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Giorno: 7 Ottobre 2015

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Petrolchimica, costi alla Lega Nord: “Stiamo lavorando da mesi con tutte le parti sociali e datoriali”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Chiesto anche ai vertici di Eni un incontro in merito alla situazione attuale e soprattutto futura del settore energetico e chimico del polo di Ravenna e Ferrara.

«La chimica riveste un ruolo strategico per il manifatturiero regionale e nazionale. Per questo ho richiesto la convocazione di un tavolo nazionale da parte del Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi per affrontare, d’intesa con le Regioni Veneto e Lombardia, la situazione e le prospettive della petrolchimica del quadrilatero Padano che riguarda Ravenna, Ferrara, Mantova e Marghera».
Così l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi rispondendo al capogruppo della Lega Nord in Regione, Alan Fabbri che ha sollecitato la Regione a convocare in un tavolo istituzionale sul petrolchimico i vertici Eni.
«Oltre alla richiesta di allargare il confronto sul piano nazionale, a fine luglio si è svolto in Regione – ha aggiunto l’assessore Costi – il tavolo sul petrolchimico di cui fanno parte le istituzioni locali di Ravenna e Ferrara, le parti datoriali e le organizzazioni sindacali regionali e territoriali. Il Tavolo è uno strumento di sostegno alle politiche attive per rafforzare il settore petrolchimico».
«Proprio in quella occasione – conclude l’assessore regionale – le parti hanno condiviso la necessità e l’urgenza che si avvii il confronto con Eni per la rilevanza strategica del comparto, sia sul fronte degli occupati, che della qualità della ricerca e degli investimenti necessari. Senza dimenticare il tessuto di grandi e piccole imprese esistenti, ricche di grandi professionalità e capacità di innovazione. Per questo nei giorni scorsi ho inviato una lettera ai vertici di Eni per richiedere un incontro in merito alla situazione attuale, e soprattutto futura, del settore energetico e chimico del polo di Ravenna e Ferrara».

Meis in progress, il cantiere procede e dal 12 ottobre il convegno sugli Ebrei in Friuli

da: ufficio stampa Meis

Procede deciso verso il traguardo, il futuro Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, in cantiere (letteralmente) a Ferrara. E lungo il proprio cammino, come ha ribadito oggi in conferenza stampa il vicensindaco del Comune di Ferrara, Massimo Maisto, “la Fondazione MEIS continua a organizzare e sostenere occasioni di studio, approfondimento e riflessione sui secolari casi degli ebrei nella penisola – patria di antichissimo rito sinagogale e di accoglienza – e in Europa, accreditandosi sempre più come principale centro studi in Italia e punto di riferimento nazionale sull’ebraismo”.
L’occasione più imminente è rappresentata dal convegno internazionale “Gli ebrei nella storia del Friuli-Venezia Giulia. Una vicenda di lunga durata”, che dal 12 al 14 ottobre, presso il Salone d’Onore dell’Istituto di Cultura “Casa Giorgio Cini” (Via Boccacanale di S. Stefano, 24), contribuirà al dibattito sulla rilevanza e le peculiarità dell’esperienza ebraica dal Medioevo ai nostri giorni, passando per il tragico strappo della Shoah, in Friuli-Venezia Giulia, territorio di confine e a maggioranza cristiana, per secoli diviso fra i domini della Repubblica di Venezia e quelli dell’Impero asburgico.
Promosso dalla Fondazione MEIS, in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine e il suo Dipartimento di Scienze Umane, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste, la Comunità Ebraica di Trieste e l’Associazione per lo Studio dell’Ebraismo delle Venezie, il convegno si concentrerà sul multiculturale e cosmopolita Nordest italiano, “per focalizzare – come ha sottolineato il curatore scientifico Pier Cesare Ioly Zorattini – aspetti generali e particolari della vicenda ebraica in quell’area: le relazioni di autorevoli studiosi italiani e stranieri, e di giovani ricercatori sonderanno i complessi rapporti fra i nuclei ebraici e la società cristiana, l’organizzazione degli insediamenti ebraici e la loro vita economica, religiosa e culturale, le dinamiche della quotidianità, le conversioni e la persecuzione nazifascista, fino ai personaggi e alle famiglie illustri. Non meno cruciale – ha rimarcato Ioly Zorattini – è l’altro obiettivo del convegno, ovvero quello di evidenziare l’importanza del patrimonio culturale e monumentale ebraico presente nel Nordest e oggi a rischio di estinzione, come le antichissime epigrafi (matzevot) o le 9mila lapidi del cimitero ebraico di Trieste”.
Sul cantiere del nascente complesso museale si è concentrato l’intervento di Carla Di Francesco, dirigente generale MiBACT e consigliere della Fondazione MEIS: “I lavori al MEIS, che è già attivo da quattro anni nella Palazzina di Via Piangipane, nel settembre 2016 porteranno all’apertura di un’area giardino e di un padiglione temporaneo, destinato a ospitare conferenze, piccole mostre e attività didattiche. Nell’autunno 2017 inaugureremo il corpo C, che conterrà gli spazi espositivi, la biblioteca e il Centro di documentazione. In definitiva – ha sintetizzato Di Francesco –, terminato il primo lotto, il Museo disporrà di 760 metri quadri di aree espositive, 180 per il Centro di documentazione, 1.900 di area temporanea esterna, 300 di area polifunzionale per eventi ed esposizioni temporanee, 200 di aree didattiche”. L’ultimo atto, per il quale bisogna scorrere il calendario fino al 2019, sarà il taglio del nastro del corpo di ingresso D verso Via Rampari, recentemente ammesso a finanziamento dal MiBACT, in cui saranno situati l’ingresso definitivo del Museo, il bookshop e il ristorante.
Il programma del convegno, che è patrocinato dal Comune di Ferrara, da UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) e dalla Comunità Ebraica di Ferrara, è disponibile sul sito www.meisweb.it.

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Affidamento dei servizi, il M5S chiede nuove regole: “basta proteggere le enclave di potere delle coop”

da: ufficio stampa M5S Emilia-Romagna

Raffaella Sensoli e Andrea Bertani, consiglieri regionali del M5S, hanno presentato una interrogazione dopo i recenti casi scoppiati a Ferrara su gestione dei servizi di raccolta rifiuti e accoglienza per i richiedenti asilo: “Basta con le assegnazioni infinite mascherate da finte esternalizzazione. La Regione deve assicurare procedure selettive trasparenti e con la più ampia partecipazione”.

Stop agli affidamenti diretti a cooperative di servizi pubblici locali. È quanto chiedono Raffaella Sensoli e Andrea Bertani, consiglieri regionali del M5S, che hanno depositato una interrogazione dopo i casi scoppiati a Ferrara e che hanno coinvolto la cooperativa Camelot e Area (società a capitale interamente pubblico). “Negli ultimi mesi ci sono stati importanti pronunciamenti, da parte del Tar dell’Emilia-Romagna e dell’ANAC, sugli affidamenti diretti di appalti a cooperative sociali di tipo B (o loro consorzi) per importi superiori alla soglia comunitaria e per servizi che non rientrerebbero nell’ambito di intervento previsto dalla legge 381 del 1991, in particolare – spiegano i due consiglieri del M5S – per quel che riguarda l’’accoglienza per i richiedenti asilo e la raccolta dei rifiuti. La gestione di servizi pubblici locali e di prestazioni svolte direttamente a favore della cittadinanza, affidata ripetutamente e per anni agli stessi soggetti comporta l’effetto di produrre finte e improprie esternalizzazioni, realizzando Agenzie o Municipalizzate di fatto, i cui vertici, per di più, possono scambiarsi i ruoli con le stesse amministrazioni da cui ricevono gli incarichi, producendo, inoltre, il risultato della desertificazione attorno a cooperative di fatto dominanti. Un sistema che purtroppo sembra far parte della prassi di molti enti locali della nostra regione ma che deve al più presto essere modificato”. Per questo nell’interrogazione presentata i due consiglieri del M5S hanno chiesto alla Giunta l’elenco degli incarichi affidati a cooperative sociali di tipo B senza procedure selettive con fondi regionali o trasferiti dalla Regione. “Serve un monitoraggio, anche in collaborazione con l’ANAC, su questo tipo di assegnazione – concludono – Visto gli effetti che questo sistema ha generato crediamo la necessità di dotarsi di nuove regole sia assoluta. Ecco perché la Giunta dovrebbe prendere in considerazione l’idea di offrire supporto tecnico agli Enti locali per la definizione di strutture tipo di capitolari e disciplinari di gara finalizzati alla promozione di una vera e ampia partecipazione alle procedure selettive. Stop corsie preferenziali, basta alimentare enclave di potere dei soliti noti”.

Per la “Giornata del Contemporaneo” ingresso gratuito alla Casa-Museo “Remo Brindisi” del Lido di Spina

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

La casa museo “Remo Brindisi” del Lido di Spina aderisce alla “Giornata del Contemporaneo”

La Casa Museo “Remo Brindisi” del Lido di Spina non poteva mancare al grande appuntamento dedicato all’arte contemporanea, che avrà luogo sabato 10 ottobre 2015, con il coinvolgimento di istituzioni, enti, realtà museali e poli culturali di tutta Italia. In occasione della “Giornata del Contemporaneo”, evento promosso dall’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, sabato il Museo Alternativo “Remo Brindisi” del Lido di Spina (Via Nicolò Pisano, 51) resterà aperto al pubblico, con orario continuato, dalle ore 10 alle ore 17:30 e AD INGRESSO GRATUITO.
L’evento, giunto all’XI edizione, mira a promuovere l’arte contemporanea e a valorizzare l’attività degli artisti contemporanei.
Per informazioni: tel 0533-81302, e-mail: info@podeltatourism.it e http://www.amaci.org/gdc/undicesima-edizione/museo-alternativo-remo-brindisi

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Il presidente Tagliani traccia un quadro a un anno di distanza dal nuovo mandato amministrativo della Provincia

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Era il 30 settembre dell’anno scorso quando fu eletto presidente della Provincia Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara, e il Consiglio provinciale, con la nuova formula elettiva e cioè dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio.
Non più dunque elezione diretta dei cittadini, perché la Provincia è diventata ente di secondo livello dopo l’entrata in vigore della legge firmata Delrio dell’aprile 2014.
“Avevamo di fronte un quadro non ben definito sotto l’aspetto organizzativo e finanziario”, ha ricordato il presidente Tagliani, e la chiamata ad ulteriori compiti e impegni, oltre a quelli dei rispettivi Comuni rappresentati, ha rappresentato “una prova di responsabilità – ha aggiunto il vicepresidente Nicola Rossi – non scontata in partenza”.
Il bilancio di un anno di mandato amministrativo parte dal quadro sul personale dell’ente che ha sede in Castello Estense.
Dai 420 dipendenti del 2014, a seguito di pensionamenti e mobilità si passerà ai 367 di fine 2015, per poi scendere a conclusione dell’anno prossimo a quota 187.
Una diminuzione imposta sia dalla legge Delrio sia dalla Finanziaria, la quale prevede un taglio del 50 per cento degli organici in forza agli enti intermedi.
Il definitivo assestamento avverrà a seguito del trasferimento di 116 unità nei ranghi della Regione che, con l’entrata in vigore della legge approvata lo scorso 28 luglio dall’assemblea di via Aldo Moro, richiamerà a sé le funzioni delegate nel corso degli anni alle Province e rilanciando il nuovo riordino istituzionale sulla base della formula “Area vasta”.
A completare il quadro, il trasferimento dei 47 dipendenti dei Centri per l’impiego che transiteranno dell’Agenzia regionale.
“Ora che il percorso è tracciato – commenta Tagliani – c’è più tranquillità per quanto riguarda il personale, sia per la Provincia, e penso alla sostenibilità della spesa e alle garanzie di conservare le professionalità necessarie per continuare ad erogare servizi a famiglie e imprese, sia per il personale che vede tutelato il posto di lavoro.
A creare maggiormente batticuore è, invece, il quadro finanziario.
Si è dovuto attendere, infatti, il recente decreto legge Enti locali del governo per avere il via libera dell’approvazione del solo bilancio 201, che finora la legge ancorava all’approvazione contestuale del triennale.
Il problema è che con i tagli della Finanziaria alle Province di un miliardo il 2015, di due nel 2016 e di tre miliardi nel 2017, è impossibile per chiunque avere, contabilmente, la vista lunga un triennio.
Il problema si ripresenterà a inizio 2016, ma intanto si può archiviare la partita contabile dell’anno in corso, sia pure ormai agli sgoccioli, che per la Provincia di Ferrara si chiude in equilibrio.
Nonostante il percorso tortuoso del nuovo ente di secondo livello, la Provincia ha continuato a investire. E l’ha fatto principalmente nei due settori che continueranno a essere il cuore della propria missione amministrativa: scuole e strade.
Nel primo settore si è fatto sostenendo una spesa annua per il funzionamento delle scuole secondarie superiori del territorio di circa 2,8 milioni, fra bollette di riscaldamento, utenze (luce, acqua e telefono), ordinaria manutenzione, arredi, trasporto scolastico e per uso delle palestre esterne. Un investimento annuo sulle 34 sedi scolastiche del territorio più 16 palestre, cui quest’anno vanno aggiunti 268mila euro di manutenzione straordinaria.
A questi si aggiungono poi circa 2,6 milioni di investimenti 2015 – fra già realizzati e in cantiere – per garantire il più possibile le condizioni di sicurezza ad un reticolo stradale di competenza lungo quasi 900 chilometri.
Soldi spesi, in dettaglio, per nuove pavimentazioni, taglio alberature pericolose ai bordi strada, sfalci erba, segnaletica orizzontale e verticale, nuovi guard rail.
Altro capitolo di attività svolte è quello della Polizia provinciale. Un’azione di presidio del territorio che, fra Codice della strada e contrasto al bracconaggio e all’illegalità per quanto riguarda fauna ittica e selvatica, ha procurato un introito accertato all’ente attorno ai 2,8 milioni di sanzioni, delle quali incassate 1,1 milioni.
Sugli agenti provinciali il presidente si è soffermato in modo particolare, ricordando come la soluzione sia ancora sospesa tra il trasferimento del personale in Regione e il permanere in capo ala Provincia di funzioni di controllo del territorio.
A questo proposito, solo alcuni mesi fa le associazioni volontarie ambientaliste, sportive e del mondo venatorio e ittico, hanno lanciato un allarme per quanto riguarda la necessità di presidio del fragile equilibrio ambientale, le cui attenzioni aumentano laddove, specie nel Delta, il territorio si fregia del riconoscimento Unesco.
Ultimo fronte d’impegno istituzionale ricordato è stato quello dell’Idrovia, con la realizzazione nel 2015 del ponte e dell’attraversamento pedonale a Migliarino, dell’adeguamento del Portocanale di Portogaribaldi e la conclusione dei lavori a Valle Lepri.
Altre opere sono sul programma di realizzazione di un’infrastruttura, finanziata per 145 milioni, destinata a rendere navigabile anche per le rotte commerciali i 70 chilometri del Po di Volano dalla conca di Pontelagoscuro fino al mare, con lo sguardo rivolto decisamente all’infrastruttura portuale di Ravenna. Attività che deve tenere conto, a breve, del passaggio di mano come stazione appaltante dalla Provincia, com’è stato finora, all’Autorità di Bacino di emenazione regionale. Il motivo è in fondo contabile: il volume degli investimenti è talmente vistoso che lasciato alle Province, nel frattempo dimagrite di funzioni e compiti, rischia di far saltare gli equilibri del patto di stabilità.
“Il tutto – ha concluso Tagliani – in attesa che arrivi a destinazione la riforma costituzionale destinata ad abolire del tutto le Province e di capire in che modo e forma occorrerà ragionare in termini di Area vasta”.

Pop Design Store Ferrara presenta: Workshop professionale di fumetto

da: organizzatori

Seminario tenuto da MASSIMILIANO DE GIOVANNI, docente di Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna con la partecipazione dell’autrice giapponese di manga Keiko Ichiguchi. Dieci lezioni della durata di 2 ore ciascuna, da mercoledì 21 ottobre 2015, ore 17.00, via de’ Romei 19A. Iscrizioni aperte fino al 19 Ottobre.

Ancora una volta via de’ Romei è protagonista di un evento insolito per la nostra città: un vero e proprio workshop formativo per diventare autori di fumetti.
Massimiliano De Giovanni – sceneggiatore, direttore di Kappa Edizioni e docente di Scrittura Creativa e Narrazione per Immagini all’Accademia di Belle Arti di Bologna – porta a Ferrara il suo nuovo CORSO DI FUMETTO, in collaborazione con Pop Design Store.
Ma questa volta non è da solo: a illustrare con lui le tecniche del disegno sarà l’autrice di fama internazionale Keiko Ichiguchi, che terrà una speciale lezione sullo stile manga.
Ogni partecipante sarà seguito dagli insegnanti nell’analisi del fumetto come linguaggio, attraverso le differenti fasi della ricerca e dell’elaborazione di un’idea, partendo dalla scrittura del soggetto, della scaletta e dei dialoghi, fino al disegno dello storyboard e alla sceneggiatura.
Al termine dell’intero ciclo di lezioni, i partecipanti avranno assimilato le principali tecniche narrative e la grammatica fondamentale del fumetto, e avranno realizzato un progetto compiuto da proporre a editori italiani ed esteri.
Nato da un’idea di Giorgio Paparo, Pop Design Store racconta le nuove tendenze e gli stili di vita originali ed esclusivi del mondo contemporaneo, riscoprendo e valorizzando le produzioni e le attività locali, grazie anche a workshop con designer e creativi.
Il Workshop Professionale di Fumetto è formativo e non occorrono particolari capacità pregresse.
È rivolto a giovani e meno giovani, dai 14 anni in su.
Iscrizioni aperte fino al 17 ottobre presso Pop Design Store (via de’ Romei 19A).
La classe è a numero chiuso, per informazioni:
farefumetti@libero.it cell 393 5749359
www.facebook.com/corsodifumetto

Il Bologna Jazz Festival sotto il segno del “dieci”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La nuova edizione giunge al decennale e propone altrettanti concerti in teatro dal 24 ottobre al 26 novembre tra Bologna e Ferrara. E poi decine di appuntamenti nei club per un intero mese con i più grandi nomi della musica di origine afroamericana

Dieci concerti in teatro per i dieci anni del Bologna Jazz Festival. Ma per l’edizione del decennale il festival jazz bolognese entrerà anche nei più rinomati live club cittadini, oltre ad avere estensioni fuori porta: a Ferrara, San Lazzaro di Savena e Pieve di Cento. Il Bologna Jazz Festival 2015 andrà in scena ogni sera dal 24 ottobre sino al 26 novembre: un mese ininterrotto di concerti, master class e altri eventi per una full immersion nella jazz life internazionale e italiana. Una formula magniloquente per durata e numero di artisti coinvolti. Quest’anno il BJF ingrana una marcia in più, raddoppiando il numero di concerti principali nei teatri: il trio di Brad Mehldau, Ron Carter (con il quartetto “Foursight”), Kenny Garrett in quintetto, i James Farm (quartetto nel cui organico spicca una star come Joshua Redman), Children of the Light (ovvero Danilo Pérez, John Patitucci e Brian Blade), Terence Blanchard con l’E-Collective, il Mark Turner Quartet, Enrico Rava con il suo nuovo gruppo, Sylvie Courvoisier in duo con Mark Feldman, Volcan (con Gonzalo Rubalcaba, Jose Armando Gola, Horacio “El Negro” Hernandez, Giovanni Hidalgo). È evidente la ricchezza di generi, stili, approcci, con l’attenzione concentrata sul cuore statunitense della musica afro-americana ma con diramazioni verso l’esotismo caraibico e il jazz italiano. Tra le sale coinvolte spicca la novità del Teatro Comunale di Bologna: il BJF si riallaccia così alla memoria storica dei concerti jazz ospitati nel teatro d’opera cittadino sino agli anni Settanta. Si suonerà poi all’Unipol Auditorium, al Teatro Arena del Sole, al Teatro Duse, alla Sala Paradiso di San Lazzaro di Savena, al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara.
Anche il circuito dei club promette una vivace animazione musicale. Tra Cantina Bentivoglio, Take Five, Bravo Caffè, Locomotiv Club (a Bologna) e il Torrione Jazz Club (a Ferrara) si ascolteranno i quartetti di Gary Bartz, Miguel Zenón, Bennie Maupin, Ray Anderson, gli Equality di Nasheet Waits, il gruppo Decay di Tim Berne, i São Paulo Underground & Black Cube SP di Rob Mazurek, il duo che affianca Gregoire Maret e Kevin Hays, il settetto di Christian Scott, il trio di Johnny O’Neal, le band di Marcos Valle, Kamasi Washington e di un mito delle tastiere come Eumir Deodato. In rappresentanza del jazz italiano ci saranno, tra gli altri, i Marea Blues Mediterraneo con Fabrizio Bosso, il quintetto di Piero Bittolo Bon, i gruppi dei pianisti Antonio Faraò, Alessandro Lanzoni, Giovanni Guidi e Fabio Giachino.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica in convenzione con Comune di Bologna e con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main partner Gruppo Hera, che torna a puntare sulla manifestazione in occasione del suo decennale. Ad Hera si deve anche la realizzazione degli autobus del jazz, che portano letteralmente in viaggio per la città il messaggio musicale del BJF.
L’edizione 2015 del Bologna Jazz Festival sarà inaugurata sabato 24 ottobre all’Arena del Sole dal contrabbassista Ron Carter. Figura mitologica del jazz, colonna portante del quintetto di Miles Davis negli anni Sessanta, Carter si presenterà con il suo quartetto “Foursight”, una band senza fiati che lascia alle sue dita gran parte del lavoro solistico. Ricchezza di spunti tematici, di trame ritmiche, di citazioni che si intrecciano in un vasto affresco: quella di Carter è una musica dalla densità coloristica tropicale.
Il primo dei due concerti previsti alla Sala Paradiso di San Lazzaro di Savena, realizzati in collaborazione con l’Arci San Lazzaro, sarà martedì 27 ottobre con il sassofonista Kenny Garrett, anche lui ‘lanciato’ da Miles Davis, nella band elettrica degli anni Ottanta. Il quintetto di Garrett, decorato dal tocco latineggiante delle percussioni, diffonde una vulcanica energia, sull’onda della quale il sassofonista trascina il pubblico verso finali da standing ovation.
Ben tre concerti saranno ospitati dall’Unipol Auditorium. Il primo, venerdì 30 ottobre, sarà con Children of the Light, trio che affianca tre grandi leader come il pianista Danilo Pérez, il bassista John Patitucci e il batterista Brian Blade. Celeberrimi come sezione ritmica del quartetto di Wayne Shorter, solo da poco tempo hanno iniziato a esibirsi come trio, dando vita a una musica dall’enorme potere immaginifico, che rinnova i ruoli e gli schemi del trio con pianoforte, spazzando via spavaldamente ogni elemento di prevedibilità dal linguaggio jazzistico.
Sempre all’Unipol Auditorium si terrà, venerdì 6 novembre, il concerto del quartetto del sassofonista Mark Turner. Una formazione recentemente rilanciata dall’incisione di Lathe of Heaven per la Ecm, il cui repertorio fornirà le basi per uno spettacolo che porta a sintesi l’impostazione del jazz cameristico, il vigoroso sound ereditato dalla tradizione bop, l’improvvisazione più libera da schemi.
Di grande rilievo è il concerto che si terrà al Teatro Duse martedì 10 novembre, con i James Farm, un quartetto che raccoglie alcuni dei nomi più altisonanti del mainstream contemporaneo: il sassofonista Joshua Redman, il pianista Aaron Parks, il bassista Matt Penman e il batterista Eric Harland. Una band che definisce lo stato dell’arte del contemporary jazz della east coast, trasportato in una dimensione di sublime accessibilità per l’ascoltatore: fibrillazione ritmica, interventi solistici incastonati in un superbo interplay, raffinatezza urbana.
Sabato 14 novembre il Bologna Jazz Festival entra per la prima volta al Teatro Comunale di Bologna, con un concerto pomeridiano che si terrà nel Foyer Respighi. Protagonisti la pianista Sylvie Courvoisier e il violinista Mark Feldman: un duo che getta un ponte fra la cultura della musica classica e il jazz con incredibile intensità, immaginazione e toccante lirismo.
Lunedì 16 novembre il festival torna alla Sala Paradiso di San Lazzaro di Savena con il trombettista Enrico Rava e il suo New Quartet, formazione forte dell’esuberanza e la freschezza della gioventù: anagrafica per i tre partner del grande trombettista, di spirito per Rava, che continua a essere un leader indomito e non certo intenzionato ad adagiarsi su cliché né sulla ripetizione di repertori e formazioni di routine.
Si torna ancora all’Unipol Auditorium martedì 17 novembre, con uno dei più grandi esponenti della tromba jazz dagli anni Ottanta in qua: Terence Blanchard. Lo accompagnerà l’E-Collective, con il quale ha da poco pubblicato l’album Breathless (Blue Note): una band elettrica che si pone al crocevia tra jazz, funk, R&B, fusion. Una prova di grande maturità per Blanchard, capace di muoversi con disinvoltura tra linguaggi anche distanti dal suo prediletto hard bop.
Serata di grande prestigio quella di lunedì 23 novembre: il festival entra in grande stile al Teatro Comunale di Bologna, con il trio del pianista Brad Mehldau, band di fama planetaria che trasporta le classiche caratteristiche di questo organico (eleganza armonica, scavo introspettivo, lirismo melodico) in un contesto contemporaneo, anche nelle scelte di repertorio.
La decima edizione del Bologna Jazz Festival si chiuderà in trasferta a Ferrara: qui, giovedì 26 novembre al Teatro Comunale Claudio Abbado, Ferrara Musica produce in co-promozione con il BJF il supergruppo latineggiante Volcan. Magmatico e irruente, questo quartetto nasce per opera del superlativo pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, che chiama attorno a sé una ritmica che sembra un film di supereroi: il bassista Jose Armando Gola, il batterista Horacio “El Negro” Hernandez e il percussionista Giovanni Hidalgo.
A tutto ciò si aggiunge la nuova collaborazione del festival col Teatro Comunale Alice Zeppilli di Pieve di Cento che ospiterà un concerto pomeridiano con la cantante Mietta e il gruppo Marea (8 novembre).
Una ricca programmazione di concerti nei live club darà continuità al cartellone festivaliero, coinvolgendo un numero di locali più ampio che mai in precedenza.
Storica sede del festival, la Cantina Bentivoglio apre le porte a concerti di notevole caratura: dall’infuocato bop del sassofonista Gary Bartz (in quartetto l’1 novembre) al jazz più riflessivo e venato di spunti caraibici di un altro nome di spicco del sax: Miguel Zenón (il 5). Serata stuzzicante il 18 con il trio del pianista-cantante Johnny O’Neal, raffinati intimismi il 24 con il duo armonica-pianoforte formato da Gregoire Maret e Kevin Hays, mentre il jazz italiano sarà rappresentato dal trio del pianista Giovanni Guidi (l’11).
A Ferrara, l’altro storico club associato al BJF, il Torrione Jazz Club, mette in programma una spettacolare antologia del jazz statunitense: anche qui si ascolterà Gary Bartz (il 31 ottobre), poi arriveranno i vigorosi Equality del batterista Nasheet Waits (7 novembre), gli avvincenti cortocircuiti tra modernità e tradizione dell’Organic Quartet del trombonista Ray Anderson (il 13), il sulfureo post-modernismo dei Decay del sassofonista Tim Berne (il 14), le visionarie sperimentazioni elettro-jazz-latine del cornettista Rob Mazurek (il 20), l’eco del grande jazz degli anni Settanta con le ance di Bennie Maupin (in quartetto, il 21).
Grazie alla collaborazione con l’Arci Bologna, il Take Five torna a ospitare concerti del BJF, con una programmazione che privilegia il jazz italiano: incorniciati tra le esibizioni dei Falsos Brasileiros (26 ottobre) e del trio del pianista Fabio Giachino (26 novembre), si ascolteranno il piano trio di Alessandro Lanzoni (28 ottobre), i particolari impasti sonori dei Marea Blues Mediterraneo (3 novembre, con ospite d’eccezione la tromba di Fabrizio Bosso) e del quintetto del sassofonista Piero Bittolo Bon (il 19). Ma il Take Five ospiterà anche i Decay di Tim Berne (il 15). A tutto ciò si aggiungono gli appuntamenti della sezione ’round midnight: concerti after hours (dalle ore 23) per continuare a vivere la notte in jazz dopo l’appuntamento principale a teatro: con Barend Middelhoff (24 ottobre), l’iraniano Quartet Diminished (10 novembre), il Duo Improbabile (23 novembre).
Come sempre audace e variegata la programmazione musicale del Bravo Caffè: si va dal jazz solidamente ancorato alla tradizione ma anche decisamente attualizzato del quartetto del pianista Antonio Faraò (29 ottobre) e del settetto del trombettista Christian Scott (12 novembre), a uno storico esponente della musica brasiliana come il cantante-pianista Marcos Valle (il 4), alla fusion travolgente di un altro brasiliano, il celeberrimo tastierista Eumir Deodato (il 25).
Entra per la prima volta nell’orbita del BJF uno dei più vivaci e intraprendenti locali musicali di Bologna, il Locomotiv Club, che ospiterà la band del sassofonista Kamasi Washington, rivelazione di un jazz che può ancora essere epico e globale (9 novembre).
Realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il Progetto Didattico “Massimo Mutti” giunge alla sua terza edizione: un percorso formativo, dal 15 al 26 novembre, riservato agli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio di Bologna e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna, che potranno confrontarsi con docenti del calibro di Tim Berne, Terence Blanchard, Enrico Rava. Momento culminante dell’attività didattica sarà un saggio in forma di concerto degli allievi (diretti da Enrico Rava, Alfonso Santimone e Piero Bittolo Bon), che farà da apertura all’esibizione della Big Band del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna diretta da Michele Corcella su musiche di Billy Strayhorn: il 22 novembre all’Oratorio di San Filippo Neri con un doppio appuntamento (pomeridiano e serale). In apertura del concerto serale verrà consegnato il Premio “Massimo Mutti”, consistente in due borse di studio per i corsi internazionali di perfezionamento estivi 2016, realizzati dalla Fondazione Siena Jazz – Accademia Nazionale del Jazz.
Non solo concerti nel cartellone del BJF: ci sono anche le conferenze aperte al pubblico di Terence Blanchard (il pomeriggio del 16 novembre al Cinema Lumiére, seguita dalla proiezione del film di Spike Lee La 25ª ora) e di Michele Corcella su Billy Strayhorn (il 17 novembre al Conservatorio); la mostra collettiva “Cromatismi Jazz”, prodotta da Terre Rare e allestita alla Galleria Terre Rare (inaugurerà il 25 ottobre e rimarrà aperta sino al 21 novembre); le lezioni musicali “Jazz Insights” ideate dal pianista Emiliano Pintori: quattro appuntamenti pomeridiani (nei giorni 7, 14, 21, 28 novembre) dedicati nell’ordine a Frank Sinatra, Billie Holiday, Billy Strayhorn e Nat King Cole che si terranno al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica a Palazzo Sanguinetti.

Fondo sociale regionale, Gualmini risponde alla Lega Nord

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La vicepresidente interviene sulla ripartizione delle risorse: “Mentre la Lega guarda al 2015, noi guardiamo al futuro e andiamo incontro alle esigenze dei nostri cittadini”

“L’ennesima polemica della Lega Nord sul 10%, sì il 10%, del Fondo sociale regionale dedicato alle politiche che complessivamente riguardano tutti gli interventi per i cittadini stranieri – dagli sportelli informativi, alle reti di assistenza, alla totalità delle iniziative per l’integrazione – non solo è tardiva, ma anche pretestuosa”.
Così la vicepresidente e assessore alle Politiche di welfare della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini risponde alle polemiche sollevate in seguito alla presentazione in Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali dello schema di delibera per la ripartizione delle risorse messe a disposizione dal Fondo sociale regionale per il 2015. Si tratta di 20 milioni di euro complessivi, provenienti dal Fondo sociale nazionale e riferiti all’anno in corso, che la Giunta intende ripartire con 5 milioni per il 2015, integrando in questo modo la programmazione degli interventi e dei servizi già avviata dagli enti locali, e i restanti 15 milioni sul Fondo sociale regionale 2016, dopo l’approvazione del Bilancio.
“Da almeno 7 anni, il Fondo sociale regionale fornisce i parametri di assegnazione agli enti locali e dunque non si capisce come mai, all’improvviso, salti fuori questa polemica – prosegue la vicepresidente – . Ci mancherebbe altro che, rispetto al 90% di risorse dedicate a impoverimento, famiglie e minori, servizi socio-territoriali, non ci sia un 10% dedicato alla globalità delle azioni che riguardano la società multi-culturale. Saremmo fuori dalla storia. Ma la polemica è anche pretestuosa – aggiunge Gualmini – perché i consiglieri della Lega si dimenticano di dire che questo è l’ultimo anno in cui tali parametri saranno presenti. Dal 2016, infatti, il Fondo sociale verrà ripartito secondo macro-categorie, tra cui quella a favore della ‘Povertà e dell’Esclusione Sociale’, in cui rientreranno tutti gli interventi a favore dei cittadini in difficoltà, lasciando ai Comuni piena discrezionalità nella scelta dei gruppi di destinatari. Questo è stato deliberato ieri in Commissione, ma evidentemente la Lega ha preferito soffermarsi solo su un pezzettino di quanto approvato”.
“Siamo talmente dalla parte dei cittadini più deboli e che hanno perso il lavoro – precisa ancora la vicepresidente – che abbiamo approvato, oltre al Patto per il Lavoro, una legge su ‘Inclusione e lavoro’ che mette a disposizione 20 milioni di euro all’anno per l’inserimento delle categorie deboli sul mercato del lavoro. Siamo talmente dalla parte dei cittadini in difficoltà che abbiamo raddoppiato il Fondo regionale per le barriere architettoniche, in modo da accogliere tutte le domande dei Comuni dell’Emilia-Romagna; talmente dalla parte dei cittadini in situazione di disagio che, come Regione, abbiamo integrato le risorse per il Fondo affitti, per il recupero delle case popolari e per l’emergenza abitativa. Certo, si può sempre migliorare – conclude Gualmini – e c’è ancora molto da fare, ma passo dopo passo, misura dopo misura, diamo concretezza a ciò che abbiamo annunciato. Con coerenza inossidabile”.

In ricordo di Anna Politkovskaja, contro ogni forma di bavaglio alla stampa‏‎

da: ufficio stampa M5S Ferrara

Nove anni fa a Mosca venne brutalmente assassinata Anna Stepanovna Politkovskaja, la coraggiosa giornalista definita “donna non rieducabile” dal regime di V.Putin. Una donna che non voleva diventare un’eroina ,ma semplicemente fare il proprio mestiere e si chiedeva , nell’inferno della guerra in Cecenia, cosa fosse successo a Noi, a Noi Uomini.
Con la sua morte violenta, sulle cui responsabilità ancora non è stata fatta luce,Anna è divenuta un simbolo a livello mondiale della libertà d’informazione e del coraggio nel volerla esercitare per diffondere la verità dei fatti.
Il 6 novembre del 2010 viene inaugurata a Ferrara una strada dedicata alla giornalista russa e “a tutti i giornalisti caduti per la libertà”, grazie alla determinazione e all’impegno degli attivisti del meetup Grilli Estensi, che oggi concorrono attivamente al lavoro dei consiglieri del Movimento 5 stelle di Ferrara, ed in collaborazione con l’Associazione Annaviva di Milano.
Il desiderio di commemorare questa data con tutto il suo carico di significato sul valore della libertà di informazione e sulla responsabilità di chi ha il dovere di fa conoscere la verità ,soprattutto quando qualcun’altro la vuole nascondere, ci porta inevitabilmente a denunciare la vergogna che si è appena consumata con l’approvazione della “legge bavaglio” alla Camera, ora inviata al Senato, che va a restringere la libertà d’informazione limitando la pubblicazione delle intercettazioni da parte dei giornalisti e l’inserimento delle stesse nei fascicoli processuali con una delega in bianco al Governo che ancora non sappiamo che risvolti potrà avere, oltre alla criminalizzazione di chi registra e diffonde comunicazioni per denunciare gli scandali della politica. Ricordiamo inoltre che l’Italia è al 73° posto nella classifica sulla libertà di stampa, ancora troppe intimidazioni da criminalità e politica.
Scriveva Anna :
“Vedo tutto io. E’questo il mio problema. Vedo le cose belle e le cose brutte, vedo che le persone vogliono cambiare la propria vita per il meglio, ma che non sono in grado di farlo e che per darsi un contegno continuano a mentire a se stesse per prime , concentrandosi sulle cose positive e facendo finta che le negative non esistano. Per il mio sistema di valori è la posizione del fungo che si nasconde sotto la foglia: lo troveranno comunque , è praticamente certo che lo raccoglieranno e se lo mangeranno. Per questo, se si è nati uomini non bisogna fare i funghi”

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Difesa del suolo, 7 milioni per il maltempo di marzo, aprile 2013

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Difesa del suolo: 7 milioni per il maltempo di marzo-aprile 2013. La Giunta regionale approva un nuovo Piano di interventi. 5 milioni andranno alla ricostruzione delle prime case inagibili, 2 alla messa in sicurezza del territorio. L’assessore Gazzolo: “Priorità ai contributi per i cittadini e alla sistemazione di versanti franosi”

5 milioni per la ricostruzione delle prime case inagibili e oltre 2 milioni per la messa in sicurezza del territorio.
La Giunta regionale ha definito un nuovo Piano degli interventi da realizzare in seguito alle eccezionali avversità atmosferiche di marzo e aprile 2013, approvando anche una direttiva con i criteri, le modalità e i termini per la presentazione delle domande e la concessione dei contributi ai privati. Le risorse – che ammontano complessivamente a 7 milioni e 124 mila euro – derivano da economie di spesa su interventi finanziati dallo Stato e già conclusi, che le Regioni possono utilizzare per far fronte a situazioni di emergenza e criticità ancora aperte.
“É la prima volta che, dopo la riforma della Protezione civile avviata nel 2012, è riconosciuto un rimborso dei danni ai privati con l’impiego di economie – afferma l’assessore regionale alla Protezione civile Paola Gazzolo -. Un risultato ottenuto grazie alla proposta fatta dalla Regione e recepita a livello nazionale. Abbiamo deciso di applicare questa procedura all’emergenza del marzo-aprile 2013 – aggiunge Gazzolo – perché è la più datata ed è quella in cui persistono da più tempo situazioni di disagio abitativo. Si tratta di fondi immediatamente disponibili, destinati alla messa in sicurezza del territorio e alla ricostruzione delle prime case, che per noi sono una priorità. Il Piano di interventi che abbiamo approvato – conclude l’assessore – è un altro tassello che si aggiunge ai fondi stanziati finora: 4 dalla Regione e oltre 24 dal Governo”.
I contributi per la ricostruzione delle case:
5 milioni e 24 mila euro sono destinati al finanziamento dei contributi per la ricostruzione di prime case distrutte o inagibili e, ove per queste ultime non sia necessaria la demolizione e ricostruzione o la delocalizzazione, di un contributo alternativo per il ripristino dell’agibilità tramite interventi di consolidamento delle abitazioni.
Sono interessati i comuni colpiti dagli eventi atmosferici di marzo-aprile 2013, che investirono l’intero territorio regionale.
I cittadini che vogliono accedere ai contributi hanno tempo fino al 30 novembre 2015 per presentare la domanda al Comune in cui è ubicata l’abitazione. Il modulo da compilare è disponibile sul sito dell’Agenzia regionale di Protezione civile.
Gli interventi di messa in sicurezza del territorio:
Sono 4 gli interventi che saranno realizzati nel territorio della provincia di Parma, per un totale di 2 milioni e 100 mila euro.
A Corniglio opere di consolidamento dell’abitato di Sauna, a presidio delle attività agricole e produttive esistenti (700 mila euro). A Neviano degli Arduini lavori di contenimento strutturale in località Quinzano-Draso a presidio della stabilità del versante prossimo ad edifici residenziali (200 mila euro). A Tizzano Val Parma lavori per la ricostruzione e il contenimento strutturale del versante prospiciente le case evacuate in corrispondenza del movimento franoso che ha interrotto la strada provinciale Massese in località Boschetto (750 mila euro). Sempre a Tizzano Val Parma lavori di consolidamento delle opere strutturali a difesa dei fabbricati e della strada comunale nell’abitato di Pietta e primi interventi per la stabilizzazione del versante a nord-ovest su cui insiste parte dell’abitato (450 mila euro).

Linee curve, dalla natura al design; suggestioni dal nord europa

da: Area Comunicazione Torri dell’Acqua

Torri dell’Acqua. Giornata del Contemporaneo, sabato 10 ottobre

Le Torri dell’Acqua, con la mostra “Linee curve, dalla natura al design. Suggestioni dal Nord Europa”, aderiscono alla undicesima edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento che Amaci (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani) dedica ogni anno all’arte contemporanea. Sabato 10 ottobre l’esposizione è aperta dalle ore 16 alle 19.
La mostra:
Il design scandinavo ha sempre espresso un rapporto forte e profondo con la natura, derivante dalla potenza estrema dei fenomeni naturali, che da sempre hanno caratterizzato e isolato quei luoghi, modellando condizioni di vita, usanze, religioni, arte, musica e letteratura.
In questo contesto il design si è sviluppato per soddisfare le necessità e i bisogni dell’uomo, in continuo dialogo con l’ambiente, con un forte senso estetico e una particolare sensibilità verso i materiali, dal legno al vetro, all’acciaio e anche alla plastica, in tempi più recenti.
Gli oggetti esposti in questa mostra vogliono ispirare suggestioni, invitano a seguire il filo delicato e dall’andamento sinuoso che collega le creazioni dei maestri che hanno fatto la storia del design del Nord, a partire dai più noti come Alvar Aalto, Arne Jacobsen, ad altri meno citati ma tutti fondamentali nell’esprimere, pure in situazioni e momenti molto diversi tra loro, la radice comune di quel senso della natura che approda al confine della produzione artistica e ne diventa parte.
La mostra si svolge su un percorso tracciato da forme e luci, pezzi d’arredo, oggetti e lampade, per scoprire l’anima del Nord che ancora resiste, oltre la globalizzazione e al di là di mode o tendenze, e che possiamo sentire molto vicina, pur essendo lontano geograficamente, perché il suo costante richiamo alla natura e all’estetica che la governa vede in fondo riflesse anche le nostre radici.
(Claudia Cocchi, presidente della Fondazione Giorgio Cocchi e direttore artistico della mostra)
Apertura mostra: fino al 31 ottobre, martedì ore 10-12; giovedì, sabato e domenica ore 16-19.
Le Torri dell’Acqua sono nel cuore di Budrio, a due passi da Bologna. Si tratta dell’ex acquedotto, costruito nel 1912 e completamente ristrutturato nel 2009 grazie ad un’importante opera di riqualificazione voluta dal Comune di Budrio, che ha trovato il sostegno della Regione Emilia Romagna e della Compagnia di San Paolo e rappresenta un notevole esempio di valorizzazione di un monumento di archeologia industriale. Il progetto di restauro, curato dell’architetto Andrea Oliva, si è classificato primo nell’ambito del concorso Premio Centocittà, quarta edizione, e si pone l’obiettivo di sottrarre dal progressivo degrado uno spazio storico e simbolico, destinandolo a centro polifunzionale. Il recupero del complesso ha dato vita ad ambienti di volumetria variabile e per questo adatti alle più diverse esigenze: eventi musicali, teatrali, artistici in genere trovano qui una nuova dimensione, ma anche attività professionali, sessioni formative, eventi congressuali, conferenze stampa e altri momenti associativi possono trovare il valore aggiunto di una location d’eccezione. La leggerezza di ambienti simili a bolle sospese nel vuoto incontra la linearità di forme squadrate in un gioco di piani diversi e sfalsati, creando un luogo unico nel suo genere e di grande suggestione. Gli spazi, molto diversi tra loro, si alternano in eleganza e versatilità di utilizzo con vasti terrazzi circolari o quadrati anch’essi utilizzabili nei momenti ricreativi degli eventi o per serate particolari. L’impiego di vetro, legno, ferro, cemento a nudo, il tutto sapientemente illuminato, contribuisce a rendere Le Torri dell’Acqua una location di rara atmosfera.

LA NOTA
Cani blu, gatti verdi e cavalli viola

Ci sono certi bambini che colorano i cani di blu, i gatti di verde ed i cavalli di viola.
Quei bambini lo sanno che non esistono i cani blu, i gatti verdi ed i cavalli viola.
Se chiedi a quei bambini perché li colorano così, loro ti rispondono che un disegno non è la verità ma è “fantasia” perciò loro colorano i cani di blu, i gatti di verde ed i cavalli di viola perché a loro piace immaginarseli così.
Ci sono certi insegnanti che non vogliono che certi bambini colorino i cani, i gatti ed i cavalli con colori diversi dalla realtà.
Quegli insegnanti pensano che quei bambini colorino in modo strano per disattenzione, per noia, per dispetto, per qualche problema di vista o addirittura di ordine psicologico.
Se chiedi a quegli insegnanti perché vogliono i colori della realtà, loro ti rispondono che un disegno è ben fatto quando corrisponde alla verità perché a loro non piace immaginare cose strane.
C’è chi vuole che i bambini si abituino ad intervenire sulla realtà per cambiarla e…
C’è chi vuole che i bambini si abituino ad imitare la realtà per subirla.
C’è la maestra di futuro e c’è chi li ammaestra al passato.
Prima di tutto però ci sono i bambini e le bambine che sono di tutti i colori e hanno il diritto di imparare a scuola a “leggere scrivere, far di conto” ma anche a sperare, a rispettare, a partecipare, a costruire, a progettare, ad inventare un futuro migliore di questo presente imperfetto.

“Laudato si’, sulla cura della casa comune”: l’audio della conferenza di Massimo Faggioli e Piero Stefani

L’audio integrale della conferenza “Laudato sì, sulla cura della casa comune” tenutasi martedì 23 giugno e organizzata dall’Istituto Gramsci presso il Monastero Corpus Domini, Via Campofranco, Ferrara

[Conferenza Parte 1]

[Conferenza Parte 2]

 

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Al via la decima edizione di “Bologna Jazz Festival”

da: Ufficio Stampa Bologna Jazz Festival

Dal 24 ottobre al 26 novembre, dieci concerti in teatro per i dieci anni del Bologna Jazz Festival.

Ma per l’edizione del decennale il festival jazz bolognese entrerà anche nei più rinomati live club cittadini, oltre ad avere estensioni fuori porta: a Ferrara, San Lazzaro di Savena e Pieve di Cento. Il Bologna Jazz Festival 2015 andrà in scena ogni sera dal 24 ottobre sino al 26 novembre: un mese ininterrotto di concerti, master class e altri eventi per una full immersion nella jazz life internazionale e italiana. Una formula magniloquente per durata e numero di artisti coinvolti. Quest’anno il BJF ingrana una marcia in più, raddoppiando il numero di concerti principali nei teatri: il trio di Brad Mehldau, Ron Carter (con il quartetto “Foursight”), Kenny Garrett in quintetto, i James Farm (quartetto nel cui organico spicca una star come Joshua Redman), Children of the Light (ovvero Danilo Pérez, John Patitucci e Brian Blade), Terence Blanchard con l’E-Collective, il Mark Turner Quartet, Enrico Rava con il suo nuovo gruppo, Sylvie Courvoisier in duo con Mark Feldman, Volcan (con Gonzalo Rubalcaba, Jose Armando Gola, Horacio “El Negro” Hernandez, Giovanni Hidalgo). È evidente la ricchezza di generi, stili, approcci, con l’attenzione concentrata sul cuore statunitense della musica afro-americana ma con diramazioni verso l’esotismo caraibico e il jazz italiano. Tra le sale coinvolte spicca la novità del Teatro Comunale di Bologna: il BJF si riallaccia così alla memoria storica dei concerti jazz ospitati nel teatro d’opera cittadino sino agli anni Settanta. Si suonerà poi all’Unipol Auditorium, al Teatro Arena del Sole, al Teatro Duse, alla Sala Paradiso di San Lazzaro di Savena, al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara.
Anche il circuito dei club promette una vivace animazione musicale. Tra Cantina Bentivoglio, Take Five, Bravo Caffè, Locomotiv Club (a Bologna) e il Torrione Jazz Club (a Ferrara) si ascolteranno i quartetti di Gary Bartz, Miguel Zenón, Bennie Maupin, Ray Anderson, gli Equality di Nasheet Waits, il gruppo Decay di Tim Berne, i São Paulo Underground & Black Cube SP di Rob Mazurek, il duo che affianca Gregoire Maret e Kevin Hays, il settetto di Christian Scott, il trio di Johnny O’Neal, le band di Marcos Valle, Kamasi Washington e di un mito delle tastiere come Eumir Deodato. In rappresentanza del jazz italiano ci saranno, tra gli altri, i Marea Blues Mediterraneo con Fabrizio Bosso, il quintetto di Piero Bittolo Bon, i gruppi dei pianisti Antonio Faraò, Alessandro Lanzoni, Giovanni Guidi e Fabio Giachino.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica in convenzione con Comune di Bologna e con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main partner Gruppo Hera, che torna a puntare sulla manifestazione in occasione del suo decennale. Ad Hera si deve anche la realizzazione degli autobus del jazz, che portano letteralmente in viaggio per la città il messaggio musicale del BJF.
L’edizione 2015 del Bologna Jazz Festival sarà inaugurata sabato 24 ottobre all’Arena del Sole dal contrabbassista Ron Carter. Figura mitologica del jazz, colonna portante del quintetto di Miles Davis negli anni Sessanta, Carter si presenterà con il suo quartetto “Foursight”, una band senza fiati che lascia alle sue dita gran parte del lavoro solistico. Ricchezza di spunti tematici, di trame ritmiche, di citazioni che si intrecciano in un vasto affresco: quella di Carter è una musica dalla densità coloristica tropicale.
Il primo dei due concerti previsti alla Sala Paradiso di San Lazzaro di Savena, realizzati in collaborazione con l’Arci San Lazzaro, sarà martedì 27 ottobre con il sassofonista Kenny Garrett, anche lui ‘lanciato’ da Miles Davis, nella band elettrica degli anni Ottanta. Il quintetto di Garrett, decorato dal tocco latineggiante delle percussioni, diffonde una vulcanica energia, sull’onda della quale il sassofonista trascina il pubblico verso finali da standing ovation.
Ben tre concerti saranno ospitati dall’Unipol Auditorium. Il primo, venerdì 30 ottobre, sarà con Children of the Light, trio che affianca tre grandi leader come il pianista Danilo Pérez, il bassista John Patitucci e il batterista Brian Blade. Celeberrimi come sezione ritmica del quartetto di Wayne Shorter, solo da poco tempo hanno iniziato a esibirsi come trio, dando vita a una musica dall’enorme potere immaginifico, che rinnova i ruoli e gli schemi del trio con pianoforte, spazzando via spavaldamente ogni elemento di prevedibilità dal linguaggio jazzistico.
Sempre all’Unipol Auditorium si terrà, venerdì 6 novembre, il concerto del quartetto del sassofonista Mark Turner. Una formazione recentemente rilanciata dall’incisione di Lathe of Heaven per la ECM, il cui repertorio fornirà le basi per uno spettacolo che porta a sintesi l’impostazione del jazz cameristico, il vigoroso sound ereditato dalla tradizione bop, l’improvvisazione più libera da schemi.
Di grande rilievo è il concerto che si terrà al Teatro Duse martedì 10 novembre, con i James Farm, un quartetto che raccoglie alcuni dei nomi più altisonanti del mainstream contemporaneo: il sassofonista Joshua Redman, il pianista Aaron Parks, il bassista Matt Penman e il batterista Eric Harland. Una band che definisce lo stato dell’arte del contemporary jazz della east coast, trasportato in una dimensione di sublime accessibilità per l’ascoltatore: fibrillazione ritmica, interventi solistici incastonati in un superbo interplay, raffinatezza urbana.
Sabato 14 novembre il Bologna Jazz Festival entra per la prima volta al Teatro Comunale di Bologna, con un concerto pomeridiano che si terrà nel Foyer Respighi. Protagonisti la pianista Sylvie Courvoisier e il violinista Mark Feldman: un duo che getta un ponte fra la cultura della musica classica e il jazz con incredibile intensità, immaginazione e toccante lirismo.
Lunedì 16 novembre il festival torna alla Sala Paradiso di San Lazzaro di Savena con il trombettista Enrico Rava e il suo New Quartet, formazione forte dell’esuberanza e la freschezza della gioventù: anagrafica per i tre partner del grande trombettista, di spirito per Rava, che continua a essere un leader indomito e non certo intenzionato ad adagiarsi su cliché né sulla ripetizione di repertori e formazioni di routine.
Si torna ancora all’Unipol Auditorium martedì 17 novembre, con uno dei più grandi esponenti della tromba jazz dagli anni Ottanta in qua: Terence Blanchard. Lo accompagnerà l’E-Collective, con il quale ha da poco pubblicato l’album Breathless (Blue Note): una band elettrica che si pone al crocevia tra jazz, funk, R&B, fusion. Una prova di grande maturità per Blanchard, capace di muoversi con disinvoltura tra linguaggi anche distanti dal suo prediletto hard bop.
Serata di grande prestigio quella di lunedì 23 novembre: il festival entra in grande stile al Teatro Comunale di Bologna, con il trio del pianista Brad Mehldau, band di fama planetaria che trasporta le classiche caratteristiche di questo organico (eleganza armonica, scavo introspettivo, lirismo melodico) in un contesto contemporaneo, anche nelle scelte di repertorio.
La decima edizione del Bologna Jazz Festival si chiuderà in trasferta a Ferrara: qui, giovedì 26 novembre al Teatro Comunale Claudio Abbado, Ferrara Musica produce in co-promozione con il BJF il supergruppo latineggiante Volcan. Magmatico e irruente, questo quartetto nasce per opera del superlativo pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, che chiama attorno a sé una ritmica che sembra un film di supereroi: il bassista Jose Armando Gola, il batterista Horacio “El Negro” Hernandez e il percussionista Giovanni Hidalgo.
A tutto ciò si aggiunge la nuova collaborazione del festival col Teatro Comunale Alice Zeppilli di Pieve di Cento che ospiterà un concerto pomeridiano con la cantante Mietta e il gruppo Marea (8 novembre).
Una ricca programmazione di concerti nei live club darà continuità al cartellone festivaliero, coinvolgendo un numero di locali più ampio che mai in precedenza.
Storica sede del festival, la Cantina Bentivoglio apre le porte a concerti di notevole caratura: dall’infuocato bop del sassofonista Gary Bartz (in quartetto l’1 novembre) al jazz più riflessivo e venato di spunti caraibici di un altro nome di spicco del sax: Miguel Zenón (il 5). Serata stuzzicante il 18 con il trio del pianista-cantante Johnny O’Neal, raffinati intimismi il 24 con il duo armonica-pianoforte formato da Gregoire Maret e Kevin Hays, mentre il jazz italiano sarà rappresentato dal trio del pianista Giovanni Guidi (l’11).
A Ferrara, l’altro storico club associato al BJF, il Torrione Jazz Club, mette in programma una spettacolare antologia del jazz statunitense: anche qui si ascolterà Gary Bartz (il 31 ottobre), poi arriveranno i vigorosi Equality del batterista Nasheet Waits (7 novembre), gli avvincenti cortocircuiti tra modernità e tradizione dell’Organic Quartet del trombonista Ray Anderson (il 13), il sulfureo post-modernismo dei Decay del sassofonista Tim Berne (il 14), le visionarie sperimentazioni elettro-jazz-latine del cornettista Rob Mazurek (il 20), l’eco del grande jazz degli anni Settanta con le ance di Bennie Maupin (in quartetto, il 21).
Grazie alla collaborazione con l’Arci Bologna, il Take Five torna a ospitare concerti del BJF, con una programmazione che privilegia il jazz italiano: incorniciati tra le esibizioni dei Falsos Brasileiros (26 ottobre) e del trio del pianista Fabio Giachino (26 novembre), si ascolteranno il piano trio di Alessandro Lanzoni (28 ottobre), i particolari impasti sonori dei Marea Blues Mediterraneo (3 novembre, con ospite d’eccezione la tromba di Fabrizio Bosso) e del quintetto del sassofonista Piero Bittolo Bon (il 19). Ma il Take Five ospiterà anche i Decay di Tim Berne (il 15). A tutto ciò si aggiungono gli appuntamenti della sezione ’round midnight: concerti after hours (dalle ore 23) per continuare a vivere la notte in jazz dopo l’appuntamento principale a teatro: con Barend Middelhoff (24 ottobre), l’iraniano Quartet Diminished (10 novembre), il Duo Improbabile (23 novembre).
Come sempre audace e variegata la programmazione musicale del Bravo Caffè: si va dal jazz solidamente ancorato alla tradizione ma anche decisamente attualizzato del quartetto del pianista Antonio Faraò (29 ottobre) e del settetto del trombettista Christian Scott (12 novembre), a uno storico esponente della musica brasiliana come il cantante-pianista Marcos Valle (il 4), alla fusion travolgente di un altro brasiliano, il celeberrimo tastierista Eumir Deodato (il 25).
Entra per la prima volta nell’orbita del BJF uno dei più vivaci e intraprendenti locali musicali di Bologna, il Locomotiv Club, che ospiterà la band del sassofonista Kamasi Washington, rivelazione di un jazz che può ancora essere epico e globale (9 novembre).
Realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il Progetto Didattico “Massimo Mutti” giunge alla sua terza edizione: un percorso formativo, dal 15 al 26 novembre, riservato agli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio di Bologna e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna, che potranno confrontarsi con docenti del calibro di Tim Berne, Terence Blanchard, Enrico Rava. Momento culminante dell’attività didattica sarà un saggio in forma di concerto degli allievi (diretti da Enrico Rava, Alfonso Santimone e Piero Bittolo Bon), che farà da apertura all’esibizione della Big Band del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna diretta da Michele Corcella su musiche di Billy Strayhorn: il 22 novembre all’Oratorio di San Filippo Neri con un doppio appuntamento (pomeridiano e serale). In apertura del concerto serale verrà consegnato il Premio “Massimo Mutti”, consistente in due borse di studio per i corsi internazionali di perfezionamento estivi 2016, realizzati dalla Fondazione Siena Jazz – Accademia Nazionale del Jazz.
Non solo concerti nel cartellone del BJF: ci sono anche le conferenze aperte al pubblico di Terence Blanchard (il pomeriggio del 16 novembre al Cinema Lumiére, seguita dalla proiezione del film di Spike Lee La 25ª ora) e di Michele Corcella su Billy Strayhorn (il 17 novembre al Conservatorio); la mostra collettiva “Cromatismi Jazz”, prodotta da Terre Rare e allestita alla Galleria Terre Rare (inaugurerà il 25 ottobre e rimarrà aperta sino al 21 novembre); le lezioni musicali “Jazz Insights” ideate dal pianista Emiliano Pintori: quattro appuntamenti pomeridiani (nei giorni 7, 14, 21, 28 novembre) dedicati nell’ordine a Frank Sinatra, Billie Holiday, Billy Strayhorn e Nat King Cole che si terranno al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica a Palazzo Sanguinetti.
Informazioni:
Associazione Bologna in Musica
tel.: 334 7560434
e-mail: info@bolognajazzfestival.com
www.bolognajazzfestival.com

Anbi: i progetti comunitari avvalorano il nuovo ruolo della bonifica

da: Ufficio Stampa A.N.B.I.

Infopac a Milano, i progetti comunitari esaltano il valore internazionale della bonifica italiana.
Inaugurate due mostre galleggianti.

“Siamo stati primi ad approvare una legge contro il consumo di territorio, speriamo di essere i primi anche a varare una nuova normativa sulla difesa del suolo”.
L’auspicio è di Viviana Beccalossi, Assessore al Territorio della Regione Lombardia, che ha inaugurato le due mostre, allestite su altrettante piattaforme galleggianti lungo l’alzaia del Naviglio Grande a Milano, nell’ambito del forum “Gli usi produttivi dell’acqua per l’agricoltura e il cibo” previsto dal progetto comunitario Infopac.
“E’ superfluo ribadire –prosegue – il fondamentale ruolo che la Regione Lombardia riconosce ai Consorzi di bonifica, partner indispensabili nel contrastare le gravi conseguenze dei cambiamenti climatici. Ne è testimonianza l’appoggio che la Regione Lombardia ha deciso pressochè all’unanimità alla candidatura del paesaggio della Bonifica a patrimonio Unesco.”
Proprio a sostegno di questa candidatura va “letta” la mostra ““La civiltà dell’acqua in Lombardia”, in cui sono esposte opere fotografiche dei maestri Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Vittore Fossati, Mimmo Jodice, Carlo Meazza, Francesco Radino, Claudio Sabatino, i cui scatti hanno immortalato momenti di un territorio, la cui vita è indissolubilmente legata alla gestione della risorsa idrica. A questo aspetto è altresì dedicata l’altra esposizione, “I Consorzi di bonifica e di irrigazione per la difesa idraulica del territorio, l’irrigazione delle campagne, la salvaguardia dell’ambiente”, dal taglio maggiormente didattico.
“La location di questa iniziativa è quantomai significativa – sottolinea Alessandro Folli, Presidente di Anbi Lombardia, in rappresentanza anche dell’Associazione Nazionale – I Navigli milanesi non solo sono quotidianamente frequentati da decine di migliaia di persone, che hanno così l’opportunità di visitare le mostre, ma sono tornati ad essere un cuore pulsante della città grazie al recupero ambientale, realizzato da un Consorzio di bonifica, l’Est Ticino Villoresi; l’acqua trasparente e addirittura balneabile è l’immagine più bella della nuova funzione di quelli che oggi sono, a tutti gli effetti, consorzi per la tutela del territorio e della acque irrigue. Altro esempio è la vicina Darsena di Milano, porto cittadino, recuperato dal degrado ed oggi sede di molteplici iniziative, che hanno l’acqua come elemento comune. Avere portato in loco un progetto comunitario Infopac, il cui obiettivo è quello del migliore utilizzo della risorsa e del risparmio nonché tutela della qualità della stessa, avvalora la valenza internazionale di interventi, già patrimonio della nuova immagine, che Milano sta dando all’Italia ed ai visitatori di Expo. ”
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 11 Ottobre p.v. .

Le grotte di Labante: tutela, valorizzazione e fruizione di un bene della comunità

da: Ufficio Stampa SBArcheo

Comune di Castel d’Aiano, Pro Loco Labante, Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese e CAI sezione di Porretta Terme Alto Appennino Bolognese.
Mercoledì 21 ottobre 2015 dalle ore 15 alle 18.30, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Labante, Castel d’Aiano (Bologna), si terrà un seminario sulle grotte di Labante. L’iscrizione al seminario è gratuita ma obbligatoria compilando il modulo alla pagina http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/geologia/eventi/eventi-2015/Labante

Rupe, grotta, sorgente. Questi i luoghi che a Labante si associano ad habitat naturali, seminaturali e a una fauna specializzata che ci permettono di osservare e conoscere quel che accade sopra, sotto e dentro la Terra. Luoghi frequentati da tempo immemorabile: da qui gli Etruschi di Marzabotto traevano il travertino con cui realizzavano i monumenti sacri e funerari, in questa grotta, forgiata dall’acqua, celebravano l’unione fra il mondo umano e quello divino.
Presente nell’elenco dei geositi di rilevanza regionale e Sito di Importanza Comunitaria (SIC IT4050028), le Grotte e Sorgenti di Labante rappresentano un luogo elettivo per raccontare la Terra.
La giornata promossa a Labante il 21 ottobre 2015 nell’ambito della 3° edizione della Settimana del Pianeta Terra (18-25 ottobre 2015) prevede due momenti: al mattino un’escursione dal titolo “Le grotte e la sorgente pietrificante di Labante” rivolta alle scuole di Castel d’Aiano condotta da Stefano Segadelli del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli e Guida Ambientale Escursionistica e al pomeriggio il seminario dal titolo “Le grotte di Labante: tutela, valorizzazione e fruizione di un bene della comunità” teso a condividere le conoscenze e gli approcci di studio, tutela, gestione e fruizione di questo luogo del patrimonio geologico regionale e, più in generale, delle sorgenti pietrificanti, unica tipologia di sorgente indicata come habitat prioritario dalla Direttiva Europea 92/43/CEE (cosiddetta ‘Direttiva Habitat’).
Il panorama conoscitivo sulle sorgenti di cui dispone oggi la Regione Emilia-Romagna è stato creato per rispondere adeguatamente alle scadenze che hanno caratterizzato la pianificazione nel settore delle acque negli ultimi anni, in attuazione della normativa europea e del recepimento di questa a livello nazionale e regionale. Accanto al grande lavoro di sintesi a scala regionale sono stati realizzati studi in ambito locale per risolvere problemi applicativi e approfondimenti su temi innovativi per il contesto appenninico, come la caratterizzazione ecologica delle sorgenti. Su questo tema specifico il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli (SGSS) della Regione Emilia Romagna ha affidato al Museo delle Scienze – MUSE di Trento un incarico per un approfondito studio esplorativo della biodiversità delle sorgenti dell’Emilia Romagna (Progetto EBERs – Exploring the Biodiversity of Emilia Romagna springs) i cui risultati saranno presentati nel corso del seminario.
Agli interventi sullo stato delle conoscenze a cura del MUSE, del SGSS e dell’Università degli Studi di Bologna, si affianca l’excursus sull’antichissima storia del sito curato dall’archeologa Paola Desantis della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, seguito dagli interventi sulla tutela e gestione del sito a cura del Servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia-Romagna e dell’Ente per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale e da quello del CAI gruppo Porretta Terme sul tema importante e complesso della fruizione di un sito dall’equilibrio fragile.
Le grotte e le sorgenti di Labante: tutela, valorizzazione e fruizione di un bene della comunità, seminario a cura del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna.
Programma del seminario:
Saluti di Salvatore Argentieri Sindaco di Castel d’Aiano. Introduce Giovanni Tamburini, Presidente Consorzio della Bonifica Renana. Presiede Alessandro Gargini, Direttore Dipartimento Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna.
Ore 15:30, interventi:
Stefano Segadelli, Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna:
l’attività del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli regionale per la conoscenza e valorizzazione delle sorgenti pietrificanti.
Marco Cantonati Museo Scienze Naturali di Trento (Muse):
ecologia delle sorgenti pietrificanti, lo studio di Labante e confronto con altre situazioni analoghe in Europa.
Maria Filippini, Università degli studi di Bologna:
idrogeologia delle sorgenti di Labante.
Monica Palazzini, Servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia-Romagna:
tutela e conservazione della biodiversità in Emilia-Romagna.
Massimo Rossi, Ente per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale:
dalla nuova governance delle aree protette dell’Emilia-Romagna al bilancio Sociale dell’Ente per i Parchi e la Biodiversità – Emilia Orientale.
Paola Desantis, Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna. Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto:
l’importanza archeologica delle Grotte di Labante.
Fabrizio Finotelli, geo-archeologo:
La riscoperta dei livelli archeologici a Labante, primi interventi.
Danilo Demaria, Gruppo speleologico bolognese:
le esplorazioni speleologiche a Labante.
Renzo Torri, Sezione CAI Alto Appennino Bolognese di Porretta Terme:
Il ruolo del CAI nel preservare i valori ambientali.
Ore 18:00, conclusioni.
Marco Tamarri, Responsabile Turismo e Cultura dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese.
A fine lavori, la Proloco Labante offrirà ai partecipanti un piccolo rinfresco.

Evento organizzato nell’ambito di “Sopra, sotto, dentro la Terra”, 3° edizione della “Settimana del Pianeta Terra”, 18-25 ottobre 2015, promossa dalla Regione Emilia-Romagna.
Le grotte e le sorgenti di Labante alla Settimana del Pianeta Terra.
Il 21 ottobre un’escursione e un seminario accenderanno i riflettori su Labante: un luogo elettivo per raccontare la Terra.
Le grotte e le sorgenti di Labante sono le protagoniste di due dei quattro geo-eventi che compongono la proposta, dal titolo “Sopra sotto dentro la Terra”, del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli per la Settimana del Pianeta Terra.
Il 21 ottobre a Labante si parlerà di geologia, di risorse naturali e di patrimonio culturale a partire da uno dei luoghi del patrimonio geologico dell’Emilia-Romagna: le grotte e la sorgente di Labante (Castel d’Aiano, Bologna). Presente nell’elenco dei geositi di rilevanza regionale (link a http://geo.regione.emilia-romagna.it/schede/geositi/scheda.jsp?id=106 ) e Sito di Importanza Comunitaria (SIC IT4050028 – link a http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/parchi-natura2000/rete-natura-2000/siti/it4050028 ), le Grotte e Sorgenti di Labante rappresentano un luogo elettivo per raccontare la Terra.
La giornata a Labante prevede due incontri: un’escursione al mattino e un seminario di pomeriggio rivolto ai tecnici della pubblica amministrazione, ai professionisti e agli studiosi e appassionati.

10 e 17 ottobre, Copparo: laboratorio per liberare il pensiero chiuso in trappole

da: ufficio stampa Agire Sociale CSV Ferrara

Nei momenti difficili i pensieri possono dare forma a immagini aperte per agire e trovare soluzioni, ma possono anche chiuderci in trappole e paure. Come riconoscere i modi di pensare che ci aiutano a vedere soluzioni positive nella nostra quotidianità? E’ ciò che propone il laboratorio dell’Associazione Non Più Soli “Emozioni e decisioni nelle avversità: viaggio per liberare il pensare chiuso in trappole” sabato 10 e 17 ottobre, dalle ore 15.30 alle 17.30, a Palazzo ”V. Zardi”, in Via Garibaldi 104 a Copparo.
Durante il laboratorio, facilitato dallo psichiatra Giovanni Ruviero, sarà distribuito un elenco inziale di termini per scoprire le nostre parole chiave delle relazioni con gli altri. Ogni partecipante potrà esprimere le proprie osservazione e d esercitarsi all’ascolto partecipe, comprendendo quelle attività del pensiero che possono generare ansie e paure. Il laboratorio si basa sul metodo della psicologia cognitiva e invita a un’esperienza di ricerca e di sostegno reciproco per riconoscere i modi di pensare che ci rendono aperti e costruttivi.
L’Associazione Non Più Soli è una realtà di volontariato che opera da oltre un decennio nel campo della salute mentale, sensibilizzando sulla conoscenza del disagio psichico e il superamento dei pregiudizi e dell’emarginazione sociale. La partecipazione è gratuita.
Per contatti e iscrizioni: tel. 0532.754822, g.ruviero@libero.it

Erica Brandalesi e Tania Denise Tredesini Barbieri presentano il libro “Cibo migrante”

da: responsabile eventi Ibs Ferrara

Venerdì 9 ottobre alle ore 18:00, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino, Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara, Erica Brandalesi e Tania Denise Tredesini Barbieri presentano il libro “Cibo migrante” (La Carmelina edizioni). Dialoga con le autrici Elisa Pampolini.

Quest’opera è una ricerca qualitativa nata da un progetto socio-educativo per minori e giovani stranieri dell’Associazione Hermanos Latinos di Ferrara. Grazie alla collaborazione della Fondazione Carife e del Comune di Ferrara è stato possibile condurre questo studio presso la scuola elementare Mario Poledrelli.
Sappiamo che la formazione delle abitudini alimentari inizia già dall’infanzia e che può influire successivamente nell’età adulta. Per i bambini migranti, e di seconda generazione, questo periodo porta ad una maggiore difficoltà in quanto vivono tra culture alimentari diverse.
L’obiettivo di questo studio è stato quello di conoscere come i bambini appartenenti alle famiglie straniere, adattano le abitudini alimentari della propria cultura a quelle italiane.
Per svolgere questa ricerca ci si è ispirati alla metodologia etnografica che ha permesso di trattare i risultati delle interviste, su due livelli di lettura diversi, ossia in considerazioni specifiche effettuate ai soggetti suddivisi per nazionalità e in considerazioni generali, dove sono stati menzionati con i fattori che con più frequenza sono emersi tra i migranti intervistati. Di questi aspetti possiamo citare: i fattori ambientali; fattori familiari; fattori personali; se sono nati in Italia o da quanto tempo sono arrivati nel nostro Paese; il mantenimento o cambiamento avvenuto nelle famiglie in fase post-migratoria; il livello culturale dei genitori; i prodotti non graditi all’arrivo dei genitori in Italia; la variabile economica e infine la variabile religiosa.
Il testo può fornire, quindi, informazioni utili a coloro che lavorano in ambito scolastico, che credono nell’importanza del cibo come forma di socializzazione e di educazione alimentare, o chi vuol condividere o avvicinarsi ad un approccio interculturale verso il migrante.
Erika Brandalesi è dottoressa in psicologia clinica-dinamica. Da tempo si occupa di disagio psichico dei migranti attraverso la partecipazione a diverse ricerche condotte in alcune strutture sanitarie di Monselice, Bologna e Ferrara. Ha svolto diversi tirocini e attività di volontariato con pazienti psichiatrici sia stranieri che italiani e coordinato il progetto relativo all’educazione alimentare da cui è nata quest’opera.
Negli ultimi anni si interessa e segue un’alimentazione vegana e, per diffondere questo stile, ha aderito a diverse iniziative culinarie
Tania Denise Tredesini Barbieri è dietista, laureata in Brasile alla “Universidade Federal do Parana”. Sua laurea è stata riconsociuta in Italia conforme il Decreto del Ministero della Salute di 14 aprile 2010. Ha lavorato come libera professionista a Curitiba-Pr, e come responsabile tecnica delle mense scolastiche di Pinhais-PR. Da 8 anni vive a Ferrara e ha svolto attività di volontariato nell’ Associazione Hermanos Latinos, dove ha presentato il progetto di ricerca che ha dato origine a questa opera.

Torna lo Sbaracco a Bondeno, sabato 10 e domenica 11 ottobre nell’ambito della Fiera di Ottobre

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Torna lo Sbaracco a Bondeno per un intero fine settimana: si svolgerà sabato 10 ottobre (a partire dalle ore 15,30 e fino a sera inoltrata) e per l’intera giornata di domenica 11 (dalla mattina e fino a tarda serata) nel centro storico coinvolgendo in modo massiccio i negozi di vicinato ed i pubblici esercizi. La manifestazione – promossa dal Comune di Bondeno con il concorso di Ascom Confcommercio nell’ambito della Tradizionale Fiera d’Ottobre- proporrà a prezzi d’occasione uno shopping per fare autentici affari: dall’abbigliamento, all’accessorio, alle calzature per fare solo alcuni esempi.
“Lo Sbaracco è un momento consolidato e particolarmente atteso- commenta Marco Amelio presidente Ascom Confcommercio di Bondeno, Cento e Sant’Agostino – i centri storici sono centri commerciali naturali proprio attraverso questi manifestazioni che come Ascom abbiamo messo storicamente in funzione in tutto il territorio possiamo attrarre ed incentivare flussi importanti nel cuore della città matildea con particolare attenzioni ai bisogni delle famiglie”. Lo Sbaracco è inserita nella Fiera d’Ottobre all’interno del quale ci sarà spazio anche ai Panificatori di Ascom che potranno illustrare i segreti, le curiosità e le eccellenze dell’Arte Bianca.

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Imprese ferraresi: segnali positivi ma la ripresa appare debole, migliora l’andamento per le medie e grandi imprese internazionalizzate

Da: Ufficio Stampa Camera di Commercio di Ferrara

Indagine congiunturale sulle imprese di industria manifatturiera, commercio e costruzioni del 2° trimestre 2015 e previsioni 3° trimestre 2015

Prosegue, seppur timidamente, la tendenza positiva dei principali indicatori congiunturali del settore manifatturiero, ma si riduce l’intensità della crescita rispetto ai tre mesi precedenti.
Determinanti le imprese con almeno 10 addetti, che hanno messo a segno performance positive con ordinativi stazionari. Ancora una volta la meccanica, l’automotive e il variegato comparto delle “altre industrie”, che comprende la chimica e la lavorazione dei minerali non metalliferi, hanno registrato le performances migliori grazie anche al fatturato estero.
Il commercio non conferma il trend positivo dello scorso trimestre, tornando ad indicatori con il segno meno, mentre il mercato immobiliare e le costruzioni rilevano primi segnali di recupero.
Il clima di fiducia migliora, ma la ripresa appare ancora incerta e non coinvolge le imprese più piccole e l’artigianato.
Sono questi i principali risultati dell’indagine congiunturale sulle imprese del manifatturiero, del commercio e delle costruzioni realizzata dall’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio di Ferrara, in collaborazione con il Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna e dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, con riferimento agli andamenti del 2° trimestre e alle previsioni per il 3° trimestre del 2015.
Industria manifatturiera:
In tutte le province della regione Emilia-Romagna, fatta eccezione per Forlì, l’andamento della produzione industriale è stato positivo. Ferrara ha chiuso all’insegna di un aumento del +0,7% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, quando il trimestre precedente l’indicatore aveva segnato un +1,9%. Il fatturato ha invece mostrato segnali di maggior recupero (+1,2%), più in linea con quanto accaduto nei primi tre mesi del 2015 (+1,5%). Protagoniste le imprese con almeno 10 addetti, che per entrambi gli indicatori hanno messo a segno performance positive con una produzione a +1,2% e un fatturato che si è attestato a quota +2,0%. Di diverso tono invece l’andamento delle piccole imprese che hanno chiuso il trimestre con una riduzione del fatturato (-1,8%) e un risultato leggermente meno negativo della produzione (-1,3%), andamenti ed entità riscontrati anche per l’artigianato.
A livello settoriale i trend sono più diversificati. È confermata la variazione tendenziale più consistente nella produzione per le industrie della meccanica e dei mezzi di trasporto (+4,3%) di poco inferiore a quella fatta segnare dal fatturato (+5,0%) dello stesso settore. Anche la metallurgia e l’aggregato “altre industrie” registrano ancora indicatori positivi, mentre l’alimentare, il legno-mobili-editoria e le industrie elettriche ed elettroniche invertono la tendenza con valori ora negativi. Prosegue il trend negativo per il sistema moda che ha lasciato sul terreno un altro 2,5% di produzione.
Ancora determinante la componente estera del fatturato (+3,6%), positiva per le industrie alimentari, dei metalli e soprattutto per quelle meccaniche e dei mezzi di trasporto che da sole segnano un +7,2%. Negativi invece gli indicatori del fatturato estero per le imprese di più piccole dimensioni (meno di 10 addetti) e quelle artigiane.
Il consuntivo dei primi sei mesi del 2015 è stato poi condizionato dagli ordini, complessivamente quasi invariati rispetto allo scorso anno, con andamenti settoriali diversificati: a fronte di aumenti per la metallurgia, la meccanica e le “altre industri”, per gli altri comparti risultano in diminuzione, più accentuate per le industrie elettriche e del legno-mobili, carta e stampa.
Tra gli indicatori congiunturali solo l’andamento del fatturato estero risulta migliore rispetto al dato medio regionale, confermando il trend rilevato dai dati Istat delle esportazioni per il complesso dell’economia provinciale.
La previsione per i successivi tre mesi è orientata verso la stabilità per più della metà del campione, con saldi tra preconsuntivi di aumento e di diminuzione della produzione e del fatturato pari rispettivamente a +14 e +12. Appare quindi migliorato il clima di fiducia delle imprese rispetto ai tre mesi precedenti, quando la quota di chi prevedeva indicatori in crescita era identica a quella di chi si aspettava cali.
I miglioramenti sono previsti dalle imprese con almeno 10 addetti che presentano un saldo positivo di +20 per quanto riguarda la produzione e di +19 per il fatturato, contro i valori negativi fatti ancora segnare dalle piccole imprese. Tra i settori appare evidente una netta dicotomia fra i comparti dell’industria “leggera” e quelli della manifattura “pesante”, con la prima che presenta risultati decisamente inferiori alla seconda. L’industria “pesante” viene trainata in particolare dalle industrie delle macchine elettriche ed elettroniche (+39 la produzione e +41 il fatturato), ma soprattutto dell’aggregato ”altre industrie” (include le industrie chimiche e la lavorazione dei minerali non metalliferi) che vanta un’ottima performance in termini di produzione (+52) ed ancora migliore le prospettive per quanto riguarda il fatturato (+59). Per le industrie delle meccaniche e dei mezzi di trasporto appaiono particolarmente positive le previsioni per gli ordinativi esteri(+42). Fatta eccezione per il settore alimentare, rimangono negative le previsioni per gli altri settori, che evidenziano segnali di maggiore prudenza ed incertezza per tutti gli indicatori.
Commercio:
Nonostante il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori, le vendite a prezzi correnti del commercio al dettaglio nel secondo trimestre dell’anno registrano una lieve ulteriore flessione dopo i segnali di ripresa rilevati nei primi 3 mesi del 2015. Un segnale di incertezza che mette in dubbio l’interruzione della lunga recessione che ha portato a 7 anni di contrazione delle vendite.
Per gli esercizi al dettaglio in sede fissa ferraresi le vendite a prezzi correnti sono diminuite del -0,7% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. In particolare il trend risulta negativo per il commercio al dettaglio di prodotti alimentari. Il balzo indietro del settore non alimentare, che comprende gli esercizi specializzati di computer, elettrodomestici e attrezzature per le telecomunicazioni, è invece di entità più contenuta, in linea con quanto rilevato in regione. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le vendite crescono solo per la grande distribuzione, ancora in controtendenza rispetto all’Emilia-Romagna.
Nel trimestre la quota di imprese che giudicano le giacenze eccedenti si mantiene complessivamente su livelli elevati (13%).
Le previsioni non appaiono orientate alla fiducia, peggiorano infatti le valutazioni delle imprese in merito alle vendite del prossimo trimestre per tutte le tipologie, con i livelli differenziati. Ancora in rosso per il dettaglio specializzato alimentare (con un saldo dei giudizi pari a -15), mentre il quadro appare meno negativo per quello non alimentare (il saldo è pari a -3). Buone le aspettative relative a ipermercati, supermercati e grandi magazzini, con un saldo positivo che peggiora però rispetto alla rilevazione del trimestre precedente, riducendosi a quasi un terzo (passando da +36 a +13).
Mercato immobiliare e costruzioni:
Secondo i dati dell’Osservatorio dell’Agenzia delle entrate, nel primo semestre del 2015 il volume delle compravendite residenziali sarebbe cresciuto anche a Ferrara. L’andamento positivo più accentuato rispetto a quanto avviene in regione (penalizzata dal trend negativo di Parma) e a livello nazionale, continua ad essere migliore nel comune capoluogo.
La crescita delle operazioni di compravendita immobiliari ad uso residenziale è stata registrata a partire dal secondo trimestre, raggiungendo al 30 giugno le 1.359 transazioni normalizzate rispetto alle 1.286 dello stesso periodo dell’anno precedente, senza però tornare ai livelli degli anni 2010-2011, quando ogni tre mesi si superava il migliaio di transazioni immobiliari. Diminuiscono invece le transazioni di immobili dedicate alle attività produttive, commerciali e del terziario.
L’indagine congiunturale sulle costruzioni rileva anche nel secondo trimestre del 2015 una lieve ripresa. Il volume d’affari a prezzi correnti del settore ha confermato il trend in aumento, segnando un’accelerazione: +6,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando nei primi tre mesi dell’anno aveva fatto segnare un +2,5%. La ripresa del fatturato, dopo anni recessivi che hanno registrato forti variazioni negative, è un buon segnale, ma per recuperare il terreno perso saranno necessari molti altri trimestri positivi. L’aumento dell’indicatore ferrarese risulta superiore a quanto rilevato in regione (+2,1%), dove l’unica provincia a registrare variazioni maggiori è Modena.
Per quanto riguarda poi le prospettive per il terzo trimestre dell’anno, anche il saldo tra la quota di imprese che prevedono un volume d’affari in aumento e quella che invece prevede un fatturato in calo, tornato positivo lo scorso trimestre, cresce più che triplicandosi (è passato da 12 a 44). La quota di imprese che prevedono un volume d’affari in diminuzione si abbassa all’8%, a crescere sono gli ottimisti a scapito della quota di coloro che non si aspettano variazioni: oltre la metà del campione prevede un volume d’affari in aumento.
Le prospettive appaiono migliori soprattutto all’anno precedente, ma considerato anche lo scenario economico previsionale di Prometeia, secondo il quale nel 2015 il valore aggiunto del settore delle costruzioni dovrebbe subire in termini reali un’ulteriore flessione del -2,5%, solo nel 2016 dovrebbero apparire i primi definitivi segni più, quando si potrà parlare di una vera e proprio ripresa.
Artigianato:
Ancora in controtendenza rispetto al complesso dell’imprenditoria, l’artigianato non appare in grado di accodarsi a questi primi segnali di recupero. Un bilancio nuovamente negativo, anche se in termini relativamente meno accentuati rispetto al trend dei mesi precedenti, con la variazione inferiore allo zero più contenuta degli ultimi sei anni.
Le difficoltà del mercato interno, che assorbe gran parte della produzione, sono ancora alla base di tale andamento, che potrebbe però rappresentare l’ultima coda della la fase recessiva in atto dal 2009.
La produzione industriale dell’artigianato nel 2° trimestre 2015 registra una flessione su base annua del -1,1%, meno accentuata rispetto all’andamento delle piccole imprese (meno di 10 addetti) del settore manifatturiero (-1,3%), quando a livello regionale, grazie all’andamento positivo di province come Bologna, Parma e Reggio Emilia, si registra complessivamente una certa stazionarietà rispetto allo scorso anno.
Più accentuata la diminuzione del fatturato che su base annua cala del -1,8%. Anche l’andamento degli ordinativi, che segnano un ulteriore -1,1%, rendono meno positive le prospettive del settore che non intravede ripresa nella produzione del prossimo trimestre.
Solo le vendite all’estero registrano un indicatore con il segno più; le poche imprese artigiane manifatturiere esportatrici hanno segnato una lieve variazione positiva del fatturato estero rispetto al primo trimestre 2014 (+0,8), in controtendenza con il dato regionale (-0,4%). Anche gli ordini provenienti dal mercato estero appaiono in lieve aumento.
In calo le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafoglio ordini: superano di poco le cinque settimane (quando lo scorso trimestre erano più di sette), confermando il trend di tono inferiore rispetto alla totalità delle imprese, per le quali si parla di quasi otto settimane.
Le indicazioni dell’indagine sulla congiuntura dell’artigianato in merito alle previsioni per il secondo trimestre, non si discostano molto dai valori registrati nelle passate edizioni: i saldi tra le segnalazioni in aumento e quelle in diminuzione di produzione, fatturato e ordinativi risultano ancora negativi, con più della metà delle imprese del campione che non prevede variazioni.
Il perdurare della recessione ha avuto effetti pesantemente negativi sulla consistenza delle imprese. Al 30 giugno 2015 si contavano 9.186 imprese artigiane attive (145 in meno rispetto al 31 dicembre 2014), con riduzioni soprattutto nel settore delle costruzioni che da solo spiega metà del saldo negativo, e nel settore della logistica.

Venerdì 9 ottobre, al Zone K Ghost Talent il contest per band emergenti

da: Circolo Arci Zone K

Venerdì 9 Ottobre presso il Circolo Arci Zone K di Via Santa Margherita 331 a Malborghetto di Boara (Ferrara) avrà inizio “Zone K Ghost Talent”, il contest per band emergenti organizzato dal circolo in collaborazione con Sonika.

Il progetto ha l’intento di promuovere l’aggregazione giovanile e la valorizzazione della libera espressione musicale, alla ricerca di talenti spesso nascosti, talenti “fantasma” appunto. I partecipanti avranno l’opportunità di concretizzare il proprio progetto musicale in un Ep (la cui registrazione è offerta in premio al vincitore del concorso) da presentare poi al pubblico nell’ambito della programmazione invernale del Circolo.
Il concorso si svilupperà per tutti i prossimi venerdì di Ottobre. Durante le prime tre serate le band avranno la possibilità di proporre 20 minuti di esibizione e verranno valutati in base a originalità, tecnica ed espressività da una giuria di esperti. Ogni semifinale proclamerà un vincitore, sino alla sfida finale del 30 Ottobre. Ecco quindi, il programma completo delle quattro serate: il 9 ottobre si esibiranno Marchesi Scamorza, Label 27, Sgt.Kabukimen; il 16 ottobre sarà la volta di Micol Carli, We are going out of business, Noisy Neighbours; infine il 23 ottobre sarà la volta dei Trans-Buddha, Lucistante e Lira. Finalissima prevista venerdì 30 ottobre.
Il circolo Arci Zone K, vi aspetta a partire dalle ore 18,00. I concerti avranno inizio alle ore 22.00 circa. L’ingresso è rigorosamente gratuito e riservato ai soli soci Arci. Per informazioni: 346.0876998 – circoloarcizonek@gmail.com

Sabato 10 ottobre, al Circolo Arci Zone K, Doug MacLeod live

da: Circolo Arci Zone K

Un evento Roots Music Club in collaborazione con Circolo Arci Zone K.

Sabato 10 Ottobre il Circolo Arci Zone K di Via Santa Margherita 331 Malborghetto di Boara (Fe) ospiterà un altro grande evento, in collaborazione con Roots Music Club, un imperdibile appuntamento per gli amanti del blues: Doug Macleod, uno dei maggiori esponenti della sei corde del panorama blues, vincitore di due Blues Music Awards (ex W.C. Handy Award – prestigioso premio consegnato negli anni ad artisti come Buddy Guy, Ronnie Earl, Charlie Musselwhite, Tedeschi Trucks Band, Dr. John, John Hammond, Solomon Burke e tantissimi altri) nel 2014 come miglior artista acustico e miglior disco acustico. MacLeod vanta addirittura 8 nominations consecutive al premio come artista dell’anno. Nel suo curriculum si contano 23 album e fior di collaborazioni, come quelle con Coco Montoya, Dave Alvin, Albert King, Eva Cassidy, Albert Collins e Papa John Creach.
Unico è il suo stile nelle performance live, accompagnato da una National Delphi e dal footstomp, che lo rendono un performer esuberante e carico di entusiasmo, capace di passare dal sound del Mississippi a quello della Louisiana, unendo il blues col jazz e col country sotto svariate forme sonore.
Zone K si cambia ancora d’abito e si prepara ad accogliere un concerto di assoluto prestigio, un’occasione unica per ascoltare grande musica.
L’apertura di Zone K, è prevista per le ore 18. Il concerto avrà inizio alle ore 22 circa. Ingresso 5 Euro, riservato ai soli soci ARCI. Per informazioni e prenotazioni: 346.0876998 – prenotazionizonek@gmail.com

Giovedì 8 Ottobre, Circolo Arci Zone K: Zone Jazz presenta Purple Food in concerto

da: Circolo Arci Zone K

Dopo la magica serata del concerto di Grazia Cinquetti di giovedì scorso, continua la rassegna “Zone Jazz” a Zone K, a cura di Roberto Manuzzi.

Stasera al circolo Arci di Via Santa Margherita 331 a Malborghetto Di Boara arriva da Bologna un ensemble numeroso e davvero interessante, I Purple Food, composto da Edoardo Marraffa, sax tenore, Stefano Radaelli, alto sax, Gianluca Fortini, clarinetto e clarinetto basso, Alessandro Garino, piano e tastiere, Riccardo Morandini, chitarra baritono, Giovanni Falvo, batteria e William Simone, percussioni.
I “Purple Food” innestano su una robusta base jazz (ispirata a grandi innovatori degli anni ’60 e ’70 come Sun Ra, Herbie Hancock, Miles Davis, Eric Dolphy, Ornette Coleman, Julius Hemphill) elementi legati alla cultura psichedelica, conosciuta da noi per lo più attraverso l’opera di letterati come William Burroughs e di registi come Godfrey Reggio.
I Purple Food sono un progetto che fonde in un unicum sonoro jazz elettrico, funk e afro-jazz con pratiche di improvvisazione libera, incentrate sull’interplay.
Un’altra serata di grande musica, imperdibile per gli amanti del genere, in un club che si sta facendo conoscere per l’elevata e perfettamente godibile qualità delle proposte.
L’apertura di Zone K è prevista come sempre alle ore 18 con l’aperitivo jazz. L’inizio del concerto invece sarà verso le 22.
La serata è ad ingresso rigorosamente gratuito e riservato ai soci Arci. Data la limitata disponibilità di posti, è consigliata la prenotazione del tavolo contattando il 346.0876998.

L’INCONTRO
Reati in presa diretta. Così nasce un’inchiesta

Un’inchiesta giornalistica raccontata dietro le quinte: il lavoro della redazione, la ricerca di fonti attendibili, interviste, sopralluoghi, ma anche dichiarazioni e frasi scottanti registrate con telecamere nascoste. A rivelare i segreti del mestiere arrivano a Ferrara tre inviati di “Presa diretta”, la trasmissione di Rai3 condotta da Riccardo Iacona.

I temi che verranno affrontati saranno quelli di inquinamento ambientale, smaltimento illegale di rifiuti, traffico e abbandono di materiale radioattivo. L’incontro – aperto a tutti – è in programma per domani, giovedì 8 ottobre 2015, a Ferrara con alcuni giornalisti del programma tv e con il parlamentare ferrarese Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle Attività illecite legate al ciclo di smaltimento dei rifiuti.

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Lo studio di “Presa Diretta” con Ricardo Iacona e Giulia Bosetti durante la puntata sulle cooperative
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La giornalista di “Presa Diretta” Giulia Bosetti

Un’occasione sia per gli addetti ai lavori sia per i curiosi per scoprire il lavoro giornalistico svolto dalla redazione Rai nella cosiddetta “terra dei fuochi” (la zona tra le province di Napoli e Caserta), dove c’è stato un massiccio scarico illegale di rifiuti anche tossici da parte della criminalità organizzata. La definizione di questo tipo di reato, compiuto dalle ecomafie in quell’area della regione campana, è stata resa di dominio pubblico anche grazie alla popolarità del libro “Gomorra” in cui Roberto Saviano ne documenta la storia.

A spiegare come avviene e quali conseguenze ha questo traffico di materiali terribili che avvelenano appunto la “terra dei fuochi” saranno i giornalisti televisivi Giulia Bosetti, Federico Ruffo, Elena Stramentioli. Perché quelle sostanze che vengono gettate in campi e fossi finiscono per intaccare tutto l’ambiente intorno, dai prodotti agricoli alle falde sotterranee fino alle produzioni alimentari più rinomate. Un disastro che viene allo scoperto anche in seguito all’improvvisa e crescente diffusione di tumori precoci, soprattutto tra le donne che abitano in quel territorio.

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Scena del film “La mafia uccide solo d’estate” con Pif e Cristiana Capotondi

Coordina l’incontro il responsabile dell’ufficio stampa del Comune di Ferrara, Alessandro Zangara. L’appuntamento fa parte del calendario della “Festa della legalità e della responsabilità”, partita a fine settembre e che proseguirà anche con la proiezione di film sul tema al cinema Boldini, dove già stasera (ore 21) verranno proiettati alcuni documentari e sarà disponibile un banchetto (dalle 19,30) con i prodotti dell’associazione Libera.

Il programma dettagliato della “Festa della legalità e della responsabilità” si può consultare su CronacaComune, il quotidiano online del Comune di Ferrara.

“Le leggi sui delitti ambientali e le inchieste giornalistiche” è in programma per domani, giovedì 8 ottobre 2015, alle 18 in Sala della musica, Chiostro di San Paolo, via Boccaleone 19, a Ferrara. L’incontro – riconosciuto come formativo dall’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna – è gratuito e aperto a tutti.

PUNTO DI VISTA
Expo, il giro del mondo in 20 ore

Un balzo di oltre un secolo e mezzo da quel lontano 1851, anno della prima edizione dell’Esposizione Universale di Londra, ci consente l’approdo a Expo Milano 2015.
A voler credere ai cronisti dell’epoca l’Esposizione fu un evento irripetibile dai contenuti sorprendenti e con un’affluenza stimata in sei milioni di visitatori.
Allora c’era il Crystal Palace, gioiello dell’architettura e meraviglia ingegneristica del XIX secolo in vetro e acciaio, raccontato il 21 maggio 2015 su queste pagine (vedi).
Allora furono l’industria e la tecnologia nascente a imporsi, per Expo 2015 Milano l’impegno fondante negli intenti era la discussione e lo sviluppo di soluzioni utili ad affrontare una delle maggiori emergenze del nostro pianeta: alimentazione e sostenibilità. “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, da svilupparsi su un’area espositiva di oltre un milione di metri quadrati.

Ho dedicato due giornate consecutive alla visita della manifestazione di Rho e, dopo qualche giorno di ponderazione, ho sfidato la mia memoria a focalizzare il ricordo di quanto ho vissuto sul posto, luogo per sei mesi al centro dell’attenzione mondiale: certamente mi sono ben chiare in mente le diaboliche code per visitare alcuni padiglioni, fino a sette ore sotto il sole, e l’immaginario talvolta piacevolmente illusorio, (quasi) un giro del mondo in venti ore, reso verosimile dallo sventolio di centinaia di bandiere fra le quali quelle dei 150 paesi partecipanti provenienti da tutti i continenti.
Le alte aspettative, la curiosità, un passa-parola incontrollabile, la volontà di partecipare a un evento universale, miscelate al tam-tam della propaganda quotidiana sull’evento, stando ai dati ufficiali hanno sospinto fino a 200-250.000 persone al giorno, nei fine settimana, sul Decumano, il lungo viale di affaccio dei padiglioni. Il 99,9% dei paganti si sono mantenuti al largo da convegni e seminari tecnici pur qualificati, ma sono stati risucchiati inconsapevolmente, io compreso, nel rito del passeggio e dell’accodamento confidando, una volta guadagnata l’entrata del padiglione prescelto, in profonde emozioni da raccontare .
I nobili contenuti, quali la nutrizione e la sostenibilità, cardini di Expo Milano 2015, e il come concretizzarli appaiono ai più controversi e talvolta introvabili o non riconoscibili. Confesso che ho qualche imbarazzo nell’ammettere se li ho intercettati in pieno da ciò che ho visto all’interno dei padiglioni. In fila mi sono avvalso anche del parere di altri visitatori incerti nei giudizi sui contenuti dei padiglioni stessi, ma ben decisi a sottolineare che il tema della nutrizione riguardava maggiormente la qualità e il costo dei punti di ristoro presenti nel chilometrico viale, alcuni chiacchierati per sospetti favoritismi, piuttosto che un gravoso problema del mondo contemporaneo.
Per certo è evidente l’immersione all’interno di un Salone del turismo e dei divertimenti di dimensioni rilevanti, distribuito sui due lati dei 1400 metri circa di lunghezza del Decumano, con gelaterie, ristoranti, luoghi di sosta, impossibile da allestire in uno spazio fieristico tradizionale, con abbondante presenza di gadget e di prodotti tipici in vendita. Un’operazione di marketing opportuna per tanti Paesi, alcuni dei quali con problemi sociali e di natura geopolitica enormi da risolvere e ancora poco visibili, che presentano per contro alcune iniziative lodevoli sulla strada della sostenibilità.

Le soluzioni architettoniche degli involucri e le forme creative uscite dalla matita di archistar internazionali hanno generato diversi padiglioni pregevoli, ma sui quali a mio parere pesa quell’imperdonabile ritardo sull’allestimento dell’evento (pur plaudendo all’ottimo livello dei servizi interni e di accesso, merce rarissima in Italia): ricordiamo ancora le quotidiane polemiche che poi tali non erano sul “sarà pronto o non sarà pronto?” Nel sentire di diversi visitatori questi ritardi hanno obbligato spesso alla fretta e all’approssimazione i singoli Paesi, ripiegando su contenuti concettuali e materiali giudicati dai più probabilmente parzialmente riadattati all’occasione per la loro opinabile originalità e freschezza.
Come si sa i padiglioni saranno contrattualmente da smontare come un meccano dal primo novembre. Vi sono al momento diversi ottimi propositi aleggianti sulla valorizzazione degli spazi e dei volumi costruiti: il Padiglione Italia, forse il più originale nelle forme e certamente all’avanguardia nella tecnologia costruttiva, se fosse stato ultimato con un tempo congruo avrebbe a mio parere potuto rappresentare meglio “il contenuto Italia”, “l’orgoglio Italia”, come appare nelle scritte illuminate notturne. Potrebbe dal primo novembre essere riconvertito ad altri scopi, come il padiglione della Santa Sede che sarà donato, per non parlare di alcuni paesi mediorientali decisi a omaggiare i loro padiglioni: speriamo bene.

Al tramonto, dopo diversi chilometri di passo svelto e code necessitate per “visitare il mondo a portata di mano” meritiamo, noi forzati della conoscenza, quindici minuti con il naso all’insù, pressati nell’ultimo evento collettivo prima della chiusura serale. A ore prestabilite prendono avvio le performance meccaniche e luminose dell’Albero della vita ideato da Marco Balich: 37 metri in altezza di legno, acciaio, cavi elettrici e tanta ammirevole tecnologia, che il gioco psichedelico di luci sincronizzato alle fontane e ad alcuni sprazzi pirotecnici rendono scenograficamente stimolante.
Expo Milano 2015 chiude il 31 ottobre.
Io ci sono andato.

ECOLOGICAMENTE
Per l’Emilia Romagna una nuova legge sui rifiuti: avanzata, forse troppo

In Regione abbiamo una nuova legge sui rifiuti, importante e impegnativa. Forse troppo. Gli obiettivi infatti sono chiari, ma bisogna definire meglio come raggiungerli. Parliamone.
Entro il 2020 si punta a ridurre la produzione pro capite dei rifiuti urbani dal 20 al 25%. Ottimo proponimento, che richiede impegni forti in termini di prevenzione, riduzione, minimizzazione, riuso, che però la cultura del rifiuto e il mercato non rispettano. Per ora i rifiuti sono infatti diminuiti solo per la crisi economica o perché i criteri di assimilabilita’ li hanno catalogati tra gli speciali. Eppure senza una politica seria di prevenzione difficilmente si riesce a ridurli.
Si deve raggiungere almeno il 73% di raccolta differenziata e riciclare almeno il 70% di alcune materie (carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico). Tema avviato molti anni fa con il decreto Ronchi e mai perseguito con sufficiente impegno e soprattutto senza mai premiare chi la fa e punire chi non ci crede. (Nota personale: ho sempre pensato che la sostenibilità richieda una regolazione economica).
Il concetto chiave della nuova legislazione regionale sta nel principio, proposto molti anni fa dall’Unione europea, del “chi inquina paga” e si agisce sulla cosiddetta “ecotassa”, il tributo speciale per il conferimento in discarica: il 1^ gennaio 2017 scatterà un aumento del 20% (però il ricavato poi si disperde in tanti finanziamenti, non tutti sull’ambiente).
Contestualmente, si punta concretamente sulla “tariffazione puntuale: entro il 2020 si pagherà in base all’effettivo servizio erogato (i rifiuti effettivamente conferiti) e non più in base ai metri quadri dell’abitazione o al numero dei componenti della famiglia. Il principale criterio di efficienza sul quale valutare i vari sistemi di gestione sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio, premiando i Comuni che invieranno meno rifiuti in discarica rispetto al dato medio regionale. Questo parametro sarà assunto anche per ripartire il fondo incentivante, tenendo conto degli “abitanti equivalenti” (oltre ai residenti, i cosiddetti city users). La disciplina dei sistema di raccolta dei rifiuti rimane prerogativa dei Comuni.
Passiamo poi agli impianti, che (per fortuna) in Regione non mancano.
“Si deve minimizzare il quantitativo di rifiuti urbani conferito in discarica (meno di 150 chilogrammi annui per abitante). Le materie raccolte in modo differenziato dovranno essere conferite in impianti in grado di favorirne la massima valorizzazione economica e ambientale; la scelta di tali impianti andrà effettuata tramite gara pubblica. Fino al 31 dicembre 2019 il fondo di incentivazione alla prevenzione e riduzione dei rifiuti verrà destinato per metà a diminuire il costo del servizio di igiene urbana degli utenti dei Comuni che nell’anno precedente hanno prodotto quantitativi di rifiuti non inviati a riciclaggio inferiori al 70% della media regionale registrata, e per l’altra metà a ridurre i costi di avvio della raccolta porta a porta, o sistemi equipollenti, capaci di analoghi risultati di riduzione dei rifiuti non destinati a riciclaggio. Infine, si stabilisce che gli strumenti incentivanti previsti dalla nuova normativa prevedano premialità per le imprese che innovino il ciclo produttivo e prodotti per ridurre la produzione di rifiuti”.
Sono frasi raccolte dalla giusta soddisfazione del consigliere regionale Mumolo che si è sempre impegnato su questi e altri temi strategici per l’Emilia Romagna. A ciascuno di noi la valutazione se questo sia sufficiente. Personalmente ritengo che un punto dolente continui a essere la regolazione e la forza di un’autorità competente e determinata, che non raccolga gli umori politici e che sappia incidere concretamente. A livello nazionale, sul gas l’Aeeg sta svolgendo un ottimo lavoro, ma sui rifiuti ancora manca una realtà di regolazione.

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IMMAGINARIO
L’Orlando compie quasi 500 anni
La foto di oggi…

In attesa del convegno e delle iniziative previste per i 500 anni dalla prima edizione dell’ “Orlando furioso”, l’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara ha organizzato una conferenza del Prof. Franco Bacchelli (Università di Bologna), che si terrà domani, giovedì 8 ottobre alle ore 17, a Palazzo Bonacossi in via Cisterna del Follo 5, intitolata “Ludovico Ariosto e Celio Calcagnini: storia di un’amicizia“.

In foto: aquaforte su rame di Maurizio Bonora, “Vigesimo” 2012, “Orlando Furioso“, canto XX, 52 (Giovanni Mazzocchi, 1516).

Giunsero il dì medesimo (come accade)
quattro gran cavallieri adun suo luoco,
li quai di remotissime contrade
venuti in queste parte eran di poco;
di tal valor, che non ha nostra etade
tant’altri buoni al bellicoso giuoco:
Aquilante, Griphone e Sansonetto,
et un Guidon Silvaggio giovinetto.

onestà

GERMOGLI
Onestà
L’aforisma di oggi…

tiziano-terzani
Tiziano Terzani

Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che ci conviene. Educhiamo i figli a essere onesti, non furbi. (Tiziano Terzani)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

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