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Giorno: 21 Maggio 2021

Al cantón fraréś
Bruno Pasini: a Milva “Par na guranta”

 

Al primo concorso provinciale in dialetto ferrarese a Portomaggiore (1966) il primo premio è assegnato a Bruno Pasini con una poesia dedicata a Milva, come si evince dall’antologia 1966-1971 della manifestazione portuense.
Nella lirica spicca una sensuale figura femminile, il paesaggio al tramonto, i venti tra i filari. L’erotismo è risaltato dalla luna che illumina il mare, la Sacca, l’amante. Poi la solitudine: un passionale distacco fra musicalità e profumi del mare.
(Ciarìn)

Par na guranta
           a Milva
Agh jéra int i to oć da sgranadóra
al fógh dal sól ch’al filtra int la basóra
ad dré da j’éls, bariera vérda ai vént
che i vién dal mar, quand l’onda l’è in turmént;
agh jéra int i to oć al fiór dal mal
ch’l’iηspciàva la miseria dla to val!
Na zìηgana at parév, coi cavì d’ram;
al nòstar nid al jéra uη lèt ad stram!
At luśéva i cavdìη sót’a la luna
come pigη śerbi iηcór tacà a la fronda
dla to pineta, quéla iη faza a l’onda
dal nòstar mar, che sót’a cal luśór
al s’pituràva tut d’arźént e d’or,
come la dstéśa dla to Saca d’Gòr!
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Dop t’at n’andàv pr’al to santiér d’carśìna,
come na bisa tra l’intrìgh dil cann,
spaciarànd coi pié scalz int l’aquastrìn…
sól… mi a vaηzàva… col cuηzèrt dil rann…
e con adòs l’udór dl’alga marina!

Per una gorese

C’era nei tuoi occhi insaziabili / il fuoco del sole che filtra nel tramonto / dietro ai lecci, barriera verde ai venti / che vengono dal mare, quando l’onda è tumultuosa; / c’era nei tuoi occhi il fiore del male / che specchiava la miseria della tua valle! / Una zingara sembravi, coi capelli di rame; / il nostro nido era un letto di paglia! / Ti luccicavano i capezzoli sotto la luna / come pigne acerbe ancora attaccate alla frasca / della tua pineta, quella di fronte all’onda / del nostro mare, che sotto quel lucóre / si dipingeva tutto d’argento e d’oro, / come la distesa della tua Sacca di Goro!
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Dopo te ne andavi per il tuo sentiero di carice, / come una biscia tra l’intrigo di canne, / sguazzando coi piedi scalzi nell’acquitrino… / solo… rimanevo… col concerto di rane… / e con addosso l’odore d’alga marina!

Tratto da: Poesia dialettale ferrarese : antologia dei componimenti poetici premiati e segnalati a Portomaggiore nei concorsi 1966-1971, Ferrara, SATE, 1972.

 

Bruno Pasini (Massafiscaglia 1916 – Ferrara 1999)
Altre note biografiche nel Cantóη Fraréś in data 08 maggio 2020  [Qui]

 Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia, esce ogni 15 giorni al venerdì mattina. Per leggere le puntate precedenti clicca (Qui)

In copertina:  Verso il mare – foto di Marco Chiarini, 2020

Gerusalemme! Gerusalemme!

 

Gerusalemme è da sempre la città crocevia tra Oriente e Occidente con un flusso costante di genti, luogo di fede e oggetto di devozione, posta in gioco di incessanti conflitti politici; una delle città più cariche di memoria e più controverse al mondo, dove lo spirito del tempo è presente in ogni pietra, sulla soglia di ogni portone, nelle stradine, sui muri a secco e tra gli uliveti. Islam e Cristianesimo vivono sullo stesso suolo in un perenne tentativo di convivenza sotto minaccia della guerra civile, al centro di una contesa millenaria che fa affiorare tensioni, odio, posizioni identitarie, rigide e intransigenti. E’ la Città Santa per le tre grandi fedi monoteiste che “insistono sugli stessi centimetri quadrati e perciò plesso solare, concentrato di nervi con più conflitti che altrove”, come la definisce Erri de Luca. E’ soffocata sotto la pressione delle proiezioni e responsabilità, stritolata dalle strategie e compromessi, ferita dalle rivendicazioni e appropriazioni. E’ una città-mondo, un palcoscenico sul quale il mondo intero si dà appuntamento per affrontarsi, misurarsi, scontrarsi, posto sotto i riflettori dell’intera comunità internazionale. Un osservatorio, un laboratorio in cui realtà diverse, storie contrastanti, sperimentazioni di guerra e di pace non hanno mai smesso di coesistere.
Gerusalemme non è solo Israele e Palestina: è molto di più.
L’immaginario su Gerusalemme porta Torquato Tasso a scrivere ‘Gerusalemme liberata’, la cui prima edizione autorizzata dall’autore – preceduta da altre pubblicazioni prive del suo consenso – avverrà a Ferrara nel giugno del 1581 per essere poi pubblicata, completamente riscritta dal Tasso, nel 1593 con il nuovo titolo ‘Gerusalemme conquistata’. Nell’opera si battono eroi cristiani come Rinaldo e Tancredi ed eroi musulmani come Clorinda e Argante. Duelli, inganni, amori e fughe, battaglie, pretesti, stratagemmi, arti magiche, rivolte e incantesimi animano i 15.336 versi dei 20 canti del poema, anticipando con la fantasia e l’immaginazione una storia che sfocia ai giorni nostri nella realtà più cruda, dove l’assenza di arti magiche e incantesimi riconduce il tutto a un realismo ineluttabile.

Ci hanno pensato gli scrittori Dominique Lapierre e Larry Collins con ‘Gerusalemme, Gerusalemme!’ (1972) a introdurci nel terreno dell’evidenza, nella Gerusalemme del 1948, mentre gli ebrei scendevano nelle strade per festeggiare la nascita dello stato di Israele e gli arabi si preparavano alla lotta. Una narrazione che racconta di uomini, fatti, drammi che accompagnano la decisione delle Nazioni Unite del 1947, con la quale si decretò la separazione della Palestina. Un romanzo che tratta con grande attenzione e sensibilità i sei mesi successivi, descrivendo i protagonisti politici dell’epoca, l’organizzazione degli schieramenti, la corsa agli armamenti, gli scontri per guadagnare territorio, le mattanze perpetrate. Niente di fazioso, semplicemente Storia.
E la storia continua in ‘Una storia di amore e tenebra’ (2002) di Amos Oz, un libro autobiografico in cui l’autore racconta quattro generazioni della sua famiglia ebrea, la sua infanzia e giovinezza a Gerusalemme e quindi nel kibbutz di Hulda. Una saga familiare che evidenzia la paura costante di un nuovo genocidio degli ebrei nella stessa Israele, fa emergere ricordi e rimpianti, spaziando in 120 anni di avvicendamenti di quella società eterogenea. “[…] Molti anni dopo mi resi conto che la Gerusalemme sotto mandato britannico, cioè negli anni Venti, Trenta, Quaranta, era una città culturalmente affascinante, popolata da grandi mercanti, musicisti, studiosi e scrittori, ebrei e arabi che si intrattenevano con inglesi illuminati. Tel Aviv pullulava di teatri, cabaret, arte d’avanguardia, il balletto e grandi sport. […]”. Città che ricorda con ammirazione e nostalgia.
La scrittrice palestinese americana Susan Abulhawa nel suo romanzo “Ogni mattina a Jenin” (2011) racconta la storia della sua famiglia costretta a lasciare la propria terra dopo la nascita di Israele, i suoi primi anni in orfanatrofio e ciò che ha significato per tutti loro vivere la condizione di “senza patria” dopo l’abbandono della casa degli antenati nel ’48, per essere internati nel campo profughi di Jenin. 60 anni di esodo, di sradicamento narrati senza odio o spasmodica ricerca di colpevoli ma con un profondo bisogno di lasciare a figli e nipoti il ricordo. C’è anche un capitolo particolare in quella storia: due fratelli, l’uno rapito e condotto a diventare soldato israeliano, l’altro votato alla causa palestinese.

E veniamo alle vicende attuali, che evidenziano ancora una volta la profonda spaccatura mai superata, l’odio, il disprezzo, il linguaggio politico violento, il rifiuto dell’altro, che nascono dalla decisione politica di espansione di insediamenti ebraici a Gerusalemme est, sconvolgendo l’equilibrio delicato e precario già molte volte infranto.
La storia del quartiere Sheikh Jarrah è ancora più controversa e complicata e attinge a un passato lontano, quando all’interno della comunità prevalentemente araba, si stanzia una piccola enclave ebraica. Di qua passa la green line di confine tra Israele e la Giordania, tracciata dall’ONU nel 1948. Le tensioni e gli scontri aperti di questo periodo nascono in seguito allo sfratto di diverse famiglie Palestinesi (circa 300 persone) sancito dai tribunali israeliani, a beneficio di cittadini ebrei che chiedono di riappropriarsi, secondo tradizione giuridica consolidata nel tempo, delle case abbandonate prima del ’48.  Ennesimo fatto che, partendo da una questione giuridica assume connotati politici e va ad aggiungersi alla storia infinita del Medioriente. Una brutta storia devastante che si snoda come una catena, anello dopo anello, in una continuità che non lascia intravvedere una risoluzione certa e definitiva finché esisterà il concetto di ‘buona guerra’ o ‘cattiva pace’: esiste solo la volontà di dialogo, l’aspirazione a vivere con dignità e la volontà di non perdersi nell’odio.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna 21 maggio.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 22mila tamponi, 412 casi positivi (1,8%). Aumentano i guariti (+903), ancora in calo casi attivi (-498) e ricoveri (-46). Vaccinazioni: 2 milioni e 323mila dosi somministrate.

Il 95,3% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 37,5 anni. 7 i decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 381.439 casi di positività, 412 in più rispetto a ieri,su un totale di 21.799 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 1,8%.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni e le persone dai 55 anni in su. In Emilia-Romagna anche i 40-49enni, cioè i nati dal 1972 al 1981 compresi, possono registrarsi on line per la somministrazione del vaccino anti Covid collegandosi al sito internet della Regione http://salute.regione.emilia-romagna.it/candidature-vaccinazione lo stesso disponibile per la classe d’età 50-54 (i nati dal 1967 al 1971 compresi).
Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 16 sono state somministrate complessivamente 2.323.039 dosi; sul totale, 787.516 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 154 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 190 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 232 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 37,5 anni.

Sui 154 asintomatici, 113 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 10 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 12 con gli screening sierologici, 8tramite i test pre-ricovero. Per 11casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 93 nuovi casi e Parma con 79; seguono Modena (66), Reggio Emilia (38) e Ravenna 31; poi Rimini (27 casi) e Cesena (23 casi), quindi Forlì (20), Piacenza e Ferrara (entrambe con 14 casi) e, infine, il Circondario Imolese (7).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 10.444 tamponi molecolari, per un totale di 4.673.948.  A questi si aggiungono anche 11.355 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 903 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 347.102.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 21.208 (-498 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 20.230 (-452), il 95,4% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 7 nuovi decessi: tutti avvenuti a Bologna (una donna di 93 anni e 6 uomini rispettivamente di 56, 61,71,72,78 e 87 anni). Nessun decesso nelle altre province.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 13.129.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 127 (-10 rispetto a ieri), 851 quelli negli altri reparti Covid (-36).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 6 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 13 a Parma (-1), 17 a Reggio Emilia (-1), 20 a Modena (-1), 36 a Bologna (-3), 7 a Imola (-1), 7 a Ferrara (-1), 6 a Ravenna (-2), 2 a Forlì (invariato), 3 a Cesena (invariato) e 10 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 23.433 a Piacenza (+14 rispetto a ieri, di cui 8 sintomatici), 27.791 a Parma (+79, di cui 28 sintomatici), 46.428 a Reggio Emilia (+38, di cui 30 sintomatici), 64.933 a Modena (+66, di cui 49 sintomatici), 81.441 a Bologna (+93, di cui 71 sintomatici), 12.520 casi a Imola (+7, di cui 5 sintomatici), 23.005 a Ferrara (+14, di cui 5 sintomatici), 30.113 a Ravenna (+31, di cui 25 sintomatici), 16.714 a Forlì (+20, di cui 12 sintomatici), 19.226 a Cesena (+23, di cui 16 sintomatici) e 35.835 a Rimini (+27, di cui 9 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi, sono stati eliminati 2 casi, di cui 1 positivo a test antigenico ma non confermato dal tampone molecolare e 1 risultato non Covid-19.

Sabato 22 maggio | Studio quindi S(u)ono ultimo appuntamento con i concerti proposti dagli allievi del Conservatorio Frescobaldi.

 

Comunicato stampa Conservatorio Ferrara.

Carta bianca agli studenti: ultimo dei tre weekend, gli allievi del Conservatorio di Ferrara propongono concerti in diretta streaming dall’Auditorium del Frescobaldi. In scaletta anche le produzioni originali dei gruppi nati all’interno del Conservatorio.

Ferrara – Terzo e ultimo appuntamento con gli studenti del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, con il progetto musicale Studio quindi S(u)ono domani, sabato 22 maggio alle ore 16 sul canale Youtube dell’istituto di alta formazione musicale.

Gli allievi del Frescobaldi fanno propria la nota locuzione cartesiana, cogito ergo sum – «penso quindi sono» – con la quale il filosofo esprime la certezza dell’uomo quanto soggetto pensante, e la riformulano declinandola secondo i canoni del Conservatorio, legati allo studio e al fare musica insieme.

Il progetto si conclude sabato 22 maggio con l’esibizione dei quartetti d’archi. La rassegna è stata ideata e organizzata insieme alla Consulta degli Studenti del Conservatorio.

In programma L. Van Beethoven, Quartetto in Fa maggiore op 18 n°1, con Guglielmo Ghidoli e Beatrice Giacca ai violini, Valentina Franzaroli alla viola e Alessandro Malavasi al violoncello; A. Dvořàk, Quintetto con pianoforte in La maggiore op 81 n°2, I e II mov, con Simona Barberio e Anna Beltrami ai violini, Francesco Ferrarese alla viola, Filippo di Domenico al violoncello e Cosmè Umberto Zuffi al pianoforte; J. Brahms, Quartetto in La minore op. 51 n°2 “Quartetto Sine Tempore” con Davide Bini e Andrea Barbieri ai violini, Irene Ardino alla viola, Niccolò Bini al violoncello; A. Dvořàk, Quartetto in Fa maggiore op 96 n°12 Americano, con Maria Grazia d’Agostino e Simona Barberio ai violini, Francesco Ferrarese alla viola e Filippo di Domenico al violoncello.

Il progetto Studio quindi S(u)ono era già stato proposto nel 2016 e riproposto ora dalla nuova Consulta degli studenti, costituita da Rachele Amore, Valentina Franzaroli e Simone Pattocchio.

“Un’attività – spiegano i rappresentanti – pensata dalla Consulta degli studenti per gli stessi studenti e che ha come obiettivo quello di offrire a tutti i musicisti che lo desiderino la possibilità di suonare i brani che vengono studiati durante l’anno accademico”. Un modo per mettersi alla prova, ma non solo. “Permette inoltre a tutte quelle formazioni musicali interne al Conservatorio, nate dall’incontro tra gli studenti – concludono Rachele Amore, Valentina Franzaroli e Simone Pattocchio – di presentare i propri progetti originali, quelli che esulano dal programma di studi”.

“Con questo progetto – commenta Fernando Scafati, direttore del Conservatorio – il Consiglio Accademico ha dato piena fiducia agli studenti, offrendo loro l’opportunità di un’iniziativa autonoma, a sottolineare anche il loro grado di maturità, visto che si tratta di studenti dei corsi accademici superiori. Il migliore obiettivo per un insegnante è vedere i propri allievi proseguire con le loro gambe”.

Maltempo, oltre 130 milioni per l’Emilia-Romagna: ecco i fondi per rimborsare i danni subiti da cittadini, attività e imprese nel 2019 e 2020.

 

Maltempo. Oltre 130 milioni per l’Emilia-Romagna: ecco i fondi per rimborsare i danni subiti da cittadini, attività e imprese nel 2019 e 2020, a partire a Nonantola (Mo). Bonaccini: “Oggi davvero una bella giornata, grazie a una notizia straordinaria. In pochi mesi ottenute risorse che di solito richiedono anni, grazie al lavoro fatto insieme al Governo, i sindaci e le comunità locali”.

Presentati oggi al Teatro Troisi di Nonantola i due provvedimenti del Governo. Priolo: “Potremo dare una risposta positiva alle comunità e realizzare anche gli interventi contro il dissesto idrogeologico”. La sindaca Nannetti: “Abbiamo lavorato in silenzio. Grazie alla Regione possiamo ricominciare a partire”

 Bologna – Arrivano 130 milioni di euro in Emilia-Romagna, per rimborsare i danni subiti da cittadini, attività e imprese a seguito di alluvioni e maltempo, a partire da Nonantola, il comune nel Modenese colpito dalla rotta del Panaro lo scorso 6 dicembre.

Sono stati stanziati dal Governo con due provvedimenti complementari: il primo è una delibera del Consiglio dei ministri su proposta del Dipartimento di protezione civile del Consiglio dei Ministri per circa 30 milioni di euro che consentirà in tempi rapidi il rimborso a cittadini (5mila euro) e imprese (20mila euro) danneggiati dalle ondate di maltempo di maggio e novembre 2019 e dagli eventi alluvionali del 2020.

Il secondo, inserito nel Decreto Sostegni bis, prevede un ulteriore stanziamento di 100 milioni di euro per il territorio modenese colpito dall’esondazione del fiume Panaro a dicembre 2020. Una somma, quest’ultima, che coprirà le cosiddette eccedenze, cioè i danni di privati e imprese non coperti in via ordinaria, e che servirà per ulteriori interventi di messa in sicurezza del territorio. Un provvedimento straordinario indirizzato ai Comuni colpiti sia dal sisma del 2012 che dall’alluvione, tra cui, in primis, Nonantola.  Uno stanziamento doppiamente importante perché cade proprio nei giorni del nono anniversario del sisma in Emilia-Romagna.

Le misure sono state illustrate oggi in una video conferenza stampa dal teatro Troisi di Nonantola dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dalla sindaca di Nonantola, Federica Nannetti. Con loro, collegate da remoto, l’assessora regionale all’Ambiente e protezione civile, Irene Priolo, e la direttrice dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e protezione civile, Rita Nicolini.

“Quella di oggi è davvero una bella giornata, grazie a una notizia straordinaria- sottolinea Bonaccini-.  Con queste risorse riusciremo a risarcire tutte le famiglie e le imprese emiliano-romagnole che sono state danneggiate dal maltempo e a proseguire nell’azione di intervento ordinario e straordinario di messa in sicurezza del nodo idraulico di Modena. Andiamo oltre ai rimborsi ordinari, riuscendo a coprire, nel caso dei Comuni già colpiti dal sisma, soprattutto Nonantola, tutti i danni subiti, spesso ingenti. E a farlo in tempi solitamente molto più lunghi, anche anni, mentre dopo pochi mesi abbiamo la certezza dei fondi necessari. Per questo oggi sono venuto venire qui di persona, a Nonantola, per essere vicino a una comunità che, pur colpita duramente, ha dimostrato sempre grande compostezza, avanzando richieste tutte legittime. Avevamo promesso il nostro massimo impegno, e siamo riusciti a onorarlo. Questo grazie alla sensibilità del Governo attuale e di quello precedente. Ricordo che venimmo qui, subito dopo l’alluvione di dicembre 2020, insieme agli allora ministro Francesco Boccia e al capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che ringrazio entrambi. Così come ringrazio poi l’attuale capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e alla sottosegretaria Maria Cecilia Guerra, che hanno seguito passo passo i provvedimenti”.

“Il secondo fattore che voglio sottolineare- prosegue il presidente- è ancora una volta il gioco di squadra: il ruolo della Regione, la risposta corale delle amministrazioni locali, e il lavoro dell’Agenzia regionale per la protezione civile, perché solo con una rendicontazione rapida e puntuale dei danni si può agire velocemente. In queste circostanze dimostriamo che lo Stato c’è, le istituzioni funzionano e oggi possiamo ribadire con forza che dalle nostre parti quando qualcuno promette, poi mantiene”.

“L’importante decisione del Governo- aggiunge Priolo– permette un risarcimento completo a cittadini e imprese dell’Emilia-Romagna che aspettavano queste risorse da tempo. Non resta indietro nessuno, perché con gli indennizzi stanziati dal Consiglio dei Ministri diamo una risposta concreta alle comunità messe a dura prova dagli eventi meteo eccezionali che hanno colpito in modo frequente il nostro territorio con quattro ondate di maltempo nell’arco di soli due anni. Adesso, garantiamo di procedere il più in fretta possibile con tutti gli atti che ci competono per erogare i rimborsi. Con questi fondi, inoltre, potremo dare una risposta positiva anche agli interventi contro il dissesto idrogeologico mettendo al sicuro le popolazioni del modenese”.

“Oggi per me è una giornata molto bella- afferma la sindaca Nannetti-, per la quale voglio ringraziare tutta la Regione. Per mesi abbiamo lavorato in silenzio, in modo costante e congiunto per arrivare a ottenere questo straordinario risultato. I 130 milioni di euro non sono solo per il Comune di Nonantola e questo dimostra che quando c’è un lavoro d’insieme a beneficiarne è l’intera comunità regionale. La risposta delle istituzioni c’è stata e c’è, e questo è il modo migliore per ricominciare a partire proprio dalla fiducia verso le istituzioni che lavorano sodo per arrivare a giornate come questa”.

Per quanto riguarda il provvedimento da 30 milioni di euro, quasi 21 milioni sono destinati agli indennizzi per privati e imprese colpiti dalle quattro ondate di eventi meteo eccezionali che hanno interessato il territorio regionale tra maggio 2019 e dicembre 2020. Le risorse garantiranno un primo ristoro di 5 mila euro per i privati per i danni sulle abitazioni e 20 mila euro per quelli che hanno interessato le attività produttive. Altri 10 milioni 400 mila eurosono invece la quota destinata ai nuovi cantieri contro il dissesto idrogeologico.

A beneficiare dei contributi, in particolare saranno in tutto 3.676 privati: sono 1.282, residenti in 60 Comuni, quelli che hanno riscontrato danneggiamenti alla propria casa in occasione dei tre eventi estremi susseguitisi da maggio a novembre 2019; altri 2.394 sono stati interessati dagli eventi del 2020, in 14 comuni: la maggior parte, ben 2.394, sono gli alluvionati di Nonantola che hanno subito le conseguenze della rotta dell’argine del Panaro, lo scorso 6 dicembre

Per quanto riguarda le imprese, risultano in tutto 477 quelle interessate dal provvedimento nazionale: 158 per il maltempo del 2019, operanti in 29 comuni; 319 per il 2020, in 6 comuni. A far la parte del leone, anche in questo caso, sono le aziende aventi sede a Nonantola e allagate: si tratta di 278 imprese.

Copparo: Emergenza gelo, servono sensibilizzazione e risorse.

 

Comunicato stampa Comune di Copparo.

Le associazioni di categoria hanno denunciato di essere alle prese con una situazione catastrofica:

La redazione di un documento che, a livello istituzionale, solleciti il Governo ad attivare urgenti misure straordinarie a sostegno delle imprese agricole e lo stanziamento di risorse in aiuto alle aziende gravemente colpite dalle gelate di marzo e aprile.

Queste le due azioni che l’Amministrazione comunale di Copparo metterà in campo.
Lo farà tenendo conto delle analisi e delle istanze esposte da Cia, Coldiretti e Confagricoltura nel corso degli incontri organizzati sul tema dal sindaco Fabrizio Pagnoni.

«È per noi necessario renderci conto della portata di un fenomeno che sappiamo rischia di azzerare i raccolti e di mettere a serio rischio la produzione frutticola e ortofrutticola – ha spiegato il primo cittadino, affiancato dall’assessore al Bilancio, Simone Grandi -. In tal modo potremo attivarci per fornire il supporto comunale, identificando direzione e modalità delle iniziative, condivise, da mettere in campo».

Impietosi i dati forniti dalle associazioni di categoria a fronte di un fenomeno di portata storica, per cui si stima un danno di 900milioni di euro sull’intera penisola.
Coldiretti, su una platea di 56 aziende per 400 ettari, ha calcolato a metà aprile un danno di 5 milioni di euro, aggravato nell’ultimo mese fino a toccare i 7/8 milioni; Cia, su una quarantina di realtà di dimensioni diverse, ha registrato un danno
variabile dal 15%, per le imprese dotate di sistemi antibrina, al 90%; Confagricoltura, sulle 54 aziende afferenti per 360 ettari, ha contato perdite fino all’80% e oltre del prodotto frutticolo.

«La situazione è grave – hanno testimoniato Paolo Ferrozzi e Stefano Maestri di Coldiretti – e si assomma ad altre difficoltà, a partire da cimice asiatica e maculata bruna. C’è molto sconforto, nel settore frutticolo in particolare».
«Lo scenario è disastroso – hanno confermato da Cia Stefano Calderoni e Antonio Fioravanti – e serviranno misure straordinari se vogliamo salvare l’ortofrutta». «Ci aspettiamo uno sforzo di Regione, Governo e Unione Europea – ha rimarcato anche Elisabetta Moscheni di Confagricoltura -, diversamente, le aziende, pure colpite dalla pandemia, saranno destinate a chiudere».
Tutti concordi sulla tempistica stretta per salvare le aziende, che malgrado la perdita di prodotto sono chiamate a sostenere comunque trattamenti e costi, e sui drammatici riflessi attesi anche per l’indotto, dai lavoratori stagionali alle ditte produttrici di materiali funzionali al ciclo produttivo e di vendita.

La risposta alla richiesta di sensibilizzazione verrà da un testo che sarà proposto dall’Amministrazione comunale in prima battuta in sede consiliare. Per quanto riguarda i fondi, il confronto ha portato ad escludere ristori una tantum, insufficienti vista la portata del problema, e incentivi per l’acquisto di strumentazioni, poiché vi si orienterà la Regione: rimane aperta la strada del sostegno all’abbattimento dei tassi in relazione a prodotti bancari di liquidità, utili in attesa di ristori adeguati o di investimenti.

Covid, Fials: Dopo scudo penale per sanitari, ora scudo procedimentale per liste attesa.

 

Ufficio stampa FIALS.

Covid, Fials: Dopo scudo penale per operatori sanitari si passi ora a scudo procedimentale per far scorrere liste d’attesa ed eseguire ricoveri.

21 mag. – “Un grande passo in avanti, un provvedimento giusto, perché la limitazione della responsabilità penale ai soli casi di colpa grave non è più limitata alle vaccinazioni, ma riguarda tutta l’attività prestata durante lo stato di emergenza epidemiologica, e si riconoscono le enormi difficoltà causate dalla pandemia. Un segnale fondamentale nei confronti di chi ha lavorato in prima linea in questo annus horribilis: sarebbe stata un’enorme ingiustizia farli rischiare anche di diventare protagonisti di un possibile tsunami giudiziario, dopo tutto quello che hanno fatto per la collettività. Necessita ora passare ad uno ‘scudo procedimentale’ per non ricadere nel sistema fallimentare della medicina difensiva e per risolvere il problema delle liste d’attesa di milioni di prestazioni specialistiche da eseguire e migliaia di ricoveri rinviati”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, su scudo penale del Dl Covid e liste d’attesa, di cui tratta la bozza del Dl Sostegni bis approvata ieri.

“Predisporre questa misura limitatamente ai vaccini – aggiunge – avrebbe dato un messaggio sbagliato. Scudo penale non vuol dire nascondere misfatti, non costituisce un salvacondotto, né un’immunità, ma dare valore a ciò che è stato fatto in nome dell’art. 32 della Costituzione, a garanzia del diritto alla salute di tutti i cittadini”. Con l’emendamento passato al Senato lo scorso 12 maggio sulla conversione del Dl 44/2021 (contenimento epidemia Covid), il giudice è obbligato, per la valutazione delle responsabilità penali del professionista, a prendere in considerazione alcuni elementi fondamentali che tengano conto della situazione organizzativa e logistica della struttura in relazione alla novità ed eccezionalità del contesto emergenziale, del numero di pazienti su cui è necessario intervenire, della gravità delle loro condizioni, della disponibilità di attrezzature e personale ed infine del livello di esperienza e la specializzazione del singolo operatore.

“La questione, per la Fials, andava già risolta contestualizzandola all’emergenza pandemica – ribadisce Carbone – ed ora è stato fatto un primo passo. Avevamo avanzato un intervento di questo tipo non solo con la presentazione di un emendamento al vigente Dl 44/2021, ma anche nella fase di conversione del decreto legge 18/2020 sulle misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19, sottolineando le condizioni estreme in cui infermieri, medici e tutti gli altri professionisti erano stati costretti a operare, mentre emergevano fenomeni deprecabili di promozione pubblicitaria di taluni studi legali per incentivare denunce e cause nei confronti dei sanitari che soccorrevano e curavano i malati Covid”.

“Il nostro obiettivo – sottolinea il segretario generale Fials – l’abbiamo descritto nell’emendamento presentato al Dl 44/2021, ed era quello di evitare di mandare al patibolo, con accuse di presunte colpe gravi, tutti gli operatori sanitari lasciati a combattere il Covid quasi senza protezioni e con conoscenze specifiche all’inizio nulle riguardo al nuovo nemico invisibile”. L’emendamento approvato da Palazzo Madama con l’intero testo del decreto passato alla Camera per la conversione definitiva, serve anche ad evitare una facilità di avvio del procedimento penale, con l’iscrizione nel registro degli indagati e del successivo iter procedimentale e/o processuale, che è pur sempre odioso per gli operatori sanitari che già vivono un notevole stress psico-fisico, sebbene poi la maggioranza delle denunce venga rigettata e non arrivi in tribunale. “Proprio a questo punto – avverte Carbone – occorre guardare avanti approntando nuovi strumenti che sappiano affrontare le sfide future”.

“Negli ospedali si inizia a riconvertire – spiega – i posti Covid in posti letto di degenza specialistica con piani di lavoro estenuanti a causa della cronica carenza di personale, pur di abbattere in tempi brevi le liste di attesa. E non vorremmo ritornare alla ‘medicina difensiva’: un sistema obsoleto e costoso per le Aziende sanitarie e di conseguenza per la collettività, che certo non risolve il problema delle liste di attesa, anzi lo aggrava”. “Riteniamo, questa la proposta della Fials, che il Governo si adoperi a normare in un prossimo decreto legge – chiosa il segretario generale – lo ‘scudo procedimentale’, in modo che in presenza di fatti o atti (denunce, referti medici, querele) che rendano necessario l’avvio di indagini preliminari relative a ipotesi di colpa medica, il pm che debba compiere accertamenti tecnici irripetibili ai sensi dell’art. 360 cpp, e in particolare un’autopsia, avrebbe facoltà di procrastinare l’iscrizione nel registro degli indagati delle persone potenzialmente responsabili (o indicate come tali in atti di parte)”.

Per effetto di tale ‘facoltà’ il pubblico ministero, nella fase antecedente allo svolgimento degli accertamenti, non sarebbe più tenuto a procedere all’iscrizione di uno o più sanitari nel registro degli indagati, agli avvisi nei loro confronti e alla nomina di un difensore d’ufficio. Al posto di questi adempimenti, il pm dovrebbe avvisare, senza ritardo, gli ordini professionali dei sanitari interessati e nominare (attingendo a rotazione da elenchi di professionisti unitariamente predisposti dagli ordini stessi) un consulente tecnico tenuto a partecipare agli accertamenti tecnici irripetibili, oltre ad un difensore d’ufficio. Soggetti, questi, portatori di competenze diverse che sarebbero chiamati a rappresentare e tutelare l’interesse collettivo dei professionisti della sanità al corretto svolgimento delle operazioni non replicabili. Un sistema questo che potrebbe risolvere, anche, la questione dei procedimenti civili nei confronti degli operatori sanitari.

 

Unife: Un accampamento preistorico recentemente scoperto al centro della nuova sezione del museo ‘Silverj’ di Tolentino.

Comunicato stampa Università degli studi di Ferrara.

Unife coordina il progetto di studio e le analisi di laboratorio insieme alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

Un importante accampamento preistorico databile al Mesolitico antico (11.550 – 8400 anni fa) è stato recentemente scoperto nel sito mesolitico di Contrada Pace a Tolentino nelle Marche.

A coordinare il progetto di studio e le analisi di laboratorio delle decine di migliaia di manufatti scheggiati e resti ossei rinvenuti sul sito, l’Università di Ferrara insieme alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, con la collaborazione di vari enti e professionisti fra cui l’Università La Sapienza di Roma (DANTE Lab.) e il MUSE di Trento.

Il rinvenimento è avvenuto a seguito di indagini archeologiche preventive eseguite presso il cantiere del nuovo plesso scolastico A. Filelfo. L’eccezionale stato di conservazione delle strutture e dei reperti rinvenuti hanno permesso di ricostruire le modalità di vita dei gruppi di cacciatori-raccoglitori preistorici che lo hanno frequentato.

“L’eccellente stato di conservazione e la grande ricchezza del sito in termini di materiale recuperato ne fanno sicuramente uno dei ritrovamenti più importanti e significativi a livello italiano ed europeo”, commenta Davide Visentin, archeologo preistoricista dell’Università di Ferrara.

Secondo l’archeologo della Soprintendenza Stefano Finocchi si tratta di: “una scoperta importante, considerando che ad oggi si tratta dell’unico sito della regione Marche ad aver restituito abbondanti concentrazioni di manufatti in selce, resti ossei e diversi focolari riferibili a questo periodo della preistoria”.

Il ritrovamento e il sito mesolitico di Contrada Pace saranno al centro dell’esposizione che il 29 maggio inaugura la nuova sezione preistorica del museo “Silverj” di Tolentino (MC) che ha sede presso il Castello della Rancia.

L’esposizione è stata voluta dall’amministrazione comunale di Tolentino che ha affidato l’allestimento alla Società Cooperativa ArcheoLAB di Macerata, sotto la Direzione Scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e dell’Università di Ferrara.

Il percorso espositivo è concepito per coinvolgere il visitatore nella vita e nelle attività quotidiane degli uomini di 10.000 anni fa, cercando di restituire in modo efficace e suggestivo immagini, colori e suoni dell’insediamento mesolitico di Contrada Pace.

Attraverso l’esposizione dei reperti più significativi, di ricostruzioni grafiche di grande effetto e di riproduzioni sperimentali di oggetti mesolitici, visitatori e visitatrici saranno accompagnati indietro nel tempo per conoscere lo stile di vita degli ultimi cacciatori-raccoglitori europei.

Il nuovo allestimento prevede anche un’aula didattica dove si svolgeranno laboratori di archeologia che andranno a completare la visita alla mostra per le più piccole e i più piccoli.

Il Partito Democratico Ferrarese sostiene il settore agricolo della nostra provincia.

 

Ufficio stampa PD Ferrara.

Il comparto agricolo ferrarese vive un momento di grave crisi strutturale dovuto soprattutto a perdite di raccolta causate da calamità naturali che hanno assunto, negli ultimi anni, un carattere ricorrente – questione riconosciuta anche a livello comunitario nella definizione delle nuove linee della Politica Agricola Comune (PAC);

Per il Partito Democratico ferrarese è necessario sostenere il settore agricolo colpito da eventi climatici così devastanti su tutte le colture,  le gelate tardive dei mesi di marzo e aprile scorso, particolarmente intense ed eccezionali per il periodo, precedute da un inverno mite, hanno causato danni in particolare alle colture frutticole del nostro territorio.

I danni  sono risultati ancora più penalizzanti in quelle aree come l’Emilia-Romagna e la provincia di Ferrara, che già nel 2020 erano state colpite dal gelo e che si trovano a far fronte per il secondo anno consecutivo a nuove perdite economiche, senza dimenticare la stagione 2019 caratterizzata dall’invasione della cimice asiatica che ha polverizzato in particolare la produzione di pere.

La Regione si è da subito attivata per raccogliere le segnalazioni da parte dei singoli imprenditori agricoli e dei Caa (Centri di assistenza agricola) circa l’effettiva entità delle perdite registrate per una mappatura completa ed ha   richiesto, come dichiarato dall’Assessore Mammi, l’attivazione degli indennizzi per il 2021, la richiesta di deroga al decreto legislativo 102, la disponibilità dei 20 milioni di euro che erano stati previsti per le gelate del 2020 e i 70 milioni di euro impegnati per calamità ed emergenze nella legge di Stabilità del dicembre 2020.

Il Partito democratico sostiene il comparto agricolo ed in particolare il settore dell’ortofrutta impegnandosi

a sensibilizzare il governo, e i propri rappresentanti all’interno, sulla necessità di adottare urgentemente misure straordinarie a sostegno dei produttori ortofrutticoli colpiti dalla calamità;

Ad esprimere vicinanza e solidarietà agli agricoltori, proseguendo negli incontri con i loro rappresentanti per ascoltare le richieste e le criticità espresse rispetto ai fenomeni indicati;

Ad attivarsi al fine di sollevare gli imprenditori agricoli dal pagamento di mutui e di ogni onere tributario, contributivo e previdenziale;

A promuovere azioni di sostegno al consumo dei prodotti del territorio come esplicitamente richiesto dalle Associazioni rappresentative di Categoria del Settore Agricolo.

Perché il Partito Democratico è vicino al comparto agricolo e ne sostiene le giuste argomentazioni al fine di mantenere e migliorare un settore fondamentale per il nostro territorio.

 

 

 

 

 

 

Transizione ecologica: Protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna e Snam.

 

Transizione ecologica. Protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna e Snam per promuovere la decarbonizzazione puntando su idrogeno, biometano, mobilità sostenibile ed efficienza energetica.

Bonaccini-Colla: “Guardiamo alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, in linea con il Patto per il Lavoro e per il Clima. Garantire l’approvvigionamento sicuro e accessibile all’energia pulita per essere competitivi per consentire al mondo produttivo di diventare più competitiva e allo stesso tempo più verde e circolare”

Bologna – Promuovere la transizione energetica su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna puntando su idrogeno, biometano, mobilità sostenibile ed efficienza energetica. E individuando azioni di sviluppo a medio e a lungo termine che, coinvolgendo anche enti locali e amministrazioni pubbliche, contribuiscano a una profonda decarbonizzazione del sistema produttivo regionale e delle città.

E’ l’obiettivo di un protocollo d’intesa siglato dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e da Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo, impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per la transizione energetica.

“Con il Patto per il Lavoro e per il Clima che abbiamo sottoscritto insieme a tutte le parti sociali vogliamo fare dell’Emilia-Romagna la regione della sostenibilità ambientale, economica e sociale- afferma il presidente Bonaccini– condividendo politiche che ci permettano di affrontare le sfide in campo ambientale investendo su innovazione, ricerca e conoscenza. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo definito un Piano energetico regionale, norme e programmi per la costruzione di un sistema territoriale che utilizzi energie rinnovabili, e vogliamo accelerare verso la transizione ecologica ponendoci l’obiettivo di raggiungere la decarbonizzazione prima del 2050. L’accordo siglato oggi va esattamente in questa direzione”.

“La transizione verso la neutralità climatica, auspicata anche a livello europeo, dipende molto dalla capacità dell’industria, in particolare nei settori ad alta intensità energetica, di ridurre la propria impronta di carbonio e accelerare la transizione verso soluzioni tecnologiche pulite a prezzi accessibili, sviluppando nuovi modelli di business- aggiunge l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Green economy, Vincenzo Colla-. Per diventare più competitiva, diventando allo stesso tempo più verde e più circolare, l’industria ha bisogno di un approvvigionamento sicuro e a prezzi accessibili di energia pulita. Le filiere energetiche si confermano dunque altamente strategiche, anche per creare buona occupazione”.

“L’obiettivo della collaborazione che avviamo oggi con la Regione Emilia-Romagna è mettere a disposizione del territorio le competenze e le capacità realizzative di Snam per dare vita a progetti finalizzati alla transizione energetica, in linea con gli obiettivi climatici europei e nazionali”, dichiara Alverà, amministratore delegato di Snam. “Le nostre attività nel biometano, nell’idrogeno, nell’efficienza energetica e nella mobilità sostenibile possono dare un contributo decisivo alla decarbonizzazione del sistema, creando nuove opportunità di sviluppo a beneficio delle comunità”.

Il protocollo d’intesa:

L’accordo prevede che Regione e Snam collaborino per assumere iniziative coordinate ed efficaci (anche in collaborazione con Art-Er, società in house della Regione) e individua quali ambiti di sviluppo l’idrogeno, il biometano, la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica.
L’implementazione dei progetti è subordinata alla sottoscrizione di appositi accordi vincolanti tra le parti.

Per quanto riguarda l’idrogeno, il protocollo prevede di valutare azioni per diffondere l’utilizzo dell’idrogeno pulito nelle industrie e nel settore della mobilità, prevedendo in questo modo la graduale decarbonizzazione dei distretti industriali e civili, per candidare l’Emilia-Romagna tra le “Hydrogen Valley” italiane.

Altro obiettivo è la cooperazione nel settore del biometano da biomasse agricole o da rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, con possibile utilizzo per autotrazione.
Nell’ambito della mobilità sostenibile, insieme alle aziende del trasporto pubblico locale saranno valutate azioni per abbattere le emissioni inquinanti favorendo ulteriormente l’impiego di carburanti ecologici – quali gas naturale, biometano e in prospettiva idrogeno – e la transizione energetica delle flotte destinate a servizi di pubblica utilità e al trasporto di persone e merci.

Infine, il protocollo guarda all’efficienza energetica, predisponendo la valutazione insieme agli enti locali di misure per la riqualificazione energetica degli immobili pubblici quali ospedali, Rsa, uffici pubblici, case popolari, scuole e università.
Per ciascuna area progettuale verranno realizzate analisi di fattibilità e la possibilità di realizzare progetti pilota da condividere con gli attori del sistema della ricerca e dell’innovazione regionale, a partire dalle università.

Ferrara: Le Sardine in difesa delle biblioteche pubbliche e dei bibliotecari.

 

Comunicato stampa Sardine Ferrara.

In difesa delle biblioteche pubbliche e dei bibliotecari:

Al grido di «una biblioteca è il crocevia di tutti i sogni dell’umanità» (J. Green), le Sardine ferraresi rinnovano il loro sostegno al Gruppo Cittadini e Cittadine in Difesa delle Biblioteche, che si ritroveranno domani, sabato 22, in Largo Castello, alle 10. Le questioni sollevate dal Gruppo sono di interesse collettivo e vogliono ribadire il loro dissenso nei confronti della mancanza di progettualità di un sistema bibliotecario moderno e aggiornato; l’assenza di un turn over adeguato alle esigenze comunali; l’assenza di un monte ore che consenta una riapertura in linea con le biblioteche delle altre città dell’Emilia-Romagna. Oltre a ciò, ci opponiamo insieme a loro, alla esternalizzazione delle tre biblioteche periferiche, annunciate dall’assessore Marco Gulinelli sulla stampa, che ha sottaciuto la notizia ai cittadini interlocutori delle riunioni, in cui non è stato capace di rispondere in maniera competente e puntuale alle numerose richieste del Gruppo.

Al grido di “una biblioteca è il crocevia di tutti i sogni dell’umanità” Siamo tutti cittadini in difesa delle biblioteche comunali e vogliamo essere partecipi di questa battaglia, poiché siamo tutti utenti e dunque fruitori di quel bene comune che crea lavoro, occasioni di incontro e crescita. Non possiamo assistere a una riduzione di investimento a discapito del nostro patrimonio culturale senza reagire. Proprio come succederà oggi pomeriggio con la Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara in difesa dell’ambiente e della nostra salute, rivendichiamo attraverso la piazza i diritti di ciascuno e richiamiamo le coscienze collettive a unirsi.

 

La settima costola di Emanuele Tumminelli in libreria dal 29 maggio

da BookTribu

Una storia ispirata a un fatto realmente accaduto: la nascita di due gemelli attaccati dalla settima costola in giù. Sarà in libreria da sabato 29 maggio La settima costola di Emanuele Tumminelli, edizioni BookTribu, per la collana Black Out. Nel Piemonte di fine Ottocento, la famiglia Bertocci viene sconvolta dall’arrivo di qualcosa di mai visto: un figlio con due teste, quattro braccia e due gambe. In paese il parto è definito demoniaco e i genitori accettano di far esibire i figli nel circo di due impresari senza scrupoli.

La settima costola è la storia di due vite straordinarie non solo per la loro particolarità fisica che li vede gemelli uniti dalla settima costola, ma per le vicende che li riguardano. Essendo il romanzo ispirato a un fatto di cronaca, il lettore è catturato dalla curiosità di comprendere a fondo i protagonisti, e dal desiderio di scoprire di più della loro vita e delle loro disavventure. A volte con gli occhi del padre. A volte con quelli della madre. Sempre interrogandosi sul valore della vita e al peso così diverso che ciascuno le attribuisce.

“Capire ciò che spinge un padre a detestare i propri figli fino a farli stramazzare per la stanchezza o sperare per la loro morte fin dal primo vagito – spiega l’autore Emanuele Tumminelli – è la riflessione che si estende lungo la narrazione. La diversità è sempre un valore, anche per chi non vuole accettarlo”.

E Tumminelli riesce, infatti, inserendo la narrazione in una ambientazione storica ricca di approfondimenti, a fare comprendere quanto il diverso sia in realtà simile, e come si può amare chi non è come noi, e odiare chi si crede normale in un mondo di pazzi.

Emanuele Tumminelli è nato e cresciuto a Vittoria, nel sud est della Sicilia. Lascia la casa paterna durante il liceo per seguire il suo amore per la pallavolo, praticata in seguito per molti anni. Abita a Bologna con la sua compagna e la figlia.

CNA Ferrara: Celebra la propria assemblea provinciale confermando Davide Bellotti nel ruolo di Presidente.

 

Comunicato stampa CNA Ferrara.

“Ecco come ricostruiremo la nostra economia dopo la pandemia”.

Cna celebra la propria assemblea provinciale –  Rieletto Davide Bellotti per il secondo mandato da Presidente lo affiancheranno sei vicepresidenti.

“Abbiamo davanti a noi un quadriennio fondamentale per il futuro del territorio. Nei prossimi anni parteciperemo alla ricostruzione del nostro tessuto economico duramente colpito dall’emergenza e dalle conseguenti restrizioni. Non sarà un compito facile: richiederà duro lavoro e l’individuazione di priorità condivise”

Davide Bellotti, presidente di Cna Ferrara confermato per il secondo mandato, ha sintetizzato così l’impegno che attende l’associazione per i prossimi anni. Aprendo l’assemblea elettiva di Cna che si è svolta giovedì sera, Bellotti ha indicato i punti fondamentali su cui si concentrerà l’attività dell’associazione. “Valorizzare l’imprenditoria femminile – ha spiegato – perché crediamo che la ‘questione femminile’ si essenzialmente una ‘questione collettiva’. Assistere i giovani, favorendo la nascita di nuove startup innovative o l’insediamento di nuove imprese. Impegnarsi sulla sostenibilità: la tutela dell’ambiente è non solo un dovere sociale ma sempre più uno strumento competitivo. Favorire l’acquisizione, da parte delle imprese, delle tecnologie avanzate e degli strumenti digitali”. Tutto ciò in un costante dialogo e confronto con le istituzioni e la politica, che devono tenere conto fino in fondo della voce delle imprese.

“Nei prossimi mesi e nei prossimi anni – ha detto il direttore di Cna Ferrara Diego Benatti – dobbiamo progettare una ripresa, dopo la pandemia, che non lasci indietro nessuno. Dobbiamo mettere al centro delle nostre scelte le pari opportunità, il merito, la possibilità per i giovani di accedere a una formazione continua e di alto livello. Per puntare con decisione alla ripresa bisogna rafforzare la consapevolezza che la piccola impresa è portatrice di libertà, contro l’omologazione dei consumi, e di felicità, perché valorizza le competenze e le vocazioni delle persone”.

Nel corso dell’assemblea sono intervenuti imprenditori soci di Cna. Paolo Govoni, Commissario straordinario della Camera di Commercio e imprenditore storico della Confederazione, ha chiesto “un forte impegno per la ripresa. Per tornare a crescere bisogna fare sistema, e puntare sul merito e sulla qualità. Per questo – ha aggiunto – sono contrario alla riforma delle camere di commercio che accorperebbe Ferrara a Ravenna: perché usa criteri puramente quantitativi e non guarda alla qualità”.

“Puntare alla qualità significa coinvolgere le nostre imprese, renderle protagoniste dei processi di sviluppo a livello nazionale – ha detto il Presidente regionale di Cna Dario Costantini – Senza il sostegno delle piccole e medie imprese rappresentate da Cna non ci potrà essere nessun vero rinnovamento del Paese, e nessuna transizione ecologica”.

Armando Prunecchi, Direttore Divisione organizzazione e sviluppo di Cna nazionale, ha sottolineato l’importanza della formazione per il progresso imprenditoriale: “Cna ha le competenze necessarie per incrementare la qualità dell’impresa italiana e su questo deve puntare.

Il nostro sistema ha un’idea chiara di società e di economia, ha detto Prunecchi: “il nostro compito è rappresentare le imprese che valorizzano il territorio, che migliorano la qualità di vita e il benessere dei cittadini. Per farlo dobbiamo costruire un sistema sempre più integrato e accentuare la nostra capacità di comunicare”.

Al termine l’assemblea territoriale di Cna ha confermato per un altro mandato il Presidente Davide Bellotti. Lo affiancheranno sei Vicepresidenti: Jessica Morelli, fotografa ed esperta di comunicazione digitale; Valeria Balboni, titolare di una vetreria che produce box doccia; Riccardo Roccati, costruttore e presidente del Consorzio Rigenera; Roberto Bonora, storico titolare di una modelleria meccanica; Matteo Fabbri, attivo nel campo del 3D e della realtà aumentata; Claudio Marzola, trasporti eccezionali. L’assemblea ha inoltre rinnovato la fiducia al Direttore Provinciale Diego Benatti.

Moda: Una piattaforma per rilanciare i settori del tessile e del calzaturiero.

 

Moda. Una piattaforma per rilanciare i settori del tessile e del calzaturiero: entro giugno partirà il confronto con tutti gli attori del fashion made in Emilia-Romagna, le Università, Unioncamere e il sistema della ricerca. Colla: “Non vogliamo limitarci a gestire le crisi, ma avere una visione di futuro nel segno della sostenibilità, delle competenze e dell’innovazione tecnologica e dei materiali. Il settore dovrà agganciare risorse europee e del Pnrr, pronti ad accompagnare progetti di filiera innovati.

Il comparto in regione oggi conta più di 7.700 imprese per la parte manifatturiera con circa 38 mila addetti e un export di 7,7 miliardi di euro. Oggi l’assessore regionale in visita alla Fondazione Fashion Research Italy realizzata a Bologna da Alberto Masotti.

Bologna – “Entro il prossimo mese di giugno insedieremo un tavolo sul fashion regionale con tutti gli interlocutori del sistema della moda emiliano-romagnola. L’obiettivo quello di realizzare una piattaforma per rilanciare i settori del tessile e del calzaturiero puntando su ricerca e sviluppo”.

Lo ha annunciato a Bologna l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, nella sede della Fondazione Fashion Research Italy dove ha visitato, insieme al fondatore della Fondazione stessa, Alberto Masotti, lo spazio espositivo e i caveau dove sono conservati disegni tessili e libri campionario che coprono un periodo storico che va dai primi dell’800 ai primi decenni degli anni 2000: non solo Made in Italy ma anche pezzi provenienti dal mercato antiquario di Paesi esteri, fra cui il Giappone e la Cina.

Il comparto moda in regione oggi conta più di 7.700 imprese per la parte manifatturiera con circa 38 mila addetti,un export di 7,7 miliardi di euro, il 21% delle esportazioni nazionali. E se alla parte manufatturiera si aggiunge la componente terziaria legata alla filiera della moda – con più di 25 mila imprese che impiegano quasi 50 mila addetti – il fashion made in Emilia-Romagna raggiunge quasi 33 mila imprese e 87 mila addetti.

Per tracciare la strategia, con la Regione siederanno attorno al tavolo Confindustria, Cna, Confartigianato, Organizzazioni sindacali, Università, Unioncamere Emilia-Romagna, Carpi Fashion System, distretto di San Mauro Pascoli con il Cercal, le Istituzioni e la stessa Fondazione Fashion Research Italy.

“Dobbiamo avere chiara la fotografia della situazione attuale del comparto moda dell’Emilia-Romagna. Così- ha sottolineato Colla– possiamo capire quale direzione vogliamo dare al settore, alla luce della forte spinta verso la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale. Di fronte al grande cambiamento non vogliamo limitarci a gestire le crisi, ma avere una visione di futuro nel segno della sostenibilità, delle competenze, dell’internazionalizzazione, dell’innovazione tecnologica e dei materiali, del design. Dal Pnrr e dall’Europa arriveranno ricorse ingenti per ricerca, sostenibilità e digitale. Le vogliamo indirizzare anche nel mondo del fashion per rilanciare il settore dopo la pandemia, puntando sempre di più sulla qualità, oltre che sulla creatività ed esclusività del prodotto Made in Italy”.

E proprio Fondazione Fashion Research Italy in autunno lancerà “Punto sostenibilità 4.0: ricerca, formazione e innovazione per la svolta sostenibile e digital delle imprese artigiane di moda”, un progetto del valore di 195 mila euro che la Regione ha finanziato con un contributo di 101 mila. Uno strumento di supporto concreto alle realtà di tutte le dimensioni che hanno sposato o che stanno intraprendendo un percorso di conversione dei loro processi in ottica sostenibile che FFRI si propone di affiancare grazie alla consultazione di materiali e accessori tessili con caratteristiche di sostenibilità, provenienti dal catalogo dei fornitori italiani più impegnati in ambito green, alla guida di consulenti esperti e all’aggiornamento delle risorse da dedicare a questo asset.

“Lo abbiamo chiamato ‘Punto Sostenibilità’ perché speriamo possa diventare un punto di riferimento per tutti coloro che desiderano fare chiarezza su cosa si intenda oggi quando si parla di sostenibilità nel mondo moda, comprendendone le opportunità”, ha commentato Masotti. “Il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori e la spinta all’innovazione sono, insieme alla valorizzazione dell’heritage, le chiavi per guardare al futuro del sistema moda, che da quest’anno funesto deve cogliere un grande insegnamento: l’importanza della collaborazione e della condivisione di saperi e servizi per far fronte comune nell’affrontare nuove sfide” conclude, anticipando a Colla di aver studiato un progetto da condividere per una piattaforma marketplace digitale che unisca le manifatture della moda e le aiuti a raggiungere i mercati esteri che con forza sempre maggiore chiedono un prodotto Made in Italy di eccellenza.

Fondazione Fashion Research Italy (FFRI):
Fondazione no-profit costituita nel 2015 a Bologna da Alberto Masotti (ex patron e fondatore di La Perla) con la volontà di affiancare le manifatture moda attraverso attività didattiche, archivistiche e di innovazione. La Fondazione rivolge ai professionisti percorsi di aggiornamento e specializzazione in linea con l’accelerazione continua del progresso, dedicati a heritage, digitalizzazione e sostenibilità.
Al comparto moda e design Fondazione Fri propone inoltre un prezioso patrimonio di creatività: una library di 5.000 volumi e un archivio di textile design di 30.000 disegni su carta e tessuto. Pezzi unici, antichi e moderni, completamente digitalizzati a disposizione di uffici stile, designer e studiosi in cerca di ispirazione per le proprie collezioni.

Fondo affitti 2021: quasi 52mila domande di contributi per il bando regionale.

 

Casa. Fondo affitti 2021: quasi 52mila domande di contributi per il bando regionale, presentate da persone in difficoltà economica anche a causa dalla pandemia. 11,6 milioni di euro disponibili. La vicepresidente Schlein: “La casa è un diritto e un bene primario, garantiamo tutto il sostegno possibile”.

È l’esito, provvisorio, del bando chiuso il 9 aprile scorso, che fotografa il fabbisogno effettivo sul territorio, da Piacenza a Rimini, e per la prima volta effettua in base ad esso il riparto delle risorse, per assicurare che vadano dove c’è più bisogno. Le domande saranno poi dichiarate ammissibili dai Comuni, a esito della fase istruttoria, su cui sono competenti. Due le graduatorie: per persone singole e famiglie a basso reddito e per quelle che hanno subito la perdita o una consistente riduzione del reddito causa Covid.

Bologna – Quasi 52mila domande per ottenere il contributo regionale per l’affitto: tante sono le richieste presentate da famiglie e persone in difficoltà economica, anche a causa dell’emergenza Covid, che hanno partecipato al bando della Regione.

Il numero – esattamente 51.981 domande, 5.130 delle quali raccolte tramite la nuova piattaforma web messa a disposizione dalla Regione e 46.852 direttamente da Distretti socio-sanitari e Comuni – è provvisorio, perché si tratta di domande ritenute “potenzialmente” valide, ma che devono essere dichiarate effettivamente ammissibili dopo la conclusione della fase istruttoria in capo ai Comuni; tuttavia, fotografa l’attuale fabbisogno di contributiespresso da tutto il territorio, da Piacenza a Rimini, in base al quale – novità di quest’anno – viene effettuato il riparto delle risorse. Infatti, con il Fondo Affitti 2021 è stato introdotto un unico criterio di assegnazione delle risorse destinate ai Distretti, che tiene conto delle domande effettivamente presentate (fabbisogno effettivo) e non di una serie di variabili di natura socio-demo-economica (ad esempio il numero di abitanti di ogni singolo Comune), diversamente da come avveniva negli anni scorsi: l’obiettivo è di indirizzare le risorse dove è maggiormente concentrato il fabbisogno effettivo per rispondervi in maniera ancor più efficace ed equa.

Ed è proprio utilizzando questo criterio che la Giunta regionale ha approvato, nell’ultima seduta, l’assegnazione su base distrettuale degli oltre 11 milioni e 600mila euro stanziati nel 2021 per finanziare il bando che si è chiuso il 9 aprile scorso. Sono previste due distinte graduatorie: per persone o nuclei con un Isee annuo fino a 17.154 euro, e persone o nuclei con un Isee annuo fino a 35mila euro che abbiano subito una diminuzione del reddito di almeno il 20% durante il lockdown; saranno i Comuni ad assegnare i contributi per l’affitto ai nuclei famigliari.

“Dobbiamo frenare l’aumento delle diseguaglianze a causa della pandemia- sottolinea la vicepresidente con delega a Welfare e Contrasto alle diseguaglianze, Elly Schlein-, per questo lo sforzo che stiamo facendo nel mettere in campo queste misure è doppio: dobbiamo sostenere le fragilità che già conoscevamo e che rischiano di acuirsi e, al contempo, dobbiamo intercettare, fin da subito, i nuovi bisogni che stanno emergendo. E sono proprio i Comuni a raccontarci storie di nuove povertà che ci spingono ad innovare tutti i nostri strumenti di supporto, adattandoli per ricavare risposte su misura dei diversi bisogni, come abbiamo fatto anche con questa misura di sostegno al pagamento dell’affitto di casa, mettendo a disposizione una nuova piattaforma regionale digitale per le domande ed effettuando il riparto sul fabbisogno effettivo. La casa è un diritto e un bene primario- chiude Schlein- e va garantito tutto il sostegno possibile”.

Le risorse disponibili, per provincia:

A Bologna andranno 3,5 milioni di euro, a fronte di 15.731 domande pervenute; Modena 2 milioni (8.975 domande); Parma 1,1 milioni (4.882 domande); Reggio Emilia 1,1 milioni (4.886 domande); Rimini 870.779 euro (3.902 domande); Ravenna 870.779 euro (3.902 domande); 719mila Piacenza (3.222 domande); Forlì-Cesena 867.432 (3.887 domande) e Ferrara 578.883 euro (2.594 domande).

Destinatari e requisiti richiesti dal bando:

Destinatari dei contributi sono le persone singole o i nuclei familiari che si trovano in difficoltà economiche per perdita o diminuzione del lavoro, cassa integrazione o stato di mobilità, oppure lavoratori precari o stagionali che hanno subito la riduzione dell’orario di lavoro, ma anche coloro che hanno redditi molto bassi.

Per ottenere il contributo era richiesta la cittadinanza italiana o quella di uno Stato appartenente all’Unione europea o, per i cittadini extra Ue, il permesso di soggiorno; residenza o domicilio in Emilia-Romagna; il possesso di un regolare contratto di affitto in un comune della regione; un reddito Isee fino a 17.154 euro senza necessità di dimostrare cali del reddito per causa Covid; oppure fino a 35mila euro, autocertificando in questo caso con adeguata documentazione (buste paga o fatture) la diminuzione del reddito superiore al 20%. Il bando prevedeva inoltre che in caso di calo del reddito potessero richiedere il contributo anche gli inquilini di Erp: sul totale delle domande provvisorie sono circa il 4% quelle relative a nuclei familiari che abitano negli alloggi di Edilizia residenziale pubblica.

Dl Sostegni Bis: Coldiretti er, bene sostegno a settore Bieticolo.

Comunicato stampa Coldiretti Emilia Romagna.

Bertinelli, accolte nostre richieste per sostenere ruolo strategico dello zucchero 100% italiano:

“Un decreto che riconosce con le misure concrete sostenute dalla Coldiretti il ruolo centrale dell’agricoltura per la crescita del Paese con interventi che vanno dal fisco al lavoro, dall’imprenditoria femminile ai giovani, dal rilancio degli allevamenti agli agriturismi, fino al comparto dello zucchero”. È il commento del presidente di Coldiretti Emilia Romagna Nicola Bertinelli che esprime grande soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri guidato dal Premier Mario Draghi del decreto legge “Sostegni-bis” che stanzia 2 miliardi per l’agroalimentare con importanti misure di sostegno per le imprese agricole e della pesca volute e proposte da Coldiretti.

“Un risultato importantissimo” ha continuato Bertinelli “soprattutto in aree come il nostro territorio che ha tradizioni bieticole forti e tutte le condizioni per produrre ancora questa coltura, non ultimo un bacino nelle vicinanze dell’ultimo attore dello zucchero 100% italiano, la cooperativa COPROB, con il marchio Italia Zuccheri, unica realtà produttrice e che ha sede a Minerbio, tra Ferrara e Bologna. Nell’ottica di una filiera strategica per il made in Italy è importante che i produttori possano sfruttare l’opportunità della bietola, sapendo che è ancora possibile incrementare le superficie impegnate con contratti di coltivazione e che il sostegno accoppiato è di una entità decisamente cospicua per la redditività della coltura”.

Lo stanziamento di 105 milioni di euro – conclude Coldiretti regionale – per incrementare il fondo di solidarietà nazionale previsto della legge 102/2004 per ristorare i danni che produzioni e strutture hanno subito in seguito alle gelate di aprile è però insufficiente, considerando che nella sola Emilia-Romagna le perdite subite negli ultimi due anni superano i 450 milioni. Confidiamo che il Governo reperisca le risorse adeguate per non mettere a rischio le produzioni di punta del nostro Made in Italy e dare giusto ristoro ai produttori.

Nasce il volume ”Giovanni Girolamo Agnelli – Notizia su Ferrara (1766)”.

 

Ufficio stampa Edizioni La Carmelina.

Dalla serie “Monumenti” promossa dalla Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia patria, nasce il volume “Giovanni Girolamo Agnelli- Notizia su Ferrara (1766)” (ed. Este Edition) a cura di Ranieri Varese.

A spiegare l’origine del volume è infatti il Presidente della Deputazione provinciale ferrarese di storia patria, Franco Cazzola, autore della Presentazione:
“L’occasione delle ricerche condotte sul territorio ferrarese ha dato a Ranieri Varese, vicepresidente della nostra Deputazione, l’idea di avviare una ricerca collettiva che coinvolgesse almeno tre Deputazioni di storia patria. Sulla base del progetto unitario presentato dalla Deputazione provinciale ferrarese, dalla Deputazione per le provincie modenesi e dalla Deputazione per le provincie parmensi, i lavori di ricerca sono stati in seguito condotti e coordinati in forma autonoma da ciascuna Deputazione.

Sulla città di Ferrara le risposte di Agnelli sono state per Varese lo stimolo per aggiornare e ampliare le nostre conoscenze sul Settecento ferrarese, sui personaggi più rilevanti dell’epoca, sulla vita amministrativa, culturale e associativa. Un periodo questo in cui non mancano fermenti nella vita artistica, sociale e culturale della città e che sono meritevoli di essere portati alla luce.”

Troppo spesso infatti quando si pensa alla storia di Ferrara si fa riferimento, quasi esclusivamente, al periodo della dominazione degli Este ma, come spiega Varese, la nostra storia non si ferma lì.

“La città di Ferrara ha una storia lunga e complessa che va dalla fondazione all’età comunale, al periodo estense, a quello legatizio sino al confluire nel Regno d’Italia e ai nostri giorni. Scelte comprensibili sul piano politico, molto meno su quello istituzionale e della ricerca, ne hanno ridotto la divulgazione e la diffusione a poco più di due secoli, al vicariato degli Estensi. È stato volutamente  e pervicacemente costruito un senso comune che induce a  riconoscere la città solo in quell’età: un tempo sicuramente ricco e non trascurabile ma che non può esaurire vicende, personalità, proposte, spazi, opere le quali si pongono nell’arco lungo dei secoli.”

Nel volume il lettore troverà quindi, accanto alle notizie su Ferrara curate dall’illustre storico ferrarese Giovanni Girolamo Agnelli, una selezione degli uomini illustri che hanno influenzato la città tra il Trecento e il Settecento, compresi grandi poeti come Matteo Maria Boiardo e Ludovico Ariosto.

Continua quindi Varese nel volume “Il progetto prevede un secondo volume ove saranno raccolte le notizie inviate a Orlandi per le città di Cento e di Comacchio; si uniranno una serie di saggi su momenti e istituzioni della storia locale: dallo Studio alle forme e modi del governo, dalla cultura musicale e scientifica a quella letteraria, dalla regolamentazione delle acque al controllo del territorio. Un piccolo tassello che si aggiunge per la più completa e migliore conoscenza del ducato di Ferrara nel XVIII secolo.”

 

SCHEDA CURATORE:

Ranieri Varese (Ferrara, 9 febbraio 1941) è uno storico dell’arte e accademico italiano. Laureato in storia dell’arte presso l’Università di Bologna nel 1965, ottiene nel 1967 il diploma di perfezionamento in storia dell’arte presso la Scuola Normale Superiore di Pisa con Carlo Ludovico Ragghianti, di cui è assistente dal 1965 al 1970.

Dal 1970 al 1985 è direttore dei civici musei d’arte antica di Ferrara. Diventa professore associato di storia dell’arte medievale e moderna nel 1985 presso l’Università di Urbino. Dal 1992 è professore ordinario, prima presso l’Università di Urbino e poi presso l’Università di Ferrara. Dal 1994 al 2000 è Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte ed Estetica presso l’Università di Urbino. Dal 2004 al 2009 è direttore del Dipartimento di Scienze Storiche dell’università di Ferrara. Esce di ruolo nel 2009.

Ha fondato e diretto dal 1971 al 1986 la rivista Musei Ferraresi- Bollettino Annuale. Dal 1966 fa parte del comitato di redazione della rivista Critica d’Arte, fondata da Carlo Ludovico Ragghianti, della quale è stato Vicedirettore e responsabile del settore biblioteca. Ha diretto la collana Musei e Meraviglie d’Italia presso l’editore Calderini.

Ha collaborato e collabora, tra l’altro, a “Arte Documento”, “Artes”, “Atti e Memorie dell’Arcadia”, Belfagor, “Critica d’Arte”, Il Ponte, Nuova Antologia, “Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz”, “Museologia”, “Notizie da Palazzo Albani”, “Nuova Civiltà delle Macchine”, “L’Informazione bibliografica”, “Schifanoia”, “Studi Tassiani”, “Studi Tizianeschi”, “Studi Neoclassici”, “Studi Veneziani”.

È socio della Accademia Raffaello di Urbino, della Società di Studi Romagnoli, della Società di Storia della Miniatura, della Deputazione Ferrarese di Storia Patria.

È noto per i suoi studi su Palazzo Schifanoia, il Trecento ferrarese, Antonio Canova, Giovanni Santi, Lorenzo Costa e l’Arcadia del Settecento. Ha seguito anche il lavoro di pittori contemporanei come Gianni Valieri, Giuseppe Viviani, Antonio Zancanaro. Ha pubblicato più di 190 tra articoli in rivista, saggi e monografie

 

Settimana della Musica da lunedì 24 all’Alda Costa.

Comunicato stampa Istituto Comprensivo.
Cinque giorni di musica all’Istituto Comprensivo Alda Costa.
E’ quanto organizzeranno da lunedì 24 a venerdì 28 maggio le Scuole primarie Costa, Guarini e Manzoni, la Secondaria a Indirizzo Musicale Boiardo e la Scuola d’infanzia Guarini. L’occasione è anche quest’anno offerta dalla manifestazione nazionale “La musica unisce la scuola”. Per la trentaduesima Settimana Nazionale della Musica a Scuola, il Ministero dell’Istruzione ha rivolto un invito aperto a tutte le scuole italiane, La settimana, organizzata dal Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica in collaborazione con INDIRE, prevede una piattaforma condivisa di esperienze didattiche, che ancor maggiore importanza acquisiscono in un anno particolarmente difficile come quello che sta avviandosi alla conclusione.
Con il coordinamento di Valeria Astolfi ed Anna Maria Laudicina, l’Alda Costa porterà a termine le numerose attività musicali che da molti anni a questa parte caratterizzano la progettualità di Istituto.
La Scuola d’Infanzia Guarini proporrà il progetto Musica/Inglese dal tema “Tutti per uno uno per tutti – Un bambino tra i bambini” e esecuzioni della favola musicale di Basevi e Piumini “Il ragazzo col violino”. Per la primaria Costa, Guarini e Manzoni sono previste attività di Body percussion e danze di gruppo, costruzione e utilizzo di strumenti “poveri”, letture di poesie su musiche, musicogrammi e drammatizzazione di opere liriche di Mozart, Rossini, Donizetti e Puccini assieme a composizioni orchestrali della tradizione colta. Le attività dell’Istituto Comprensivo Alda Costa si completeranno alla Boiardo con i saggi di strumento di tutti gli allievi dell’Indirizzo Musicale dalla prima alla terza: chitarra, flauto traverso, pianoforte e violino.

Caffè in Rosa – VII appuntamento – Lunedì 24/05 ore 14.00 con Terziario Donna Ferrara Confcommercio

Ufficio Stampa Ascom Ferrara.
Proseguono gli appuntamenti organizzati da Terziario Donna Ferrara di Confcommercio: Caffè in Rosa – questo il nome del progetto –  vede lunedì prossimo (24/05) una settima puntata dedicata allo stimolante equilibrio tra tradizione ed innovazione. Ospite del pomeriggio sarà Valeria Saltari titolare del negozio di fiori “Le Ragazze di Flò” a Bondeno.  A moderare l’evento sarà Simona Salustro, Presidente provinciale di Terziario Donna Ferrara Confcommercio a partire dalle ore 14.00 con una durata di una quindicina di minuti.  
“Questa volta l’obiettivo del nostro incontro  – entra nello specifico Eleonora Taddia componente del Consiglio di Terziario Donna  – riprendiamo il filo conduttore dell’innovazione e del riposizionamento della propria impresa in questi mesi segnati dall’emergenza saniataria. Le esperienza innovative che Valeria ha valorizzato in una decina di anni di collaborazioni con le testate giornalistiche, a Milano,  più glamour – da Vanity Fair a Donna Moderna – nel campo del design d’interni ora trovano creatività ed espressione in realizzazioni scenografiche floreali non solo nell’ambito più noto e tradizionale delle cerimonie (matrimoni in primis)  ma anche negli allestimenti stabili di negozi, uffici….Insomma cercheremo di capire e quali spunti utilizzare per come reinventare un attività tradizionale aprendosi a nuovi segmenti di mercato in questo caso l’Interior Design” conclude la Taddia.   

Gli appuntamenti di Caffè in Rosa sono ogni lunedì sulla pagina Facebook @terziariodonnaferrara e sul canale Youtube di Ascom Confcommercio Ferrara – youtube.com/ascomfe 

Liceo Ariosto Ferrara: “Costruiamo un ponte perché ne vale la pena”.

 

Comunicato stampa Liceo Ariosto (FE).

“Costruiamo un ponte perchè ne vale la pena”: è questo il titolo del convegno organizzato dal Team ALI – Ariosto Liberi Insieme che si terrà sabato 22 maggio 2021 dalle ore 09.30 in diretta streaming sul canale Youtube del Liceo “L. Ariosto”.

L’incontro sarà l’occasione per esporre i risultati del progetto di monitoraggio civico “RECLUSI/INCLUSI” e presentare il video “Il ponte”, realizzato dalla classe 4^R del Liceo Economico Sociale  in collaborazione con la redazione della rivista carceraria “Astrolabio” ed il laboratorio diretto da “Teatro nucleo” presso la Casa Circondariale di Ferrara.

L’attività scolastica rientra nel progetto di monitoraggio civico promosso da ASOC, A Scuola di Open Coesione,  un percorso didattico finalizzato a promuovere una cittadinanza consapevole tra gli studenti, tramite un’indagine sull’efficacia di iniziative finanziate con fondi pubblici. L’attività individuata aveva come area di sviluppo il terzo settore, e nello specifico gli “Interventi formativi per persone in esecuzione penale nella Casa Circondariale di Ferrara”.

Durante il convegno dopo i saluti delle Istituzioni regionali e scolastiche, interverranno il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, la Comandante della Polizia Penitenziaria e le Educatrici della Casa circondariale di Ferrara per riflettere sul valore rieducativo dei progetti formativi in carcere.

Infine gli studenti dialogheranno con i volontari sulla possibilità di costruire un ponte tra carcere e comunità: è in grado un progetto di formazione professionale all’interno del carcere di generare inclusione sociale e avvicinamento al mondo del lavoro? Quanto è efficace l’iniziativa del terzo settore in una realtà come quella della casa circondariale?

Sicuramente continuare a parlare di questi temi anche nelle scuole, costruendo un ponte che metta in relazione l’interno con l’esterno, può aiutare a condurre dalla reclusione all’inclusione.

 

De Palma: «Due gravi errori di sovradosaggio di vaccini in pochi giorni. Accade nella medesima Asl, prima a Massa Carrara, poi a Livorno».

 

Comunicato stampa Nursing Up.

Sanità, Nursing Up De Palma: «Due gravi errori di sovradosaggio di vaccini in pochi giorni. Accade nella medesima Asl, prima a Massa Carrara, poi a Livorno».

«Chiediamo subito l’apertura di una indagine, per far luce sulla vicenda. Ma intanto abbiamo provato a fare delle ipotesi, attraverso le testimonianze dei nostri referenti abbiamo provato a capire cosa succede in taluni hub vaccinali, dove il super lavoro dei vaccinatori potrebbe fare il paio con la singolarità dei protocolli».  

21 MAG 2021 – «I recenti fatti di cronaca, avvenuti nella medesima Asl, prima a Massa Carrara poi a Livorno, che hanno visto due donne, una studentessa di 23 anni e una signora di 67 anni, vittime di gravi anomalie nella somministrazione del vaccino anti-Covid, ci preoccupano non poco e meritano l’apertura di una approfondita indagine.

Da sempre il nostro primo obiettivo rimane la salute dei cittadini e naturalmente, come sindacato nazionale degli infermieri, chiediamo di far luce sulla spinosa vicenda al fine di evitare una pericolosa “caccia alle streghe nei confronti” degli operatori sanitari, che comunque, in caso di accertamento di errori umani, si assumeranno le loro responsabilità come è giusto che avvenga. Come noto le due donne, con una sola somministrazione prevista, hanno subito l’inoculazione di ben più di una dose. Sei nel caso della studentessa, quattro nel caso dell’anziana. La ragazza sarebbe ricoverata in serie condizioni, è cianotica, ha perso peso e riporta lividi ovunque e seri scompensi clinici, la signora anziana non presenterebbe sintomi allarmanti ed è stata già dimessa dall’ospedale dove era ricoverata».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Cosa sta succedendo? Si tratta di errori umani dovuti allo stress, al super lavoro a cui gli operatori sono sottoposti in questi mesi? Ricordiamo che il vaccino anti-Covid rappresenta una operazione complessa, per la quale non solo è richiesta quella indispensabile esperienza che solo gli infermieri e i medici hanno, ma soprattutto nell’insieme ci sono una serie di operazioni coordinate ed integrate che portano alla somministrazione finale, fasi tutt’altro che banali. Il vaccino non è una semplice iniezione intramuscolare, come qualche persona poco competente asserisce.

Ad ogni buon fine, abbiamo voluto svolgere anche una indagine accurata con i nostri referenti, e abbiamo preso come base due regioni del centro Italia, la Toscana, dove è avvenuto il fatto, e il Lazio. Abbiamo verificato nelle ultime ore, con cognizione di causa, che visto l’elevato numero di somministrazioni a cui le Regioni stanno sottoponendo i centri vaccinali, molti hub si sono organizzati in modo per così dire “singolare”, ma che potrebbe tuttavia essere funzionale alle esigenze del momento e all’emergenza che stiamo vivendo. Si stigmatizza, soprattutto, il super impegno a cui sono sottoposti gli infermieri a cui viene chiesto in questo momento di raggiungere numeri di vaccinazioni elevatissimi: si parla addirittura di arrivare, da qui a pochi giorni, a 600 somministrazioni/ die, per portare a termine l’immunizzazione di massa entro luglio.

Ma cosa sta accadendo, almeno in alcune regioni? Come si sta pensando di fronteggiare il sovraccarico di vaccini?

Come abbiamo già accennato, è accertato, da nostre testimonianze, che per tenere alta la concentrazione ed evitare errori come quelli accaduto a Livorno Massa Carrara, si applicano protocolli che vedono suddivise le attività infermieristiche per classi di attività.

C’è chi prepara il vaccino e lo diluisce, e c’è chi lo somministra, cosa questa “singolare”, se si volesse tener conto di una delle regole fondamentali vigenti nella pratica clinica infermieristica, ma anche in ambito della responsabilità professionale specifica: di norma non cambia il soggetto che si occupa della preparazione e somministrazione della medesima dose di prodotto, essendo tali azioni considerate interdipendenti ed in continuità tra di loro. Pare tuttavia, che con gli altri protocolli in uso, sarebbe possibile, ed usiamo sempre il condizionale, ridurre maggiormente il rischio di eventuali errori.

Ciò premesso, noi non vorremmo mai che accadesse, ed è per questo che abbiamo aperto una indagine, che alla fine il cerino più corto rimanesse proprio nelle mani degli infermieri. Ansia, stress, numero elevatissimo di somministrazioni e complessità dell’operazione in se stessa, potrebbero indurre in errore qualsiasi professionista, con esiti fatali sia per le persone sottoposte alla vaccinazione che ai fini della responsabilità degli interessati.

Fatte queste necessarie premesse, noi ora ci chiediamo: potrebbero essere stati proprio lo stress e la disorganizzazione (ovviamente usiamo il condizionale), le cause dei due errori commessi in Toscana, a distanza di pochi giorni uno dall’altro?

Consultando attentamente i protocolli sanitari internazionali redatti dall’Oms sulle vaccinazioni anti covid viene messo in evidenza come le parole sicurezza e controllo siano al primo posto. Viene altresì evidenziato che si tratta di un virus nuovo, per il quale non ci sono precedenti a cui far riferimento e in merito al quale si stanno usando tecniche nuove.

Per quanto riguarda i protocolli adottati in Italia, appare evidente, dai grafici riportati dal sito del Ministero della Salute, che il momento della preparazione e quello della somministrazione sono due fasi distinte, tanto è vero che devono avvenire anche a una certa distanza.

Per fare chiarezza sui fatti, i nostri esperti sono a disposizione delle autorità competenti, alle quali chiediamo di far luce sulla vicenda tempestivamente, prima che si verifichino altri casi analoghi, le cui eventuali conseguenze sarebbero nefaste, sia per i cittadini che per i professionisti interessati».