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Giorno: 10 Settembre 2014

Quarta lettera aperta al sindaco di Comacchio

da: Comitato della Piazza del Popolo

Signor Sindaco,
le presentiamo in originale le firme raccolte dal Comitato della Piazza del Popolo per fermare il suo proposito di spostare a Palazzo Bellini il proprio Ufficio col conseguente trasferimento della biblioteca civica L. A. Muratori in una sede che riteniamo inidonea per una molteplicità di situazioni che le abbiamo presentate nelle lettere aperte dei passati 12 e 30 luglio, 14 e 25 agosto.
Le lettere hanno avuto come risposta il suo svolazzare e ondeggiare in un parlare d’altro, anche offensivo nei riguardi di cittadini attivi e critici, e in un affastellarsi di mezze smentite, contraddette dal procedere dell’iter burocratico propedeutico al raggiungimento del fine prefissato.

Le firme assommano a complessive 1274.
Scusandoci per qualche possibile errore nel conteggio, le ricordiamo, senza tema di smentita, che la loro raccolta è avvenuta con correttezza, con educazione, senza infingimenti, fondata su presupposti reali, confermati dalle sue prime risposte pubbliche (come quella riportata da Il Resto del Carlino del 18 luglio, dove lei sostiene “l’idea di spostare alcuni uffici dall’attuale collocazione in piazza Folegatti a Palazzo Bellini”) e dalle successive sue mezze affermazioni e dai passi dell’iter burocratico compiuti per arrivare alla decisione o finale; addirittura tale raccolta è avvenuta prevalentemente in luoghi pubblici.

Ribadiamo che la decisione comporterà, senza tema di smentita, che piazza Vincenzino Folegatti, la Piazza del Popolo, la piazza di sempre, il “teatro delle vicende storiche” di Comacchio, la “memoria storica” della Comunità, svuotata del suo Ufficio sarà ancora più vuota di gente, sarà priva di vita, ferita a morte, come è ferita a morte tutta la Città storica dalla quale continuano a fuggire gli abitanti e le attività economiche.
Cesserà del tutto di essere il luogo degli incontri, degli appuntamenti, delle passioni di parte, politiche e non.
Per quanto attiene alla sua volontà di abbandonare l’odierna sede municipale per una residenza più prestigiosa, non ha pensato alla possibilità che la vecchia sede comunale, per secoli posta nell’edificio che fronteggia la residenza attuale, adeguatamente restaurata potrebbe offrire sale e ambienti di un certo tono e prestigio per uffici, per riunioni, per ricevimenti di particolare riguardo e importanza… ?
Un intervento qualificato e mirato alla eliminazione degli aspetti negativi dell’edificio, causati dal tempo e dalla superficialità di tecnici improvvisati, potrebbe portare al restauro di un palazzo di una certa rilevanza storica-architettonica e, di conseguenza, al salvamento della Piazza del Popolo e di Palazzo Bellini (come vede formuliamo anche proposte).
Ipotizziamo che la spesa per i lavori necessari sia di gran lunga inferiore a quella prevista per i progettati spostamenti.
Riconfermiamo che la decisione vedrà Palazzo Bellini trasformarsi da Centro della cultura a Palazzo della politica, sottraendo in questo modo alla Città un presidio culturale, un luogo della cittadinanza e dell’inclusione, un luogo che dovrebbe riaccendere il desiderio di cultura e produrre cultura.
La nuova sede che attende la biblioteca civica L. A. Muratori, e cioè le sale lasciate libere a causa del trasferimento del Museo del carico della nave romana, impedirà alla biblioteca di essere, come le abbiamo più volte sottolineato, una “universitas”: una pluralità di cose (libri, arredi, stanze, aule e sale didattiche, laboratori scientifici…), fisicamente separate ma tenute insieme da un’unica destinazione. Diverrà un deposito di libri: il luogo, pur ragguardevole, non consentirà altro.

La invitiamo a portare la sua attenzione su quanto in questa quinta lettera aperta le presentiamo e restiamo in attesa di una risposta, (crediamo, come cittadini, di averne diritto e ci stupiamo di non averla ancora ottenuta); ci auguriamo che possa almeno darla in occasione della riunione del Consiglio comunale; auspichiamo che essa sia puntuale, chiara e non lasciata al suo ripetuto ed enigmatico “non c’è niente di deciso”.
Assicuriamo che il nostro impegno sul problema in argomento non cesserà: se facessimo diversamente mancheremmo nei confronti di quanti con le loro firme hanno manifestato il loro dissenso sul farraginoso progetto che ogni giorno cammina verso la conclusione, nonostante non ci sia niente di deciso.
Gentilmente la salutiamo

Comacchio 10 settembre 2014

Il Comitato della Piazza del Popolo
(Fiorella Arveda, Gianfranco Arveda, Riccardo Carli Ballola, Sandra Carli Ballola, FilomenaCarli, Franco Cavallari, Sante Fantini, Ermanno Mantovani, Maria Mezzogori, Aniello Zamboni, Guido Zarattini)

Domani alle 11:30 la conferenza stampa del Comitato di Ferrara “Noi Stiamo con Balzani”

da: Comitato “Noi Stiamo con Balzani”

GIOVEDI’ 11 SETTEMBRE ore 11.30 Ferrara – Via Frizzi 19 – Sala Dianati – Piano Terra – Partito Democratico

Conferenza Stampa del Comitato di Ferrara “Noi Stiamo con Balzani” per

IL FUTURO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA
“Regione Emilia Romagna: meno gestione, più progettazione; meno negoziazioni, più visioni del futuro”
Intervengono
§ Simone Tassinari. Vicesindaco Comune di Sant Agostino. Delegato all’Ambiente della Segreteria
Provinciale del PD.

§ Ilaria Baraldi. Consigliere Comunale di Ferrara. Delegata ai Diritti e alla Partecipazione della
Segreteria Provinciale del PD.

§ Riccardo Forni. Cittadino di Ferrara.

“Mi rendo conto che l’idea di un nuovo civismo democratico -che ribalti le regole del gioco imposte dal verticismo burocratico del professionismo politico e sovente dall’alta dirigenza, mettendo alla base i bisogni delle persone e le soluzioni fattibili (non le balle o i sogni) – sia qualcosa di rivoluzionario, in politica. Ma credo che, per realizzare questo progetto di “democrazia integrale” ci vogliano individui che lavorano, che patiscono, che si confrontano con la quotidianità, che subiscono abusi, che s’indignano, che hanno i problemi di allevare figli o di curarsi degli anziani. Solo questa tipologia di persone, che è la stragrande maggioranza del paese, ha il polso del bene comune.
Gli altri raccontano o interpretano: ma non vivono sulla propria pelle questa radicale e orgogliosa esigenza di civismo. Questo, fa la differenza.”

Roberto Balzani, candidato alla Primarie per il Presidente della Regione Emilia Romagna.

iostoconbalzani@gmail.com

L’assessore Marzocchi riceve il Ministro per l’Istruzione pubblica della Danimarca Christine Antorini

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi ha ricevuto questa mattina in Regione il Ministro per l’Istruzione pubblica della Danimarca Christine Antorini e i membri della Commissione parlamentare danese per i bambini e l’istruzione pubblica. La delegazione, in visita in Emilia-Romagna per conoscere l’organizzazione dei servizi per l’infanzia, ha chiesto di approfondire gli aspetti legislativi e della prassi pedagogica degli asili nido e delle scuole dell’infanzia del sistema regionale.

“Un momento di confronto e di scambio di esperienze particolarmente importante – ha spiegato l’assessore Marzocchi – perché ci consente di ampliare la conoscenza dei nostri sistemi e costruire una vera integrazione europea”.

La visita della delegazione proseguirà nel pomeriggio con la visita alla scuola materna Villaggio Giardino di Modena e domani a Reggio Emilia, con la visita a Reggio Children e alla scuola Diana.

Argenta: uno speciale annullo postale in occasione della “Mostra: invito al collezionismo – Omaggio al pittore argentano del ‘500 Antonio Aleotti”

da: Poste Italiane, ufficio Comunicazione Territoriale Emilia-Romagna e Marche

La Filiale di Ferrara di Poste Italiane, in occasione della “Mostra: Invito al collezionismo – Omaggio al pittore argentano del ‘500 Antonio Aleotti” ha approntato un servizio temporaneo con speciale annullo postale su richiesta del Circolo Filatelico Numismatico Argenta. L’annullo si potrà ottenere venerdì 12 settembre dalle 14:30 alle 18:30 nello spazio allestito in via Matteotti 24/D ad Argenta.
Nei giorni successivi alla manifestazione, i marcofili e coloro che volessero ottenere l’annullo possono inoltrare le commissioni filateliche allo sportello filatelico dell’ufficio postale di Ferrara Centro in viale Cavour, 27 (tel. 0532 297336).
Poste Italiane attiva Servizi Filatelici Temporanei dotati di bolli speciali che riproducono con scritte e immagini il tema di manifestazioni legate ad eventi di notevole interesse culturale, economico e sociale: convegni, congressi, raduni, fiere, mostre, celebrazioni di eventi storici, manifestazioni filateliche, sportive, culturali, umanitarie, anniversari di personalità non viventi, inaugurazioni di opere pubbliche di particolare rilevanza locale o nazionale.
Il servizio è rivolto a chi intenda pubblicizzare e storicizzare il proprio evento con la realizzazione del bollo speciale (Enti Pubblici o privati, Associazioni, Società, Partiti Politici, Organizzazioni sindacali, comitati promotori o organizzatori di manifestazioni).

Dialogo con Baratella sui massimi sistemi dell’arte. E sulla vita

Essere artista oggi è forse un ossimoro culturale, una contraddizione in termini? Me lo domando sempre più spesso. Forse dovrei girare la domanda a coloro i quali avevano innalzato l’opera umana all’altezza della Creazione divina ed essi stessi, confondendosi, si sono creduti esseri superiori in grado di competere con l’Ente supremo. Confusione estrema quando la religione usò questi personaggi per cantare le lodi del signor Dio, ché, se non l’avessero fatto, sarebbero stati cacciati direttamente all’inferno senza sepoltura consacrata: artisti maledetti li chiamavano. Oggi, comunque, il pericolo è scongiurato. Di chi vuoi mai cantare le lodi? Forse gli unici destinatari sono i signori del mercato, oggi è tutto mercato, I libri sono merce, le opere d’arte sono merce, se non chini la testa accettando la nuova divinità sei fuori, nessuno più ti prende in considerazione, sei finito, sei nulla. Non sono più riuscito a scacciare questi sgradevoli pensieri dopo aver visto, alla Fondazione Banca del Monte di Lucca, la mostra intitolata “Compianto” di Paolo Baratella, il vecchio fratello di teoretica con il quale da decenni mi sono abituato a confrontarmi. Ma non credi che tutto sia finito, che l’arte sia morta, che noi stessi siamo morti viventi. persone alle quali rimane soltanto di aprire la bocca che escono parole e ragionamenti preconfezionati? Non credi Paolo? E, se così è o fosse, che significato ha dipingere o scrivere se l’opera che confezioni è soltanto merce?
La risposta di Baratella è immediata e addolorata: “Se dovessi star dietro al clamore della sofferenza avrei già smesso di dipingere”. Senza volere e, soprattutto, senza insolenza, Paolo Baratella è salito sul piedistallo dell’arte per portare più in alto il male di vivere, un male straziante, talmente grande da diventare persino stupido, un’ingiustizia che chissà per quale ragione ci viene imposta così crudele. Nessuno sa, ma, peggio, nessuno cerca di trovare un rimedio, siamo ormai troppo vecchi e troppo esperti per credere alle moine vergognosamente insulse e false della politica: ognuno vuole vincere la competizione, la gara comincia presto, dai banchi di scuola e prosegue sempre più cruenta e che vinca non il migliore ma il più protervo, la regola è questa.

Per lunghi periodi, dico al Baratella, forse per anni, hai denunciato la violenza dell’uomo sull’uomo e, nel movimento della “Nuova figurazione”, ti sei ritagliato, anni Settanta, un posto importante: una nota critica a te dedicata dall’enciclopedia Garzanti afferma che il tema della condizione umana – tra mito, storia e cronaca quotidiana – ha continuato a essere al centro della tua pittura, “caratterizzata da un realismo visionario carico di simbologie e di citazioni”. Ora, dopo un lungo periodo rivolto al pensiero filosofico, in cui hai enfatizzato la ricerca niciana a cominciare dall’affermazione “Dio è morto”, sei tornato alla denuncia, violenta e commossa, della sopraffazione del potere sull’individuo. Scrive nella presentazione al catalogo della mostra Marco Palamidessi: “Non basterebbe venire al mondo più e più volte… per numerare, e perché no catalogare, gli enigmi che hanno scatenato, fecondato, afflitto, illuminato, turbato, scosso, plasmato lo spirito orgoglioso e le gesta di Paolo Baratella”. Ragione: soprattutto il Baratella “ha pensato”, mestiere difficile pensare, riesce a pochi. Eletti? Forse, ma sfortunati, niente di peggio al mondo che pensare.

Che cosa può fare oggi l’artista? si chiede Baratella, pittore migrante (Ferrara, Milano, Monferrato, Lucca). Risponde con una sua poesia: “Il tempo è scaduto/ Il mare è aperto/ Dove andare dunque?/ Mi sporcherò le mani di colore/ Chiedo una zattera/ L’onda anomala m’insegue/ Tutto si fa pittura/ Fino al più lontano orizzonte/ Nel radioso apparire di Pan/ Io sono”.
Dunque, tutto si fa pittura: la risposta è questa, per Paolo Baratella questa è sempre stata la risposta, sporcarsi le mani di colore e dipingere. Ha sempre dipinto con intelligente testardaggine, il mondo vada io dipingo: “che cosa dovevo fare – si chiede ora – dopo che Duchamp, precursore di quasi tutto, ma in primo luogo del nulla che andava predicando, ogni oggetto è opera d’arte? Fargli il funerale, come fecero Arroyo e Recalcati?” Domanda retorica; Baratella (sai Paolo?, gli confido) ha bisogno di dipingere, perché la sofferenza sia completa, si faccia colore, perché dipingere è cullare il proprio dolore, perché dipingendo si può piangere e la commozione è uno degli atti veri dell’uomo, ai quadri bisogna pur donare un’anima, non è vero ciò che ha scritto il premio Pulitzer Cunningham, secondo cui l’artista riproduce la nostra umanità nascosta, l’arte deve volare in un cielo tutto suo, anche se le gambe sono piantate per terra. Come dimostra questa mostra “Compianto – quattordiciquindicidiciotto la grande guerra”, dove è protagonista il fantaccino Bruno Baratella, zio del pittore, uscito dal macello voluto da politici assassini con il cervello colpito, spiega Paolo, da “trauma da esplosioni”. Il viso e il corpo minuto del fantaccino Bruno compaiono in ogni grande quadro, attonito spettatore delle esplosioni, degli scontri aerei, della morte che ti sta accanto muta e invincibile, nera nel mare di colori a volte corruschi, talaltra cupi, sempre traboccanti, un caos che soltanto la sapiente pittura baratelliana è riuscita a domare, o, almeno, a contenere. Paolo, gli dico, da questa mostra sono uscito commosso, era tanto tempo che non mi succedeva. E forse questa è la risposta, l’unica, che si può dare alla mia domanda iniziale. Commozione.

P.S. Una mostra così grande e importante non dovrebbe venire a Ferrara, alla vigilia dell’inizio della guerra di cent’anni fa?, chiedo ai politici della cultura.

INTERVISTE
Voci di piazza, Festivaletteratura visto dalla parte dei volontari

E’ calato il sipario anche sulla diciottesima edizione di Festivaletteratura. Ormai i record non sono più una sorpresa per la manifestazione mantovana che, come confermano i numeri a poche ore dal termine, sono aumentati rispetto agli anni passati: quasi 70 mila i biglietti venduti che, aggiunti ai partecipanti a eventi gratis e alle altre iniziative, delineano una presenza che va aggirandosi attorno alle 120 mila unità. Un traguardo veramente importante e soprattutto rassicurante per gli anni a venire, considerata anche la qualità e l’importanza degli ospiti del festival sempre molto amati dal pubblico.
Questo per me è stato il sesto anno consecutivo da volontario al servizio agli eventi, in quest’edizione ruolo impreziosito dalla nomina di responsabile di luogo, e posso tranquillamente confermare la notevole mole di lavoro aggiuntasi rispetto agli altri anni. Le strade di Mantova soprattutto nel weekend (e grazie al cielo, in tutti i sensi, viste le premesse meterologiche dei primi giorni) erano intasate, le code agli eventi chilometriche, le ore di attese sotto il sole interminabili. Non ho mai visto nella mia esperienza mantovana così tanti passanti girovagare per la città, scovare un angolo con in corso un evento, magari già incominciato e con posti a sedere esauriti, e volervici entrare lo stesso. Tutti sintomi che Festivaletteratura è più vivo che mai ed appassiona senza paura di coinvolgere chiunque, spesso anche quelli sulla carta più disinteressati.
Mi sono soffermato così a chiaccherare con i miei compagni di avventura provenienti sia dalla provincia che da altre parti d’Italia, riflettendo sul nostro operato e sulla fortuna di far parte di una macchina organizzativa divenuta veramente importante negli ultimi anni. Anche Edoardo, vent’anni e residente in provincia alla sua settima edizione da volontario, conferma che quest’anno c’era qualcosa in più rispetto agli anni passati e che “dopo tanti anni e tanta esperienza acquisita, questa volta arrivare a domenica è stata molto più dura, fisicamente e mentalmente. Ho visto nel tempo il festival evolversi e sono rimasto profondamente colpito e allo stesso tempo orgoglioso nel vedere come così tante persone, noi volontari in primis, riescano a fondersi in un tutt’uno con la città per tutta la durata dell’evento, creando una cornice per me unica in tutta la nazione”. Maddalena invece, 17 anni e proveniente da Verona, mette in risalto l’importanza “didattica” del festival: “è il mio secondo anno da volontaria a Mantova, opportunità offertami dalla scuola che propone a molti alunni come me di avanzare le candidature. Ho conosciuto tanti altri ragazzi che sono riusciti ad entrare nell’organizzazione di questo evento grazie alle scuole e penso che siano iniziative che non possano fare altro che aiutare i giovani, stimolandoli a partecipare in modo attivo ad eventi di questo genere”. Ilaria da Milano invece sottolinea la questione del volontariato come “spinta fondamentale per fare funzionare queste manifestazioni, divenute famose oggi ma nate anni fa con l’aiuto di tante persone e pochi spiccioli . Da anni nel mio comune sono attiva come volontaria in diverse associazioni ed in parrocchia, Festivaletteratura mi ha dato la possibilità di scoprire altri volti del volontariato, organizzando sempre in festa e allegria un evento per decine di migliaia di persone, promuovendo cultura e arte”. E come dimenticarsi del divertimento? E’ quello che pensa Virginia, anche lei residente in provincia e alla quarta esperienza, mettendo in risalto come “non ci sarebbe questo grande feeling tra così tanti volontari senza una grande voglia di divertirsi, anche durante i momenti più duri e con tanto lavoro da fare. Questo a mio modo di vedere è la grande fortuna del gruppo di Festivaletteratura”.
Insomma tra tanti biglietti staccati, tanti tavoli spostati, ritmi frenetici, notti quasi insonni tra palestre e campeggi, ci sta tanta voglia di mettersi in gioco e contribuire partecipando a quella che oramai è divenuta una tappa obbligatoria per molti. Queste erano solo alcune delle voci delle più di settecento magliette blu di Festivaletteratura, che si sono già dati appuntamento per l’anno prossimo, sempre a Mantova, dal 9 al 13 di settembre.

Accesso al Portocanale di Portogaribaldi, Cna chiede un nuovo incontro a Provincia, Comune e Capitaneria

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Dopo l’intesa raggiunta a giugno, l’Associazione sollecita l’avvio dei lavori per il ripristino delle dimensioni dell’imboccatura, precedenti ai lavori dell’Idrovia

Nell’incontro tenutosi presso la Capitaneria di Porto di Portogaribaldi, alla presenza della Provincia, del Comune di Comacchio e del Comando di Capitaneria, con l’obiettivo di affrontare i problemi connessi all’ampliamento del canale di accesso al porto in seguito ai lavori dell’Idrovia, venne accolta positivamente la proposta della Cna di riportare temporaneamente l’ampiezza dell’apertura di accesso al Porto Canale alle condizioni originarie. Ciò operando, nel contempo, per ridurre gli effetti indesiderati all’interno del Porto ed evitare situazioni di pericolo in caso di condizioni meteo-marittime non ordinarie, purtroppo sempre più frequenti. In pratica, venne stabilito, di comune accordo, che i lavori di ripristino sarebbero iniziati al termine della stagione balneare, quindi con i primi di ottobre, per potersi concludere ben prima del periodo invernale.
Ora, Cna Turismo, in una lettera inviata in questi giorni, ha invitato la Provincia, il Comune di Comacchio e la Capitaneria di Porto a promuovere un nuovo incontro congiunto per verificare lo stato di avanzamento progettuale e la tempistica operativa dell’avvio dei lavori, visto l’imminente arrivo della stagione autunnale. I rischi di forte maltempo rendono, infatti, necessario marciare in tempi rapidi.
In tale occasione, l’Associazione intende proporre all’attenzione alcune questioni, che stanno particolarmente a cuore agli operatori della navigazione operanti nel Portocanale. “La principale – puntualizza il responsabile di Cna Turismo Mauro Balestra – riguarda l’esigenza di poter disporre di un’area specifica, in particolare per il periodo di disarmo delle imbarcazioni, che generalmente va da metà novembre a marzo, nella quale potere effettuare le attività di manutenzione ed essere, nel contempo, ricoverati in un’area protetta”. Con l’ampliamento e la costruzione delle darsene nella zona del vecchio porto turistico e il riassetto più complessivo Cna Turismo, infatti, ritiene sia oggi possibile individuare una adeguata soluzione. Nella lettera inviata a Provincia, Comune di Comacchio e Capitaneria di Porto, infine, l’Associazione ricorda che l’attività delle motonavi è legata specificamente al turismo, e pertanto pienamente confacente all’utilizzo di spazi adibiti ad attività d’impresa di interesse collettivo, per lo sviluppo dell’economia locale.

Riapre il Museo Civico Di Storia Naturale

da: Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara

Venerdì 26 settembre il Museo riapre i battenti dopo i lavori di ristrutturazione durati tutta l’estate.

Festeggeremo l’evento insieme ai cittadini con la presentazione dei locali rinnovati e di alcune nuove installazioni e con due appuntamenti speciali, alle ore 17.00 e alle ore 21.00.

Alle ore 17:00 inaugurazione della mostra “TERRE SILENZIOSE” dell’artista Dacia Manto, organizzata in collaborazione con MLB Maria Livia Brunelli home gallery e BioPastoreria TerravivaBio, che resterà aperta sino all’11 gennaio 2015.

La mostra fa parte di un progetto ideato in occasione del 2014 Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare ed incentrato sul tema dei giardini urbani e degli orti a conduzione ‘familiare’, per lo sviluppo delle aree verdi anche nel cuore delle aree urbane. Con questo progetto, vengono messi in relazione tre luoghi differenti all’ interno della nostra città, unendoli in una sorta di percorso ideale ed articolato che dal Museo di Storia Naturale conduce alle aree di Terraviva e alla home gallery di Maria Livia Brunelli, favorendo la fruizione estetica e sensoriale dei luoghi e portando a riflettere sulla biodiversità come elemento fondamentale per i cicli naturali e il suo stretto rapporto con l’agricoltura, soprattutto nelle forme urbane o familiari.

Barbagianni Dacia Manto Al Museo di Storia Naturale l’attenzione verrà concentrata sulle numerose specie di volatili che abitano il territorio ferrarese, con una installazione di grandi dimensioni, leggera e luminosa, che simulerà un grande ed immaginario ‘stormo’ di uccelli disegnati.
Accanto, tavoli /archivi testimonieranno la ricerca sul campo, attraverso diverse raccolte di reperti, taccuini, piccoli disegni.
Mentre una serie di disegni a parete evocheranno il territorio e le specie animali che lo abitano o lo hanno abitato in passato. Il Museo verrà anche ‘contaminato’ da un percorso sonoro che porterà tra le sue sale i suoni e i canti delle molte specie di uccelli che, con la loro presenza discreta e talvolta poco visibile abitano i giardini urbani, in particolare i sentieri che conducono alla cinta muraria della città.

Il titolo del progetto, Terre silenziose, rimanda al titolo di un libro fondamentale di Rachel Carson, che per prima , negli Stati Uniti degli anni Settanta, con il suo saggio ‘Primavera silenziosa’ puntò il dito contro l’uso massiccio dei pesticidi e concimi chimici che, nell’interesse del profitto delle multinazionali, stava impoverendo in modo irreversibile la fauna e la flora di vaste zone di territorio statunitense, oltre a costituire grave pericolo anche per le popolazioni esposte. Questo progetto e l’intero percorso vogliono essere un omaggio a lei.

Nei giorni successivi all’inaugurazione, la visita alla mostra sarò compresa nel prezzo del biglietto di ingresso al Museo.

Alle ore 21:00 apertura straordinaria serale per celebrare “LA NOTTE DEI RICERCATORI”

L’iniziativa è promossa dalla Commissione Europea e coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei, nell’intento di creare occasioni di incontro tra ricercatori e cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante. Il Museo di Storia Naturale aprirà al pubblico di tutte le età con ingresso gratuito dalle 21.00 alle 24.00, per far conoscere da vicino quali ricerche e studi il personale scientifico del museo ferrarese svolge sul territorio.

Lungo l’itinerario espositivo saranno allestiti i “tavoli delle scienze naturali” dedicati alle scienze della Terra, all’ecologia, all’entomologia e alla zoologia, dove i ricercatori del museo presenteranno materiali e reperti delle collezioni di studio, normalmente non accessibili al pubblico, illustrando con l’ausilio di vari strumenti e attrezzature come si svolgono le attività di ricerca in ciascuno dei rispettivi ambiti di specializzazione.

Per entrambe le iniziative, l’ingresso del 26 settembre sarà gratuito.

Ferrara Balloons Festival: il programma di giovedì

da: ufficio stampa Ferrara Fiere Congressi

Anche se il clima non è tipicamente settembrino e in attesa che il bel tempo torni a imporsi, il Ferrara Balloons Festival continua incessante al Parco urbano “Giorgio Bassani” di Ferrara, dove proseguirà fino a Domenica 21.
Il programma della giornata di Giovedì 11 ricalca quello dei precedenti giorni feriali, a partire naturalmente dai voli delle mongolfiere (pioggia permettendo): i voli liberi decolleranno in due sessioni, alle 7.30 e alle 17, mentre quelli vincolati si susseguiranno a ripetizione dalle 17.30 alle 20.30.
Alle 8.30, penultimo giorno di “lezione” per i bambini dai 6 ai 14 anni iscritti a “Educamp – Scuole aperte per ferie!”, il campo multidisciplinare promosso dal CONI – Comitato Regionale Emilia-Romagna, che propone sport e attività formative fino alle 18.30.
Sin dal mattino saranno aperti anche gli stand per lo shopping, che punteggiano i sentieri e le piazzole del Parco urbano.
Il programma del pomeriggio sarà inaugurato alle 15.30 dalle passeggiate sui pony di A.C.L.I. Coccinelle, cui seguiranno, mezz’ora dopo, le prove libere di tiro l’arco con gli istruttori della Compagnia Arcieri e Balestrieri Filippo degli Ariosti.
Dalle 16 alle 22 la Città Magica allestita dall’Ente Palio di Ferrara e dal Rione Santo Spirito aprirà le proprie porte al pubblico del Festival, che potrà fare acquisti nel mercato rinascimentale, assistere a spettacoli di rievocazione storica e gustare piatti tradizionali presso la locanda “La Sganzega”.
Alle 17, quarto round del torneo di calcio in gabbia 3-contro-3 “Ri-giochiamoci i Mondiali”, organizzato da UISP Comitato di Ferrara.
In chiusura, poco prima del tramonto, di nuovo tutti con il naso all’insù, per ammirare lo spettacolo delle mongolfiere in volo.

provincia-ferrara

Armonie della notte in Castello con i Solisti Orchestra Città di Ferrara

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Venerdì 12 settembre alle 21, nell’ambito della rassegna Delizie Destate promossa dalla Provincia di Ferrara con il contributo della Regione Emilia-Romagna, il Salone degli Stemmi del Castello Estense di Ferrara accoglierà i Solisti dell’Orchestra Città di Ferrara, impegnati in un originale omaggio alla musica d’intrattenimento delle aristocrazie europee del Settecento attraverso preziose pagine d’occasione di Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig Van Beethoven.
Giovanni Polo e Agide Brunelli (clarinetti), Paolo Furegato e Stefano Semprini (fagotti), Massimo Mondaini e Fabio Tieghi (corni) proporranno in apertura il Rondino per fiati in Mi bemolle maggiore WoO 25, opera di Beethoven del 1792. Del compositore di Bonn anche il successivo Sestetto per fiati in Mi bemolle maggiore op. 71, datato 1796 e anch’esso destinato all’orchestra di Corte del Principe Massimiliano d’Asburgo. Concluderà la serata la deliziosa Serenata n. 11 per fiati in Mi bemolle maggiore K 375, composta da Mozart nel 1781 e già aperta a suggestive ispirazioni pre-romantiche.
L’ingresso è libero, fino ad esaurimento della disponibilità.
I Solisti Orchestra Città di Ferrara saranno nuovamente ospiti del Salone degli Stemmi venerdì 19 settembre alle 21, in una serata dedicata alla musica francese del Novecento con musiche di Poulenc, Faurè e Connesson.

L’INCHIESTA
Partigiani oggi, nuove testimonianze: “Senso di responsabilità e coraggio per risollevare il Paese”

3. SEGUE – Continuano ad arrivare in redazione testimonianze che riattualizzano i valori della Resistenza e indicano il significato dell’essere “partigiani oggi”. E noi continueremo puntualmente a darne conto su queste pagine. Abbiamo chiesto a uomini e donne di generazioni diverse, con storie, percorsi, esperienze, formazione differenti di esplicitare i princìpi inderogabili per i quali è necessario impegnarsi e gli ostacoli che si frappongono alla loro applicazione. Nella colonna a destra della home, in alto, abbiamo inserito un logo che riporta il titolo dell’inchiesta; cliccandolo si accede a una videata che visualizza tutti gli interventi pervenuti, nella loro versione integrale.

Licia Vignotto, giovane giornalista e operatrice culturale spiega di aver “pensato a lungo sul tema del valore da difendere, ma l’idea del ‘valore’ non mi piace, come non mi piace l’idea della ‘difesa’. Ci si difende dagli aggressori ma a me sembrano tutti vittime: i ricchi e i poveri, i benestanti e i malestanti. Provo pena – pena sincera – per chi si comporta in modo stupido e nocivo, per gli arrivisti e i carrieristi, per gli avidi, per gli arroganti, per i disonesti. Non c’è niente da difendere, caso mai da diffondere: responsabilità”.

“Sarebbe sufficiente che la gente cominciasse a guardarsi in faccia e a leggere i valori dentro l’Etica del volto e della responsabilità”, fa eco Raffaele Rinaldi, direttore dell’associazione Viale K. Il quale segnala “la mancanza del coraggio necessario a declinare i valori nella tutela della dignità e nella lotta per la libertà della persona, soprattutto dei più deboli. Paradossalmente – rileva – si salvano i valori e si ammazzano le persone. Sappiamo scegliere i valori come i prodotti al supermercato, soprattutto quando si possono applicare forti sconti sull’impegno attivo che ne deriva. Preferiamo la penombra dell’ignavia all’esposizione del partigiano”.

“Mi piacerebbe vedere finalmente una guerra senza armi, una guerra di cervelli che vogliono il meglio per tutti, quel famoso ‘bene comune’, allontanando tutte le nefandezze presenti – afferma la giornalista marchigiana Cristiana Carnevali -. Ma certe volte mi sento impotente di fronte a tanti nani, saltimbanchi e ballerine che popolano la nostra società, occupando posti di rilievo, non soltanto in politica, con incapacità evidenti e soprattutto senza il benché minimo rispetto per Italia e italiani. Per questo restiamo partigiani anche oggi e i valori che perseguiamo sono sempre gli stessi”.

Francesca Succi, giovanissima giornalista particolarmente nota come blogger, introduce un originale punto di vista: “Come donna e giovane sono una guerriera, ogni giorno. Combatto per la libertà, la credibilità, la solidità e la condivisione immacolata. Il mio nemico è rappresentato dallo stereotipo, dalla menzogna, dall’ignoranza e dalla mancanza di tempo. L’unica adeguata difesa è l’energia, che parte dall’interno per confluire esteriormente, producendo risultato”.

Amara la riflessione di Mario Rebeschini, fotografo di pace in tempo di guerre: “Quando in un’assemblea infuocata all’università si voleva creare un momento di attenzione – ricorda – dal megafono si gridava: ‘Attenzione compagni, attenzione, prende la parola un partigiano, il compagno L.P’. Ed ecco L.P. dire parole di condivisione alle nostre battaglie con le raccomandazioni di un padre che stimi. Ma chi ha il coraggio, oggi, di prendere un megafono per ricordarci con forza i grandi valori della Resistenza e il sacrificio di quei milioni di uomini e donne che hanno garantito a tutti un’esistenza degna d’essere vissuta? Poveri partigiani, poveri noi, mi viene da pensare, ma non lo dico a nessuno”.

3. FINE

Cliccando i nomi in grassetto è possibile leggere l’intervento integrale

Leggi la prima puntata dell’inchiesta

Leggi la seconda puntata dell’inchiesta

Leggi i nostri articoli del progetto Treccani “Voci di Resistenza” di Giuseppe Muroni

Sostegno al Circolo Don Bosco

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

La Bottega degli Artisti per prima ha risposto all’appello lanciato dall’Amministrazione Comunale nei mesi scorsi, per dare una mano al Circolo degli anziani “Don Bosco.” Giovedì 11 settembre, alle ore 16.30 una quindicina di piccole allieve della scuola di danza diretta da Sara Parmiani si esibiranno al Circolo Don Bosco, che ha sede in Via Don Bosco 1, con alcune coreografie tratte dall’ultimo saggio di danza. Sarà promossa anche una lotteria, il cui ricavato verrà interamente devoluto al circolo, per sostenere il suo cammino di crescita. “E’ bello vedere tanti anziani che si divertono -ammette Sara Parmiani-, ma è altrettanto importante tendere loro una mano per incentivare la promozione sociale del circolo.” Insieme alla Bottega degli Artisti si esibirà anche il duo musicale Alberto e Stefano Parmiani. Lo scorso anno, in occasione delle festività natalizie, l’Amministrazione Comunale ha organizzato una giornata di spettacoli ed iniziative con raccolta fondi da destinare al Circolo Don Bosco, “prefiggendosi un duplice obiettivo – spiega l’Assessore alla Cultura Alice Carli – quello di far conoscere il circolo e le importanti attività di aggregazione sociale e culturali che svolge, ma anche quello di aiutarlo economicamente a superare un periodo non facile, dovuto al persistere della crisi economica.” Il Circolo anziani Don Bosco è ormai una realtà storica fortemente radicata sul territorio, degna di essere conosciuta da tutti, perchè svolge una mission fondamentale, diffondendo la cultura dell’aggregazione e della coesione sociale, con un occhio di riguardo verso la terza età! L’occasione per conoscere e sostenere il Circolo Don Bosco si presenta proprio attraverso lo spettacolo promosso dalla Bottega degli Artisti di Sara Parmiani, mentre l’Amministrazione Comunale sta già pensando ad iniziative future.

La mostra di Nicola Sebastio anche sul web

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

“Nicola Sebastio: La bellezza della vita. Storie d’arte e d’amicizia” è il nome della mostra che sarà inaugurata a Palazzo Bellini sabato 13 settembre, alle ore 11, in presenza dell’arcivescovo Mons. Luigi Negri. C’è molta attesa per questa inaugurazione, con cui “si apre ufficialmente il periodo dei grandi eventi culturali ed artistici di una stagione ricchissima e di grande livello -annuncia l’Assessore alla Cultura Alice Carli -. In anteprima infatti il 27 settembre prossimo apriremo al pubblico il settecentesco Ospedale degli Infermi – prosegue l’Assessore -, con la mostra dedicata ad un artista locale tanto amato dalla comunità, Giglio Zarattini. Il 20 ed il 21 settembre inoltre calerà nel centro storico l’atmosfera dell’antica Roma con una imponente rievocazione storica in costumi dell’età augustea.” Insomma si preannuncia straordinariamente ricco il calendario di iniziative culturali che per tutto l’autunno intratterrà viaggiatori e visitatori, mentre i riflettori sono già puntati sulla prima mostra, quella dedicata allo sculture Nicola Sebastio, voluta dall’Amministrazione Comunale a cento anni dalla nascita dell’artista bolognese, profondamente legato a questo territorio. Nella mostra allestita al piano terra della Galleria d’Arte moderna di Palazzo Bellini saranno esposte le opere che mettono in luce i legami di amicizia e gli incontri determinanti per la formazione artistica dello stesso Sebastio. L’Amministrazione Comunale ringrazia tutte le realtà che hanno proficuamente collaborato alla realizzazione della mostra, a partire dal Centro L’Umana Avventura di Ferrara, l’Associazione Antoni Gaudì, l’Associazione Amici di Sebastio di Milano, la Fondazione Enrico Zanotti di Ferrara, il Centro di solidarietà Giglio Zarattini di Comacchio e l’Associazione Genitori Luigi e Zelia Martin di Ferrara. La mostra, visitabile ad ingresso gratuito sino al 2 novembre prossimo, si avvale anche di un sito web: http://nicolasebastio.tumblr.com/chiesebastio

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Domani a Ponte d’Ambiente l’incontro con il Ministro della Giustizia Orlando

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

L’incontro con il Ministro della Giustizia Orlando, l’On.le Bratti e la Senatrice- Giornalista Rosaria Capacchione, che si svolgerà giovedì 11 settembre a Ponte d’Ambiente (Pontelagoscuro – via Venezia), sarà l’occasione per parlare della politica di Governo e del Parlamento in tema di contrasto alla illegalità ambientale.

In particolare l’attenzione è concentrata sull’approvazione da parte del Senato del Disegno di Legge che introduce i delitti ambientali, da affiancare ad una nuova politica in tema di controlli ambientali, che sia più semplice e certa per le Imprese, in fase di autorizzazione, ma che al contempo sia più incisiva in fase di esecuzione del controllo ambientale.

La presenza del Ministro della Giustizia Orlando, porterà inevitabilamente a parlare anche della “Riforma della Giustizia”, su come questa Riforma voglia dare un segnale politico molto forte, di attenzione nei confronti delle Famiglie e delle Imprese, con l’istituzione del Tribunale per le Famiglie e il potenziamento del Tribunale delle Imprese, con la riduzione dei tempi della Giustizia Civile, con l’introduzione della negoziazione assistita dagli Avvocati, per non portare davanti al Giudice tutte le controversie.

La moderazione dell’incontro sarà a cura della responsabile giustizia del PD di Ferrara Rita Reali.

“Fai Rete anche Tu”, un seminario sui Social Network domani alle 18 presso DICIBO

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

I Social Network come strumenti per far crescere concretamente il business: si svolgerà giovedì 11 settembre a partire dalle ore 18,00 presso il ristorante Spazio DICIBO (in via Carlo Mayr 4 a Ferrara) il convegno promosso dai Giovani Imprenditori di Confcommercio Ferrara e da Ascom provinciale dal titolo “Fai Rete anche Tu: Internet e Social Network come opportunità per incrementare i clienti”
“Abbiamo voluto – spiega Simona Salustro presidente provinciale dei Giovani di Confcommercio – andare oltre i luoghi comuni dell’utilizzo dei social network. Il taglio di questo incontro è tecnico e cercherà di fornire ai partecipanti elementi concreti per utilizzare il Web ed i Social ( Facebook, Twitter…) per ascoltare il mercato, analizzare le tendenze di consumo, le mode presenti e future della community in Rete. Abbiamo chiamato a questo scopo due giovani under 40 che occupano posti di assoluto rilievo in realtà mondiali che lavorano in questa direzione: mi riferisco a Google (con tutto il suo universo di applicazioni) e We Are Social (un’agenzia che studia e conversa con i Social proprio in funzione dei suoi aspetti sociali ed economici)”.
L’innovazione in definitiva “è il nostro tema centrale – commenta dal canto suo Giulio Felloni, presidente provinciale Ascom Ferrara – e questo appuntamento dai riscontri pratici per gli imprenditori del commercio, servizi e turismo lo dimostra. Oggi più che mai l’approccio al mercato deve avere un salto di qualità e proiettarci grazie a strumenti innovativi a comprendere quali sono le tendenze del mercato, spesso repentine, sapendone cogliere ognuno per la sua tipologia di attività le opportunità nel breve, medio e lungo periodo”.
Il programma prevede dopo i saluti della presidente Salustro e del presidente Ascom Felloni il benvenuto di Raffaele Chiappa presidente dei Giovani Imprenditori Confcommercio dell’Emilia Romagna. Il pomeriggio – moderato dal direttore generale Davide Urban – proseguirà con gli interventi per l’appunto di due giovani quanto affermati esperti del settore che hanno già raggiunto responsabilità di alto livello in realtà internazionali: Gabriele Cucinella (cofondatore e managing director di We Are Social) e poi di Riccardo Rodella (Google adword advertising consultant). Dunque i Social al microscopio per capirne tutte le potenzialità pubblicitarie e vederne con completezza la ricca miniera di informazioni: il tutto per vincere la sfida quotidiana nei mercati. La conclusione è fissata intorno alle 20,15.

Partigiani oggi, Raffaele Rinaldi: “I valori sono nella costituzione, ma vanno praticati non solo professati”

Raffaele Rinaldi, direttore Associazione Viale K

Ecco, questo è il punto oggi. L’essere partigiano. I valori possono essere rintracciati nell’attenta ricerca storico-filosofica della nostra tradizione occidentale, e nel cuore di tutte le culture altre. Per chi voglia evitare tale fatica sarebbe” sufficiente” leggersi la Costituzione ispirata da persone che hanno visto in faccia la barbarie e desiderose di restituire umanità ad una comunità che sembrava irrimediabilmente perduta. Se parliamo di religioni, basta sfogliare i libri sacri e recuperare il messaggio originario ed escatologico.
Non credo nei valori assoluti. Chiariamoci. Voglio dire che non credo nei valori declamati nel loro monoteismo assoluto, questioni di principio nella bella cornice della retorica che nessuno contesta. Belli, ma inutili. Pomposi, ma vuoti. Alti, ma senza vertigini. Forti, ma addomesticati al potere di turno. L’elenco dei valori lo lascio volentieri ad altri.
Si è persa la capacità di trovare la stretta dei valori con lo sviluppo integrale della persona, il coraggio di declinarli nella tutela della dignità e nella lotta per la libertà della persona, soprattutto dei più deboli. Paradossalmente si salvano i valori e si ammazzano le persone. Magari abbiamo capacità critiche per individuare ingiustizie, ma non riusciamo a vincere la forza di gravità che ci schiaccia corpo e anima sul divano, o dalle polemiche internaute che navigano nei mari del virtuale ma non approdano mai ai veri drammi delle povere esistenze che ci stanno intorno. Sappiamo scegliere i valori come i prodotti al supermercato, soprattutto quando si possono applicare forti sconti sull’impegno attivo che ne deriva. Preferiamo la penombra dell’ignavia all’esposizione del partigiano.
Ricordate? Dante pone gli ignavi nell’antinferno che -in virtù della legge del contrappasso- rincorrono senza posa un dannato straccio mentre vengono punti da vespe e mosconi poiché in vita non reagivano agli stimoli e non insegnavano alcun ideale. Virgilio invita dante a passate oltre con sdegnosa indifferenza, quasi schifati della bassezza morale… poiché non furono mai vivi, ma per se stessi furono. Preferiamo la libertà” da” alla libertà” per”.
“Ridurla ‘la libertà’ alla sola conquista dell’autonoma, significa incoraggiare quella tendenza dell’ individuo a rinchiudersi in sé stesso, che lo rende ottuso e non disponibile; mentre il movimento della libertà è anche movimento di distensione, di compenetrazione, di disponibilità, e quindi non solamente di rottura e di conquista, ma anche di adesione. L’uomo libero è un uomo che il mondo interroga e che al mondo risponde: è l’uomo responsabile” (E. Mounier, il personalismo, p.97).
ESSERE partigiano di valori, vuol dire scegliere la persona, riprendere la capacità della relazione, cogliere e interpretare quelle domande mute e ineludibili che abitano l’esistenza di ognuno. É l’unica possibilità per combattere le riduzioni antropologiche della cultura dominante del mercato per cui è “scarto” chi non rientra nell’interpretazione dell’UOMO consumatore (definizione di Zygmut Bauman). Una cultura che ha appestato la società e permette la costruzione di quelle “Strutture di peccato” dove albergano indisturbate pratiche come quelle dello sfruttamento ambientale, della precarietà del lavoro, dell’emarginazione sociale delle categorie più deboli, dell’indifferenza verso i poveri.
Sarebbe sufficiente che la gente cominciasse a guardarsi in faccia e a leggere i valori dentro l’Etica del volto e della responsabilità.

Partigiani oggi, Licia Vignotto: “Rivoluzionaria ora è l’assunzione di responsabilità”

Licia Vignotto, giornalista

Ho pensato a lungo sul tema del valore da difendere, ma l’idea del ‘valore’ non mi piace, come non mi piace l’idea della ‘difesa’. Ci si difende dagli aggressori ma a me sembrano tutti vittime: i ricchi e i poveri, i benestanti e i malestanti. Provo pena – pena sincera – per chi si comporta in modo stupido e nocivo, per gli arrivisti e i carrieristi, per gli avidi, per gli arroganti, per i disonesti. Non c’è niente da difendere, caso mai da diffondere: responsabilità.

IL FATTO
i’What’? Cogli
la prima mela

Il 9 settembre è un altro di quei giorni per qualcuno memorabili in cui la Apple annuncia le sue novità per la prossima stagione degli acquisti, che non va dimenticato negli USA inizia con il Thanksgiving, cioè ben prima di Natale. Il carrello di quest’anno contiene un iPhone più grande in due diversi formati (4,7 e 5,5 pollici contro i 4 della generazione precedente), secondo un trend già anticipato da tempo dalla concorrenza asiatica, che trova giustificazione nella necessità di maggiore spazio visivo che app sempre più complesse richiedono. E’ inoltre arrivato il nuovo ed atteso da tempo iWatch, la risposta Apple ai già numerosi dispositivi presenti sul mercato che integrano le funzionalità di un orologio con quelle di monitoraggio di alcuni parametri fisiologici e la misurazione dell’attività fisica. Il nuovo gadget di Apple, oltre ad una maggiore attenzione all’estetica, sorta di marchio di fabbrica dell’azienda, ad un’interfaccia utente estremamente configurabile e la disponibilità di modelli con diverse finiture, pare avere una spiccata vocazione per la comunicazione, naturalmente in combinazione con un iPhone, e dispone di un’interfaccia vocale che consente di dettare direttamente risposte ai messaggi ricevuti. Infine l’annuncio, poco interessante per i feticisti, ma utile per comprendere meglio le strategie a medio termine dell’azienda, di una nuova versione di iWallet, il meccanismo di micro pagamenti da dispositivo mobile con cui Apple sta tentando di acquisire una posizione di preminenza in questo mercato in crescita tumultuosa.
Immancabili anche quest’anno i gruppi di fanatici del marchio in coda da giorni davanti ai negozi per essere i primi ad acquistare o solo prenotare le nuove meraviglie, a qualunque prezzo e solo per poter dire, almeno per qualche settimana: “io ce l’ho e voi no”. Si può osservare tuttavia che dalla morte del fondatore questi eventi hanno avuto una risonanza via via un po’ minore e che le file di cui si diceva sono ogni volta sempre un po’ più corte: viviamo in un’epoca d’altronde in cui tutto si brucia molto rapidamente e poi, forse, di reali novità, di quelle che cambiano le abitudini di milioni di persone, negli ultimi anni non ce ne sono praticamente state. Ciononostante, pur essendo uno che nei confronti di quella che oggi è la società più capitalizzata del pianeta ha sempre avuto un atteggiamento molto distaccato, se non decisamente critico per la politica di quasi totale chiusura dei suoi prodotti, non posso non riconoscere che è grazie a loro che la sintesi funzionale e la diffusione di alcuni oggetti chiave è avvenuta più velocemente di quanto non sarebbe stato altrimenti.
La specialità di Apple non è mai stata infatti quella di inventare tecnologie in sé particolarmente innovative, ma invece di riuscire a definire mix funzionalità hardware e software (cioè strumenti) di qualità elevata, utilizzando quasi sempre tecnologie di terze parti giunte al giusto punto di maturazione, che regolarmente si impongono come riferimento anche per la concorrenza. Con un’attenzione quindi molto più rivolta all’ergonomia ed all’estetica che non alla pura ostentazione tecnologica, anche se, naturalmente, per ottenere quei risultati occorrono tecnologie di primissimo ordine. Per fare un esempio, prima dell’iPhone tentativi di realizzare quello che poi sarebbe diventato lo smartphone ce ne sono stati parecchi. Nokia che era il maggiore produttore di cellulari al mondo, ma anche altri produttori, ci ha provato diverse volte, con prodotti anche interessanti senza tuttavia mai riuscire a trovare la ricetta giusta. In questo caso la scommessa vincente di Apple è stata quella di puntare sulla tecnologia multi-touch e di abbandonare completamente la tastiera meccanica, che poneva vincoli insormontabili alla dimensione dello schermo o costringeva a ricorrere a soluzioni macchinose ed ingombranti. Probabilmente anche il nuovo iWatch costituirà immediatamente un riferimento per la concorrenza che, questa volta nel giro di pochissimo tempo a dimostrare la progressiva perdita del vantaggio strategico dell’azienda di Cupertino, realizzerà prodotti simili ed anche migliori. Il futuro è ormai da tempo orientato verso la diffusione di dispositivi “indossabili” (wearable per gli anglofoni) di piccole dimensioni e non invasivi, dall’orologio ai sensori per uso salutista e sanitario, alle protesi intelligenti (occhiali, lenti a contatto) che diventeranno sempre più comuni. Uniti all’immancabile smartphone, da tenere in tasca, nella borsa o legato in vita, di Apple o della concorrenza, saranno in grado di raccogliere informazioni sui nostri parametri vitali in tempo reale o di inviarci su richiesta supporti informativi di vario tipo, come ad esempio è ormai possibile con i Google Glass.

L’OPINIONE
Il dito e la luna…

Bufera sulle primarie del Pd dell’Emilia Romagna. E’ giusto ricordare che siamo in presenza di indagini, non di condanne. Ma è altamente apprezzabile il gesto di farsi da parte in attesa di chiarire la propria posizione. Così ha fatto Richetti. Così dovrebbe fare Bonaccini. Continuano invece le dichiarazioni fuori posto dell’assessore di Sel Massimo Mezzetti. Si era già distinto nell’attacco ai giudici dopo la sentenza che portò alle dimissioni di Errani. Ora rincara la dose: “Per risparmiare tempo chiediamo alla Procura di Bologna chi vuole alla presidenza della Regione…”. E bravo Mezzetti! Non ti accorgi che continui a replicare la storica frase della destra berlusconiana dopo ogni iniziativa della Magistratura: “Ecco la giustizia ad orologeria!”? In attesa delle decisioni del Pd, a fronte della difficile situazione che si è venuta a creare, inviterei a non guardare il dito, ma la luna… E la luna di questa storia corrisponde non a poche centinaia di euro, ma alla vergogna di una Regione che negli anni scorsi partecipò insieme a tutte le Regioni d’Italia ad approvare quel sistema di privilegi che fu portato a conoscenza dell’opinione pubblica dopo gli scandali che colpirono le regioni del Lazio e della Lombardia. Per me è politicamente e moralmente più grave il sistema legale di benefit che fu approvato a fari spenti da tutte le Regioni che non le singole responsabilità di violazione della legge. In Emilia Romagna il Pd si difende dicendo di essere stata la prima Regione ad iniziare a tagliare questi privilegi. E’ vero. Ma ciò non assolve da due peccati politici e morali imperdonabili: l’averli approvati a suo tempo; non averli mai denunciati prima che arrivassero i magistrati. Eppure Errani fu anche Presidente nazionale della Consulta delle Regioni… Caro Mezzetti, senza l’azione della Magistratura questo Paese sarebbe peggiore di come la casta politica l’ha ridotto in questi decenni di sciagurata corruzione e di sprechi del denaro pubblico.

LA STORIA
Il Cos padre di tutti i Forum

di Daniele Lugli

Torna il tema della partecipazione, da ultimo con il bell’intervento di Giovanni Fioravanti su Ferraraitalia, nel quale si parla di Forum, di partecipazione civica, di vita di quartiere.
Forse può essere di qualche interesse ricordare al riguardo un’importante esperienza ferrarese dell’immediato dopoguerra, promossa e sostenuta principalmente da Silvano Balboni (Ferrara 1922-1948), la cui opera di antifascista, amministratore, educatore sociale non è molto conosciuta. Si tratta dell’attività del Centro di Orientamento Sociale (COS).

Il COS nasce a Perugia su iniziativa di Aldo Capitini alla liberazione della città: la sua prima riunione è del 17 luglio 1944. Suo motto è “Ascoltare e parlare: non l’uno senza l’altro”. Diceva Capitini “chi può parlare ascolta più profondamente”. E’ luogo di libero e costante approfondimento dei temi più sentiti dalla comunità. A Perugia, accanto al COS centrale sorgono COS rionali ed altri nella provincia. Anche fuori dall’Umbria l’iniziativa prende piede. Tornato a Ferrara, nell’estate dal ’45 dalla Svizzera, dove si era rifugiato sul finire del ’43 per sfuggire a stringenti ricerche, Balboni si impegna subito per l’avvio del COS e la prepara con gli amici più vicini. Ci vorrà più tempo del previsto e la prima riunione del Centro di Orientamento Sociale di Ferrara si tiene lunedì 4 marzo1946 alle ore 18.15 all’Auditorium comunale.

Grande è il successo del primo incontro. La gente è venuta ad una riunione non più solo per ascoltare ma ha parlato. Ha posto all’ordine del giorno una serie di temi, a partire da quelli minuti e quotidiani – Nelle scatole di latte evaporato Unrra si nota un foro stagnato, c’è manomissione? L’autolettiga della Cri funziona male; c’è responsabilità? Il mangime per i polli è troppo caro e così la crusca venduta dai Consorzi agrari. L’assistenza sanitaria è troppo frazionata (Eca, Onmi, assistenza bellica, antitubercolare, reduci) e i furbi ne approfittano. Perché idraulici ed elettricisti non vengono a casa quando li chiami e costano così caro? Il problema delle strisce spartitraffico nel centro. Quali sono le prospettive dello stabilimento della Gomma sintetica? –  prendendo l’impegno di affrontarli. Viene messa a disposizione la sala del Consiglio in Castello Estense, sede della Amministrazione provinciale. Non si salta una settimana. Nel maggio del ’47 in una lettera a Capitini conta 50 incontri nel COS di città. Ci sono infatti anche COS, se pure meno assidui, nelle delegazioni, promossi sempre da Balboni. Notevole ad esempio l’attività di partecipazione alla base dell’istituzione della Delegazione di Gaibanella e la posizione del COS di Pontelagoscuro, contraria alla collocazione della ricostruzione decisa dal Comune, dopo la distruzione bellica, non più nel vecchio centro: sarà confermato l’orientamento dell’Amministrazione, con il voto contrario di Silvano Balboni, e nascerà Ponte nuovo.

Il tenersi del Cos in una sede istituzionale (in Castello fino a luglio, nel Salone del Plebiscito, Palazzo comunale, dopo cena) e l’essere divenuto Balboni assessore comunale agevolano certo il contatto con istituzioni, autorità, responsabili in genere. Ciò pone però anche il problema dell’autonomia e dell’indipendenza del COS garantita da impegno, indipendenza personale e rigore morale di Balboni. Il COS di Ferrara diventa un fatto di interesse cittadino, riconosciuto come uno strumento utile di conoscenza e controllo. La stampa cittadina ne annuncia gli incontri, ne riporta i resoconti, dibatte i temi affrontati dal Cos. È considerevole il contributo alla razionale e civile discussione dei problemi che il Cos dà in un momento nel quale la provocazione ed il sospetto sono strumenti usuali della lotta politica e si diffondono allarmi e voci incontrollate.

Nel tempo si nota uno spostarsi dai temi più minuti ad argomenti di più ampio respiro, anche sciolti da uno stretto legame locale. Un esempio è il Convegno Ferrarese sul problema religioso moderno che prende l’avvio il 17 dicembre del 1946 e poiché non è tema da concludersi in una serata prosegue un martedì dopo l’altro per dodici martedì, concludendosi l’11 marzo 1947.

Si svolge nella grande sala, allora sede dell’Università Popolare, sopra il Teatro Nuovo. Sono presentate e discusse 16 relazioni. Segue la discussione una media di 200 persone (molti i giovani e le donne). Il convegno, al quale con vari ospiti partecipano buona parte degli intellettuali ferraresi, alcuni tra i quali allora giovanissimi, desta attenzione e curiosità: ne vengono date notizie sulla stampa e ne conseguono polemiche. Le relazioni del sacerdote don Mario Mori, del pastore evangelico Zeno Tonarelli, del rabbino Leone Leoni, dell’ex prete, scomunicato vitando,  Ferdinando Tartaglia possono dare un’idea del ventaglio delle posizioni e dell’ampiezza del confronto..

Dimostrato che i temi più difficili possono essere portati a un contatto più largo che non si creda e affermato nei fatti che non vi sono limiti al discutibile si ritorna nella vecchia sede Consiglio comunale e a temi più consueti. Diceva Capitini che era bene discutere di patate e di ideali, non le une senza gli altri.

I problemi di funzionamento dei servizi pubblici e dell’istituzione di nuovi, del funzionamento più corretto dell’attività amministrativa, dell’assetto complessivo della città restano al centro dell’interesse del COS. In questo senso il COS viene a configurarsi in alcuni momenti quasi come un autorevole organo consultivo dell’Amministrazione per le più importanti decisioni da assumere. Il COS di Ferrara svolge un lavoro importante di vaglio, di preparazione e di critica rispetto alle decisioni amministrative. Il buon funzionamento delle assemblee, dove si va per ascoltare e parlare, ha creato uno spazio di confronto e di incontro di competenze tecniche, responsabilità politiche e amministrative e consenso popolare.

“Il COS lavora per la democratica trasparenza delle Amministrazioni. Controllate attraverso di esso coloro che avete eletto nelle elezioni amministrative”, recita un invito del COS, che non sembra aver perso di freschezza ed attualità. Ma il COS è anche altro: accanto ai problemi più schiettamente politici e amministrativi vengono in evidenza questioni di grande respiro. Le questioni del divorzio, della libertà e della ricerca religiosa, dell’obiezione di coscienza sono al centro di un confronto appassionato. Le conclusioni del COS ferrarese anticipano così di un quarto di secolo le faticose conquiste nel nostro Paese di diritti civili, quali appunto divorzio e obiezione di coscienza,  Sono temi centrali per la nuova socialità, alla quale lavorano Capitini e i suoi amici e che si vorrebbe caratterizzassero la Costituzione in via di elaborazione. Le posizioni del COS di Ferrara sono inviate al Ministero per la Costituente, che aveva promosso una consultazione degli Enti Locali. Il COS di Ferrara ha carattere esemplare: Nelle circolari che intendono promuovere la diffusione dell’esperienza è scritto: Chi vuole precise indicazioni su che cosa sono i COS (Centri di Orientamento Sociale), sul loro funzionamento, sul modo di istituirli, può rivolgersi a Silvano Balboni (Ferrara, Corso di Porta Romana 62 ) o a Aldo Capitini.

Non è qui il luogo per analizzare le cause della crisi dei COS sostanzialmente affidati al difficile volontariato di pochi cossisti. Già alla fine del ’47 delle decine di COS costituiti in tutta Italia risultano in costante attività solo quelli di Perugia, Ferrara, Firenze e Teramo.

I partiti si preparano allo scontro elettorale del ’48, si dividono in fronti contrapposti, contano le forze, radunano le truppe: è il momento dello schieramento, senza tentennamenti e discussioni. Non è tempo di COS.

A Ferrara il COS prosegue però anche nel 1948, con attività importanti. Il Cos resta fino all’ultimo al centro dell’esperienza e dell’impegno di Sivano Balboni, che ne tenta il rilancio e l’estensione sul territorio nazionale e provinciale. Balboni muore a 26 anni di fulminea malattia il 7 novembre 1948. Il Cos, anche se la sigla proseguirà per qualche tempo, non gli sopravvive, né a Ferrara, né altrove.

“Ci mancò poi quell’orizzonte sereno nel quale si inscrivevano i nostri incontri e scontri” come ebbe occasione di dirmi Pasquale Modestino. Resta solo Capitini a firmare la circolare n.5 dicembre 1948 Sviluppo del lavoro dei C.O.S., nella quale si concentra la riflessione sull’esperienza e la speranza  una ripresa “dal basso” dell’iniziativa per la quale gli è venuto meno il decisivo contributo di Silvano. Lo scritto si apre così Silvano Balboni, iniziatore del COS di Ferrara, è morto il 7 novembre 1948. La sua presenza e il suo servizio continuano.

 

Istruzioni di Aldo Capitini per costituire i Centri di orientamento sociale

  1. Un Cos è una riunione aperta a tutti per discutere tutti i problemi
  2. Molto importante è la periodicità, cioè stabilire un giorno e ora fissi per ogni settimana
  3. Il promotore del Cos forma un gruppo o comitato per eseguire tutto ciò che occorre al funzionamento di un Cos
  4. E’ bene che i componenti del Comitato siano indipendenti o di diversi partiti
  5. L’impegno del Comitato è di tenere il Cos aperto a tutti e di ammettere la discussione anche su temi proposti dal pubblico
  6. Uno del Comitato presiede la riunione

IMMAGINARIO
Corsa per la vita
La foto di oggi…

Oggi è la Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio sostenuta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). A livello nazionale l’iniziativa è accompagnata dalla corsa non competitiva “Race for life”. A Ferrara corsa e camminata sono protagoniste tutti i giorni di ogni stagione in un luogo che ti riconcilia con la vita, la natura, la luce: le Mura.

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

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Camminata sulle Mura che riconcilia con la vita

Giorno per giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

GERMOGLI
Il resto viene dopo.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Parlando di riforma della giustizia, non dimentichiamo la cosa più importante.

mahatma-gandhi“La giustizia nei confronti dell’individuo, fosse anche il più umile, è tutto. Il resto viene dopo” (Gandhi)