la Terra, Extinction Rebellion, FIAB, Fridays For Future, La Voce degli Alberi, Parents For Future, Pirati del Po, Plastic Free, Pontegradella in Transizione, Teachers For Future, Tree Climbers, UISP, UPE.

La Rete propone una conferenza stampa mercoledì 17/06/2020 ore 11:00 presso il Consorzio Factory Grisù (via M. Poledrelli 21), per presentare il nuovo soggetto e la prima iniziativa pubblica: l’Appello per la Conversione Ecologica.

L’appello è rivolto ai cittadini ferraresi ed al Sindaco affinché, dopo la crisi da Covid-19, coerentemente con la linea programmatica della nuova Amministrazione “La sfida della città futura”, si intraprenda un percorso di pianificazione strategica partecipata basata su tre punti: 1) trasparenza e partecipazione 2) mobilità sostenibile 3) forestazione.

Nel corso della conferenza stampa verranno presentati la Rete, l’Appello ed articolati i tre punti. Verrà consegnato materiale informativo.

Coronavirus, l’aggiornamento: 28 nuovi positivi, di cui 24 asintomatici individuati grazie agli screening regionali

Da: Regione Emilia Romagna

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 28.056 casi di positività, 28 in più rispetto a ieri, di cui 24 persone asintomatiche individuate attraverso l’attività di screening regionale. I tamponi effettuati sono 7.363 che raggiungono così complessivamente quota 400.902, più altri 1.156 test sierologici fatti sempre da ieri.

Le nuove guarigioni sono 115, per un totale di 22.130: quasi il 79% dei contagiati da inizio crisi. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono 1.727 (90 rispetto a ieri).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 1.520:  -80 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 15 (- 2), quelli ricoverati negli altri reparti Covid sono 192 (- 8).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 22.130 (+115): 419 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 21.711 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 3 nuovi decessi: tre donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna i decessi sono arrivati a 4.199. Per quanto riguarda la provincia di residenza, 1 decesso si è avuto in provincia di Parma e 2 in quella Bologna (nessuno nell’Imolese). Nessun decesso nelle province di Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Piacenza e da fuori regione.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.523 a Piacenza (+2), 3.599 a Parma (+4), 4.968 a Reggio Emilia (+ 2), 3.932 a Modena (+2), 4.695 a Bologna (+14: 12 relativi a persone asintomatiche individuate da screening); 400 a Imola (+ 1); 1.007 a Ferrara (+2). I casi di positività in Romagna sono 4.932 (+1), di cui 1.034 a Ravenna (nessun nuovo caso), 948 a Forlì (+1), 782 a Cesena (nessun nuovo caso) e 2.168 a Rimini (nessun nuovo caso).

Gli Open Days del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara saranno online

Da: Conservatorio di Ferrara

Una serie di incontri su Google Meet per l’offerta formativa del Conservatorio di Ferrara, attraverso la voce dei docenti e degli studenti che già sono iscritti al Frescobaldi. Nell’impossibilità di organizzare, quest’anno, il classico ‘Conservatorio Aperto’ in sede, il Conservatorio Frescobaldi di Ferrara propone gli Open Days Online, nei giorni di venerdì 26 e sabato 27 giugno, dalle 10 alle 18. Il consueto appuntamento annuale che, con visite guidate, approfondimenti e curiosità, permetteva di entrare nelle aule dell’istituto di alta formazione musicale e assistere alle lezioni, incontrare i docenti e provare gli strumenti, si sposta quest’anno sulla piattaforma online.

Alcuni dei docenti e degli studenti del Conservatorio Frescobaldi saranno disponibili a dare informazione e incontrare gli interessati in un’aula virtuale sulla piattaforma Google Meet, alla quale si potrà accedere, nei giorni e negli orari che verranno presto indicati. Gli Open Days Online sono pensati per i possibili studenti e rispettivi genitori interessati a iscriversi al Conservatorio Frescobaldi. Saranno rappresentate tutte le aree strumentali del Conservatorio (Antica, Classica e Jazz) e ci sarà la possibilità di avere informazioni, delucidazioni e chiarimenti sui corsi e sull’offerta formativa del Conservatorio.

“Quest’anno – spiega Fernando Scafati, direttore del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara – a causa dell’emergenza sanitaria non abbiamo potuto aprire il Conservatorio, come gli scorsi anni, per far scoprire i nostri corsi e la nostra musica. Abbiamo quindi deciso di aprire le porte virtualmente, per far conoscere tutte le opportunità della nostra offerta formativa: dai laboratori di base ai corsi propedeutici, a quelli accademici di tipo universitario, di primo e di secondo livello. Seguendo le istruzioni, che presto inseriremo sul sito del Conservatorio Frescobaldi, www.consfe.it, ciascun interessato potrà entrare nelle aule virtuali dei docenti, parlare con loro, fare domande e chiedere informazioni sui corsi, e assistere ad alcune lezioni online. Anche gli allievi saranno disponibili per rispondere alle curiosità dei partecipanti”.

Di recente, per far conoscere le proprie attività e rendere disponibili all’ascolto e alla visione di tutti alcune recenti produzioni, è stato creato anche il canale YouTube del Frescobaldi, già presente anche nei canali social Facebook e Instagram.

Per maggiori informazioni consultare il sito del Conservatorio Frescobaldi: www.consfe.it.

Turismo. Ospitalità, qualità e prezzi competitivi, in Riviera vacanze in sicurezza

Da: Regione Emilia Romagna

La Riviera romagnola è in grado di offrire una vacanza in sicurezza, garantendo come sempre qualità, ospitalità e prezzi competitivi. E ci sono buone probabilità che la voglia di vacanza degli italiani si trasformi in prenotazioni per luglio e agosto. Lo hanno sottolineato questa mattina il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, incontrando commercianti e operatori turistici a Milano Marittima, nel comune di Cervia, nel ravennate, presente anche il sindaco Massimo Medri.

“Mentre si stava gestendo ancora la situazione sanitaria abbiamo cominciato a lavorare con le associazioni di categoria e i sindaci della Costa per gettare le basi della ripartenza, non appena le condizioni sanitarie ce lo avessero consentito- ha detto l’assessore Corsini-. L’Emilia-Romagna ha guidato anche la stesura dei protocolli sulla sicurezza a livello nazionale, e questo ci ha dato la possibilità di far ripartire il turismo in questa regione, in particolare quello della Costa, che rappresenta l’80% del sistema turistico regionale. Sono certo- ha aggiunto- che torneremo ad essere grandi protagonisti, e vi devo ringraziare perché con le aziende ancora chiuse avete avuto la disponibilità di mettervi attorno a un tavolo per definire insieme le modalità della ripresa: se siamo riusciti a ripartire è perché c’è stata grande condivisione e se a metà marzo qualcuno avesse detto che già a fine maggio saremmo stati nelle condizioni di poter riaprire, nessuno ci avrebbe creduto. Come sempre, qui non ci siamo fermati e ci siamo rimboccati le maniche. C’è tanto da fare, ma siamo pronti”.

In questi ultimi giorni, è partita una campagna di comunicazione sulle reti televisive nazionali per promuovere le vacanze in Romagna, un investimento da quasi tre milioni di euro, che guarda anche all’estero.

“Il turismo è uno dei settori più importanti della nostra economia- ha sottolineato il presidente Bonaccini- e sono certo che questa intensa campagna di comunicazione possa portare l’Emilia-Romagna ad avere una buona stagione. La Regione- ha continuato- si è impegnata sui grandi eventi con l’obiettivo di allungare la stagione fino a settembre e ottobre grazie alle manifestazioni sportive e culturali. Abbiamo raddoppiato il moto mondiale di Misano Adriatico, il giro d’Italia è stato posticipato ad ottobre ma potrà dare tante presenze turistiche, l’Ironman è una delle manifestazioni più importanti d’Italia, e si tiene qui. E lo stesso impegno, anche sulla comunicazione, ci sarà per il nostro Appennino, le nostre città d’arte, i nostri itinerari e cammini, tutte le bellezze dell’Emilia-Romagna”.

“Sono stati mesi durissimi, abbiamo lavorato in collaborazione e questo ha dato buoni frutti- ha concluso il presidente-. Il prossimo anno vogliamo completare il rifacimento dei lungomare, investiremo ancora perché vogliamo riaprire i cantieri, per dare anche un messaggio al Paese e guardare al futuro”.

Zia Costanza e la tomba di Kha e Merit

 

La zia Costanza ha compiuto cinquant’anni ed è una zia speciale.  Uno dei motivi per cui mi piace la zia è che  mi dice sempre: “Rebecca sei bellissima”. Chissà perché lo dice, sicuramente lo pensa, è una persona sincera. L’ha sempre detto fin da quando ero piccola, fin da quando io ricordo. Anche ai miei fratelli, Enrico e Valeria, lo dice sempre: “Siete bellissimi!”.  La zia Costanza scrive quasi sempre e, a volte, parla mentre scrive, dà voce ai suoi pensieri. Anche le mie amiche amano la zia Costanza che è alta, mora, molto agile, sa tante cose.

La zia ha un marito che si chiama Pietro, ma la nonna Anna dice che quando era giovane aveva un altro fidanzato che si chiamava Guido e abitava in montagna. La storia di Guido è una delle incognite della vita della zia, non ne parla mai. Io cerco sempre di farmi raccontare qualcosa di questo Guido ma lei tergiversa sempre.  Una volta la nonna mi ha raccontato che Guido era un mezzo genio, un tipo intelligente, affascinante ma alquanto strano. E’ stato lui a lasciare la zia. Mi chiedo come abbia potuto fare una cosa del genere, non ha sicuramente trovato niente di meglio. Io ascolto sempre quel che racconta la zia Costanza perché da lei si impara.

Adesso tutti parlano degli insegnamenti che ci ha lasciato il Covid-19: nessuno si salva da solo, i medici e gli infermieri sono stati la prima linea di questa guerra, la conoscenza scientifica deve essere messa a disposizione di tutta la comunità in tempi rapidi, no all’individualismo smodato, no alla corsa all’autorealizzazione fine a se stessa, no al predominio del mercato sullo Stato, no alla privatizzazione della sanità.
Anche la zia dice che tutto questo è vero, ma afferma anche che nelle cose che dicono tutti c’è poca convinzione e molto passaparola.

Dice che il Covid-19 ci ha insegnato anche altro. Ad esempio  a voler bene ai nostri vicini di casa, soprattutto se sono anziani. Qui in via Santoni Rosa è morta una signora che conoscevamo da sempre. Si chiamava Dora.  Di fronte al retro della nostra casa ci sono degli orti, anche Mina, la signora anziana che ne coltivava uno, è morta. Ci dispiace tanto, quelle signore erano belle dentro e fuori. E’ proprio vero, la presenza di persone care è una grande fortuna. Rende migliore la nostra vita, più leggera, più protetta. Bisogna godere della loro presenza in ogni attimo, perché non sappiamo per quanto loro ci saranno, per quanto ci saremo noi. Dora e Mina ci hanno lasciato improvvisamente.
Non abbiamo potuto andare al loro funerale, ma io e la zia Costanza abbiamo comprato due piantine di azalea bianca e le abbiamo messe sulle loro tombe. La zia dice che il culto dei morti è importantissimo, che è uno dei pilastri che segnano l’inizio della civiltà umana.
Dice che le tombe sono dei reperti storici importanti dai quali si può imparare molto: dalle tombe dei Faraoni a quelle degli Etruschi, dalle tombe Aborigene a quelle Militari delle guerre mondiali. Proprio lì si ritrova la nostra storia, le nostre radici, si scoprono gli errori umani e anche quanto l’uomo sa essere solidale e giusto anche in situazioni drammatiche e pericolose.
La zia Costanza  ama le tombe, quelle recenti e quelle passate, quelle vecchie ma ancora in buono stato e anche quelle antichissime di cui resta solo una pietra. Dice anche che il culto dei morti, le cerimonie funebri, i riti della mummificazione e cremazione sono affascinanti, che io devo imparare da tutto questo. Mi ha promesso che appena si potrà, mi porterà al museo egizio di Torino dove c’è una tomba che devo vedere. E’ una delle più antiche tombe custodite in quel museo, quella di Kha e della sua consorte Merit. Sono vissuti tra il 1450 e il 1380 avanti cristo. Kha fu il capo architetto della necropoli Tebana al servizio del faraone Amenhotep III.
La sua mummia ha un grande collare d’oro e orecchini dello stesso metallo. Giace in un duplice sarcofago di cui quello esterno è ‘a cassa’ mentre quello più interno antropomorfo è in legno di cedro.  Il sarcofago antropomorfo contiene i resti di Merit la quale, morta prima del marito, ricevette la sepoltura nel sarcofago a lui già destinato. Sono stati rinvenuti nella tomba vasi canopi,   oggetti funerari e oggetti  della vita quotidiana e lavorativa della coppia.  Tra questi vi sono tuniche, vesti, biancheria intima, parrucche, tavole per il gioco del senet, suppellettili, mobilio, resti di cibo, strumenti di misurazione.

La zia dice che dobbiamo andare a vedere la tomba di Kha e Merit, che loro sono nostri antenati tanto quanto lo sono Dora e Mina. Dice che il DNA di Merit e quello di Mina sono quasi uguali. Se si pensa all’età della Terra, la distanza temporale tra Merit e Mina è breve, quasi irrilevante per la struttura del DNA che si è mantenuta pressochè uguale. Appena si potrà andremo a Torino.

La zia Costanza è unica. A volte manifesta dei bisogni impellenti che non hanno a che vedere con il cibo o con il freddo o con qualche bisogno fisiologico, ma che sembrano scatenarsi dentro di lei con lo stesso grado di urgenza. Vuole portarmi a vedere quella tomba e lo farà quanto prima. Sembra un suo desiderio attuale, una sua necessità.
Un altro pensiero che si è affacciato alla coscienza della zia in questo periodo, è che non bisogna credere ai sedicenti medium, a chi dice che si può comunicare con i defunti, naturalmente dietro lauto compenso.
Non bisogna fidarsi di persone che si fanno pagare per fare cose del genere, anzi bisogna denunciarli, scrivere ai giornali, dire a tutti che è una vergogna e uno scandalo”.
Dice  che se mai qualcuno sapesse davvero mettersi in contatto con i cari estinti lo farebbe gratis, per aiutare le persone, per spirito di carità e non di certo per lucrare.

Io non so molto di aldilà e non credo che si possa comunicare con i morti attraverso un essere umano vivente che fa da medium. Mi sembra che la zia abbia ragione.
Lucrare sulle sofferenze umane, quali le perdite di persone care, è una cattiva azione
. C’è sempre qualche spregiudicato che prova a farlo. L’utilità di stare lontano da persone che approfittano senza scrupoli della sofferenza altrui non è un insegnamento nuovo, è una riscoperta di quello che dicevano i nostri nonni e che adesso è riemerso dalla nostra storia con rinnovato vigore.
Gli insegnamenti che vengono dal passato non sono arrivati a noi per caso. Si ripropongono di tanto in tanto alla nostra coscienza con un vigore che dipende dalle avversità e dai drammi che viviamo.

La zia dice anche altro sugli insegnamenti del Covid-19. Ad esempio ogni tanto dice: “Quando non se ne può proprio più bisogna mettersi a testa in giù, guardare la gente dal basso verso l’alto e provare a vedere le persone diverse e migliori, mettere a fuoco alla rovescia dei sorrisi clementi che fanno bene a tutti. Quando il dramma è ovunque non resta che provare a cambiare prospettiva.
Io quando lei dice queste cose, non commento. E’ mia zia e io le voglio bene.

 

Pelloni (Lega E-R): “Reddito di cittadinanza, quanti sono i percettori in Emilia Romagna?”

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

“Quanti sono i percettori di reddito di cittadinanza in Emilia-Romagna? Quanti di questi, oggi, lavorano in agricoltura?”

E’ quanto chiede il consigliere regionale della Lega, Simone Pelloni, in un’interrogazione che riprende le dichiarazioni rilasciate il 17 aprile scorso dal governatore Stefano Bonaccini.

Pelloni, punta il dito contro quanto dichiarato da Stefano Bonaccini, durante un intervento al Quarantalks organizzato dalla Bologna Business School, nel corso del quale disse: “Oggi le aziende agricole ci chiedono come trovare lavoratori che vadano a raccogliere la frutta e la verdura nei campi. Visto che quel comparto non solo non si è fermato ma sta producendo tanto, mettiamo a disposizione i centri per l’impiego per individuare figure di lavoratori che vadano a fare quel mestiere perché non si trova quasi più nessuno; mi verrebbe persino da dire che chi prende il reddito di cittadinanza può cominciare ad andare a lavorare lì così restituisce un po’ quello che prende”.

“Ebbene – punge Pelloni -: il governatore Bonaccini ci dica se le sue parole sono rimaste lettera morta oppure risultino percettori del reddito di cittadinanza che oggi prestano le propria attività in lavori agricoli”.

Crisi economica e donne, Marcella Zappaterra (Pd): “Lavoratrici e imprenditrici sono particolarmente colpite, necessario un impegno straordinario e innovativo per le pari opportunità”

Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

Con le scuole e i servizi per gli anziani e l’infanzia chiusi, solo il 25% delle donne italiane ha ripreso a lavorare, contro il 75% degli uomini. E anche in Emilia-Romagna il contraccolpo ha colpito maggiormente le donne, con il 61,8% delle domande totali di CIG in deroga che riguardano impiegate e operaie e con una grave flessione delle imprese femminili.

Nel confronto tra maggio 2020 e maggio 2019, in provincia di Ferrara ci sono quasi 500 imprese, perlopiù micro e piccole, in meno. Un dato che colpisce in particolare l’agricoltura, il commercio e i servizi ricettivi e di ristorazione. Delle imprese cessate, una su cinque è a conduzione femminile.

“L’economia ferrarese, costruita su un tessuto imprenditoriale più fragile rispetto ad aree anche a noi molto prossime, sicuramente subirà un contraccolpo violentissimo al quale vanno date risposte organiche, anche grazie agli strumenti che dall’Europa e dal Governo ci saranno messi a disposizione. Un occhio di riguardo sono sicura che vada rivolto alle attività che vedono coinvolte, nella gestione e nella forza lavoro, le donne, premiando chi ne favorisce i tempi di conciliazione” ad affermarlo è Marcella Zappaterra, consigliera e capogruppo Pd in Regione Emilia-Romagna.

“Da donna impegnata nelle Istituzioni e in politica, non posso che sostenere la richiesta, avanzata dalla Conferenza nazionale delle Donne Democratiche, di un impegno straordinario e innovativo per le pari opportunità perché con il lavoro e il protagonismo delle donne, tutta la comunità ne trae giovamento e crescita collettiva” .

“Oltre all’accesso universalistico ai servizi educativi e di conciliazione, occorre spingere su bandi regionali e microcredito a sostegno dell’imprenditoria femminile. Nel programma di mandato delineato pochi giorni fa dal Presidente Bonaccini, ci sono precisi punti che integrano un piano di rilancio delle pari opportunità: supporto ai caregiver familiari, nuovi strumenti di welfare e di lavoro agile con monitoraggio e misurazione dell’impatto di genere ex ante ed ex post, promozione dell’accesso delle ragazze alle materie STEM e alle competenze digitali. Non possiamo negare – rimarca Zappaterra – che la crisi sanitaria e il lockdown abbiano infatti avuto le ripercussioni più pesanti sulle donne, così come dimostrato dai dati”.

CENTRI ESTIVI
Dal 22 giugno in Emilia Romagna potranno partire anche per la fascia 0-3 anni

Da: Regione Emilia Romagna

“Bene che il Governo, col quale abbiamo lavorato per questo, abbia finalmente adottato con il Decreto di ieri sera le integrazioni delle Linee Guida sulle attività estive anche per la fascia 0-3 anni, sulla base delle richieste che avevamo avanzato al Comitato tecnico scientifico con ministre, Regioni e Comuni già a fine maggio.
Per quanto ci riguarda, come Regione ci eravamo messi già avanti e stiamo definendo in dialogo con Enti locali, enti gestori, coordinamenti pedagogici territoriali, la nostra sanità e nel confronto con i sindacati gli ultimi dettagli del protocollo regionale per permettere la ripartenza delle attività per la fascia 0-3 anni da lunedì 22 giugno, garantendo la massima sicurezza a bambini, famiglie, educatori e educatrici”.
Così la vicepresidente della Regione, con delega al Welfare, Elly Schlein.

Sanità. Sangue, domenica 14 giugno la Giornata mondiale dei donatori

Da: Regione Emilia Romagna

Donne e uomini, lavoratori o studenti, personale sanitario di età, esperienze di vita e percorsi diversi, ma accomunati da una scelta fatta per altruismo: donare sangue. E dalla volontà di prestare il proprio volto per far sì che sempre più persone vengano contagiate da questo gesto di solidarietà.
Sono loro i protagonisti della campagna estiva per le donazioni che la Regione Emilia-Romagna – con Avis, Fidas, Admo, FedRed e A.l.t. – è pronta a lanciare domenica 14 giugno, in occasione della Giornata mondiale dei donatori. Che in regione sono 138.241, con un’età media tra i 40 e i 45 anni, e nel 2019 hanno consentito di raccogliere 214.103 unità di sangue.

Avviata nel 2018 e ripetuta con successo lo scorso anno, per la stagione estiva ormai alle porte la campagna di comunicazione realizzata dal Servizio sanitario regionale si presenta con un messaggio legato all’emergenza Coronavirus: #Io ti racconto che “Continuiamo a donare il sangue in sicurezza. Noi non ci fermiamo!”. Locandine, opuscoli, manifesti e messaggi sui social network che hanno un duplice obiettivo: spingere alle donazioni in un periodo, l’estate, in cui di sangue c’è particolarmente bisogno, e fugare ogni dubbio legato al rischio, perché – come sempre – chi vorrà iniziare o continuare a donare potrà farlo senza paura. In sicurezza, appunto.

“L’altruismo di chi dona sangue è pari all’importanza che questo gesto ha per la comunità intera- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Domani in tutto il mondo si celebra giustamente la giornata dei donatori, a cui non ci stancheremo mai di dire grazie. Per merito loro, delle associazioni attive da sempre in questo settore e di un sistema regionale sangue solido e innovativo, in Emilia-Romagna siamo sempre stati in grado di mantenere l’autosufficienza e di donare sangue anche ad altre regioni che, soprattutto in caso di emergenze, devono essere aiutate. Quest’anno- aggiunge Donini- è giusto dire con chiarezza, e lo facciamo con la campagna pronta a partire, che chi vuole donare può farlo come sempre in sicurezza, senza alcun rischio. Il bisogno di sangue non si ferma, i donatori non si fermeranno. Vogliamo sensibilizzare sempre più cittadini, a partire dai più giovani, verso un gesto così importante per l’intera collettività”.

Sangue: i dati 2019 e 2020 in Emilia-Romagna

Sostanzialmente stabile, nel 2019, il numero totale di donatori in Emilia-Romagna, che hanno un’età media tra i 40 e i 45 anni: 138.241 contro i 139.250 del 2018. E sono state 197.157 le unità di sangue trasfuse, a fronte di 214.103 unità raccolte; l’ormai consolidato numero di unità utilizzate per la trasfusione (197.194 nel 2018) è frutto di un impiego sempre più appropriato di questa risorsa in relazione alle necessità e alle condizioni del paziente, di tecniche operatorie all’avanguardia e dell’introduzione di strategie di contenimento della terapia trasfusionale ormai consolidate nella pratica medica.

Tra i migliori in Italia l’indice di donazione, cioè il numero di donazioni effettuate per 1.000 abitanti, dell’Emilia-Romagna: 62,5 nel 2019, in aumento rispetto all’anno precedente in cui era assestato al 61,4, a fronte del 49,4 a livello nazionale.

Buoni anche i dati del primo quadrimestre 2020: nonostante la situazione di emergenza epidemiologica, si è continuato a donare e sono state raccolte 64.637 unità di sangue intero ( -9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), anche in funzione dell’importante riduzione dell’attività sanitaria assistenziale ospedaliera non urgente verificatasi in quel periodo e della diminuita necessità di supporto trasfusionale che ne è derivata. Si registra invece un aumento delle unità raccolte in aferesi: 22.274 contro 20.832 nello stesso periodo 2019. L’Emilia-Romagna ha inoltre garantito, anche in questo periodo critico, l’autosufficienza e il supporto a Regioni carenti tramite la fornitura di 2.179 unità di globuli rossi.

Il sistema regionale sangue

Grazie innanzitutto ai donatori, ai volontari delle associazioni e a un sistema regionale sangue solido e innovativo coordinato dal Centro Regionale Sangue, anno dopo anno l’Emilia-Romagnaè in grado di mantenere l’autosufficienza: ciò significa che nessun intervento né alcun tipo di attività sanitaria in cui fosse necessaria una trasfusione è stato rimandato. Non solo, perché la regione continua ad inviare sangue ad altre, non autosufficienti, che soprattutto in caso di emergenze devono essere aiutate: un dato anch’esso in aumento, con 9.532 unità inviaterispetto alle 8.763 del 2018. Ma non si può abbassare la guardia, e proprio per questo motivo la Regione conferma il proprio impegno anche sul fronte della comunicazione, per sensibilizzare sempre più i cittadini rispetto a un gesto così importante per la collettività.

Le Associazioni con cui è stata realizzata la campagna

Avis (Associazione Volontari Italiani Sangue); Fidas (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue); Admo (Associazioni Donatori Midollo Osseo – Emilia-Romagna); FedRed (Federazione delle Associazioni emofilici dell’Emilia Romagna Onlus); A.L.T. Associazione per la lotta contro la Talassemia di Ferrara.

Come si diventa donatore

Donare il sangue è semplice. Chi intende diventare donatore deve recarsi, previo appuntamento telefonico in cui riceverà tutte le informazioni necessarie, nei centri di raccolta o nei punti di raccolta sangue della propria città dove sarà accolto e accompagnato da un medico per un colloquio, una visita e un prelievo del sangue necessario per eseguire gli esami di laboratorio prescritti per accertare l’idoneità al dono.

L’idoneità verrà comunicata con lettera o telefonicamente. Per informazioni sulla donazione e sul centro o punto di raccolta della propria città è possibile telefonare al numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033 033 (attivo tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 18 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13); utilizzare la e-mail del sito sangue: donaresangue@donaresangue.it; contattare le Associazioni Avis e Fidas: emiliaromagna@avis.it – presidenza@fidas-emiliaromagna.it, consultare i siti di Avis e Fidas Emilia-Romagna.

Tutto il materiale grafico relativo alla campagna è disponibile in alta risoluzione qui: http://salute.regione.emilia-romagna.it/campagne/chi-dona-sangue-inizia-un-nuovo-racconto/2020

Cappelli ricami dona mascherine e si prepara ad assumere

Da: Comune di Bondeno

Un’altra importante donazione, un altro importante gesto di generosità e sostegno per la comunità in questa emergenza. La storica azienda Cappelli Ricami ha compiuto il suo gesto di solidarietà, versando 2.000,00 euro a favore del Comune di Bondeno sul conto dedicato all’emergenza Codiv-19.

“È stata una scelta fatta con il cuore“ commenta l’amministratore delegato Nicola Cappelli. “L’emergenza ci ha obbligato a sospendere l’attività per qualche settimana, come previsto per tutte le aziende de settore tessile durante il lockdown, ma dalla riapertura abbiamo ripreso con grande velocità. Lavorando per l’alta moda” – continua – “cioè per un settore che si vuole rialzare al più presto dall’emergenza, stiamo sostenendo ritmi serrati e per fortuna il lavoro è tanto. Abbiamo conquistato l’obiettivo prefissato, ovvero 30 nuove assunzioni: tutte donne in gamba dai 20 ai 50 anni”. Conclude Cappelli. Mentre le centinaia di macchine tessili affondano gli aghi nei pregiati tessuti. Nei giorni scorsi, hanno visitato l’azienda il Sindaco facente funzioni Simone Saletti e l’Assessore alle Pari opportunità, Francesca Aria Poltronieri. “Voglio fare un sentito ringraziamento a nome mio e dell’intera cittadinanza per questa importante donazione che verrà impiegata per acquistare parte delle mascherine destinate ai bambini della nostra città”, aggiunge il Sindaco Simone Saletti, durante la visita presso l’azienda. “Grazie anche alla Cappelli Ricami riusciremo a dare un aiuto ai ragazzi e alle loro famiglie.”

La donazione dunque andrà a coprire parte della spesa necessaria per l’acquisto di mascherine per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado, per proteggere la loro salute anche durante i mesi di vacanze estive.

PRESTO DI MATTINA
Amici per sempre

Anche oggi, come nelle prime comunità cristiane, Agape fraterna esprime il legame che accomuna chi guarda con fede a Gesù: di tutti coloro che sono convocati e riuniti dalla Parola di Dio alla sua mensa, per rendere grazie, nel ricordo della frazione del pane. Eukharistía appunto (etim. rendimento di grazie’) per il dono della fraternità, dal quale non può essere disgiunto il desiderio di annunciare e vivere sparpagliati tra la gente questo stesso Spirito di Agape, amore non richiesto, non dovuto, spontaneo dunque, che trova in sé stesso la motivazione, senza attendersi altro se non la libertà di una risposta nello stile di una amicizia capace di gareggiare in gratuità e in reciproca ospitalità.

Non per caso, anche il Concilio ‒ l’ho ricordato altre volte ‒ quando parla dell’autocomunicazione di Dio nella storia degli uomini usa l’immagine dell’amicizia. Che anzi viene addirittura assunta come paradigma della relazione che Dio, incontrandoci nell’umanità del Figlio amato, ha intrapreso con l’uomo, per far conoscere la propria volontà e renderlo parte della sua vita: “Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr.Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé” (Dei Verbum, 2).

Del resto, forse cogliendo lo stesso Spirito, già San Tommaso equiparava ‘la carità’ a una certa amicizia dell’uomo con Dio. Tanto che lo stesso mistero di Dio si lascia interpretare dall’esperienza di un’amicizia: della quale il Padre è la fonte, lo Spirito il vincolo sostanziale, l’amicizia stessa, il Figlio, l’Amico che conduce a mostrare e partecipare alla fonte stessa di questo amore amicale.

Non sorprende allora che Aelredo di Rievaulx (1110-1167) ‒ un monaco cistercense autore di un intenso libro sull’amicizia spirituale ‒ abbia potuto reinterpretare la nota espressione giovannea “Deus charitas est” (1Gv 4,16) con “Deus amicitia est”, soggiungendo che “colui che rimane nell’amicizia rimane in Dio e Dio in lui“. Ne nasce una relazione a tre: “Ecco io e te e spero che il terzo tra noi sia Cristo; un’amicizia simile alla comunione trinitaria che può arrivare fino al dono supremo della vita”.

Ma sono innumerevoli i richiami all’amicizia nelle pagine dei mistici contemplativi così come nelle sacre Scritture. Teresa d’Avila, per esempio, afferma che “Cristo è un ottimo amico, perché vedendolo come uomo, soggetto a debolezze e a sofferenze, ci è di compagnia”. E l’evangelista Giovanni riporta le parole di Gesù: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”. Amici ‒ si badi ‒ non già nel senso corrivo del termine, ma legati da un’intensità amorosa di tale smisurata portata e capacità da risultare totalizzante: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13-15).

Di più, una “amicizia per sempre“. Così infatti la pensava Santa Teresa d’Avila: interpretandola nella sua autobiografia come frutto di un amore che pratica l’alterità, fiducia di un legame fraterno e sponsale. Un’amicizia ‘per sempre’ che infiammava la lettura delle vite dei santi da parte della mistica spagnola e del fratello, che assieme progettavano di spingersi nella terra dei Mori anche a costo del martirio pur di raggiungere quel fine: Ci impressionava molto nelle nostre letture l’affermazione che pena e gloria sarebbero durate per sempre. Ci accadeva, pertanto, di passare molto tempo a parlare di quest’argomento e godevamo di ripetere molte volte: sempre, sempre, sempre!. E ancora: “Che vogliamo di più di un così fedele amico al nostro fianco, che non ci abbandonerà nelle sventure e nelle tribolazioni, come fanno quelli del mondo? Fortunato colui che lo amerà sinceramente e lo avrà sempre vicino a sé!”. E della preghiera Teresa di Gesù dirà: “per me l’orazione mentale non è altro se non un rapporto d’amicizia, un trovarsi frequentemente da soli a soli con chi sappiamo che ci ama. E se voi ancora non l’amate, cioè se non potete riuscire ad amarlo quanto si merita, sopportate questa pena di stare a lungo con chi è tanto diverso da voi”.

Agapimu (amore mio, amico mio): non è solo il nome di un locale di specialità greche di via Saraceno. In me quella scritta accende la preghiera, mentre vado di fretta, tornando dalla piazza, a celebrare messa in santa Francesca. Proprio lì comincia il mio Introibo ad altare Dei. Salirò all’altare di Dio: al Dio che rende lieta (laetificat) la mia amicizia ‒ come si proclamava nel rito antico della messa che si ispira al salmo 43 (42). In quel punto rallento un poco con la bici, attratto da un altro Agapimu, una canzone di Mia Martini di cui ricordo solo i primi versi che recito come un salmo: “Torna con me. Non so rimanere senza di te, amore mio”.

Una domenica ‒ forse la gente della parrocchia lo ricorda ancora ‒ per esprimere l’aspirazione a un’amicizia ‘per sempre’, la costruzione di un amore con questo amico che non cambia, ho ricordato anche un’altra canzone della stessa artista, Almeno tu nell’universo: “Tu, tu che sei diverso/ Almeno tu nell’universo/ Non cambierai/ Dimmi che per sempre sarai sincero/ E che mi amerai davvero di più, di più, di più”. Così simili queste parole a quelle di un’altra anima innamorata: la Sulamita del Cantico dei cantici, che è chiamata amica dall’amato, storia segnata da un amore perduto e ritrovato “Sei bella, amica mia, iridescente/ con le colombe degli occhi. Sei bello amico mio, dolceridente” risponde l’amata.

Ma l’amicizia come agape è sempre sfidata dal disamore. Tanto che sino alla fine sarà un testa a testa con le potenze che tentano di farla fuori. L’ultima sfida, la più impegnativa, sarà con la morte, che il Cantico equipara in potenza ‒ forte come la morte è l’amore ‒ per dire la decisività dell’esistenza di fronte a entrambe, la necessità di schierarsi per l’una o per l’altra; non è possibile starsene indifferenti, si avrebbe come mercede il disprezzo. Ma proprio sul filo del traguardo, per una manciata di secondi, il sorpasso: Le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo” (Ct 8, 6-7). Una sequenza trasposta in innumerevoli poetiche (di Andrea Ponso, Guido Ceronetti, Emilio Villa), tra le quali scelgo quella di padre Agostino Venanzio Reali, parole che attendendo ancora note amiche; chissà… qualcuno lassù contando le “Stelle” e poiché “Non finisce mica il cielo” ci sta già provando:

Come un sigillo imprimimi sul cuore,
come uno stigma portami sul braccio;
poiché l’amore è indomabile
più che la morte, inflessibile
la gelosia più che lo scheol.
Un rogo sono i suoi impeti
d’incoercibili fiamme: non vale
il mare a sopirne gli ardori,
né a travolgerlo i fiumi.

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