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Giorno: 9 Aprile 2021

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna: 9 aprile 2021.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 27mila tamponi effettuati, 1.488 nuovi positivi (5,5%). 2.086 guariti, in calo casi attivi e ricoveri (-143). Vaccinazioni: 1 milione e 77mila somministrazioni.

Il 95,2% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 42,7 anni. 36 decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 348.305 casi di positività, 1.488 in più rispetto a ieri, su un totale di 26.970 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 5,5%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dai 75 anni in su; proseguono le vaccinazioni anche per il personale scolastico e le forze dell’ordine.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 1.077.144 dosi; sul totale, 333.598 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Tutte le informazioni sulla campagna vaccinale sono disponibili su: https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 585 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 537 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 707 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,7 anni.

Sui 585 asintomatici, 405 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 58 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 4 con gli screening sierologici, 14 tramite i test pre-ricovero. Per 104 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede in testa Modena con 297 nuovi casi, seguita da Bologna con 203,poi Reggio Emilia (202), Rimini (157), Ferrara (154) e Ravenna (125). Seguono Parma (101), Forlì (98), Cesena (79) e, infine, Piacenza (37) e il Circondario imolese (35).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 14.469 tamponi molecolari, per un totale di 4.116.772. A questi si aggiungono anche 288 test sierologici e 12.213 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.086 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 267.780.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 68.218 (-634 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 64.958, il 95,2% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 36 nuovi decessi: 1 a Parma (un uomo di 88 anni); 6 in provincia di Reggio Emilia (4 donne di cui 2 di 90 anni, 1 di 80 e 1 di 49 anni, più 2 uomini rispettivamente di 77 e 74 anni); 10 nel modenese (di cui 4 donne di 94, 83, 80 e 67 anni e 6 uomini di 92, 87, 81, 80, 73 e 64 anni); 7 nella provincia di Bologna (1 donna di 85 anni e 6 uomini di 88, 2 di 85, 1 di 84, 79, e 77 anni); 3 nel ferrarese (2 uomini di 83 e 74 anni e 1 donna di 89 anni); 2 nella provincia di Ravenna (entrambe donne di 70 e 66 anni), 3 in quella di Forlì-Cesena (tutti uomini, rispettivamente di 84, 76 e 74 anni) e 4 in quella di Rimini (tutte donne rispettivamente di 100, 95, 89 e 81 anni). Nessun decesso in provincia di Piacenza.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.307.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 343 (-9 rispetto a ieri), 2.917 quelli negli altri reparti Covid (-134).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 33 a Parma (invariato), 34 a Reggio Emilia (-1), 62 a Modena (+1), 87 a Bologna (-1), 16 a Imola (-3), 40 a Ferrara (-2), 18 a Ravenna (-1), 10 a Forlì (-1), 5 a Cesena (invariato) e 28 a Rimini -1).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 22.124 a Piacenza (+37 rispetto a ieri, di cui 31 sintomatici), 24.314 a Parma (+101, di cui 64 sintomatici), 41.843 a Reggio Emilia (+202, di cui 115 sintomatici), 59.505 a Modena(+297, di cui 164 sintomatici), 74.967 a Bologna (+203, di cui 157 sintomatici), 11.868 casi a Imola (+35, di cui 15 sintomatici), 21.307 a Ferrara (+154, di cui 53 sintomatici), 27.343 a Ravenna (+125, di cui 77 sintomatici), 14.582 a Forlì (+98, di cui 76 sintomatici), 17.396 a Cesena (+79, di cui 64 sintomatici) e 33.056 a Rimini (+157, di cui 87 sintomatici).

 

 

 

Il punto sulle aree di scalo fluviale copparesi: Un sopralluogo per definire competenze e azioni su darsene e attracchi.

 

Comunicato Stampa Comune di Copparo.

In un’ottica di valorizzazione delle vie d’acqua e in concomitanza con l’avvio della progettazione del nuovo punto di approdo nei pressi di Villa La Mensa, si è tenuta venerdì 9 aprile la programmata ricognizione delle aree che nel territorio copparese ospitano scali fluviali.

Il sopralluogo, che ha visto la partecipazione del sindaco Fabrizio Pagnoni, degli assessori Massimo Baraldi, Simone Grandi e Cristiano Pirani, dell’ufficio tecnico comunale e di Patrimonio, ha preso inizio da Fossalta, alla Risvolta del Po di Volano. Sul ramo vecchio del grande fiume la darsena con i suoi ponteggi galleggianti, realizzata alla fine degli anni Novanta dalla Provincia i Ferrara, si caratterizza per una situazione particolarmente complessa.

Si intersecano infatti numerose giurisdizioni: la strada è di competenza del Comune di Copparo, l’argine afferisce al demanio, lo scivolo insiste sul territorio del Comune di Ferrara e la parte galleggiante è di proprietà demaniale ed in gestione del Bacino del Reno e del Po di Volano.

Attualmente non risultano inoltre concessioni all’utilizzo della darsena. Il gruppo di lavoro ha individuato diverse azioni, dalla pulizia alla gestione della sicurezza dell’accesso all’area, ma ogni attività dovrà ricadere sotto la responsabilità dell’ente di riferimento: una frammentazione rispetto la quale l’Amministrazione si propone un’operazione di collegamento.

Seconda tappa l’attracco di Sabbioncello San Vittore, afferente per la gran parte al Comune, salvo una porzione demaniale. Sono stati individuati dei possibili interventi di manutenzione, che saranno progressivamente programmati. Infine, poche centinaia di metri più avanti sono stati eseguiti nei giorni scorsi i rilievi sulla sponda del Po di Volano, misurazioni e analisi dell’area, per definire il progetto dell’approdo che consentirà alle imbarcazioni in transito tra Ferrara e Comacchio di sostare per la visita a Villa La Mensa, cofinanziato nell’ambito di ‘Metropoli di paesaggio: le prime fermate’. Si sta stabilendo l’esatta ubicazione della struttura, che potrà essere frontale al complesso monumentale o antistante al suo ingresso.

AREA INTERNA, RIPRENDE IL PERCORSO PARTECIPATIVO:
Nuovi laboratori online dedicati alle progettualità per il territorio del Basso Ferrarese

Dopo la fortunata edizione del 2020 nell’ambito del Progetto ‘Ponti per l’Europa’, riprendono i laboratori online dedicati alle progettualità dell’Area Interna del Basso Ferrarese.
La Cabina di Regia dell’Area Interna ha infatti deciso di avviare un percorso partecipativo finalizzato a raccogliere idee e proposte per costruire una nuova strategia del territorio del Basso Ferrarese per il periodo 2021-2027, coinvolgendo tutti i Comuni del territorio, che ospiteranno virtualmente gli appuntamenti.
Il primo incontro si terrà giovedì 15 aprile dalle 17 alle 19 su piattaforma zoom, dalla sede dell’Unione Terre e Fiumi.
Sarà l’occasione per riepilogare le idee progettuali emerse nel corso degli incontri
precedenti e presentare il calendario delle attività dei prossimi mesi.

Riccardo Cavicchi confermato presidente dell’area Ferrara di Cna.

 

Comunicato Stampa CNA.

“Il territorio non vive senza le imprese, le imprese non vi sono senza il sostegno del territorio in cui operano. Per questo è essenziale rilanciare il nostro tessuto imprenditoriale, e superare la grave crisi innescata dall’emergenza sanitaria. Da questo punto di vista, sarà essenziale sfruttare nel modo migliore le risorse messe a disposizione dal Recovery Fund. Cna è in campo, con l’obiettivo di elaborare insieme alle istituzioni e alle altre realtà economiche e sociali dei modelli di sviluppo sostenibile per il post-pandemia”

Sono alcune delle considerazioni formulate da Riccardo Cavicchi, imprenditore della comunicazione e dell’organizzazione di eventi, nel corso dell’assemblea dell’Area Ferrara di Cna, che ieri (giovedì’ 8 aprile) lo ha confermato nella propria carica di Presidente.  Cavicchi, con la società Delphi International è socio di Cna Ferrara dal 2001. È stato anche, in passato, Presidente di Cna Turismo. Nel ruolo di Vice Presidente è stata eletta Valeria Ferri: giovane avvocata di nascita milanese, è socia Cna dal 2009 e collabora stabilmente con l’associazione. E’ membro del direttivo di Cna Impresa Donna.

Cavicchi e Ferri saranno affiancati da un direttivo composto da: Matteo Fabbri –  Tryeco 2.0, prototipazione e stampa 3D; Bruno Faccini – IT Estense, marketing digitale e consulenza informatica; Linda Gardinali – Moto Gardinali Racing, officina specializzata; Sadegh Haidari , ristoratore; Emanuela Toselli – Bar Pasticceria San Giorgio; Roberto Bonora – Modelleria Meccanica Bonora; Giancarlo Stabellini – Chiarati Sistemi, installazione e manutenzione sistemi di sicurezza; Francesco Cavallini – Officina Cosmetica Estense; Ilaria Bigoni – BRAIN, Marketing Digitale ed Eventi; Francesco Valeriani, autofficina Tutto gas; Alessandro Scerra, Dynamic Box, commercio vini e liquori; Valentina Lapierre, libreria La Pazienza; Roberto Cavallari, tinteggiatura e manutenzione edile.

 Prima delle operazioni più propriamente elettorali, l’assemblea di Cna Area Ferrara ha ospitato una tavola rotonda diffusa in diretta streaming via Facebook e Youtube a cui hanno partecipato l’Arcivescovo di Ferrara Comacchio Mons. Gian Carlo Perego, il Commissario della Camera di Commercio Paolo Govoni, l’assessore alle attività produttive del Comune di Ferrara Angela Travagli e Davide Bellotti, Presidente Provinciale di Cna Ferrara e lo stesso Riccardo Cavicchi. La moderazione era affidata alla responsabile dell’Area Ferrara Debora Tamascelli.

Dai relatori è venuta una forte esortazione a intraprendere processi virtuosi  per superare la crisi innescata dalla pandemia. Mons Gian Carlo Perego ha messo l’accento sulla necessità di ripartire dalle persone, dalle loro competenze e capacità valorizzate sul territorio. Il senso della comunità, e la capacità di dare voce a tutte le componenti sociali è un elemento essenziale della possibile futura rinascita di una città sempre più mobile e complessa. L’attenzione all’ambiente e a uno sviluppo sostenibile è centrale in ogni futuro piano di sviluppo.

L’amministrazione comunale di Ferrara opera a tutti i livelli per disegnare la ripresa economica del territorio ha detto l’assessore alle attività produttive Travagli: “il nostro piano strategico tiene conto della sostenibilità ambientale dapprima che comparisse la pandemia”.

“Usciamo da un anno incredibilmente difficile” ha detto il Commissario della Camera di Commercio Govoni “Il sostegno al sistema delle imprese diffuso sul territorio è essenziale perché senza imprese non c’è lavoro né benessere sociale, né qualità della vita. Il recovery fund è una grande occasione da sfruttare”.

“E’ necessario dialogare, tra imprese e istituzioni, per porre le basi dell’uscita dalla crisi – ha detto il Presidente provinciale di Cna Davide Bellotti – Ciò che conta, è condividere una profonda convinzione della necessità di fare sistema, stringendo alleanza tra pubblico e privato e tra territori e settori diversi”.

Covid. Ieri 30mila somministrazioni, Emilia-Romagna pronta a salire ancora e ad andare a pieno regime.

 

Covid. Ieri 30mila somministrazioni, Emilia-Romagna pronta a salire ancora e ad andare a pieno regime. Over80: prima somministrazione per il 73%, per loro vaccinazione completata a inizio maggio. Da lunedì 12 aprile al via le prenotazioni per 70-74enni. Oggi la visita agli hub vaccinali di Bologna e Ferrara del commissario Figliuolo e del capo della Protezione civile, Curcio, con il presidente Bonaccini.

Rete vaccinale ulteriormente rafforzata: 143 i punti operativi da Piacenza a Rimini, oltre a uno delle Forze armate; 11 quelli aziendali attivabili, e prosegue la raccolta di ulteriore disponibilità di associazioni e aziende.

Bologna – 30mila somministrazioni solo nella giornata di ieri. Un test superato per la macchina vaccinale dell’Emilia-Romagna, pronta a salire a 45-50mila al giorno in presenza di forniture costanti e maggiori rispetto a quanto avvenuto finora. Attraverso una rete di 143 punti vaccinali in tutto il territorio regionale, oltre a uno delle Forze armate e altri 11 aziendali già attivabili.
Intanto, da lunedì 12 aprile la campagna vaccinale viene estesa alle persone dai 70 ai 74 anni, quindi i nati dal 1947 al 1951 compresi, che potranno prenotarsi utilizzando i consueti canali disponibili, dai Cup alle farmacieche effettuano servizio Cup, dal Fascicolo sanitario elettronico ai numeri di telefono attivati dalle aziende sanitarie.

Ed entro i primi di maggio è previsto il completamento delle vaccinazioni delle persone con più di 80 anni, con il 73% di loro che a oggi ha già ricevuto la prima dose.

Servono condivisione e unità per portare la campagna vaccinale a pieno regime nel Paese. Coesione che oggi è stata ribadita durante la visita in Emilia-Romagna del commissario all’emergenza pandemica, il generale Francesco Paolo Figliuolo, e del capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Fabrizio Curcio, cadenzata da una serie di appuntamenti e incontri istituzionali, a distanza, in Regione – con i prefetti, i sindaci dei Comuni capoluogo e i presidenti di Provincia – oltre al sopralluogo negli hub vaccinali della Fiera di Bologna, questa mattina, e della Fiera di Ferrara, nel pomeriggio, insieme al presidente Stefano Bonaccini.

“Una visita importante, che ci permette di lavorare ancor più a fondo e insieme a ciò che serve per uscire dalla pandemia, in primo luogo vaccinando di più. La priorità è questa- sottolinea Bonaccini- un obiettivo che si centra collaborando tutti quanti, e in questo concordo pienamente col presidente Draghi. Ringrazio quindi il commissario Figliuolo e il direttore Curcio per la disponibilità a essere qui oggi, una testimonianza tangibile del rapporto, costruttivo e costante, fra Governo e territori. E anche una soddisfazione per tutto il personale sanitario e gli operatori impegnati senza sosta nei punti vaccinali della Fiera di Bologna e Ferrara, così come in quelli di tutta la nostra regione e del Paese”.

Qui- prosegue il presidente- trovano una Regione che prova a mantenere gli impegni che prende. Ieri abbiamo superato le 30mila vaccinazioni in un giorno, lo abbiamo fatto per testare la macchina regionale e la risposta dimostra che ciò che è mancato nei mesi scorsi non è stata l’organizzazione ma le dosi necessarie. Se davvero in Italia arriveranno i 50 milioni di dosi entro fine giugno e gli 80 milioni di dosi entro fine settembre- chiude Bonaccini-, l’Emilia-Romagna sarà in grado di vaccinare tutti gli emiliano-romagnoli che lo vorranno entro l’estate, a partire dalle persone più fragili, secondo le indicazioni del Governo e della struttura commissariale”.

All’arrivo nella sede della Regione Emilia-Romagna, questa mattina, il primo incontro operativo che ha visto insieme al generale Figliuolo, al capo della Protezione civile, Curcio, e al presidente Bonaccini, gli assessori regionali alle Politiche per la salute e alla protezione civile, Raffaele Donini e Irene Priolo, il sottosegretario Davide Baruffi e la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Emma Petitti.

L’andamento della campagna vaccinale

Una visita che è stata anche l’occasione per fare il punto sull’andamento della campagna e sulla rete vaccinale, che è stata ulteriormente rafforzata: sono già 143 i punti operativi da Piacenza a Rimini, oltre a uno delle Forze armate; 11 quelli aziendali attivabili, ed è in corso, da parte della Regione e delle singole Aziende sanitarie, la raccolta di ulteriori disponibilità di associazioni e aziende.

Prosegue anche a pieno ritmo la somministrazione del vaccino, con la macchina organizzativa che solo nella giornata di ieri ha raggiunto le 30.675 fatte.

Per quanto riguarda il rafforzamento del personale sono 829 le persone assegnate al Dipartimento di Prevenzione e Sanità pubblica che svolgono, in tutto o in parte, attività di vaccinazione: 213 medici, 470 infermieri, 146 assistenti sanitari. Inoltre, sono stati assunti 106 medici e infermieri e sono pronti a diventare operativi 199 medici in formazione specialistica, con incarichi di 12 ore di lavoro settimanali.

Il programma vaccinale regionale prosegue dunque secondo il calendario, le fasce d’età e di priorità indicate a livello nazionale: le vaccinazioni al personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati; gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, le persone dai 75 anni in su; i cittadini con patologie critiche e con gravi disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica) a prescindere dall’età, oltre al personale scolastico e le forze dell’ordine.

A ieri sera, erano esattamente 1.055.314 le dosi somministrate, di cui 329.631 seconde dosi, quindi le persone che hanno completato il ciclo vaccinale. E con la nuova apertura delle agende di lunedì la vaccinazione sarà estesa ai cittadini dai 70 ai 74 anni (250mila persone).

Sempre dalla Regione sono poi state fornite alle Aziende sanitarie alcune precisazioni sulla campagna vaccinale del personale scolastico, con la richiesta di garantire la vaccinazione anche a educatori di sostegno, tutor, conduttori di esperienze laboratoriali operanti nei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, indipendentemente dalla natura giuridica pubblica o privata del datore di lavoro.

FLAI-CGIL/FAI-CISL/UILA-UIL: Esclusione dei lavoratori agricoli dai contenuti normativi previsti dal DL Sostegni.

 

Mobilitazione sabato 10 aprile presso la Prefettura di Ferrara dalle 10 alle 11.

Quella di sabato 10 aprile sarà una mobilitazione a livello unitaria che vedrà FLAI-CGIL/FAI-CISL/UILA-UIL impegnate davanti a tutte le prefetture d’Italia, nel rispetto della normativa prevista a contrasto del Covid 19, per evidenziare l’esclusione dei lavoratori agricoli dai contenuti normativi previsti dal DL Sostegni.

Nella Provincia di Ferrara sono circa 15.000 gli addetti avviati nel settore agricolo primario privato e cooperativo.

In modo particolare si chiede di riconoscere:

-la garanzia per l’anno 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019;

-tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali la cimice asiatica e la maculatura bruna;

-l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, visto che le trattative sono bloccate in quasi tutti i territori;

-la richiesta di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali;

-la contrarietà al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori;

-l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi;

-il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza.

Da Essenziali a Dimenticati!

Prosegue in Emilia-Romagna l’attività di orientamento, tirocini, formazione e incrocio tra domanda e offerta.

 

Lavoro. Rete attiva per il lavoro, prosegue in Emilia-Romagna l’attività di orientamento, tirocini, formazione e incrocio tra domanda e offerta: dalla Regione 7 milioni a sostegno di interventi per l’occupazione. Colla: “Diamo continuità alle prestazioni e attività tenendo conto dell’impatto della pandemia sul mercato del lavoro, occorre trasformare le attuali situazioni di crisi in occasioni di riqualificazione e sviluppo sostenibile”

I soggetti privati accreditati si possono candidare per erogare le misure e prestazioni relative agli interventi per l’occupazione fino al 29 aprile 2021, mentre le persone avranno tempo fino al 28 febbraio 2022 per accedere ai servizi. Sono 38 i Centri per l’Impiego in Emilia-Romagna e 9 uffici per il Collocamento mirato rivolto ai lavoratori fragili che collaborano con 85 soggetti presenti con 500 sedi in tutto il territorio regionale

Bologna – Consulenza e laboratori di orientamento, promozione di tirocini con la relativa certificazione delle competenze. Ma anche incrocio tra domanda e offerta di lavoro, accompagnamento al “fare impresa” nonché una formazione mirata all’inserimento lavorativo.
Sono queste, in sintesi, le opportunità per coloro che stanno cercando lavoro in Emilia-Romagna. Prestazioni che possono essere attivate dagli utenti presso i Centri per l’impiego del territorio regionale, e realizzate attraverso soggetti accreditati, nell’ambito degli interventi per l’occupazione della rete attiva per il lavoro.
Per questi interventi la Giunta regionale, guidata dal presidente Stefano Bonaccini, ha stanziato nel corso dell’ultima seduta risorse pubbliche del Fondo sociale europeo 2014/2020 pari a 7 milioni di euro, che potranno eventualmente essere incrementate con ulteriori risorse comunitarie, nazionali o regionali che si rendessero disponibili, da destinare alla realizzazione di interventi per l’occupazione. Da subito oltre 5,5 milioni di euro saranno resi disponibili ai soggetti accreditati che si candideranno, entro il 29 aprile 2021, a erogare le prestazioni e le misure di politica attiva.
Si tratta di un intervento con il quale l’esecutivo di viale Aldo Moro punta a garantire la continuità alle prestazioni, rispetto a quanto già avviato, tenendo conto degli esiti conseguiti e delle modifiche e integrazioni necessarie dovute all’attuale contesto caratterizzato dagli impatti sul mercato del lavoro dell’emergenza sanitaria e dai cambiamenti tecnologici e sociali.

“Diamo continuità- ha detto l’assessore regionale al Lavoro e Formazione professionale, Vincenzo Colla– alle prestazioni e attività tenendo conto dell’impatto della pandemia sul mercato del lavoro. La prospettiva è quella di un’uscita dalla situazione attuale non ponendo solo rimedi agli effetti dell’emergenza, ma trasformando questa crisi senza precedenti in occasione per ripensare il lavoro, promuovendone la qualità con decisioni coerenti ai contenuti del Patto per il Lavoro e per il Clima”.

Sono 38 i Centri per l’Impiego in Emilia-Romagna (uno per ogni distretto sociosanitario, alcuni dei quali articolati a loro volta in sedi decentrate) e 9 gli uffici per il Collocamento mirato rivolto ai lavoratori fragili (uno per ogni provincia emiliano-romagnola e per la Città Metropolitana di Bologna) che collaborano con 85 soggetti accreditati al lavoro, presenti con 500 sedi in tutto il territorio regionale.

“Una rete– è la considerazione di Colla– che è un patrimonio, ma ha bisogno di qualificazione continua, di supporto, monitoraggio e controllo”.
Le persone avranno tempo fino al 28 febbraio 2022 per sottoscrivere il proprio programma presso il Centro per l’impiego, scegliendo il soggetto accreditato. La deliberazione è disponibile nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna Telematico e sul sito http://formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it.

Il Patto di servizio:
Il “Patto di servizio personalizzato” deve essere sottoscritto, in presenza o a distanza, dal destinatario delle prestazioni con il Centro per l’Impiego e contiene il programma con le prestazioni e le misure adeguate alla persona e al proprio percorso di ricerca attiva del lavoro, che la persona ha diritto di ricevere dal soggetto accreditato scelto fra quelli ricompresi nell’elenco validato con atti regionali.
Le prestazioni e le misure definite nel programma rappresentano le attività che la persona dovrà poter ricevere e che dovranno essere realizzate a suo favore da parte del soggetto accreditato, nel corso di validità del programma con l’obiettivo finale dell’occupazione. Il programma ha una durata massima di 6 mesi dal momento della sottoscrizione, prorogata a 12 mesi qualora entro la fine del sesto mese venga attivato un tirocinio. Durante la proroga sarà così possibile portare a termine le attività iniziate e non terminate durante i primi 6 mesi di programma, e attivare quanto previsto nel programma personalizzato ma non ancora avviato.
Chi sottoscrive il programma si impegna a realizzare le misure previste, col diritto di riceverle dal soggetto privato accreditato, che si impegna a renderle disponibili nell’arco della durata del programma. Se alla scadenza del programma la persona permane nello stato di disoccupazione potrà richiedere, in alternativa, presso il Centro per l’impiego un nuovo programma con un soggetto accreditato diverso e, in questo caso, le prestazioni e le misure già ricevute sono ripetibili. Inoltre potrà proseguire il suo percorso di ricerca del lavoro con lo stesso soggetto accreditato chiedendo pertanto una proroga di 6 mesi dei termini di attuazione del programma già sottoscritto e parzialmente realizzato. In tale caso la persona non potrà richiedere al soggetto attuatore la ripetizione delle misure già ricevute e già erogate da parte dello stesso soggetto. In caso di ripetizione di eventuali misure già erogate, nella discrezionalità del soggetto attuatore, le stesse non saranno comunque remunerate.

Difesa: Sottosegretario Pucciarelli, con il giuramento Allievi Marescialli devoti alla Patria e fedeli alle Istituzioni.

 

Comunicato Stampa Ministero della Difesa.

“Questa mattina 137 Allievi Marescialli dell’Esercito hanno giurato fedeltà alla Patria, alle Istituzioni. Un atto solenne che suggella la scelta di vita di questi giovani militari che hanno deciso di servire in armi il nostro Paese, il nostro Tricolore. A tutti loro rinnovo la mia stima e la mia ammirazione.” – rende noto il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli.

“Oggi gli Allievi Marescialli hanno fatto una scelta di vita che implica tanti sacrifici e rinunce, ma improntata ai più alti valori di amor di Patria, fedeltà alle istituzioni, disciplina, lealtà e onore.

Un percorso – prosegue Pucciarelli – che ha origine all’interno di questo Istituto Militare, nel quale i giovani allievi vivranno un intenso processo formativo universitario e addestrativo.  In tal senso, esprimo il mio sincero ringraziamento al Comandante della Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, Generale Stefano Scanu, al corpo insegnante e al quadro permanente, per il costante impegno profuso che rende questo prestigioso e antico istituto all’altezza delle aspettative degli Allievi e delle necessità del Paese.

Sono certa che gli Allievi affronteranno questo percorso professionale con dedizione, tenacia e orgoglio, con la consapevolezza di aver intrapreso una vita impegnativa ma ricca di grandi soddisfazioni.

Viva gli Allievi e le Allieve del 23° Corso “ONORE.” – conclude il Sottosegretario Pucciarelli.

 

 

 

 

L’ortofrutta italiana regge l’urto del Covid e nel post il made in Italy conterà di più.

 

Comunicato Stampa CSO.

I dati presentati da CSO Italy e Nomisma nel seminario online sullo scenario del dopo pandemia.

L’anno della pandemia ha ridefinito la mappa del consumo di ortofrutta in Italia. Sebbene nel 2020 gli acquisti al dettaglio siano rimasti sostanzialmente stabili (-1% in quantità rispetto al 2019), sono cambiati i comportamenti di acquisto e consumo, con effetti che si risentiranno anche nel post-Covid 19. Parallelamente l’export di ortofrutta, pur con un calo in termini di volumi del 4% nel 2020, ha registrato una crescita in valore del 5%. Il comparto ha quindi tenuto nello scenario dell’emergenza pandemica.

È quanto emerso nel corso dell’evento online “L’ortofrutta nello scenario post Covid: come sono cambiati imprese, mercati e consumatori dopo un anno di pandemia” promosso e organizzato da CSO Italy e Nomisma, nell’anno dedicato dalle Nazioni Unite all’ortofrutta.

Sul fronte dell’export, Barbara Brunello di CSO Italy ha mostrato come la diminuzione dei volumi sia in alcuni casi una diretta conseguenza della minore offerta disponibile per alcune referenze, mentre in altri casi sia un calo imputabile allo scoppio della pandemia, come mostrano le analisi temporali dei volumi spediti (nei mesi di marzo e aprile 2020 l’export di frutta e ortaggi è diminuito rispettivamente del 12% e del 10% rispetto allo stesso periodo del 2019). A fronte di una stabilità delle spedizioni verso il mercato intra UE e una crescita di quello verso i Paesi europei extra UE (+6% sul 2019), si registra invece un crollo delle esportazioni frutticole nei più lontani mercati degli altri continenti (-24% sul 2019).

Nel corso dell’evento sono, inoltre, emerse numerose indicazioni relativamente al mercato interno. Evita Gandini di Nomisma, grazie ai risultati dell’indagine compiuta dalla società sui consumatori italiani, ha disegnato il profilo del consumatore di ortofrutta, che guarda a questi prodotti soprattutto alla ricerca di una vita sana ed equilibrata. Si moltiplicano le occasioni di consumo (un italiano su 3 mangia frutta anche fuori dai pasti, per merenda o per uno spuntino), si diversificano i canali di vendita (nel 2020 il 22% dei consumatori ha acquistato frutta o verdura online o tramite ordini telefonici), c’è grande attenzione alla varietà (la versatilità in cucina risulta una delle motivazioni per cui l’ortofrutta piace sempre di più agli italiani). Fra i criteri di scelta  la stagionalità è citata dal 43% degli italiani,  ma fondamentali per il 56 % dei consumatori sono origine e caratteristiche del processo produttivo (origine italiana, locale, biologico, tracciabilità, ecc.). mentre stenta ancora ad affermarsi la marca.

Se queste sono le indicazioni di scenario, l’emergenza pandemica ha generato importanti impatti sui comportamenti dei consumatori italiani sia nella preliminare fase di shock del lockdown, che nei successivi mesi del 2020, con la cosiddetta “seconda ondata” a fine anno.

Il dato di stabilità del totale acquisti al dettaglio di ortofrutta in Italia nasconde, infatti, dinamiche e tendenze differenziate fra le diverse categorie e nel tempo. Elisa Macchi, direttore del CSO Italy, ha illustrato come al periodo del lockdown sia corrisposto un incremento importante degli acquisti (+13%), grazie alle ottime performance di prodotti come mele, arance, kiwi, patate, carote, solo per fare alcuni esempi, che grazie alle loro caratteristiche di elevata conservabilità, sono risultati i preferiti dai consumatori. La pandemia ha inoltre rimescolato le carte sul fronte dei canali di acquisto. I supermercati, il dettaglio specializzato, le superettes e i discount proprio nel periodo di lockdown hanno aumentato la loro quota di mercato, mentre gli ipermercati, i mercati rionali e gli ambulanti hanno vissuto una importante contrazione; è cresciuta in modo significativo anche la vendita del prodotto confezionato che nel 2020 rappresenta il 23% del totale per la frutta e il 31% per gli ortaggi recuperando in entrambi i casi due punti percentuali rispetto al 2019. Per alcuni aspetti quanto è avvenuto è una conferma, più accentuata, dei recenti trend, per altri siamo di fronte a novità che sarà interessante seguire nella loro evoluzione futura.

L’indagine Consumer di Nomisma conferma questi effetti, come evidenziato da Ersilia Di Tullio di Nomisma. La pandemia ha modificato le abitudini di acquisto degli italiani per canale, come già emerso in precedenza, promuovendo gli acquisti presso i negozi di vicinato e le vendite on-line, per effetto delle limitazioni legate agli spostamenti, spingendo i discount, sostenuti da una maggiore attenzione ai prezzi, e limitando il ruolo dei mercati rionali e dell’ambulantato, per le restrizioni anti-assembramento. Tuttavia, guardando al futuro, alcune di queste tendenze perderanno forza quando si uscirà dall’emergenza, con un ritorno all’acquisto in alcuni dei canali oggi più penalizzati.

Cambia, inoltre, anche la mappa dei valori e nello scenario post Covid acquisteranno sempre maggiore importanza rispetto al passato: la preferenza per l’ortofrutta di origine italiana (sarà più rilevante per il 45% degli italiani), con una forte impronta “local” (35%); l’attenzione alla qualità, intesa come prodotto di stagione (42%), fresco (33%) e con garanzie di tracciabilità (34%); la spinta al “green”, sia in termini di packaging riciclabile\ecosostenibile (36%) che di produzioni biologiche (23%). Crescerà anche l’attenzione al prezzo, ma in maniera meno marcata (27%).

Silvia Zucconi di Nomisma ha approfondito il ruolo del packaging nelle scelte di acquisto. Due macro-trend: oggi il packaging è un driver attivo nella scelta di un prodotto alimentare (il 25% dei consumatori considera anche le caratteristiche dei materiali della confezione tra i criteri di acquisto). L’altro elemento rilevante è la consapevolezza rispetto alle molteplici funzioni del packaging: in primis il ruolo di protezione del prodotto (citata dal 66% dei consumatori), ma anche il contributo attivo alla sostenibilità del prodotto (47%) e come “strumento” di comunicazione dei valori del prodotto (35%). In questo contesto anche il packaging dei prodotti ortofrutticoli ha un ruolo determinante: nel 2020 sono state vendute 2,6 miliardi di confezioni (+80 milioni rispetto al 2019), effetto legato alle nuove esigenze di sicurezza del consumatore che hanno spinto la ricerca di prodotto confezionato.

Cruciale per la sostenibilità della categoria sarà la progressiva transizione del packaging verso l’utilizzo di materiali sostenibili, così come le stesse preferenze del consumatore segnalano: il 21% dei responsabili degli acquisti si aspetta confezioni di frutta e verdura senza plastica, preferibilmente in carta; un ulteriore 18% si aspetta che la confezione sia riciclabile al 100%. Un altro punto di attenzione è l’over packaging: il 14% dei consumatori vuole che l’ortofrutta non presenti materiali in eccesso nella confezione. La novità è che oggi l’attenzione al packaging dell’ortofrutta afferisce al 95% degli acquirenti, solo il 5% infatti non si “cura” delle caratteristiche del materiale della confezione.

Infine, l’Indagine Nomisma sulle imprese ortofrutticole, che ha coinvolto una campione di 40 aziende, evidenzia la capacità di resilienza del settore ortofrutticolo in un contesto di eccezionale gravità, sia per effetto della pandemia che degli impatti negativi sulla produzione dovuti ad eventi climatici e avversità fitopatologiche (che hanno coinvolto oltre il 70% delle aziende). Le imprese sono state sempre attive, anche durante il lockdown, ed hanno prontamente adottato tutte le misure necessarie per evitare il contagio, nonostante le maggiori complessità organizzative (registrate dal 70% delle imprese del campione), la dilatazione dei tempi (55%), la minore efficienza del lavoro (60%) e conseguentemente l’incremento dei costi (65%). Le imprese si preparano ad affrontare un nuovo scenario post-Covid intercettando le nuove esigenze del consumo e pianificando il rilancio nei prossimi due anni, con attenzione soprattutto all’ampliamento ed alla diversificazione dei mercati esteri (azioni pianificate nel 38% delle imprese), alla transizione ecologica nei sistemi produttivi e nel packaging (33% rispettivamente per confezioni più ecosostenibili o riciclabili e adozione di pratiche a maggiore sostenibilità ambientale), al confezionamento del prodotto fresco (31%) ed alla transizione digitale dell’industria 4.0 (23%).

 

Al cantón fraréś
Nino Tagliani: “Via Campofranco”

 

La denominazione della Via deriva dalla concessione data, nel XIV secolo dagli Estensi, ai duellanti per potersi battere in un campo franco. Nel vicolo si trova la chiesetta del Corpus Domini. Vi sono sepolti personaggi della famiglia d’Este, fra cui Lucrezia Borgia. Vi è annesso l’antico monastero di clausura delle Clarisse, dove operò S. Caterina de’ Vegri, celebrata anche per il miracolo della cottura del pane. Nella poesia, Nino Tagliani immagina la piccola strada, appartata e silenziosa, come luogo d’incontro tra innamorati, tratteggia le peculiarità del luogo di culto, ricorda l’episodio della santa.
(Ciarìn)

Via Campofranco

L’è na stradéta aηcora coi giarùη,
stricàda fra du mur, već, scalzinà,
na stradéta ch’aη pasa quaś nisùn,
al dì, mo iηvéz ad sira, tut stricà
spiplànd al scur, na ciòpa d’ambruśìn
i zérca al paradìś int uη baśìη.

Uη sitìη quiét, coη sol una ciśìna
dill vòlt avèrta mo più spés saràda
che pochi i tgnós dal tant ch’l’è piculìna,
e da chi mur, a dśéη, quasi lugàda
mo chi ‘g va déntar par curiosità
al sent ch’l’è la più granda dla zità.

Briśa parché là déntar j’à suplì
Lucrezia Borgia, e źént tuta impurtànta
dla storia ad Frara, mo parché uη bel dì
int al cuηvént, da suóra, è dvantà santa
faśénd al paη col Sgnór, ogni matìna,
na ragaza di Vegri: Catarina.

Via Campofranco

È una stradina ancora coi ciottoli, / stretta fra due muri, vecchi, scalcinati, / una stradina dove non passa quasi nessuno, / di giorno, ma invece di sera, tutti stretti / bisbigliando al buio, una coppia di fidanzatini / cerca il paradiso in un bacino. /

Un luogo quieto, con solo una chiesetta / a volte aperta ma più spesso chiusa / che pochi conoscono tanto è piccolina, / e da quei muri, diciamo, quasi nascosta / ma chi vi entra per curiosità / sente che è la più grande della città. /

Non perché là dentro hanno sepolto / Lucrezia Borgia, e altra gente importante / della storia di Ferrara, ma perché un bel giorno / nel convento, da suora, è diventata santa / facendo il pane col Signore, ogni mattina, / una ragazza dei Vegri: Caterina.

Tratto da:
Nino Tagliani (Faηghét), Spulgadur fraresi : da lèzar intànt c’as brustèla la pulenta, Ferrara, SATE, 1968.

Nino Tagliani (Ravalle 1905 – 1998)
Generale dell’Arma dei Carabinieri. Conosciuto nell’ambito dialettale con lo scutmai (soprannome) di Faηghét, ha pubblicato varie raccolte di poesie, tutte in sestine endecasillabi: Spulgadùr fraréśi (1968), Bidùη, urtìg e campanèli (1969), Al marafóη śligà (1971), Sfuracèli (1976), La fiéra di śdaz con Luigi Vincenzi (1977), La pèrdga dal lóv (1978), Stupiùη (1982), Al granadèl (1983).

 

Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia, esce ogni 15 giorni al venerdì mattina. Per leggere le puntate precedenti clicca [Qui] 

In copertina:  Ferrara, via Campofranco – foto di Marco Chiarini

“Athenathon”, la maratona social delle Università europee a difesa di ambiente e clima.

 

Dal 9 aprile parte il nuovo progetto sposato anche da Unicusano: per un mese studenti e professori condivideranno sulla rete i chilometri fatti a nuoto, di corsa o in bicicletta per sensibilizzare sui temi dell’ecosostenibilità. Obiettivo: 11.000 km

 L’Europa universitaria si mobilita a difesa dell’ambiente e del clima. A partire da questa mattina prenderà il via l’ambizioso progetto “Athenaton”: studenti e professori dei sette campus afferenti alla rete Athena, fra cui l’Università Niccolò Cusano, condivideranno sui social i chilometri percorsi a nuoto, di corsa, in bicicletta o in qualsiasi altra attività “carbon free”. Con l’obiettivo di raggiungere tutti insieme gli 11.000 km, distanza che idealmente collega le università europee del progetto.

Per prendere parte all’evento, ogni studente e professore indicherà il numero di chilometri percorsi su Twitter, Facebook o Instagram usando gli hashtag ufficiali dell’evento #move4athena o #athenathon e postando uno screenshot della performance registrata tramite la sua app di tracking preferita come prova, oppure iscrivendosi sul sito Strava Club: Europe Day ATHENATHON (https://www.strava.com/clubs/205572).

Una nuova onda verde corre dunque attraverso le città e i paesaggi del Vecchio Continente per smobilitare coscienze e sensibilizzare i giovani sull’importanza di adottare stili di vita ecosostenibili e rispettosi del pianeta. E il 9 maggio, giorno in cui si festeggia l’Unione Europea, verrà reso pubblico il risultato dell’evento “Athenaton” e saranno pubblicate tutte le foto scattate in questo “viaggio social” attraverso i Paesi europei.

“In questi tempi senza precedenti – spiega Daniele Barettin, responsabile del progetto per conto dell’Unicusano – più che mai abbiamo bisogno di unire le persone, sostenere gli studenti, il personale e tutti i membri delle comunità universitarie, rimanere ottimisti e sani. Andiamo avanti e siamo attivi insieme”.

 

L’Università Europea ATHENA:

L’Iniziativa delle Università Europee è un progetto faro dell’Unione Europea nel campo dell’istruzione superiore e della ricerca, volto a rendere le università europee più aperte a livello internazionale, più efficienti e inclusive.

L’Advanced Technology Higher Education Network Alliance (ATHENA) è uno dei progetti pilota di Università Europee selezionati dalla Commissione Europea nel 2020, che riunisce il Politecnico di Porto (Portogallo, coordinatore), le università di Maribor (Slovenia), Orleans (Francia), Siegen(Germania), l’Università ellenica del Mediterraneo (Grecia) l’Università Niccolò Cusano (Italia) e l’Università tecnica Gediminas di Vilnius (Lituania).

Focalizzata sul tema della trasformazione digitale delle società, l’ambizione di ATHENA è quella di creare corsi di formazione decisamente internazionalizzati, di offrire mobilità internazionale al maggior numero di studenti, compresi quelli con disabilità, di promuovere la nascita di progetti di collaborazione nella ricerca e sviluppo e di favorire nuove prospettive europee agli oltre 120.000 studenti e 10.000 collaboratori dell’alleanza, ma anche alle comunità locali e ai partner.

I vent’anni di Impronta Etica: Non c’è alternativa allo sviluppo sostenibile.

 

Comunicato Stampa Impronta Etica.

-L’associazione ha pubblicato un nuovo manifesto per la sostenibilità nelle imprese
-Nel corso dell’anno saranno messe in campo diverse iniziative per il ventennale
-La presidente Gualtieri: Bisogna invertire la rotta per trasfornare le sfide in opportunità. Con i nostri soci saremo attori di un cambiamento reale

Un nuovo manifesto per la sostenibilità nelle imprese. Lo ha lanciato Impronta Etica, in occasione del suo ventennale. Il manifesto è il primo di una serie di iniziative che saranno sviluppate nel corso dell’anno e che avranno un momento clou il 13 settembre 2021, anniversario della nascita dell’associazione che oggi conta 31 organizzazioni socie di diverse dimensioni, forma e settori di intervento.

Impronta Etica è un’associazione senza scopo di lucro nata per la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa. L’associazione si propone di essere luogo di confronto, scambio e stimolo per organizzazioni che vogliono essere punto di riferimento nel campo della sostenibilità,  promuovendo lo sviluppo di modelli di competitività sostenibile. Impronta Etica è National Partner Organization di CSR Europe, una delle più importanti organizzazioni a livello europeo per la promozione della sostenibilità e aderisce ad ASviS.

Il nuovo manifesto per la sostenibilità nelle imprese è nato da un confronto tra i soci sul ruolo e il futuro dell’associazione a vent’anni dalla sua nascita, e si fonda sugli  stimoli dell’Agenda 2030, ma anche sulla consapevolezza dell’importanza della sostenibilità per affrontare le conseguenze socio-economiche causate dalla pandemia.

Bisogna invertire la rotta verso un futuro sostenibile, per trasformare le sfide che abbiamo di fronte in opportunità – sottolinea Giuseppina Gualtieri, presidente di Impronta Etica – Il ritardo accumulato nella lotta al cambiamento climatico e contro le disuguaglianze sociali è sotto gli occhi di tutti, e siamo consapevoli dell’urgenza di agire. Con i nostri soci, vogliamo essere attori di un cambiamento reale che abbia come obiettivo la transizione verso un modello economico più sostenibile sotto il profilo ambientale e in grado di far fronte alle questioni sociali emergenti”.

Uno scenario condiviso da tutte le organizzazioni socie, impegnate nell’integrazione della sostenibilità nel modello di business e nel contribuire al raggiungimento degli SDGs, gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’ONU per il 2030.

Il manifesto “Imprese Sostenibili Impronta sul futuro” è composto da otto punti, con alla base un’idea forte: per Impronta Etica un futuro sostenibile è l’unico possibile.

Il manifesto è pubblicato sul sito di Impronta Etica, in una sezione dedicata alle iniziative che verranno lanciate nei prossimi mesi: www.improntaetica.org/ventennale


Impronta Etica scheda:

Impronta Etica, attualmente, è un’associazione con 31 soci: Ancd, Cadiai, Camst Group, Citrus – l’orto italiano, CMB, CNS, Coesia, Consorzio Integra, Coop Alleanza 3.0, Coop Ansaloni, Coopfond, Coop Reno, COPROB, Emil Banca, Fruttagel, Granarolo, Gruppo Bper, Gruppo Hera, Gruppo Unipol, Homina, IGD SiiQ, IMA, Legacoop Bologna, Mediagroup 98, Open Group, Philip Morris Italia, Rekeep, Romagna Acque – Società delle fonti, SCS, TPER, Up Day.

È stata fondata il 13 settembre del 2001 da sette soci ed è stata presieduta, nel corso degli anni da Luciano Sita, Pierluigi Stefanini, Maurizio Chiarini, Adriano Turrini e, dal 2019, Giuseppina Gualtieri

 

 

 

 

Coronavirus: Vaccinazione direttamente nelle aziende, l’Emilia-Romagna si organizza per essere pronta a partire.

 

Coronavirus. Vaccinazione direttamente nelle aziende, l’Emilia-Romagna si organizza per essere pronta a partire: ok dal tavolo del Patto per il Lavoro e per il Clima sul Protocollo Governo-Parti sociali. Colla-Donini: “Un’ulteriore opportunità per accelerare la campagna vaccinale in corso ma anche per preparare le riaperture delle attività produttive e supportare la ripartenza del sistema economico”

Ieri primo incontro con categorie economiche e sindacati per iniziare a impostare la programmazione avviando una mappatura dei territori e delle aziende in attesa delle disposizioni del Governo sui tempi. La variabile principale rimane una fornitura adeguata delle dosi nei prossimi mesi.

Bologna – L’Emilia-Romagna si prepara per la vaccinazione dei lavoratori direttamente in azienda. Un tassello per accelerare la campagna vaccinale in corso ma anche un contributo importante per preparare le riaperture delle attività produttive e la ripartenza in sicurezza dell’intero sistema economico.

È questo quanto emerso dal tavolo regionale del Patto per il Lavoro e per il Clima riunito ieri, in videoconferenza, per fare il punto sul “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti Sars-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”, siglato a Roma dal Governo e dalle Parti sociali e in attesa della definizione dei tempi di avvio.

L’appuntamento è stato convocato dall’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, assieme all’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, che ha anche fatto un ampio aggiornamento sulla campagna di vaccinazione in corso in Emilia-Romagna.

Un primo incontro con categorie economiche e sindacati per iniziare a declinare sul territorio emiliano-romagnolo l’accordo nazionale, in attesa che il Governo sciolga aspetti applicativi dell’accordo e che arrivi il documento dell’Inail su procedure e su operatività di come realizzare la profilassi nei luoghi di lavoro. Ora dovrà partire, prima del prossimo incontro previsto per metà aprile, una mappatura dei territori e delle aziende.

“Così mettiamo in sicurezza i posti di lavoro, le città e le nostre comunità. Il Protocollo fissa a livello nazionale un perimetro certo su cui muoversi, raccogliendo così una precisa richiesta delle Regioni, per accelerare le vaccinazioni su larga scala. Uno strumento ‘intelligente’- afferma l’assessore Colla– con ampi spazi di libertà, possibilità e tutele per aziende e lavoratori che va a rafforzare sul territorio il Piano strategico nazionale vaccinale. Questo anche con lo straordinario apporto, visto che si tratta luoghi di lavoro, dell’Inail. Abbiamo davanti il tempo per mettere così in campo un modello organizzativo che può coprire, anche in maniera aggregata, aziende emiliano-romagnole di tutti i settori e di tutte le dimensioni”.

“Dalle imprese e dalle parti sociali dell’Emilia-Romagna- aggiunge l’assessore Donini– ho apprezzato una disponibilità che testimonia quanto possa essere centrale, anche nelle politiche di sanità pubblica, il mondo del lavoro.  Ovviamente l’organizzazione che ci predisponiamo a condividere, sulla base anche di ulteriori indicazioni del Governo, entrerà in campo una volta che sarà definita un’adeguata consistenza di forniture di vaccini e quando sarà immunizzata la popolazione fragile e anziana maggiormente a rischio”.

Sintesi Protocollo Governo-Parti sociali:
Le imprese che aderiranno dovranno inviare all’Azienda sanitaria di riferimento il loro piano, indicando il numero di vaccini richiesti per i lavoratori disponibili a ricevere la somministrazione del vaccino, così da consentire all’Azienda sanitaria la programmazione delle distribuzioni. La gestione dei costi sui luoghi di lavoro è “interamente a carico del datore, compresi i costi per la somministrazione”, mentre “la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione, aghi e siringhe, e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti, è a carico dei Servizi sanitari regionali territorialmente competenti”.
Sarà su base volontaria l’adesione alla somministrazione da parte dei lavoratori: questo nel “pieno rispetto della scelta rimessa esclusivamente al singolo lavoratore, delle disposizioni in materia di tutela della riservatezza, della sicurezza delle informazioni raccolte ed evitando, anche ogni forma di discriminazione”. Le imprese più piccole potranno accordarsi con quelle più grandi o appoggiarsi alle strutture dell’Inail.
Inoltre, se la vaccinazione cadrà durante l’orario di lavoro, il tempo necessario per la somministrazione sarà equiparato a tutti gli effetti a quell’orario mentre conteranno come malattia i giorni successivi, necessari a smaltire eventuali effetti avversi.
Saranno operatori sanitari, preparati attraverso una piattaforma dell’Istituto superiore di sanità, a effettuare materialmente l’iniezione: il medico competente, invece, si occuperà del triage preventivo sullo stato di salute. Dovranno essere idonei anche i locali dove somministrare il vaccino, con le zone necessarie in caso di reazione avversa.
Le aziende che non dispongono di spazi adeguati potranno ricorrere “a strutture sanitarie private e concludere una specifica convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione, con oneri a proprio carico, ad esclusione della fornitura dei vaccini che viene assicurata dai Servizi sanitari regionali”. Se l’azienda non ha il medico competente potrà avvalersi delle strutture sanitarie dell’Inail. In questo caso, trattandosi di iniziativa vaccinale pubblica, gli oneri resteranno a carico dell’Inail.

Ripartono in modalità online gli incontri sul Food dell’Accademia Nazionale di Agricoltura.

 

Ufficio stampa e comunicazione Accademia Nazionale di Agricoltura

Ripartono in modalità online “I Mercoledì dell’Archiginnasio” il ciclo di incontri dedicati alla scoperta dei segreti degli alimenti che consumiamo ogni giorno sulle nostre tavole.

 “In questo delicato momento di pandemia mondiale – sottolinea il Presidente dell’Accademia Prof. Giorgio Cantelli Forti – risulta più che mai necessario salvaguardare la nostra salute e quella della collettività anche attraverso una corretta alimentazione. Con questi incontri vogliamo incentivare la popolazione a conoscere ancora di più i benefici salutistici del consumo di prodotti alimentari freschi, sicuri e italiani. Una alimentazione sana rappresenta uno dei più grandi alleati per il nostro benessere”.

 Bologna, 9 aprile – L’Accademia Nazionale di Agricoltura, in collaborazione con le Delegazioni Bolognesi dell’Accademia Italiana della Cucina e la Società Medica Chirurgica di Bologna, annuncia l’inizio del ciclo di incontri 2021 “I Mercoledì dell’Archiginnasio. L’Odissea del cibo dal campo alla tavola. Dopo i grandi successi di pubblico delle edizioni 2018 e 2019, che hanno portato 1.500 persone ad assistere a un totale di 12 incontri, il prolungato lockdown e l’impossibilità di organizzare manifestazioni aperte al pubblico, causato dall’emergenza pandemica Covid-19, non ha consentito l’organizzazione dell’edizione 2020. Da quest’anno la volontà dell’Accademia e dei suoi partner di riprendere questa importante attività di disseminazione scientifica al pubblico ha fatto sì che, dal 14 aprile al 7 novembre 2021, gli incontri ripartiranno in modalità online. Gli incontri saranno dedicati alla conoscenza di 7 eccellenze agroalimentari italiane ovvero Crostacei e molluschi, Latte latticini e formaggi, Pomodoro, Pesca, Mela, Legumi e Castagna arricchiti anche da curiose “case history” dedicate alla valorizzazione della Mela Rosa Romana dell’Appennino, la cosmesi con latte d’asina, il controllo satellitare sulla produzione di pomodori e le attività del Castagneto Sperimentale Didattico di Granaglione. Gli incontri seguiranno l’ormai abituale formula divisa in tre relazioni: una relativa al “prodotto agricolo”, una seconda incentrata sul suo “valore nutrizionale” e una conclusiva dedicata agli “aspetti storico-culturali in cucina e in tavola”, trasmettendo la consapevolezza che il valore del nostro settore agroalimentare si fonda su un percorso che parte dai processi produttivi e passa attraverso le caratteristiche qualitative arrivando fino alle potenzialità gastronomiche.

Primo incontro il 14 aprile alle ore 16.30 dedicato a “Crostacei e molluschi” con relatori il Prof. Corrado Piccinetti del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano, il Dott. Oliviero Mordenti del Corso di Laurea in Acquacoltura di Cesenatico e il Prof. Atos Cavazza delegato di Bologna San Luca A.I.C.

“La missione dell’Accademia Nazionale di Agricoltura è diffondere la buona cultura nei campi dell’alimentazione e della salute, oggi messa ancora più a rischio, e dunque da tutelare con maggiore forza. In questo delicato momento di pandemia mondiale – sottolinea il Presidente dell’Accademia Prof. Giorgio Cantelli Forti – risulta più che mai necessario salvaguardare la nostra salute e quella della collettività anche attraverso una corretta alimentazione. Con questi incontri vogliamo incentivare la popolazione a conoscere ancora di più i benefici salutistici del consumo di prodotti alimentari freschi, sicuri e italiani. Una alimentazione sana rappresenta uno dei più grandi alleati per il nostro benessere.”

La crescente partecipazione di pubblico dei primi due anni ha premiato tutte le scelte fatte – sottolinea la Prof.ssa Rosanna Scipioni Coordinatrice dell’iniziativae le diverse competenze coinvolte, da rappresentanti del mondo universitario a professionalità pubbliche a testimonianze di produttori, confermano il desiderio da parte di tutti, cittadinanza, esperti, addetti ai lavori, di acquisire conoscenze precise in grado di superare disinformazione e luoghi comuni e di testimoniare ancora una volta che il settore agroalimentare è ricchezza di tutti gli italiani e che è importante conoscere il percorso completo della filiera alimentare attinente alle nostre eccellenze enogastronomiche.”

Come partecipare:

Gli incontri si terranno su piattaforma a libero accesso senza limite di partecipanti, il che salvaguarda la caratteristica di incontri aperti al pubblico, e l’Accademia Nazionale di Agricoltura darà comunicazione, sul proprio sito internet, sui social network ufficiali e alla newsletter dedicata del link al quale collegarsi per partecipare a ogni singolo incontro. Per maggiori informazioni e chiarimenti si invita a contattare la mail ufficiostampa@accademia-agricoltura.it


Calendario degli incontri (ore 16.30-18.30):

14 aprile – Crostacei e molluschi

Dott. Oliviero Mordenti, Titolare Corso di Laurea in Acquacoltura e Igiene dei Prodotti Ittici di Cesenatico Università di Bologna, Prof. Corrado Piccinetti, già Direttore Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano Università di Bologna, Prof. Atos Cavazza, Delegato Bologna San Luca Accademia Italiana della Cucina.

12 maggio – Latte, latticini, formaggi (più case history sulla cosmesi con latte d’asina)
Prof.ssa Rosanna Scipioni, Professore ordinario di Zootecnica speciale Università di Modena e Reggio-Emilia, Vicedelegato Bologna dei Bentivoglio Accademia Italiana della Cucina – Accademico Ordinario Accademia Nazionale di Agricoltura. Prof. Marcello Mele, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro Ambientali Università di Pisa, Prof. Giovanni Ballarini, Emerito Università di Parma e Presidente Onorario Accademia Italiana della Cucina, Chiara Caggiula, Imprenditore agricolo specializzato in olivocultura e allevamento asinino.

16 giugno – Pomodoro (più case history sul controllo satellitare nella produzione di pomodori)

Dott.ssa Cecilia Prata, Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie Università di Bologna, Dott. Gianluca Vertuani, Presidente Confagricoltura Ferrara e Vicepresidente Nazionale Confagricoltura, Simone Gatto, agricoltore specializzato nel controllo satellitare sul pomodoro.

8 settembre – Pesca
Prof. Daniele Bassi, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali Università di Milano, Dott.ssa Luciana Prete, Direttore UOC Igiene Alimenti e Nutrizione Ovest Azienda AUSL di Bologna, Giorgio Palmeri, Delegato Bologna dei Bentivoglio Accademia Italiana della Cucina.

29 settembre – Mela (più case history sulla coltivazione della mela romana nell’Appennino emiliano)    

Dott. Roberto Piazza, Già Direttore di Fedagro ACMO Mercati Bologna, Prof.ssa Silvana Hrelia, Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita Università di Bologna, Giorgio Palmeri, Delegato Bologna dei Bentivoglio Accademia Italiana della Cucina, Prof. Silviero Sansavini, Emerito di Frutticoltura Università di Bologna.

20 ottobre – Legumi

Prof. Paolo Parisini, Presidente Federazione Nazionale di Prodotto Biologico di Confagricoltura, Prof.ssa Cristina Angeloni, Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della salute Università di Camrino, Dott. Maurizio Campiverdi, Delegato Onorario Bologna San Luca Accademia italiana della Cucina.

17 novembre – Castagna (più case history delle attività del Castagneto Sperimentale Didattico di Granaglione)

Dott. Renzo Panzacchi, Presidente Consorzio Castanicoltori dell’Appennino Bolognese, Prof. Marco Malaguti, Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita Università di Bologna, Avv. Guido Mascioli, Delegato Bologna Accademia Italiana della Cucina, Dott. Ercole Borasio, Accademico Ordinario dell’Accademia Nazionale di Agricoltura.

 

 

Mo-LESS-tie

 

È un giovedì mattina come tanti altri: mi alzo, faccio colazione, prendo il mio cellulare e spreco il poco tempo libero che mi rimane, prima di mettermi a studiare, scorrendo il dito sullo schermo. Sono gesti automatici a cui non presto attenzione, tocco dopo tocco sono diventati parte della mia routine.
E così l’Evergreen che blocca il canale di Suez, la nascita di Vittoria Lucia-Ferragni e il pittore impazzito che si diverte a colorare le regioni italiane accompagnano il mio risveglio ogni giorno.
Altre informazioni indistinte allungano il mio caffè, scambio qualche messaggio e rimango fedele alla mia appendice digitale.

Una notizia in particolare però coglie la mia attenzione più delle altre. Leggo articoli, vedo Instagram Stories, post e commenti aventi un solo soggetto, Damiano Coccia alias Er Faina. Lo sgomento provocato da questo personaggio, noto per avere opinioni irriverenti e mancanza di filtri, inizialmente mi incuriosisce: è possibile che tra commenti anarchici e trasgressione, a cui ha abituato il suo pubblico, riesca ancora stupire? A malincuore scopro che la risposta è positiva.

Prima di concentrarmi sulla frivolezza delle parole utilizzate da Coccia, mi permetto di introdurre il tema con la delicatezza che merita. A meno di un mese dall’aver promesso rispetto ed uguaglianza alle donne l’8 marzo, il primo Aprile 2021 si parla di CatCalling sminuendolo e facendolo passare per un complimento desiderato ed altamente formativo per l’autostima femminile. Purtroppo, nonostante la data potesse far pensare ad uno scherzo, di divertente non c’è nulla.

Il Catcalling, o molestie di strada, oltre ad includere azioni come avance sessuali persistenti, palpeggiamenti da parte di estranei ed inseguimenti, include anche le tanto discusse molestie verbali, quali fischi, gesti o commenti indesiderati, che possano mettere altamente a disagio chi li riceve. La sopracitata polemica di Coccia, il quale dopo essersi messo in ridicolo davanti a tutta Italia, ha avuto almeno la decenza di chiedere scusa, pretendeva che frasi puramente oggettificanti, gridate a squarciagola in luoghi pubblici, senza alcun consenso da parte di chi le riceve, dovessero passare come meri complimenti.

Ora, non voglio soffermarmi sulle intenzioni dell’influencer, personalmente sono lieta che si sia reso conto dei suoi errori e che si sia scusato pubblicamente. Mi interessa ancora meno della natura di queste scuse, certo non deve essere difficile capire di aver sbagliato se tutto il Web ti ripete che non devi fare altro che vergognarti.
È l’ignoranza che vorrei mettere al centro dell’attenzione e vorrei puntare i riflettori su questa parola dal suono straniero che tanti non conoscono.

Nel 2021 è ora che si capisca che la violenza, di qualsiasi natura e in qualsiasi contesto, nasce quando qualcuno insiste dopo aver ricevuto un no come risposta. Il consenso deve diventare la nuova chiave di lettura di ogni comportamento e di ogni azione. Ogni individuo, di qualunque genere, etnia ed orientamento sessuale deve avere il diritto di sentirsi al sicuro. Abbiamo il dovere di creare una società che rispetti la libertà altrui e che sia libera da quella limitazione culturale, a cui ci ha da sempre abituato il patriarcato. Il sessismo, così come il razzismo e la xenofobia, sono costrutti mentali e culturali che vanno sdoganati ora e per sempre: il nostro mondo è cambiato e si è evoluto, non abbiamo più né tempo né voglia per dei limiti impostici a priori.

È tempo che, quando una donna esce di casa da sola, giorno o notte che sia, si senta al sicuro quanto un uomo. È tempo che il nostro genere, il colore della nostra pelle e il nostro dio non mettano a rischio la nostra incolumità. È tempo che l’uguaglianza evolva dalla sua connotazione statica di utopia e condanni a morte l’ignoranza.

Far da sé

 

I protagonisti delle vignette sono sgargianti individui che non sembrano appartenere al nostro mondo, forse vivono in un mondo variopinto o più probabilmente i loro colori accesi spiccano in un mondo all-white; un avatar del nostro contesto quotidiano, dove ciascuno di loro assomiglia a tutti e non assomiglia a nessuno. In fondo diverte l’idea di identificarsi con sagome fluo col naso a pera, ma voglio credere che anche questo può contribuire a guardarsi “da fuori” per sorridere e riflettere su ciò che siamo e ciò che stiamo diventando…
Riccardo Francaviglia

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