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Giorno: 25 Settembre 2020

RIPARTE LA CAMPAGNA OSM (OBIEZIONE ALLE SPESE MILITARI)

da: Davide Scaglianti – Rete Lilliput Ferrara

Anche quest’anno Rete Lilliput Ferrara vi propone di aderire ALLA CAMPAGNA OSM (OBIEZIONE ALLE SPESE MILITARI). UN’AZIONE SEMPLICE PER UN GESTO CONCRETO DI PACE.

Il Paese è in ginocchio, la diffusione del COVID19 ha messo a nudo la grave insufficienza di fondi destinati alla Sanità, alla Scuola e alle spese sociali, occorrono tanti soldi e contemporaneamente assistiamo al vergognoso spreco di enormi risorse  stanziate  per le spese militari,(72 milioni di euro al giorno, ogni anno in aumento, ) per l’acquisto di armi strumenti di morte e a un incremento delle esportazioni (anche ai paesi coinvolti in conflitti armati es Arabia Saudita).
Tutto questo è assolutamente inaccettabile e oggi, l’adesione alla campagna rappresenta l’occasione per manifestare la propria indignazione e il rifiuto di questa logica e pretendere a voce alta che i sacrifici siano equamente distribuiti e coinvolgano con drastici tagli la produzione e il commercio delle macchine da guerra

L’adesione alla campagna Osm rappresenta anche un appoggio al disegno di legge di iniziativa popolare “Un’altra difesa è possibile” che è stata consegnata alla Camera con più di 53 mila firme nel 2015. Su questo argomento,  nel giugno scorso è stata presentata  una petizione Al Parlamento. Con i contributi raccolti viene finanziato il progetto “Adopt Srebrenica”

Ogni anno in Italia viene proposta la Campagna di Obiezione alle Spese Militari per La Difesa Popolare Nonviolenta. che si pone i seguenti obiettivi:
– Riduzione delle spese militari a favore delle spese sociali
– Cambiamento del sistema di difesa offensivo attuale in un modello difensivo non armato e nonviolento.( Difesa Popolare Nonviolenta)
– Approvazione di una legge per l’opzione fiscale, ovvero la possibilità per ogni cittadino di devolvere la parte delle tasse pagate allo Stato per il militare, per un modello di difesa non armato e nonviolento.

Alla campagna Osm può aderire qualsiasi cittadino/a che voglia concorrere alla costruzione di un’alternativa alla difesa armata e perché lo Stato costruisca percorsi coerenti per la Pace. Negli ultimi anni le spese militari sono in costante aumento e occorre cambiare modello di difesa e operare perché la Pace non sia pensata solo durante e dopo i conflitti, perchè la difesa non rimanga in mano solo ai militari, perchè lo Stato crei apparati per la Pace e un modello di difesa nuovo che difenda non gli interessi economici, ma le persone e la democrazia di un territorio

Le forme di adesione sono diverse, quella che viene qui proposta è la più facile da realizzare.
Come nodo locale abbiamo confermato la scelta di sostenere anche quest’anno il progetto di pace “Adopt Srebrenica”, seguito dalla Fondazione Langer, che ha come obiettivo l’ aggregazione dei giovani di Srebrenica delle diverse etnie presenti sul territorio, attraverso la diffusione di una cultura di gestione nonviolenta dei conflitti. Questa scelta consente alla Fondazione Langer di avere una continuità anche economica a sostegno del progetto e al territorio ferrarese di consolidare un legame con Srebrenica che dura da  anni.

Il percorso da seguire è molto semplice,  analogo a quello del 2019, quando abbiamo avuto 142 adesioni e raccolto 3380 euro.

Chi è intenzionato a confermare l’adesione alla campagna OSM  o ad aderire quest’anno per la prima volta è pregato di contattare i seguenti recapiti telefonici: 0532 52000 oppure  333 4985319.

ALDRO VIVE
presentazione del libro di Daniele Vecchi a 15 anni dall’uccisione di Federico

Ti hanno ucciso ragazzo,
qualcuno pensò con violenza, di ritenerti pazzo,
la cattiveria, il sopruso, l’ingiustizia, di accusare te stesso,
per la tua sorte.
L’omertà, il buio, l’apatia,
con cui una città stava per mandarti via.
Forza del cuore, animo d’acciaio,
della tua famiglia, che contro tutti,
voleva rendere giustizia alle tue cinquantaquattro ferite.
Giovani ultras, vecchi e bambini, marciano insieme,
contro il pregiudizio, il comune pensiero,
che per essere vivi occorre avere una patente,
dove ci sia scritto: io sono come voi.
Grazie a quella parte della mia città,
libera, nel pensiero e nell’animo
e non schiava della quotidiana imbecillità.
(Pubblicato su “I pensieri del comandante”, freccia d’oro edizioni)
Non c’è un tempo massimo dato alla memoria nello scorrere della vita, oggi sono 15 anni che Federico Aldrovandi è stato ucciso, domani sera (sabato 26 settembre) un amico mio Daniele Vecchi (Pedro), presso il giardino del CIRCOLO BLACKSTAR in via Ravenna 104 a Ferrara, presenterà il suo libro
ALDRO VIVE nell’ambito di una serata in memoria di Federico Aldrovandi.
.
Andateci, partecipate se potete.
Ferrara la mia città, la città di Federico e della sua indomita famiglia mia ha reso per lungo tempo orgoglioso, come pure mi ha fatto vergognare.
Orgoglioso di chi da subito ha voluto combattere il pensiero comune di chi aveva già emesso una sentenza su un ragazzo di 18 anni morto di botte all’ingresso dell’ippodromo, la famiglia per prima, l’avvocato Anselmo e i ragazzi della curva Ovest. La bandiera di Aldro ha cominciato
a sventolare ben prima di essere stampata e divenire l’ emblema di una curva diversa, sui
gradoni di un piccolo stadio di provincia.
Per quindici anni, in tutte le categorie gli Ultras della S.P.A.L., della mia S.P.A.L., hanno chiesto giustizia per la morte di un ragazzo.
Federico, ragazzo per sempre, schiacciato, compresso, massacrato con cinquantaquattro (54) lesioni sul corpo, le cui grida si sentivano a centinaia di metri di distanza, ma che rimbalzarono nel silenzio e nell’ipocrisia delle finestre chiuse.
Non è una storia passata, non passerà mai, nessuno mai dica: “ancora con ‘sta storia”, la vita e soprattutto la morte non possono essere annoverate nei fatti di cronaca. Dicevo orgoglioso, ma pieno di vergogna per una parte della mia città che ancora oggi, dopo quindici anni, senza mai avere letto un atto dei processi, senza mai avere avuto l’umiltà di leggere e informarsi, senza mai avere partecipato a un dibattito alla presenza di Lino e Patrizia, continua imperterrita con una durezza d’animo senza pari ad aggiungere dei se e dei ma. Nessun giudizio preconcetto potrà mai lavare il sangue di quella notte sul selciato della addormentata e sonnacchiosa Ferrara.
Alle 6.04 del 25 settembre 2005, smise di battere il cuore di un ragazzo e di tutta la sua famiglia, a causa della violenza scura, cupa e senza motivo di quattro rappresentanti dello Stato. Non si può avere paura di un uomo o una donna in divisa. Ma da quel giorno forse la paura si è annidata in ognuno di noi.“
Non puoi temere se ti comporti bene
Quale metro di giudizio ci permette di dividere il bene dal male? Forse il codice penale? Bene, anzi no, Federico a subito la pena di morte senza avere compiuto nessun reato. Con queste poche e confuse parole vorrei ringraziare chi continua a sventolare la bandiera di Aldro, negli stadi, nelle aule di tribunale, nelle piazze, nelle istituzioni, sui giornale e sui libri. Nessuno mai dimentichi. Nessuno mai giudichi senza nessuna cognizione di causa.
Eliminate i vostri pregiudizi, leggete gli atti e le sentenze.
Portate avanti, come noi, la memoria di un ragazzo morto di botte, nell’umidità di una mattina autunnale, mentre un telefono imperterrito continuava a squillare, nelle lacrime di una immane ingiustizia. Ovunque tu sarai, un coro sentirai e Aldro vive con noi.

CONTRO VERSO
Il padre a luci rosse

 Aveva dimenticato uno dei suoi filmini pedopornografici nel computer della figlia, una bambina poco più giovane delle interpreti sullo schermo. La cosa era stata notata dalla mamma della bimba (i due erano separati), segnalata dalla signora, interpretata dai giudici minorili come un grave rischio per la bambina. Per ciò che forse aveva impropriamente visto, e molto più per ciò che avrebbe potuto subire domani.

Lui si è lamentato parecchio e pubblicamente. Riteneva violati i suoi diritti di padre.

Il padre a luci rosse 

Sì, il computer… è della mia bambina.
E in quel filmato…  C’è una ragazzina.
Un poco osé, lo ammetto, un po’ discinta.
Sembra malizia ma è tutta roba finta.
Che poi, un porno…
Io dico che oggigiorno
questi bambini son tutti più scafati,
trovano il sesso anche nei cartoni animati!
Con questa scusa delle immagini hardcore
volete forse buttarmi fuor?
Per una bimba non è tra i film più adatti
ma sono il padre e ho pure i miei diritti!
Perché in Italia, tra i due genitori,
mamma è innocente e papà… sono dolori!
Solo perché mi diverto e son guardone
del pedoporno, non mi sembra una ragione.
Pensate invece ai drogati, agli assassini:
quelli son padri che offendono i bambini!
Lo voglio dire anche alla tivù:
è figlia mia, e non la vedo più!

Un uomo appassionato di pedopornografia abuserà della sua bambina? La risposta non è semplice, non ci sono automatismi.
Potrà essere un padre capace di dare alla figlia un’educazione equilibrata?
Ecco su questo è legittimo avere dei dubbi.

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia  il venerdì.
Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

Al cantón fraréś
Romano Baiolini: “L’ólma”

L’abbattimento di un olmo (ulmus campestris), pianta un tempo molto presente nella pianura padana, per Baiolini è motivo di riflessione sul rapporto fra l’uomo e la natura, sulla trasformazione del paesaggio. Quell’albero emanava forza, meraviglia, protezione. Un legame antico e profondo col mondo vegetale spezzato in nome di un po’ di raccolto in più.

 

L’ólma

Pr’uη pugn ‘d furmént,
par dó biétul iη più,
t’at jé ciamà cuntént:
l’ólma, cla grànda at à abatù.

La jéra ‘η riferimént viv,
l’as guardàva da sota iη su
e fadìga jéra cuntàr j’uślìη
ch’agh bazigàva o j’és al nid lasù.

Mi a l’amiràva iη siléηzi,
ch’agh fus mi sól o coη j’amìgh:
maravié dla natura, pina ‘d frid,
gnu su int la val, int al graη spazi!

Nisuη séva dir parché
l’as catés vèrs a la “Mòta”
o se qualcùη l’avìs piantà,
parché i la rispetés la źént d’una volta.

E cla ciòlda rùźna, a testa schiza,
η’jérla forse lì par na barca stràca?
Dòp la “Mòta”, la tèra quaś bianca,
ill ca’ ill jéra sól iη luntanàηza.

Zént ann l’agh éva e fórsi più,
no vént, no tempuràl o àltar,
uη cuntadìη? No! Uη bàrbar
al l’à abatù!

 

L’olmo

Per un pugno di grano, / per due bietole in più, / ti sei chiamato contento: / l’olmo, quello grosso, hai abbattuto./
Era un riferimento vivo, / lo si guardava da sotto in su / e faticoso era contare gli uccelletti / che vi bazzigavano o con il nido lassù. /
Io l’ammiravo in silenzio, / che fossi solo o con gli amici: / meraviglia della natura, piena di ferite, / cresciuto nella valle, nel grande spazio! /
Nessuno sapeva dire perché / si trovasse verso la “Motta” / o se qualcuno l’avesse piantato, / perché lo rispettassero i vecchi di un tempo. /
E quel chiodo rugginoso, a testa piatta, / non era forse lì per una barca stanca? / Dopo la “Motta”, il terreno quasi bianco, / le case erano solo a distanza. /
Cento anni aveva o forse più, / non il vento non il temporale o altro, / un contadino? No! Un barbaro / l’ha abbattuto!

Tratto da Luigi Vincenzi (a cura di), Nòz d’arzént col nòstar bèl dialèt, Ferrara, Tréb dal Tridèl, 2007.

Romano Baiolini (Jolanda di Savoia 1927 – Codigoro 2010)
Agronomo. Da sempre attento ed instancabile ricercatore del lessico e delle forme espressive del dialetto locale, ha pubblicato il Saggio di dizionario etimologico del dialetto ferrarese, Ferrara, Edizioni Cartografica, Ferrara, 2001. Ha aggiornato continuamente i suoi repertori avvalendosi della collaborazione di Floriana Guidetti e altri. Fra le sue opere successive: Vocabolario del dialetto ferrarese (2004), Vocabolario del lagotto (2005), Saggio di grammatica comparata del dialetto ferrarese (2005), Nuovo vocabolario storico-etimologico del dialetto ferrarese (2008).

 

Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia, esce ogni 15 giorni al venerdì mattina. Per leggere le puntate precedenti clicca [Qui] 

Cover: L’olmo del Parco Massari, Ferrara. Foto di M. Chiarini (settembre 2020)